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Le indicazioni del MIUR sulla formazione continua dei docenti

Il Decreto 797 del 2016 emanato dal MIUR ha riproposto un quadro di riferimento per lo sviluppo dell’identità professionale dei docenti.180In tale decreto viene citata la

Legge 107/2015, comma 124, per indicare come la formazione in servizio del personale docente sia da considerarsi “obbligatoria, permanente e strutturale” e orientata al loro miglioramento professionale continuo. Le aree di sviluppo professionale considerate sono le seguenti: a) possesso ed esercizio delle competenze culturali, disciplinari, di- dattiche e metodologiche in relazione ai traguardi di competenza ed agli obiettivi di apprendimento previsti dagli ordinamenti scolastici; b) possesso ed esercizio delle com-

petenze relazionali e organizzative in relazione alla migliore gestione dell’insegnamento e degli ambienti di apprendimento; c) partecipazione responsabile all’organizzazione scolastica, al lavoro collaborativo in rete, anche assicurando funzioni di coordinamento e animazione; d) cura della propria formazione in forma di ricerca didattica, documen- tazione, riflessione sulle pratiche, diffusione di esperienze di eccellenza.

Successivamente, sempre nel Decreto, si descrivono più dettagliatamente tre macro-aree, aree considerate poi nel Profilo della competenze per i neo-assunti dell’Indire:

1. Area delle competenze relative all’insegnamento (didattica):

a. progettare e organizzare le situazioni di apprendimento con attenzione alla relazione tra strategie didattiche e contenuti disciplinari;

b. Uutilizzare strategie appropriate per personalizzare i percorsi di apprendi- mento e coinvolgere tutti gli studenti, saper sviluppare percorsi e ambienti educativi attenti alla personalizzazione e all’inclusione;

c. osservare e valutare gli allievi;

d. valutare l’efficacia del proprio insegnamento.

2. Area delle competenze relative alla partecipazione scolastica (organizzazione): e. lavorare in gruppo tra pari e favorirne la costituzione sia all’interno della

scuola che tra scuole;

f. partecipare alla gestione della scuola, lavorando in collaborazione con il diri- gente e il resto del personale scolastico;

g. informare e coinvolgere i genitori; h. contribuire al benessere degli studenti.

3. Area delle competenze relative alla propria formazione (professionalità): i. approfondire i doveri e i problemi etici della professione;

j. curare la propria formazione continua;

k. partecipare e favorire percorsi di ricerca per innovazione, anche curando la documentazione e il proprio portfolio.

Un ulteriore documento è stato proposto dal MIUR nell’aprile del 2018.181Ad es-

so abbiamo già fatto cenno nel sesto capitolo, ma conviene riprendere in questo con- testo quanto il gruppo di esperti nominati dal Ministero ha indicato e cioè i dodici specifici standard di competenza professionale intesi come “spinta alla crescita pro- fessionale continua, piuttosto che una prescrizione normativa da accertare”. Tali stan- dard vengono considerati all’interno di cinque dimensioni professionali fondamentali: cultura, didattica, organizzazione, istituzione/comunità, cura della professione.

A. Cultura:

1. conoscenze culturali e disciplinari dei saperi che sono “oggetto” di insegnamen- to;

181MIUR, Direzione Generale per il Personale Scolastico, Sviluppo professionale e qualità della

2. competenze metodologico-disciplinari (quindi capacità di analizzare, descrivere, trattare i “saperi” in ordine alla loro insegnabilità, in relazione alle diverse età evolutive).

B. Didattica:

3. insegnamento pianificato e strutturato per l’apprendimento, padronanza delle strategie didattiche per un insegnamento efficace; capacità di gestire risorse di- gitali e strumenti (es. libri di testo), costruzione di ambienti di apprendimento, metodologie innovative;

4. strategie didattiche per sostenere l’apprendimento (di tutti gli studenti); 5. metodi e strategie di valutazione per promuovere l’apprendimento;

6. gestione delle relazioni e dei comportamenti in classe per favorire l’apprendi-

mento, capacità relazionali come capacità di costruire relazioni positive con gli

allievi, di coinvolgerli nell’apprendimento, di ascolto, comunicazione, feedback.

