• Non ci sono risultati.

Un quadro generale di riferimento

Il valore della riflessione indotta dalla scrittura di sé, alle autobiografie e ai re- soconti di apprendimento è stata riconosciuta da molto tempo. Ma anche «[...] la ri- cerca più recente conferma la stretta relazione tra conoscenze, competenze e la dis- ponibilità di un’ampia gamma di strategie cognitive ed emotive che consente al sog- getto di mantenere autostima, senso di adeguatezza e capacità di resistenza alle avver sità».108In particolare «[...] l’autobiografia e il diario, e in generale le varie for-

me di scrittura di sé, spingono il soggetto ad assumere se stesso o alcuni aspetti della propria persona come oggetto di osservazione e di riflessione. [...]; la scrittura è in- terfaccia tra interno ed esterno, tra il non detto e l’indicibile, tra l’implicito e l’espli- cito, tra il noto e l’ignoto, e si configura come strumento investigativo che aiuta il soggetto a ritrovare, ricomporre e ricostruire la sua unitarietà e globalità di persona pensante e responsabile, coinvolta in una rete di relazioni.»109

«Gli studi sono pressoché unanimi nel riconoscere alla scrittura autobiografica e ai diari in particolare la capacità di rappresentare il corso dell’esperienze attraverso immagini e descrizioni che permettono di ritagliarne e fissarne gli eventi più signi- ficativi, facilitandone l’analisi e il controllo; definire, tra soggetti e contesti, quella opportuna distanza che permette a quanti sono implicati professionalmente in un de- terminato contesto e in specifiche situazioni, di esercitare pienamente la propria ri- flessività; favorire lo scarico della tensione e l’assunzione di atteggiamenti più aperti e flessibili nei confronti dell’esperienza vissuta; incoraggiare nelle persone l’adozio- ne di comportamenti assertivi, che permettono di esprimere e sostenere nel gruppo, senza timori e pregiudizi, le proprie idee e il proprio punto di vista, descrivendo an- che i vissuti personali, le eventuali difficoltà e contraddizioni incontrate nel contesto preso in esame; valorizzare le funzione conoscitiva dei dettagli, dei piccoli cambia- menti apparentemente insignificanti, ma che, attraverso la lettura sistematica e/o dia- cronica degli aventi e delle esperienze, permettono spesso di effettuare osservazioni e documentazioni più accurate e di svolgere riflessioni più articolate e sensibili agli aspetti contestuali e relazionali.»110

Il cuore della validità formativa dell’uso delle scritture di sé e della valorizza- zione di forme di diario sta nell’attività riflessiva che viene sollecitata, ma occorre anche chiarire che non tutte le forme di riflessione sono utili allo sviluppo della pro- pria identità professionale, in quanto «[...] occorre tempo e condizioni favorevoli che portano a una riflessione orientata a considerare la pratica e il significato di quanto si fa». Inoltre occorre riconoscere che in questa attività spesso è necessario essere aiutati e sostenuti da altri più esperti o dai formatori. Accanto alla scrittura, come forma di riflessione, è poi utile sviluppare un dialogo professionale con altri profes-

108DOMENICIG. - G. MORETTI, Il portfolio dell’allievo, Roma, Anicia, 2006, p. 247: 109Ibidem, p. 248.

sionisti e operatori degni di fiducia. In ambedue i casi la riflessione sulla pratica può fornire una ricca, comprensiva ed evolutiva base informativa per la preparazione e lo sviluppo dell’azione. Inoltre, si sviluppa la capacità di comunicare e apprendere con gli altri, si guadagna nella qualità della comunicazione e nella collaborazione

necessaria all’azione.111Anche nel contesto delle nostre esperienze si constata da una

parte l’importanza di avere una guida e supporto alla redazione come di un diario

così di un portfolio digitale, forse in quest’ultimo caso ancora di più.112Quanto al-

l’interagire con altri, colleghi o supervisori, occorre ricordare che «[...] parlare è più veloce di scrivere» e così molte volte «si parla impetuosamente, senza pensarci, ri- cordando in maniera selettiva, mentre la parola scritta è normalmente più delibera-

