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Geografia del land grabbing.

2.1 I paesi target.

2.1.3 Il contesto sud-americano.

La grande corsa alla terra in America Latina era già iniziata quando la crisi dei prezzi alimentari coinvolse l'intero pianeta. I primi a investire in Sud America lo fecero già durante la crisi finanziaria argentina del 2002 e poi nel 2004-2005. Le terre sud- americane risultavano più appetibili perché rispetto a quelle di altri paesi sono più redditizie, sia per quanto riguarda l'aspetto climatico con delle piogge costanti che le rendono più fertili e sia per quanto riguarda la stabilità dei governi stessi che hanno meno implicazioni politiche rispetto invece ai paesi africani ad esempio spesso caratterizzati da forti instabilità politiche20. A differenza di Africa e Sud Est asiatico la

terra in Sud America è per lo più in mani private.

Il contesto sudamericano in cui si sviluppa il land grabbing rappresenta delle peculiarità proprie che lo differenziano da quello “tradizionale”, per prima cosa è importante sottolineare il suo carattere interregionale che per certi versi può essere simile a quello asiatico.

L'ampiezza del fenomeno dell'acquisizione delle terre in America Latina risulta essere ben più ampia rispetto a quello che si pensava. Secondo uno studio della Fao fatto su 17 paesi latino americani nel 2011, soltanto due paesi latino americani risultavano essere soggetti al fenomeno del land grabbing e si trattava di Argentina e Brasile. Lo studio fatto dalla Fao si basava sulla classificazione del land grabbing secondo tre criteri ossia: l'acquisizione di terra su larga scala doveva superare i 1000 ettari, ci doveva essere la partecipazione di governi stranieri, e l'impatto negativo sulla sicurezza alimentare del paese target, in base a questa classificazione solo Argentina e Brasile risultavano essere paesi target21.

Secondo tale classificazione si può parlare di land grabbing solo quando ad interagire vi è uno stato e non quando si parla solo di soggetti privati22.

Questa posizione non è stata accettata da molte organizzazioni che si occupano del fenomeno e da una parte della comunità scientifica che si occupa di studiare questo fenomeno23. Infatti, dare questa classificazione risulta essere riduttivo.

20 F. Roiatti, Il nuovo colonialismo. Caccia alle terre coltivabili. Milano, Università Bocconi Editore, 2010, pp. 66-67.

21 Grain, Acaparamiento de tierras ¡En América Latina si hay acaparamiento de tierras ! 26 aprile 2012 in www.grain.org, consultato in data 21/12/2017.

22 Ibidem. 23 Ibidem.

L'accaparramento di terre può essere tale con le sue conseguenze sia che a farlo sia un investitore privato sia che si tratti di un soggetto statale.

In seguito ad altri studi e analizzando il fenomeno attraverso una visione più ampia che contempla quindi anche gli investimenti di soggetti privati e che include sia il capitale nazionale che quello straniero si riscontra che i paesi coinvolti non si limitano solo al Brasile e all'Argentina24.

I paesi dove avviene un accaparramento di terre sostanziale oltre Argentina e Brasile sono anche Bolivia Cile, Uruguay, Paraguay, Ecuador Perù e Bolivia. Inoltre, l'aumento della domanda di carne e altri prodotti derivati da animali e cosi come quella della frutta e del vino hanno portato anche all'espansione del fenomeno per la coltivazione di orti, vigneti e per l'allevamento in Cile, Argentina, Bolivia, Nicaragua e Uruguay25.

L'acquisizione delle terre in Sud America avviene sia per la coltivazione destinata all'uso alimentare che per la produzione di mangimi per gli animali e sia per la produzione di biocarburanti. Inoltre, oltre a questi motivi i terreni vengono utilizzati per la produzione di legname, o per l'estrazione di minerali o per altre attività come ad esempio il turismo26. Anche in America Latina il land grabbing è stato indirizzato

dall'aumento della domanda mondiale di beni alimentari, dalla domanda crescente di prodotti derivati da animali (carne e latte), inoltre i biocombustibili sono un fattore chiave e la ragione principale dell'aumento delle coltivazioni di canna da zucchero e olio di palma in queste regioni27. Altri fattori importanti sono l'estrazione mineraria e le

politiche legate alle crisi ambientali e al cambiamento climatico che hanno causato l'impoverimento di importanti estensioni di terra nella regione sudamericana. Tali politiche hanno favorito l'acquisto delle terre per praticare processi di riforestazione o di riduzione delle emissioni di anidride carbonica28. Questi fattori hanno diretto

l'agricoltura verso colture come la soia utilizzata per la produzione di mangime per animali, per la produzione di prodotti destinati all'alimentazione umana e per la produzione energetica, come ad esempio la canna da zucchero e l'olio di palma che possono essere utilizzate sia nel settore alimentare che in quello energetico, per la

