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Nacidos para cantar (1965)

2 Piazzolla e il tango

6.   Nacidos para cantar (1965)

 

Questo film appartiene al panorama dei musical argentini      353 dell’epoca, nei    quali sono protagonisti i cantanti più famosi del momento e dove l’argomento è appena        un pretesto per presentare delle nuove canzoni sul mercato e riaffermare l’immagine        delle figure di moda. Il modello formale potrebbe rifarsi al  musicarello italiano di        quegli stessi anni , così come lo stile musicale prevalente è evidentemente associato    354        alla canzone leggera italiana, famosa all’epoca a livello globale e fortemente presente        anche nella scena musicale argentina.        355  In questo senso, si potrebbe pensare        semplicemente a un “sottoprodotto economico, di seconda fila, fatto per sfruttare il        successo commerciale di alcuni cantanti di cui il cinema si appropriava.” Fermo        restando la possibilità di osservare anche la sua “funzione di mediazione, di        negoziazione”  , in quanto, come segnala Pescatore: 356

 

[...] raccontare una storia intorno alle canzoni significa anche mostrare quei conflitti, quei        momenti d’urto in qualche modo legati al cambiamento della musica, provando anche a dare        delle soluzioni cinematografiche e linguistiche.   357

 

Interessante a questo riguardo uno dei fili conduttori paralleli alla storia        centrale: i due cantanti protagonisti, Elena e Tony, famosi sia nella realtà che nella       

353 Il film fu realizzato in coproduzione con il Messico, e fu diretto dal messicano Emilio Gómez Muriel  (1910­1985) regista, sceneggiatore e produttore con più di cento film di genere popolare nella sua lunga carriera.  La sceneggiatura fu scritta dal suo principale collaboratore, l’argentino Alfredo Ruanova (1919­1977).    354 Cfr.: Bisoni. Op. cit.    

355 Interessante a questo riguardo la commozione dei media locali quando si compì la visita in Argentina di Rita                                   

Pavone, nel 1964. La cantante fu ricevuta persino dall’allora presidente della Repubblica Arturo Illia. Umberto        Eco a suo tempo in  Apocalittici e integrati la prese come esempio dell’irruzione sulla scena dell’adolescenza                italiana. Cfr.: “Rita Pavone, per la prima volta, di fronte a un’intera comunità nazionale la pubertà si faceva        balletto e acquistava pieni diritti”. Eco, Umberto. 1999.  Apocalípticos e integrados . Tradotto da Andrés Boglar.                Barcelona: Lumen. 

 

356 Pescatore. Op.cit.. Pag.129­130.  357  Ibid. 

finzione , possiedono un locale musicale notturno nel quale desiderano poter cantare358        “non le canzoni commerciali, bensí quelle che piacciono a noi”. Quest’affermazione        viene pronunciata dal protagonista principale alla sua fidanzata “ufficiale” in un        dialogo relativamente marginale ­ anche se funzionale allo svolgimento narrativo ­ allo        scopo di spiegare i motivi artistici dell’investimento nel locale, d’altra parte        finanziariamente disastroso. Nonostante questa affermazione del protagonista, che        sembra puntare a mettere in primo piano il valore dell’autenticità, dall’analisi delle        canzoni, sia dal punto di vista musicale che in riferimento ai testi, non risulta così        evidente una differenza stilistica tra i brani da loro interpretati nella finzione televisiva        inscenata sullo schermo cinematografico, rispetto a quelle eseguite nel proprio locale        ; in ambo i casi le canzoni appartengono allo stesso genere che i cantanti       

359

interpretano nel mondo reale, derivato dalla canzone leggera italiana, denominato        all’epoca “canzone giovane” e, successivamente, “melodico internazionale”.  

 

L’apparente conflitto estetico rimane soltanto un’espressione appartenente al        livello dell’enunciazione di intenzioni la cui realizzazione non è evidente, ma nello        stesso tempo denota significativamente una qualificazione che mette a contrasto il        “commerciale”, enunciato come genere o categoria su un piano negativo e        differenziato dal piacere autentico inteso come valore positivo.  

 

Ci troviamo in questo caso di fronte al conflitto che Feuer      360 esemplifica nei    musical classici tra il carattere di “commodity” del proprio film e la spontaneità. Le        caratteristiche commerciali del film, che è chiaramente un prodotto industriale,        tendono a essere cancellate dallo scambio retorico che si produce all’interno della        narrazione: i personaggi mettono in questione la condizione di autenticità dell’oggetto       

358   Il personaggio di Tony Márquez è interpretato dal cantante e attore venezuelano­messicano Enrique Guzmán,                         

famoso all’epoca in tutto il resto dell’America Latina, ma non molto in Argentina, dove probabilmente il film        costituì l’occasione di promozione a livello locale. Elena, invece, è interpretata da Violeta Rivas, famosissima        cantante argentina, una delle rappresentanti principali della cosiddetta “Nueva Ola”. 