ta»113, di conseguenza anche nel dialogo con altri se si parte da una documentazione

scritta si ha una base di riferimento più meditata e comprensiva, in questo casi si possono anche ottenere contributi scritti, cosa che si presenta molto agevole se si ri- corre a forme di comunicazione digitale. Dalle ricerche circa le caratteristiche for- mative del diario è emersa anche la proposta di considerare tre livelli di riflessività,

che possono essere attivati da parte di chi li redige.114Quanto delineato da Zeichner

e Liston può essere reinterpretato alla luce dei livelli di apprendimento descritti da George Bateson o delle forme, sempre di apprendimento, elencate da Jack Mezirov, rievocati in un paragrafo precedente.

Il primo livello fa riferimento alla competenza tecnica e concerne la capacità di valorizzare nel contesto pratico appropriate tecniche e metodologie di lavoro. A que- sto livello si cerca di far fronte alle situazioni incontrate, ai problemi che emergono ricorrendo ai suggerimenti e alle indicazioni operative che fanno parte del bagaglio conoscitivo acquisito. Quanto sopra proposto può essere facilmente collegato a li- vello di apprendimento “uno” di Bateson e alla prima forma di apprendimento di Mezirov. Si tratta infatti di verificare se l’impostazione data alla propria azione nel contesto attuale ha senso a partire dalla prospettiva di significato già presente e/o sulla base della conoscenze metodologiche e operative già possedute.

Il secondo livello di riflessività fa riferimento alla capacità di analizzare in pro- fondità le decisioni che sono state prese, facendo emergere le convinzioni che sono implicate in esse dal punto di vista dei valori perseguiti: «[...] l’attenzione è focaliz- zata su una interpretazione sia della natura, sia della qualità dell’esperienza vissuta

e delle scelte pratiche effettuate».115Anche in questo caso si può evocare soprattutto

111 HOLLY M.L. - C.S. MACLOUGHLIN, Perspectives on teacher professional development,

London, Falmer Press, 1989, p. 281.

112GRZADZIELD., Metodologia di lavoro con l’eportfolio nella didattica universitaria. Bilancio di

competenze alla fine del primo ciclo di studi, Orientamenti Pedagogici, 64, 3, pp. 583-604; Idem, Il Portfolio digitale nella formazione professionale degli insegnanti. Contributo alla ricerca contenuto in questo rapporto.

113HOLLYM.L., Keeping a personal-professional journal, Victoria, Deakon University,1984, p. 9. 114ZEICHNERK.M. - D.P. LISTON, Reflecting teaching: An introduction, New Jersey, Lawrence

Erlbaum, 1996.

la seconda e la terza forma di apprendimento di Mezirov, in quanto pur esaminando più in profondità il senso della situazione derivante dalle nostre scelte e azioni, ciò viene fatto alla luce delle prospettive di significato già esistenti, eventualmente ren- dendosi conto dei limiti o della inadeguatezza di tali prospettive. Ciò apre la strada al prossimo livello di riflessività.

Il terzo livello di riflessività, il più elevato, è di natura critica, e riguarda la ca- pacità di considerare le conseguenze morali ed etiche delle azioni intraprese. L’enfasi è diretta verso il valore delle esperienze e della conoscenza al fine di verificare se le attività intraprese sono effettivamente serviti a dare risposta ai bisogni umani alla giustizia e all’uguaglianza. La considerazione del “terzo” livello di apprendimento individuato da Bateson e della quarta forma di apprendimento approfondita da Me- zirov è abbastanza immediata. Infatti da una parte ci si rende conto dell’impossibilità di continuare ad agire secondo gli abiti operativi sviluppati e della necessità di affrontare da questo punto di vista profondi cambiamenti; dall’altra, proprio la ri- flessione critica messa in atto porta a trasformare le stesse prospettive di significato che fanno da supporto agli abiti operativi. La proposta di Zeichner e Liston mette l’accento sui valori soprattutto morali ed etici che sono implicati, ma ovviamente tutto ciò può essere esteso al complesso sia delle convinzioni, sia delle assunzioni di senso fino ad allora presenti.

3. L’uso del diario come strumento di riflessione critica e di formazione:

Outline

Documenti correlati