2 Piazzolla e il tango
5. Il cinema musicale in Argentina
5.1 Modelli locali e importati
Nella cinematografia argentina esisteva già negli anni sessanta una forte tradizione nel campo della produzione di film di genere musicale, tanto basata sugli standard e gli schemi prototipici di Hollywood quanto su modelli propri, generati a partire dai tempi in cui il tango fu protagonista principale di numerosi titoli di successo nazionale e latinoamericano. 341 Il primo film sonoro realizzato in Argentina risale al 1933 ed il suo titolo è significativamente ¡Tango! (Luis Moglia Barth). È interessante notare che erano passati appena tre anni dalla prima proiezione in Argentina di The Jazz Singer con Al Jolson , modello dal quale prendono spunto le produzioni locali: 342 una storia semplice intercalata dai numeri musicali, non necessariamente vincolati allo svolgimento narrativo della trama . Il grande successo di ¡Tango! ed altre produzioni 343 locali di caratteristiche similari negli anni successivi, attrae l’interesse del pubblico in grado maggiore rispetto alle produzioni importate, sia per le evidenti questioni dell’idioma, quanto per l’affinità tematica che permetteva alti gradi d’identificazione, e la possibilità di vedere sullo schermo i visi ed i corpi in movimento delle grandi voci rese famose dalla diffusione radiofonica, veicolo principale di diffusione musicale all’epoca.
Il cinema era in grado di moltiplicare le limitate possibilità d’incontro del pubblico con i suoi idoli, altrimenti ridotte agli spettacoli musicali dal vivo, e dato non trascurabile offriva la possibilità di osservare i loro volti da vicino ed in grande dimensioni. L’abbinamento radiocinema supera a livello locale ampiamente
341 Collioud, Luz. 2014. «El cine tanguero argentino: una melodía perdida con el paso del tiempo». Buenos Aires:
Universidad de Palermo.
342 The Jazz Singer (Alan Crosland, 1927).
343 Per una classificazione delle modalità d’inserzione della musica nella trama (“plot”) e dei diversi livelli di
rapporto narrativo vedi Mueller, John. 1984. «Fred Astaire and the Integrated Musical». Cinema Journal 24 (1): 28–40.
l’interesse del pubblico rispetto al teatro, e associato al successo internazionale del tango nei primi decenni del XX secolo; la combinazione con la radio conferisce all’industria cinematografica argentina una possibilità di crescita ed espansione le cui realizzazioni raggiungono in pochi anni il resto dei paesi di lingua spagnola, configurando a Buenos Aires come un centro di produzione di rilievo. Ai primi due grandi studi cinematografici esistenti negli anni Trenta ( Lumitón e Argentina Sono Films ) si aggiungono nuove case produttrici e, nel 1945, si contano in Argentina una ventina di imprese nel settore , basate su solidi standard di produzione e distribuzione 344 a livello internazionale.
Come segnalato in precedenza, a partire dagli anni Cinquanta si assiste ad un certo declino del tango , rimpiazzato dall’ascesa del folklore, propiziata dalle 345 politiche nazionalistiche e populiste dell’era peronista che includevano delle quote obbligatorie di diffusione di musica argentina alle radio, da una parte e, dall’altra, avevano come base popolare la nuova classe legittimata dalle conquiste sociali. 346
Successivamente, e in coincidenza con l’apertura internazionale del mercato culturale, non più regolato dallo Stato, comincia ad apparire sia sulla scena musicale che su quella cinematografica la musica leggera, basata sulla piattaforma non soltanto radiofonica ma anche televisiva, in uno schema nel quale si alternano complementarietà e competizione . L’incidenza dei modelli musicali stranieri si fa 347 sentire stilisticamente sul pubblico, in particolare giovanile, ed il terreno si prepara per l’arrivo del fenomeno del Rock’n Roll. Appaiono sulla scena della canzone, alimentate
344 Cfr.: Calvagno, Joaquín. 2010. «El primer cine industrial y las masas en Argentina: la sección
“Cinematografía” del semanario “CGT” (19341943)». A Contracorriente 7 (3): 38–81. https://projects.ncsu.edu/project/acontracorriente/spring_10/articles/Calvagno.pdf.
345 Si produce in quegli anni, nel campo musicale popolare, una crescita nella diffusione del folklore di origine
rurale, nel quale si identificano le popolazioni migranti dal campo alla città, in un periodo di proletarizzazione industriale delle masse, coincidente con i lineamenti politici ed economici del periodo peronista.
346 Vila, 1991. Op cit.
347 Sull fenomeno della collaborazione tra i diversi media integranti l’industria culturale ai tempi della nascita del
dal nuovo mezzo televisivo, nuove figure che confluiscono nel denominato “Club del Clan” , un programma televisivo che alimenta l’industria discografica ed a partire dal348 quale si producono numerosi film musicali centrati sull’immagine dei nuovi idoli, caratterizzati dalle modalità definite dai modelli internazionali dello Stardom .
Per quanto riguarda il ciclo dei film centrati sul tango, in qualche modo esso si chiude con l’insuccesso della produzione Buenas noches, Buenos Aires (Hugo del Carril, 1964) che rimase in secondo piano rispetto all’impatto del rilascio del Club del Clan (Enrique Carreras, 1964) ed altri epigoni di modelli in circolazione ormai incontrastabili sul mercato.