C. Organizzazione:

7. modalità di partecipazione all’esperienza professionale organizzata a scuola, co- involgimento nei processi di autovalutazione, miglioramento, rendicontazione; 8. capacità di lavoro collaborativo tra docenti, nel contesto della classe, del dipar-

timento, anche nelle dimensioni verticali.

D. Istituzione/Comunità:

9. padronanza del contesto professionale, con le sue regole, routine, responsabili- tà; conoscenza delle dimensioni normative e regolamentari; partecipazione al si- stema delle relazioni, delle decisioni e delle relazioni professionali;

10. capacità di instaurare rapporti positivi con genitori, partner istituzionali e sociali, saper vivere il rapporto con il territorio e la comunità come risorsa positiva.

E. Cura della professione:

11. alimentare la propria competenza attraverso una permanente partecipazione ad

esperienze di formazione, da intendersi come attività formative corsuali o azioni

di ricerca, formazione, documentazione, nella scuola e nel territorio, in presenza od on line, liberamente o in programmi istituzionali;

12. sviluppo della propria professionalità, con disponibilità ad assumere funzioni e responsabilità all’interno e all’esterno della scuola, nelle dimensioni didattiche, formative, organizzative, previa opportuna formazione e training.

Viene anche indicato come una successiva elaborazione consentirà di tradurre ogni standard in descrittori, in rubriche, eventualmente in livelli, contestualizzati per specifici settori scolastici. Vengono poi richiamati alcuni temi trasversali che dovreb- bero essere oggetto di una specifica trattazione come:

 le competenze nelle lingue: riferite a tutti i docenti, ma anche ai docenti che desiderano impegnarsi nell’insegnamento in lingua di parti della loro disciplina, e in maniera approfondita agli insegnanti di lingua;

 le competenze digitali, non come contenuto specialistico, ma come “strumenti del mestiere” per arricchire la qualità dell’ambiente di apprendimento;

 l’attenzione all’inclusione e alle diversità, da intendersi non come professio- nalità specifica per allievi con bisogni speciali, ma come atteggiamento profes- sionale “normale” in grado di “modulare” l’intervento in relazione alle caratte- ristiche individuali.

Alle descrizioni precedenti provenienti da documenti istituzionali italiani possiamo aggiungere indagini e sintesi elaborate in varie parti del mondo. Ad esem- pio nella formazione degli insegnanti nel mondo statunitense è oggi presente un’at- tenzione particolare allo sviluppo di qualità personali, denominate disposizioni, che riguardano alcune dimensioni fondamentali della professionalità docente. Tra le più frequenti nei progetti delle istituzioni, accreditate a tal fine, si possono citare: empatia, dedizione, onestà, equità, rispetto per sé e per gli altri, efficacia comunica- tiva, flessibilità. Spesso esse vengono raggruppate secondo tre grandi categorie: competenze relazionali, competenze comunicative, etica professionale. Nel seguito presentiamo due significative proposte; una ormai ben nota, ma sempre in via di ag- giornamento, quella nel Consorzio InTASC statunitense; la seconda pubblicata nel 2014 dal Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport della Repubblica e Cantone Ticino (Svizzera).

Possiamo, infine, aggiungere come Bandini, Calvani, Falaschi e Menichetti ab- biano passato in rassegna oltre al modello InTASC, quelli elaborati da Perrenoud, da Danielson, dal Ministero dell’Educazione francese, dallo Stato del Québec, per giun- gere a una sintesi che ha guidato il loro lavoro di indagine sul profilo professionale dei tirocinanti. Sono state individuate quattro aree di competenza fondamentali: Va- lori e atteggiamenti, Conoscenza e comprensione, Interazione didattica, Comunità

professionale e formazione.182

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