2 Piazzolla e il tango
5. Tangos El exilio de Gardel (1985)
5.1. Realismo grotesco La “tanghedia” dell’esilio
Tango ed esilio (nel senso di “essere via da casa” per qualsiasi ragione) sono intimamente associati. [...] Per qualsiasi argentino che abiti all’estero, è la cosa più comune collegare l’esperienza della nostalgia con il tango. È un pattern ricorrente, anche per quelli che non ritengono di essere conoscitori o fan del tango, essere colpiti dalla sindrome del tango se privati dall’ambiente argentino.259
Quest’affermazione dell’antropologa argentina Marta Savigliano, contenuta nel suo libro intitolato Tango e l’economia politica della passione , ci permette di 260 tracciare alcune linee interpretative di questo film di Solanas che divenne un pezzo fondamentale nella storia dell’esilio argentino tese a inquadrare le scelte musicali operate al suo interno, e che hanno a che fare con le questioni legate all’identità.
Nel 1983 Solanas si trovava esiliato in Francia ed era attivo sia politicamente che come cineasta. Le difficoltà e la necessità di fare un film che coniugasse la sua situazione personale con quella di tanti argentini all’epoca della dittatura militare, si collega con la sua ricerca di un linguaggio cinematografico nel quale la tragedia venisse espressa in modo indiretto, ricorrendo alla musica, ma anche all’ironia.
La storia racconta le vicende di un gruppo di artisti argentini e uruguaiani 261 esiliati a Parigi, i quali devono affrontare ostacoli di ogni tipo per portare avanti il progetto di mettere insieme uno spettacolo di musica e danza basato sul tango. I figli adolescenti, cresciuti in esilio, vivono la contraddizione tra l’identità diasporica dei genitori e la necessità di radicarsi nel paese che abitano; anche loro preparano uno spettacolo musicale, dalle caratteristiche totalmente diverse. 259 Savigliano, Marta. 1995. Tango And The Political Economy Of Passion . Boulder: Westview Press. 260 Un ampio percorso sulla storia e le implicazioni sociali e culturali del tango, scritto in ottica femminista. 261 Risulta interessante notare l’inclusione di personaggi uruguaiani nella sceneggiatura, in quanto appartenenti alla cultura condivisa del tango rioplatense.
Una molteplicità di significati si intrecciano nell’uso del tango in quanto metafora della propria identità, per mettere in evidenza la necessità di riaffermarla in un contesto culturale estraneo; il tango funzionerà anche come simbolo di un certo tipo di nostalgia particolarmente associata a una “argentinità” sulla quale Solanas intende anche ironizzare, attraverso l’uso del grottesco.
Nel saggio Tangos, el exilio de Gardel: reflexividad y grotesco en el cine de Fernando Solanas , Ignacio del Valle utilizza, citando il regista, il termino 262 “grotético”, espressione che intende unire i termini grottesco e patetico , per definire “una rappresentazione cinematografica che ricorre al burlesco, all’ironia, al patetismo, alla metafora visuale, alla narrazione episodica e all’utilizzo frequente della mise en abyme [...]”. Solanas si propone, mediante queste modalità, di “sviluppare una poetica del rischio, una scrittura senza logica, [...] mescolare i generi per sfidare la burocrazia creativa e la dipendenza, [...] creare una cosmogonia propria”. 263
Come affermato da Cécile François , le scelte linguistiche adottate da Solanas 264 rendono conto della sua “posizione di rottura, cioè la volontà di rompere con i canoni cinematografici vigenti, per portare avanti una vera ‘rivoluzione estetica’ [mediante la] “sovversione dei codici del cinema classico” . 265
Questa collocazione è consona con le caratteristiche che Naficy attribuisce al
accented cinema : 262 Valle, Ignacio Del. 2014. «Tangos, el exilio de Gardel: reflexividad y grotesco en el cine de Fernando Solanas». Montajes. Revista de análisis cinematográfico , n. 3: 27–45. http://www.revistamontajes.org/wpcontent/uploads/2015/10/IgnaciodelValle.pdf. 263 Intervista personale a Fernando Solanas, Montevideo, marzo 2018. 264 François, Cécile. 2005. «Tangos, el exilio de Gardel o la revolución estética de Fernando Solanas». Ciberletras , n. 13. http://www.lehman.cuny.edu/ciberletras/v13/francois.htm 265 Ibid .
Un altro aspetto dell'accento è lo stile che caratterizza questi film, le cui componenti [...] sono in stile visivo a forma aperta e forma chiusa; a struttura narrativa frammentata, plurilingue, epistolare, autoriflessiva e criticamente giustapposta; personaggi anfibolici, doppi, incrociati e smarriti; argomenti e temi che coinvolgono il viaggio, la storicità, l'identità e il dislocamento; strutture di sentimento disforiche, euforiche, nostalgiche, sinestetiche, liminali e politicizzate; modi di produzione interstiziali e collettivi; e l'iscrizione della (dis)locazione biografica, sociale e cinematografica dei cineasti. 266
Nella struttura del film si possono identificare vari di questi “strati diversi di materialità”267 che costituiscono per il regista una forma alternativa di comunicare le sue idee: il film in sé stesso, la produzione culturale che i personaggi tentano di mettere in scena e gli oggetti e luoghi della vita quotidiana nell’esilio.
Inoltre, il film è frantumato in diverse dimensioni: la divisione in capitoli, le linee discorsive parallele e un certo disordine generale rivendicato da Solanas come metafora della vita disordinata in condizioni di esilio.
