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La formazione terziaria e l’uso del portfolio digitale

Dariusz Grzadziel esaminando la letteratura disponibile ha esplorato le possi- bilità che offre la metodologia di lavoro con l’ePortfolio nel sostenere i processi con i quali un soggetto in formazione costituisce e diventa sempre più consapevole della propria identità professionale. «Si nota, egli afferma nel suo rapporto, una tendenza nella letteratura di supportare l’idea che un ePortfolio ha la capacità di of- frire agli studenti uno spazio di apprendimento per praticare e testare un’identità professionale prima ancora di entrare nella pratica professionale. In tal senso, l’e- Portfolio è considerato come una finestra tramite la quale si può osservare la na- scita e lo sviluppo del Sé professionale. I processi evolutivi, che riguardano l’iden- tità professionale del soggetto, si evidenziano attraverso alcune attività particolari, come, ad es., la narrazione e l’analisi critica delle attività svolte, la riflessione e consapevolezza riguardo ai progressi del processo formativo, la selezione e rifles- sione sui risultati del proprio lavoro. Le possibilità del portfolio di sostenere questi processi acquisisce un significato particolare soprattutto quando si prende in consi- derazione il fatto che il costituirsi dell’identità professionale ha un forte effetto sul comportamento legato alla preparazione al lavoro futuro. Essa agisce come una bussola cognitiva che dirige, regola e sostiene l’apprendimento individuale e le strategie di costruzione della carriera».

In questo quadro egli presenta l’esperienza universitaria realizzata in Au-

stralia.156Per sostenere il percorso di acquisizione delle competenze, viene utiliz-

zato un modello di percorso segnato da quattro elementi: Motivation for learning,

Data management, Identity development e, infine, Employability. Tale processo co-

mincia, quindi, con la riflessione sulle motivazioni circa l’apprendimento (Motiva-

tion for learning). In modo particolare si cerca di chiarire le ragioni per le quali lo

studente ha intenzione di laurearsi in questo campo. Nella maggior parte dei casi nella fase iniziale emergono piuttosto motivazioni estrinseche e le opzioni generali verso un percorso di carriera scelto. L’analisi longitudinale permette di vedere, co- munque, come le motivazioni cambiano e come emergono successivamente anche le intrinseche e più articolate. Le fasi finali dei percorsi formativi dimostrano anche quanto le motivazioni si leghino sempre di più ai concreti posti di lavoro; ciò che nella fase iniziale viene menzionata raramente.

In un secondo momento seguono le attività relative alla gestione dei dati e dei materiali (Data management), insieme con le capacità tecniche legate all’uso effi- cace dell’ePortfolio medesimo. Uno degli aspetti più importanti del lavoro con ePortfolio risiede, appunto, nelle pratiche adeguate di gestione dei dati. Tra queste si trovano le attività di raccogliere, raggruppare e collegare varie risorse e artefatti, le attività di proteggere, oppure concederne l’accesso ad altre persone. Gli studenti

156GRZADZIELD., La formazione delle competenze digitali degli insegnanti. Il ruolo dell’ePort-

apprezzano qui particolarmente la possibilità di caricare i dati in maniera facile, e, poi, la comodità di utilizzo di questi dati in vari momenti successivi. L’inserimento dei materiali in un portfolio dipende soprattutto dalla motivazione e dalla qualità di essi. Questo elemento dell’ecosistema formativo è finalizzato, quindi, a sostenere lo sviluppo delle abilità di produrre gli artefatti di alta qualità con la prospettiva di poterli presentare nel futuro come prove dei livelli raggiunti riguardo agli standard nazionali di competenze professionali. Un’organizzazione di essi tramite degli ade- guati layout e il design dell’ePortfolio, può permettere, inoltre, di presentare anche l’aspetto evolutivo dei livelli di competenza raggiunti.