 

359 C’è un’unica eccezione musicale “fuori stile”, cui faremo riferimento più avanti. 

 

musicale che cantano in televisione, e dichiarano le loro convinzioni e aspirazioni        personali con le quali gli spettatori del film saranno portati a identificarsi.  

 

L’effetto di questo tipo di autoriflessività sullo spettatore non sarebbe quello del        distanziamento o “straniamento” brechtiano      361 bensì un senso di comunità rispetto a        degli ideali artistici soggiacenti, non contaminati dall’industria musicale o dallo        scambio commerciale. Anche la situazione finanziaria disastrosa in cui si trova il        personaggio principale, a causa della sua immaturità e generosità, sta qui a denotare un        distacco dal mondo materiale, giustificato dalla vocazione artistica pura e autentica.   

 

In termini generali, la sceneggiatura ruota in modo ingenuo e stereotipato        attorno a una serie di improbabili vicende nella vita personale di due giovani “artisti        famosi”, un uomo e una donna, che si incontrano professionalmente nel mondo dello        spettacolo ­ e finiscono ovviamente per innamorarsi ­ non senza prima dover superare        una serie di ostacoli per poter realizzare la loro storia d’amore. Questo schema        convenzionale, corrisponde pienamente con il modello tipizzato da Rick Altman      362  come “dual focus”: 

 

[...] il  musical tipicamente contiene due protagonisti in coppia, un ragazzo e una ragazza,        giovani e ingenui, che rappresentano valori antitetici tra i quali la narrazione alterna, in modo        da creare un ‘dual focus’ che viene risolto con successo mediante il loro matrimonio e la        riconciliazione dei valori da ognuno rappresentati.   363

  

361   Si veda il seguente chiarimento di James sull’uso del termine self­reflexitivity che Feuer antepone nel suo                             

articolo, in riferimento ai film di Godard: “Rather than creating Brechtian or other forms of modernist        distanciation [...] reflexive devices in the prewar backstage musical films promote a sense of community by        narratively including surrogate intradiegetic audiences and emphasizing spontaneity and populist performance.”        James. Op. cit. Pag.15.  

 

362 Altman, Rick. 2007.  The American Film Musical . 9. print. Bloomington: Indiana Univ. Press. Pagg.16­27. 

 

363 “[...] the musical typically contains two paired protagonists, a boy and a girl, juvenile and ingénue,                               

representing antithetical values between whom the narrative alternates to create a ‘dual focus’ that is successfully        resolved in their marriage and the reconciliation of the values they each represent”. 

James. Op.cit. Pag.13.   

Nel caso di  Nacidos para cantar il personaggio femminile principale               

incarna una visione conservatrice e tradizionalista del valore assoluto del puro amore       

che si oppone alla vita dissoluta e disordinata portata avanti dal personaggio maschile       

il quale, per tornare sulla buona strada, si rivolge a uno psicologo      364 che gli consiglia di       

fare una pausa e prendere distanza dai problemi che non riesce a risolvere. A questo       

punto, miracolosamente, apparirà in scena un sosia che prenderà il suo posto in modo       

da permettergli prendersi delle vacanze.    Questo sdoppiamento è assai interessante: se fisicamente le due persone sono       

identiche (grazie al trucco cinematografico, poiché sono incarnati dallo stesso       

attore­cantante) dal punto di vista psicologico rappresentano un disequilibrio delle       

componenti strutturali  Es e  Super­io , il cui conflitto con la realtà può essere risolto       

solo mediante la separazione fisica in due “io” differenziati che permettono di operare       

una serie di mediazioni con la realtà per arrivare a una ricomposizione accettabile alla       

fine del film, cioè un  happy end  a vari livelli: artistico, morale, materiale, sentimentale.      I due giovani personaggi maschili si trovano di fronte a delle scelte di vita       

riguardo la loro carriera professionale (uno come cantante, l’altro come studente di       

medicina). Il tipico ricorso cinematografico, molto sfruttato all’epoca, del personaggio       

che incontra per caso un “doppio” di sé stesso con il quale, mediante l’effetto del       

montaggio, può dialogare e a un certo punto scambiare i ruoli, permette di mettere a       

confronto le opzioni di vita apparentemente possibili per due giovani che si trovano di       