24 S. M. Borras, J.C. Franco, C. Kay, M. Spoor, El acaparamiento de tierras en America Latina y el

caribe visto desde una perspectiva internacional mas amplia, 20 ottobre 2011, pp. 17-19 in www.fao.org, consultato in data 22/12/2017.

25 Ibidem. 26 Ibidem.

27 Fao, Reflexiones sobre la concentraciòn y extranjerizaciòn de la tierra en América Latina y el Caribe, 2014, in www.fao.org, consultato in data 21/12/2017.

riforestazione o altri settori29.

La multifunzionalità quindi rappresenta un carattere specifico rispetto ad altre situazioni che permette di cambiare l'uso dei prodotti in base alle esigenze30.

Un altro aspetto che differenzia il fenomeno della corsa alle terre sudamericana rispetto a ciò che accade negli altri paesi è il fatto che in questa continente a prevalere sono i capitali che provengono da società latino americane anche se spesso sono in collaborazione con capitale internazionale privato e pubblico. I capitali che provengono da paesi stranieri come Golfo Persico, Cina, India, Stati Uniti hanno un peso minore rispetto agli investimenti interni. Tuttavia, gli investimenti stranieri non mancano soprattutto in Brasile a Argentina proprio per questo motivo questi due paesi rientrano nella classificazione data dalla Fao nel 2011. In Argentina il principale investitore estero sono gli Stati Uniti i quali detengono circa 600.000 ettari inoltre sono molto attivi i Paesi del Golfo e la Cina31. Il Brasile è un caso particolare in quanto è sia protagonista

di importanti acquisizioni che allo stesso tempo paese target.

Gli investitori principali nel continente latino sono le compagnie latino americane dette trans-latine e si dividono in due gruppi, del primo gruppo fanno parte quelle compagnie che hanno un solo paese di origine in termini di nazionalità e al secondo gruppo fanno parte quelle compagnie che hanno origine da una o più alleanze in diversi paesi latinoamericani. In entrambi i casi queste compagnie possono avere delle relazioni con il mercato finanziario internazionale32. Gli investimenti interregionali in America Latina

sicuramente sono molto più numerosi e significativi rispetto a quelli che avvengono negli altri continenti, una similitudine può essere riscontrata con il caso dell'Asia sudorientale /orientale dove hanno acquistato molto peso Cina, Malesia, Singapore, India e Corea33. Per quanto riguarda gli investitori nazionali che operano nel continente

latino, spesso è difficile trovare la differenza tra straniero e locale in quanto spesso gli attori che investono hanno cittadinanza latinoamericana ma in realtà sono cittadini nazionalizzati o che hanno doppia cittadinanza. Sicuramente il capitale domestico assume un ruolo principale ma spesso a causa delle relazioni che le compagnie latine

29 C. Fiamingo, L Ciabarri, M. Van Aken, I conflitti per la terra. Tra accaparramento, consumo e

accesso indisciplinato, Bologna, Edizioni Altravista, 2014, pp. 85-86.

30 Ibidem.

31 Cfr. www.landmatrix.com, consultato in data 22/12/2017.

32 Fao, Reflexiones sobre la concentraciòn y extranjerizaciòn de la tierra en América Latina y el Caribe, op.cit pp. 33-41.

intrattengono nel mercato finanziario internazionale la differenza tra capitale domestico e quello straniero diventa impercettibile34.

In quasi tutti gli stati latino americani i governi dispongono di leggi che proibiscono, limitano e regolano la proprietà straniera della terra. Tuttavia, la posizione del governo in questi stati e piuttosto ambigua perché se da una parte cerca di limitare la proprietà da parte di soggetti stranieri e dall'altra però sta di fatto che negli ultimi anni la presenza straniera è comunque notevolmente aumentata35. Ciononostante, si può riscontrare la

differenza con paesi come quelli africani e asiatici che invece promuovono a livello statale la liberalizzazione e la proprietà straniera di terre36.