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Il caso dell’alternanza scuola-lavoro e del sistema duale

L’alternanza scuola-lavoro rappresenta una realtà per la maggior parte degli studenti del secondo ciclo di istruzione e formazione. Nello spirito della legge che l’ha promossa (Legge 107/2015) l’alternanza rappresenta una metodologia forma- tiva che unisce sapere e saper fare per lo sviluppo delle competenze fondamentali utili ad affrontare un mondo in continuo cambiamento. Altrettanto fondamentale è la sua valenza orientativa, per favorire le scelte professionali di ogni studente. Tale percorso rappresenta infatti un’esperienza cruciale per ogni singolo studente per conoscere meglio i contesti di lavoro e verificare le proprie motivazioni e aspira- zioni professionali. A questo fine esiste l’esigenza di offrire agli studenti strumenti didattici utili per riflettere sui propri processi di apprendimento e di orientamento. Le tecnologie digitali offrono uno strumenti molto utile a questo fine: l’ePortfolio, sperimentato spesso con il supporto di istituzioni universitarie. In molte sperimen- tazioni si è passati dall’uso del cosiddetto “diario di bordo” a quello dell’ePortfolio in maniera quasi naturale. Di conseguenza è bene esplorare le sperimentazioni di alternanza, incluse quelle vissute all’interno del cosiddetto sistema duale, pren- dendo in considerazione anche l’apporto del diario di bordo.

L’Università di Camerino promuove un portfolio gestito online (ePortfolio) che funge da guida e struttura per raccogliere materiale (testi, audio, foto e video), offre spazi personali di riflessione e, al contempo, spazi di condivisione all’interno del gruppo. Nell’intervento proposto, l’ePortfolio accompagna gli studenti di scuola secondaria di secondo grado durante tutto il periodo dell’alternanza scuola lavoro presso l’Università di Camerino e viene usato per strutturare piccole attività volte a scoprire e raccogliere informazioni per conoscere il contesto lavorativo e ri- spondere alle domande sul proprio futuro.

In collaborazione con Enrica Ottone della Facoltà di Scienze dell’Educazione Auxilium di Roma è in corso la sperimentazione di un portfolio digitale che accompagna gli studenti dell’IISS Carlo Alberto Dalla Chiesa di Montefiascone nella loro attività di alternanza scuola-lavoro. Le attività del progetto si appoggiano a una piattaforma online

Paperless School. Agli studenti è richiesta la compilazione di un diario di bordo e la co-

struzione di un ePortfolio ai fini di riflettere sull’esperienza vissuta nell’alternanza scuola lavoro, cioè sia nel contatto con le realtà lavorative all’esterno alla scuola sia nel contesto scolastico in un percorso di riflessione sugli apprendimenti e sulle competenze sviluppati dentro e fuori la scuola. Il modello di ePortfolio proposto comprende cinque videate: mi presento; i miei apprendimenti; la mia esperienza di stage; il mio progetto di sviluppo; il mio percorso nel costruire l’ePortfolio. Le pagine web propongono il risultato di un percorso che lo studente compie con la guida di un docente tutor. In questa esperienza è stata anche utilizzata in maniera interessante una versione del modello di portfolio di- gitale che la stessa Enrica Ottone ha sviluppato soprattutto nel contesto di formazione terziaria e di cui si dà ampio riscontro nel suo rapporto.

nel promuovere l’uso del diario dell’allievo e del suo portfolio si era partiti dal pre- supposto che il continuo confronto tra l’esperienza vissuta e la riflessione critica su di essa consentisse all’allievo di consolidare e valorizzare le proprie conoscenze/ competenze e, di conseguenza, di mettere in campo più adeguate ed efficaci stra- tegie di azione per far fronte alle problematiche incontrate nelle varie situazioni. Per favorire tale coinvolgimento occorreva valorizzare la sua capacità narrativa e ciò era favorito da un diario continuo avente le seguenti finalità: sintetizzare le attività/argomenti svolte/trattati in un dato periodo del percorso formativo che sono ritenuti importanti ai fini della propria crescita personale e professionale; indivi- duare le conoscenze/abilità “mobilizzate” per lo svolgimento delle attività e/o “ac- quisite” attraverso i contenuti dei vari insegnamenti; esplicitare eventuali criticità in- contrate, bisogni formativi emersi dallo svolgimento di specifici compiti e/o dall’af- frontare contenuti e temi oggetto della didattica presso il Centro/Istituto di forma- zione, nonché degli eventuali “correttivi” richiesti al team di progetto oppure messi in campo autonomamente e/o in forma assistita dal tutor; verificare il “rispetto” del piano formativo da parte dei contraenti. Attraverso il diario era possibile tener conto nel più ampio processo della valutazione formativa anche delle emozioni e degli stati affettivi e motivazionali che hanno caratterizzato le esperienze vissute dall’al- lievo. Era possibile attivare un portfolio personale, in particolare sviluppato sotto forma digitale, che da una parte svolgesse il ruolo di dossier individuale, ma dal- l’altra permettesse anche di valorizzare le caratteristiche del diario personale, regi- strando le osservazioni, riflessioni e possibili esperienze ulteriori. Questo portfolio era costituito di due parti fondamentali: la prima di natura più istituzionale e gestita in primo luogo dal tutor formativo in collaborazione con quello aziendale; la se- conda di natura personale, gestita dall’allievo stesso, con l’aiuto del tutor aziendale.