fronte a un bivio esistenziale, anche se in condizioni molto diverse. Da un lato il       

cantante famoso e la sua sregolata “vita d’artista”, con la quale a un certo punto entra       

in crisi, e dall’altro il figliol prodigo che, come vuole la tradizione, la saggezza e i       

buoni costumi, torna sempre e finalmente a casa, una volta vissuta l’esperienza       

364 Risulta interessante osservare anche, come segno dei tempi, la ridicolizzazione del personaggio dello                         

“psichiatra” (sic) al quale si rivolge il protagonista per superare la sua crisi. Lungo tutto il film, i momenti       

umoristici si avvalgono di attori popolari la cui presenza compie anche una funzione di ancoraggio alla cultura       

cinematografica popolare, caratteristica questa propria dei modelli del genere musicale, anche nel musicarello       

italiano. Si veda Manzoli, Giacomo. 2012.  Da Ercole a Fantozzi: cinema popolare e società italiana dal boom                            economico alla neotelevisione (1958­1976) . Roma: Carocci. 

artistica, attraverso la possibilità magica dello scambio delle personalità tra i due, nodo       

principale della storia.     Il film è ambientato a Buenos Aires, ma si tratta di una co­produzione       

argentino­messicana, i protagonisti principali sono un cantante messicano famoso       

anche in Argentina (tanto nella realtà quanto nella finzione) e una cantante argentina,       

che nel film assumono nomi di fantasia; la sovrapposizione con i loro “personaggi”       

reali è quindi parziale. Le prime immagini del film sono costituite dalle vedute aeree       

di due città (Città del Messico e Buenos Aires), mentre si ascolta la canzone d’apertura       

Nacidos para cantar ; questi due elementi fanno da sfondo allo scorrere dei titoli di         

testa, che contengono i nomi delle canzoni, gli autori e i cantanti, a sottolineare sin       

dall’inizio il ruolo da protagonista sia della musica che degli artisti famosi.   Il testo della canzone, stabilisce mediante la ripetizione della frase “nati per       

cantare”, il limite della predeterminazione nella vita di un artista, e ne definisce alcune       

caratteristiche: “l’orchestra di un grande direttore, la musica di un gran compositore, i       

versi di un grande sognatore [...] tutti uniti da una stessa ispirazione: l’amore,       

l’amore”.    Accompagnati da una grande orchestra dal suono tipizzato negli standard       

televisivi (sezione fiati in primo piano, violini al controcanto melodico), si alternano al       

canto una voce femminile e una maschile che concluderanno il pezzo cantando in       

duetto: la struttura formale della canzone anticipa, quindi, quella della vicenda.   In una rapida ellissi temporale, una giovane donna acquista un biglietto e       

prende un aereo che parte da una grande città, sorvola delle grandi montagne e arriva       

in un importante aeroporto dove è attesa da una amica che in poche frasi la mette al       

corrente del successo artistico di colui che era il suo fidanzato quando era in Messico,       

e che sarà il personaggio centrale della storia: “chi non lo conosce qui in Argentina?       

Lo puoi vedere in televisione questo stesso pomeriggio”.  Viene introdotto così il contesto televisivo come affermazione della fama e del       

successo. Immediatamente si passa all’esecuzione dal vivo di una canzone da parte del       

cinematografico può vedere le camere dal punto di vista del  backstage , così come la       

presenza del pubblico nello studio televisivo, in atteggiamento da  fans , a sottolineare il       

carattere di  star del cantante. In questo modo si stabilisce il tipo di rapporto e le       

modalità che permettono “l’identificazione del pubblico  del film, con il pubblico  nel       

film”  , elemento fondamentale del modello  musical  su cui si basa il copione.  365 Finito il numero musicale le fans scendono dalla platea e, con i tipici urli       

frenetici caratteristici della  beatlemania , perseguitano il cantante, atteso fuori dallo       

studio da altri inseguitori, i suoi creditori, mentre il manager riesce a mala pena a       

risolvere la situazione. Tony sembra non preoccuparsene affatto, mentre è molto       

concentrato sulla prossima protagonista che entrerà in scena: Elena, un’altra cantante       

famosa con la quale condivide la gestione del locale notturno che, scopriremo più       

tardi, i due hanno aperto nel desiderio di potersi realizzare artisticamente facendo della       

musica “non­commerciale”.   Immediatamente assistiamo come spettatori del film a una nuova       

interpretazione musicale in presenza di pubblico, questa volta nell’ambito più raccolto       

del locale notturno e da parte di Elena, accompagnata diegeticamente da una piccola       

band visibile sul palcoscenico, anche se in realtà ascoltiamo un’orchestra invisibile,       