In due momenti precisi di questo contesto musicale e cinematografico si inseriscono i film scelti per la nostra analisi. Nacidos para cantar , rilasciato nel 1965, riproduce sul grande schermo le immagini ed i retroscena di un set televisivo nel quale si presentano dei cantanti famosi, vari di loro integranti del citato e famosissimo “Club…”, i quali condividono nella sua attività artistica, tanto nella vita reale quanto nella finzione rappresentata dal copione, la partecipazione nel rodaggio di altri film, non soltanto musicali, e presentazioni dal vivo sia nei grandi spettacoli popolari dell’epoca, denominati “Bailes” che in un piccolo locale notturno. In questo modo abbiamo una variante locale del modello “selfreflexive” descritto da Jane Feuer 349
L’autoriflessività è una categoria critica che è stata associata a film, come quelli di Godard, che chiamano l’attenzione sui codici che costitusicono le loro proprie pratiche significanti. Il termine è stato applicato a film estetica o politicamente radicali che reagiscono contro la così denominata narrativa classica del cinema, interrogando la propria narratività. Perciò tendiamo ad associare riflessività con la nozione di decostruzione all’interno delle pratiche
348 Pesce. Op. cit.
349 Feuer, Jane. 1995. «The selfreflexive musical and the myth of entertainment». In Film genre reader II , di
cinematografiche. I musical della MGM , comunque, usano la riflessività con lo scopo di 350 perpetuare i codici del genere, invece di decostruirli. I musical autoriflessivi sono testi conservativi in tutti i sensi. I ‘MGM Musicals’ hanno continuato a funzionare tanto nella coscienza popolare come nella cultura filmica internazionale, come rappresentativi della produzione di Hollywood al suo meglio.351
5.2 Due strade apparentemente diverse
Abbiamo bisogno di una chiave per aprire la luccicante porta di vetro che i musical collocano tra loro e qualsiasi forma di indagine intellettuale. I musical sembrano particolarmente resistenti all'analisi; ne togli l’avvoltoio e ti trovi sotto il vero avvoltoio.352
Questa affermazione di Jane Feuer risulta utile per posizionare l’analisi che si tenterà di condurre su due film che contengono più similarità di quanto appare in superficie.
350 MGM: la celebre compagnia cinematografica MetroGoldwinMayer, fondata nel 1924 e divenuta il più
importante studio di Hollywood, occupa indubbiamente il primo posto nella storia della produzione di musical , genere del quale produsse dagli anni 40 in avanti centinaia di titoli, definendone le caratteristiche al punto che è stato coniato il termine “ MGM musicals ” per riferirsi al genere.
351 “Selfreflectivity as a critical category has been associated with films, such as those of Godard, which call
attention to the codes constituting their own signifying practices. The term has been applied to aesthetically or politically radical films that react against socalled classical narrative cinema by interrogating their own narrativity. Thus we tend to associate reflexivity with the notion of deconstruction within filmmaking practice. The MGM musical, however, uses reflexivity to perpetuate rather than to deconstruct the codes of the genre. Selfreflective musicals are conservative texts in every sense. MGM musicals have continued to function both in the popular consciousness and within international film culture as representatives of the Hollywood product at its best.” Feuer. Op. cit. Pag. 454.
352 “We need a key to open the shimmering glass door musicals place between themselves and any form of
intellectual inquiry. Musicals seem particularly resistant to analysis; peel away the tinsel and you find the real tinsel underneath.” Ibid . Pag. vii
6. Nacidos para cantar (1965)
Questo film appartiene al panorama dei musical argentini 353 dell’epoca, nei quali sono protagonisti i cantanti più famosi del momento e dove l’argomento è appena un pretesto per presentare delle nuove canzoni sul mercato e riaffermare l’immagine delle figure di moda. Il modello formale potrebbe rifarsi al musicarello italiano di quegli stessi anni , così come lo stile musicale prevalente è evidentemente associato 354 alla canzone leggera italiana, famosa all’epoca a livello globale e fortemente presente anche nella scena musicale argentina. 355 In questo senso, si potrebbe pensare semplicemente a un “sottoprodotto economico, di seconda fila, fatto per sfruttare il successo commerciale di alcuni cantanti di cui il cinema si appropriava.” Fermo restando la possibilità di osservare anche la sua “funzione di mediazione, di negoziazione” , in quanto, come segnala Pescatore: 356
[...] raccontare una storia intorno alle canzoni significa anche mostrare quei conflitti, quei momenti d’urto in qualche modo legati al cambiamento della musica, provando anche a dare delle soluzioni cinematografiche e linguistiche. 357
Interessante a questo riguardo uno dei fili conduttori paralleli alla storia centrale: i due cantanti protagonisti, Elena e Tony, famosi sia nella realtà che nella
353 Il film fu realizzato in coproduzione con il Messico, e fu diretto dal messicano Emilio Gómez Muriel (19101985) regista, sceneggiatore e produttore con più di cento film di genere popolare nella sua lunga carriera. La sceneggiatura fu scritta dal suo principale collaboratore, l’argentino Alfredo Ruanova (19191977). 354 Cfr.: Bisoni. Op. cit.
355 Interessante a questo riguardo la commozione dei media locali quando si compì la visita in Argentina di Rita
Pavone, nel 1964. La cantante fu ricevuta persino dall’allora presidente della Repubblica Arturo Illia. Umberto Eco a suo tempo in Apocalittici e integrati la prese come esempio dell’irruzione sulla scena dell’adolescenza italiana. Cfr.: “Rita Pavone, per la prima volta, di fronte a un’intera comunità nazionale la pubertà si faceva balletto e acquistava pieni diritti”. Eco, Umberto. 1999. Apocalípticos e integrados . Tradotto da Andrés Boglar. Barcelona: Lumen.
356 Pescatore. Op.cit.. Pag.129130. 357 Ibid.