Nella sperimentazione di alternanza scuola-lavoro piemontese la redazione di un diario di bordo153viene ritenuta “utile per descrivere l’attività svolta, i materiali

utilizzati, elencare i principali termini appresi in azienda e appartenenti al lessico tecnico-professionale in uso; inoltre, possono essere richieste informazioni relative ad attività a cui ha partecipato direttamente, quelle alle quali ha assistito, il perso- nale coinvolto in esse, i luoghi di svolgimento e le eventuali criticità incontrate”. Sempre nella Regione Piemonte la pratica del diario di bordo è prevista per i per- corsi di apprendistato diretti alla qualificazione o al diploma professionale. «Il diario di bordo è composto da report settimanali nei quali si chiede all’allievo di te- nere traccia della attività svolte secondo semplici criteri di osservazione personale. Sul diario l’apprendista è pregato di annotare tutti i giorni, per grandi linee e con pochissime parole, quello che fa, i miglioramenti professionali, i problemi che eventualmente incontrati. All’apprendista viene chiarito sin dall’inizio che il diario non è oggetto di valutazione e che ha due obiettivi principali: aiutarlo a ragionare

153 http://www.istruzionepiemonte.it/wp-content/uploads/2015/03/ASL_manuale-commentato_

sulle cose che fa, su quelle che gli riescono bene, su quelle per le quali trova diffi- coltà; aiutare chi lo segue (il tutor aziendale e il coordinatore formativo) a capire come impostare i successivi interventi formativi. Secondo il modello didattico adottato, il diario ha inoltre l’obiettivo di responsabilizzare e coinvolgere l’appren- dista nella definizione del proprio percorso formativo, rafforzando gli elementi di

differenziazione con i tradizionali modelli di apprendimento».154

In sintesi, il compito formativo, che attraverso la valorizzazione del diario per- sonale dovrebbe essere raggiunto, sta nel promuovere nell’allievo lo sviluppo di una vera e propria identità professionale, favorendo l’integrazione tra quanto for- nito dall’esperienza aziendale e quanto offerto dall’attività formativa istituzionale. Ad esempio la redazione settimanale di un rendiconto di quanto vissuto nel con- testo lavorativo potrebbe essere valorizzata per consolidare e approfondire la sua competenza nel raccontare attraverso lo scritto non solo quanto sperimentato sul piano operativo, ma anche gli aspetti più direttamente collegati alle sue cono- scenze, capacità di relazione ed emozioni provate.

Quanto al modello “trentino” dei quarti anni di diploma professionale, il port- folio doveva supportare: un’azione di valutazione congiunta, che si configurava come un processo aperto alla collaborazione e partecipazione responsabile di più soggetti (docenti, tutor aziendali e allievi); un’azione di valutazione longitudinale permettendo di seguire gli effetti del processo formativo nel suo svolgersi tempo- rale, documentando e testimoniando i progressi che l’allievo compie verso l’acqui- sizione delle competenze attese in uscita dal percorso ed evidenziando il “valore aggiunto” in termini di crescita personale e professionale; la pratica riflessiva del- l’allievo che ha modo di ricomporre le esperienze sviluppate in contesti diversi (aula, laboratorio, contesto lavorativo) nonché di attribuirne significati e valore d’uso rispetto alle competenze effettivamente raggiunte; analizzare e interpretare processi e situazioni di ordine educativo, oltre che di natura professionale, eviden- ziando l’apporto di apprendimenti non formali e informali, favoriti in modo diretto e/o indiretto dalle esperienze vissute durante il percorso, utili a fronteggiare situa- zioni riguardanti la sfera sociale e civile; la narrazione e la valorizzazione del per- corso da parte dell’allievo, mettendo in luce l’abilità nel raccontare, giustifican- dole, le scelte operative compiute o da compiere in un contesto professionale speci- fico; nel descrivere la successione delle operazioni compiute o da compiere per portare a termine un compito particolare, evidenziando, eventualmente, gli errori più frequenti e i possibili miglioramenti; nel valutare la qualità non solo del pro-

dotto, risultato del suo intervento, ma anche del processo produttivo adottato.155

154MARTELENGOG., Apprendistato per la qualifica professionale. L’esperienza piemontese, Skill,

2016, 2, p. 30.

155FRISANCOM., L’attuazione dei percorsi sperimentali, in FRISANCOM. (a cura di), Da qualifi-

cati a tecnici. La sperimentazione dei quarti anni di diploma professionale in alternanza formativa nella Provincia di Trento, Milano, FrancoAngeli, 2007, pp. 110-112.

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