acusmatica. Non sono richieste né la verosimiglianza né la supposta competenza       

musicale dello spettatore cinematografico: il patto della finzione viene così proposto e       

accettato nei suoi codici impliciti. Comincia a stabilirsi la dinamica narrativa       

dell’interazione tra diegesi e interruzioni musicali pertinenti, che apportano elementi       

allo svolgimento della storia, o semplici momenti musicali indipendenti.    A grandi linee la storia percorre in parallelo alcune vicende artistiche e       

musicali, dal punto di vista privilegiato del backstage, in modo da permettere allo       

spettatore l’identificazione con i musicisti e i cantanti, rivelati nella loro dimensione       

personale, con i loro conflitti e ostacoli economici, sullo sfondo degli intrecci amorosi       

che vedono due ragazze innamorate di uno stesso personaggio. La soluzione del       

problema avverrà, ovviamente, allo svelamento dello stratagemma del sosia, che       

permetterà a tutt’e due di realizzare il proprio sogno d’amore e trovare risposta alle       

loro diverse aspirazioni. La strategia narrativa si inquadra nei modelli del musical       

segnalati da Stokes, Altman e Feuer, e le modalità d’inserimento delle musiche,       

diegetiche e non­diegetiche, rispettano i canoni e le categorie particolari del genere.    Per completare la presentazione dei due conflitti principali della vicenda,        

quello amoroso e quello artistico, nelle prime scene conosciamo la storia del sosia di       

Tony Marquez, Carlos: un ragazzo dalle origini umili che studia medicina con l’aiuto       

del padre che lavora come tassista; ad accentuare la drammaticità della situazione e       

promuovere l’identificazione sentimentale del pubblico con il personaggio, ci viene       

fatto sapere che la madre è deceduta, e padre e figlio abitano in una modesta pensione;       

Carlos, a causa della situazione economica in cui versano nasconde al padre le sue       

aspirazioni musicali.     È interessante osservare che, per caratterizzare l’identificazione del padre con il       

mondo adulto, così come la sua situazione socio­economica, il copione ricorre come       

sottofondo musicale non­diegetico al tango. La timbrica del bandoneón e poche frasi       

che citano melodicamente un paio di tanghi celebri ­ al limite del plagio ­ costituiscono       

dei musemi sufficienti a produrre nello spettatore tutto uno spettro di significati e       

valori associati al mondo di un lavoratore urbano, adulto, in contrapposizione       

all’universo giovanile senza preoccupazioni apparenti, al di là del desiderio di “essere       

artista”, manifestato e vissuto con un senso di colpa dato dal fatto di non corrispondere       

alle aspirazioni del padre, dilemma che si risolverà soltanto alla fine del film. A questo       

mondo giovanile appartengono gli amici del ragazzo, tre musicisti ancora sconosciuti,       

agli esordi della loro carriera (nella realtà erano un trio vocale all’epoca molto famoso       

nel Río de la Plata e in Spagna ) che lo accompagnano e aiutano, supportandolo di      366      

fronte agli ostacoli che si presenteranno successivamente.   366   Il trio “T.N.T.”, di origine italiana, emigrati in Uruguay nel secondo dopoguerra, divennero famosi in                           

Argentina con il brano  Eso, incaricato dalla RCA ai rinomati fratelli Esposito (Homero e Virgilio) compositori di       

alcuni fra i più celebri tanghi della storia, come  Naranjo en flor , o il bolero  Vete de mí , che conta più di 300                           

versioni. Curiosamente, uno degli integranti del trio T.N.T. divenne proprietario dello studio di registrazione che        si vede nel film El extraño de pelo largo, (vedi nota 105). 

Gli interventi musicali del trio si distaccano notevolmente dallo stile tanto di       

Tony Marquez come di Elena, e si avvicinano al genere del Rock con un suono e       

strutture musicali più vicine alle caratteristiche dei primi Beatles. In uno dei loro       

interventi musicali ­ che avvengono sempre nel locale notturno e mai in televisione, a       

sottolineare la differenza tra la scena musicale “autentica” e quella “commerciale” ­       