Dei diversi fili conduttori che si intrecciano nel racconto, la musica costituisce uno dei principali, esplicitamente e implicitamente, come si vedrà più avanti. Un’altra linea è costituita dall’esilio in quanto forma di vita non desiderata alla quale, di fronte all’impossibilità di trovare alternative nella realtà quotidiana, i personaggi tentano di sottrarsi cercando rifugio nella scrittura e nel montaggio di un’opera che verrà denominata “tanghedia”, una fusione di tango (in questo caso non solo denominazione musicale ma anche sinonimo figurato di tragedia) e commedia . 266 “Another aspect of the accent is the style characterizing these films, whose components [...] are openform and closedform visual style; fragmented, multilingual, epistolary, selfreflexive, and critically juxtaposed narrative structure; amphibolic, doubled, crossed, and lost characters; subject matter and themes that involve journeying, historicity, identity, and displacement; dysphoric, euphoric, nostalgic, synaesthetic, liminal, and politicized structures of feeling; interstitial and collective modes of production; and inscription of the biographical, social, and cinematic (dis)location of the filmmakers.” Naficy. Op.cit. Pag.4. 267 Miorelli. Op. cit.
In termini generali si può parlare di una scelta estetica di Solanas per la dualità, la complementarietà di segni opposti che cercano la loro mutua giustificazione sia nel piano visivo che in quello musicale. Questa dualità è riscontrabile in tutti i livelli della narrazione, tanto in termini di contenuti quanto negli strumenti formali adoperati. Citiamo ancora Naficy:
Nelle strategie cinematografiche dei film che incorporano l'esilio e gli esuli nella loro trama, la moltiplicazione dei personaggi o la figura del doppio si riferisce alla divisione tra "qua" e "là", tra il paese di accoglienza e quello di origine degli esuli, costruendo una versione audiovisiva di questi deittici. 268
Infatti, il personaggio principale è un musicista, “Juan Dos”, bandoneonista e compositore della musica della tanghedia , e ha un alter ego, “Juan Uno”, che deve scrivere i testi dello spettacolo, ma non vediamo mai in scena, poiché abita in Argentina.
I film accentati incarnano la condizione di costruttività dell'identità inscrivendo personaggi che sono parziali, doppi o spaccati, o che attuano le loro identità per mezzo [di varie] strategie [...] Impegnandosi così nella politica e nella poetica dell'identità, coprono o manipolano la loro incompletezza, frammentazione e instabilità. In Tangos [...] Solanas drammatizza queste identità in forma di personaggi divisi e doppi [...] 269 Secondo Rodriguez Marino: 268 “En las estrategias cinematográficas de los filmes que incorporan al exilio y a los exiliados en su trama, la multiplicación de personajes o la figura del doble remite a la partición entre el “aquí” y el “allá”, entre el país de recepción y el de origen de los exiliados, construyendo una versión audiovisual de esos deícticos.” Naficy. Citato da Rodriguez Marino. Op.cit. Pag.103. 269 “Accented films embody the constructedness of identity by inscribing characters who are partial, double, or split, or who perform their identities by means of [...] strategies [...] By so engaging in the politics and poetics of identity, they cover up or manipulate their essential incompletion, fragmentation, and instability. Solanas's Tangos [...] dramatizes these identities in the form of divided and double characters.” Naficy. Op.cit. Pag.272.
Questa sarebbe una delle possibili interpretazioni per spiegare la costruzione di personaggi a partire da certi frammenti in Tangos. L'esilio stesso è doppio in questo film, perché è sinonimo di marginalizzazione dell'identità culturale argentina; Per questo motivo, Gardel è in esilio e, allo stesso tempo, viene riutilizzata la nozione di esilio politico che ha colpito un gruppo specifico della popolazione argentina. 270
In questo modo, le figure duplicate sono trasformate in deittici del paese in cui abitano gli esiliati e il paese di origine. L’esilio viene presentato come “un ponte tra la geografia e la storia”. 271
5.2. Surrealismo magico e “tanghedia”. Riformulazione dei codici del “musical”
In alcuni aspetti questo “film musicale” si potrebbe inquadrare nel genere del
musical , ma certamente non affatto nei modelli più standardizzati dei quali comunque, se ne trovano alcine interessanti tracce.
Nel attraversamento dei limiti e il missaggio di elementi del musical e il melodramma, la tragedia e la commedia, narratività e nonnarratività, finzione e nonfinzione, realismo e surrealismo, personale e nazionale [questo film] può essere categorizzato come un ibrido [...]
272
Questa costante dualità è anche messa in gioco da Solanas nell’utilizzo delle musiche realizzate dai due compositori ingaggiati per comporre la colonna sonora. Il processo di musicalizzazione di questo film riveste alcune particolarità in qualche modo vincolate alle condizioni oggettive in cui fu prodotto, in situazione d’esilio. 270 “Esta sería una de las interpretaciones posibles para ex plicar la construcción de personajes a partir de ciertos fragmentos en Tangos. El exilio mismo es doble en este filme, porque es sinónimo de marginación de la identidad cultural argentina; por eso, Gardel se encuentra en el exilio y, al mismo tiempo, se reutiliza la noción de exilio político que afectó a un grupo específico de la población argentina”. Rodriguez Marino. Op. cit. Pag 103. 271 Ibid . Pag.104. 272 “ in their crossing of the boundaries and the mixing of elements of musical and melodrama, tragedy and comedy, narrative and nonnarrative, fictional and nonfictional, realism and surrealism, personal and national, may be categorized as hybrid films [...] ”. Naficy. Op cit. Pag.296.