Il terzo elemento del sistema (Identity development) è conseguenza dei primi due. È pensato, cioè, come un processo dell’emergere della consapevolezza circa la costruzione della propria identità professionale. Questo avviene in due forme: la prima, con la progettazione del portfolio, e, in secondo luogo, con il contenuto pre- sente nel portfolio. Alcuni, in questa fase, cercano di definire anche una specie di

mission o una filosofia di fondo, con la quale vogliono esprimere il proprio orienta-

mento verso la professione futura. In questa fase, quindi, gli studenti stabiliscono ulteriori obiettivi formativi e valutano il progresso verso di essi. Essi sviluppano qui, però, non solo la consapevolezza circa l’identità, ma anche la capacità di co- municare questa identità ad altri e di presentarla con adeguati documenti e prove.

L’ultimo, il quarto elemento del sistema (Employability), svolge un importante compito nello sviluppo longitudinale dell’ePortfolio. Il processo formativo mira qui a potenziare la funzione auto-regolativa dei soggetti in vista dell’occupabilità e della futura pratica professionale. Infatti, qualcuno afferma che l’ePortfolio diventa un biglietto personale per la carriera, sia nel ruolo dell’impiegato che di un poten- ziale datore di lavoro. La possibilità di dimostrare le proprie capacità professionali agli altri tramite le prove e gli artefatti risulta qui più significativa rispetto al solo utilizzo del curriculum vitae tradizionale.

Dal canto suo Enrica Ottone ha costruito e sperimentato un modello di portfolio a supporto della formazione degli educatori professionali inquadrandolo nel contesto dei processi istruttivi di livello universitario. In particolare si era constatata nel pas- sato una serie di bisogni formativi che mancavano di una chiara risposta: l’esigenza di conoscere meglio se stessi e di identificare i propri punti di forza e di debolezza; la scarsa consapevolezza dell’unitarietà degli apprendimenti sviluppati in contesto universitario; la difficoltà a far interagire teoria e pratica, in particolare nel tirocinio, e la fatica a considerare le implicanze pratiche degli apprendimenti sviluppati; la scarsa propensione a dedicare un tempo adeguato di riflessione sull’insieme degli apprendimenti; la necessità di connettere le competenze sviluppate in contesto for- mativo con quelle sviluppate in altri contesti professionali e di vita; la difficoltà nel saper definire i propri obiettivi di apprendimento e identificare i propri interessi pro- fessionali; la difficoltà nell’elaborare un progetto di sviluppo in un ambito professio- nale che presenta molti sbocchi lavorativi; la fatica ad argomentare in modo chiaro, sintetico ed efficace, a documentare e a scrivere di sé; la scarsa attitudine, soprat-

tutto in coloro che non hanno esperienze lavorative, a interrogarsi sulle implicanze pratiche dell’etica e della deontologia professionale.

Di qui la ricerca di un modello che potesse rispondere almeno in parte a tale domanda formativa e la costruzione di un proprio portfolio digitale a supporto di tale impresa e diretto promuovere alcune competenze specifiche: consapevolezza dei propri apprendimenti e di alcuni aspetti dell’identità professionale e personale (competenze e principi e valori etici); capacità di riconoscere gli apprendimenti più significativi sviluppati in ambito formale, non formale e informale e di saper indi- viduare evidenze dei propri apprendimenti; disposizione a riflettere sulla propria esperienza formativa e professionale in ordine alla ricomprensione e allo sviluppo della propria identità professionale; capacità di raccogliere, selezionare, organiz- zare e presentare le proprie competenze professionali e personali e di documentare in modo chiaro ed efficace; la conoscenza delle funzioni principali della piatta- forma Mahara e la capacità di utilizzarle per costruire il proprio ePortfolio.

Il modello è stato sperimentato con 177 studenti e professionisti in formazione. Enrica Ottone nel suo rapporto ne dà un ampio resoconto, mettendone in evidenza i risultati positivi. Tra questi il riconoscimento da parte dei partecipanti allo sviluppo della capacità di scrittura di sé e della riflessività. In generale viene attestata l’efficacia del modello e degli strumenti per accompagnare i giovani studenti e i professionisti in formazione ad essere imprenditori del proprio presente e del proprio futuro, a saper riflettere sulle proprie esperienze passate e presenti e ad elaborare un progetto consapevole di sviluppo della propria identità personale e professionale. Tra gli aspetti problematici che si sono manifestati viene segnalato il fattore tempo e impegno sia da parte degli studenti, sia soprattutto da parte di chi deve guidare il loro lavoro.

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