Elena commenta: “sono molto bravi”, e Tony risponde entusiasta: “bravi? sono i       

migliori!”.    Sul versante del conflitto riguardante amore e sessualità, che è una delle       

tematiche di rilievo nella “rivoluzione giovanile degli anni ‘60, vengono messi in       

scena tre modelli di comportamento femminile: a un estremo la moralità e i valori       

tradizionali, incarnati dalla fidanzata messicana che viene a riprendere il suo ragazzo       

per tornare al paese, dove lui ha lasciato una carriera professionale “seria”, e dove lo       

aspettano i genitori di lei, per compiere la promessa di sposarsi; all’altro estremo il       

massimo dell’erotismo (cliché) che può tollerare un film in fondo benpensante e       

conservatore, incarnato dal personaggio di un’attrice cinematografica, figura       

femminile caratterizzata in modo esagerato come  femme fatale ; in posizione             

intermedia ­ a compiere la necessaria funzione di articolazione ­ la cantante Elena,       

innamorata di Tony, costretta a nascondere i propri sentimenti finché lui non prende la       

decisione di lasciare la fidanzata. Tony, da parte sua, mente sia alla cantante che alla       

fidanzata, e spende grandi somme di denaro per regalare gioielli all’attrice, con la       

quale ogni tanto trascorre una notte, elemento appena suggerito nel film, ai limiti della       

trasgressione.     In questo modo, vengono definite le frontiere del bene e del male, i permessi e i       

divieti assegnati ai ruoli maschili e femminili, e le conseguenze in termini di giudizio       

corrispondenti agli atteggiamenti e alle scelte che devono compiere i personaggi per       

ricomporre l’equilibrio rotto dai conflitti incrociati tra amore, desideri, aspirazioni,       

vocazioni artistiche e modelli di vita accettati o tollerabili, diversi livelli di realtà,        principii e rinunce necessarie per compiere i propri sogni.  

Lo strumento narrativo dello sdoppiamento di Tony, grazie all’apparizione del       

sosia Carlos, gli permetterà di scegliere la strada della carriera artistica musicale       

insieme a Elena (tutt’e due d’altronde sono “nati per cantare”) senza la colpa di       

abbandonare la fidanzata. Quest’ultima, infatti, finalmente sposerà Carlos, vale a dire       

la persona moralmente “buona”, contenuta nello stesso contenitore fisicamente “bello”       

che, d’altra parte, sceglierà anche di continuare i suoi studi di medicina, soddisfacendo       

le aspettative sia del padre che della ragazza “seria” di cui s'innamora e che conquista       

grazie all’avere occupato il posto di Tony durante la crisi e il breve ritiro di       

quest’ultimo dalla vita sregolata da artista famoso.      Questa commedia di intrecci, in molti sensi prototipica, offre uno sguardo       

interessante sulla rappresentazione dei valori accettati o rinnegati dalla società       

dell’epoca. Dal punto di vista della morale conservatrice ufficiale dominante, e       

mediante la personificazione simbolica del bene e del male nei ruoli associati       

all’identità di genere maschile e femminile ­ che si sdoppiano e si rispecchiano nei loro       

aspetti più lodevoli o condannabili ­ vengono introdotte delle prescrizioni, implicite ed       

esplicite, rivolte ai giovani spettatori cui è destinato questo prodotto di intrattenimento.       I modelli di comportamento giovanile e adulto contrapposti, la vita artistica e       

gli accenni alla realtà “seria” del lavoro e dello studio, le aspirazioni e i compromessi, i       

conflitti sentimentali e la risoluzione entro i limiti morali espressi in modo implicito in       

alcuni casi, e in altri esplicitamente enunciati, mettono a confronto le opzioni tra le       

quali devono scegliere i personaggi attraverso lo sdoppiamento dei ruoli che si risolve       

nella riunificazione interiore di ognuno di loro e nella ricomposizione dell’equilibrio       

generale mediante un molteplice  happy end .     L’altra linea parallela del copione offre allo spettatore uno sguardo sulla scena       

musicale e il campo dell’intrattenimento nei diversi ambiti nei quali i personaggi       

svolgono la loro attività di “artisti famosi”: da una parte la televisione, come luogo       

dall’altra il locale notturno, dove si può realizzare “la propria musica” davanti a un       

pubblico più contenuto e rispettoso che sembra ascoltare con attenzione e applaudire a       

partire da una certa competenza musicale . A completare il panorama del mondo      367       

dello spettacolo, si assiste anche brevemente allo scenario popolare dei grandi balli,       

nei quali si presentavano in tournée i cantanti all’epoca, e al backstage delle riprese       

cinematografiche di due film: una ridicolizzata finzione storica e un  musical . Queste       

scene sottolineano le caratteristiche di autoriflessività del genere tese, da un lato, a       

rappresentare sé stesso in quanto genere specifico confezionato sui modelli prestabiliti       

in modo epigonale e, dall’altro, a produrre un ulteriore livello di identificazione del       

pubblico  del film con il pubblico  nel film , che si aggiunge alla proiezione sui      368