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Il giocatore d’azzardo e il ruolo dell’impulsività

Le ricerche europee

3. Il giocatore d’azzardo e il ruolo dell’impulsività

48 Presenza contemporanea di una diagnosi di dipendenza e di una significativa diagnosi psichiatrica.

49 Più di 60 anni fa, Murray (1938) ha suggerito che l’im- pulsività è una tendenza a rispondere velocemente senza riflettere. Più recentemente, l’impulsività è stata definita come un costrutto multimodale (Gerbing, Ahadi, e Patton 1987). Secondo Petry (2001, 30) l’impulsività “… diminu- isce la capacità di ritardare la gratificazione, porta a un comportamento disinibito, a scelte rischiose, alla ricerca di sensazioni forti, propensione alla noia, sensibilità alla ricompensa, edonismo e poca pianificazione”. Patton e colleghi (1995) affermano che il comportamento impulsi- vo compromette tre componenti: a) Capacità motoria: si agisce senza pensare; b) Capacità attentiva: manca l’atten- zione verso il compito che si sta eseguendo; c) Capacità di pianificazione: azioni orientate al presente e non al futuro. Questa classificazione presenta alcune somiglianze con il modello di Bechara e colleghi (2000), che affermava che ci sono differenze funzionali e strutturali tra l’impulsività motoria, che riguarda l’inibizione di risposte prepotenti, e il processo decisionale che è un esempio di “impulsività cognitiva”.

50 Sito: progettopregio.it Facebook: https://www.face- book.com/ProgettoPreGio Twitter: https://twitter.com/ ProgettoPreGio

51 I tabacchini del centro storico di Trento e Rovereto, i bar contenenti slot machine la sala Bingo e le sale Admiral delle due città.

52 http://www.automutuoaiuto.it/

53 Società Italiana di Intervento sulle Patologie Compulsi- ve, http://www.siipac.it/

54 http://www.hands-bz.it/cms/

55 Versione italiana concessa dal dott. Graziano Bellio. 56 Uno studio con un approccio simile è stato realizzato da Giorgetta e colleghi (2014).

4. La domanda di gioco in Trentino

57 La sorveglianza PASSI, coordinata dal Centro nazionale di epidemiologia, sorveglianza e promozione della salute (Cnesps) dell’Istituto Superiore di Sanità, prende avvio nel 2007 in fase sperimentale ed entra a regime nel 2008. È uno strumento interno al sistema sanitario in grado di pro- durre, in maniera continua e tempestiva, informazioni non solo a livello regionale, ma anche aziendale, essendo gesti- to direttamente dalle singole Asl. A livello nazionale è svol- to un coordinamento centrale che assicura la diffusione di procedure standardizzate di rilevazione (il piano di campio- namento, il questionario per la raccolta delle informazioni, strumenti di monitoraggio della qualità dei dati raccolti e delle performance nella rilevazione delle singole aziende) e di strumenti di analisi dei dati (per l’analisi dei dati azien- dali e regionali) e la comunicazione dei risultati nazionali e regionali. Tramite tra il livello centrale e quello aziendale è il livello regionale che ha compiti di coordinamento delle Asl, di analisi e di comunicazione ai decisori regionali. 58 La conoscenza dei profili di salute e dei fattori di rischio della popolazione è requisito per realizzare attività di pre- venzione, per il monitoraggio e la valutazione dell’efficacia degli interventi attuati. Le informazioni raccolte possono essere utilizzate per la programmazione e valutazione del- le aziende sanitarie e delle regioni/province autonome. 59 La raccolta delle informazioni avviene tramite intervi- ste telefoniche, previa lettera informativa spedita dall’Asl di appartenenza ai cittadini selezionati e ai loro medici di medicina generale. Le interviste sono effettuate nel corso di tutto l’anno da personale sanitario opportunamente for- mato sul metodo dell’intervista telefonica e sulle modalità del contatto e il rispetto della riservatezza delle persone. La compilazione del questionario è prevista sia in cartaceo sia con il metodo CATI (Computer assisted telephone inter- view), che per la provincia di Trento avviene circa nel 70% delle interviste. L’intervista dura mediamente 20 minuti. La qualità dei dati è assicurata da un sistema automatico di controllo al momento del caricamento e da una successi- va fase di analisi ad hoc con conseguente correzione delle anomalie riscontrate.

60 La popolazione di studio è costituita dalle persone di età compresa tra 18 e 69 anni iscritte nelle liste delle anagrafi sanitarie. Criteri di inclusione nel campione sono la resi- denza nel territorio della Asl e la disponibilità di un reca- pito telefonico (cellulare e rete fissa). I criteri di esclusione sono: la non conoscenza della lingua italiana, l’impossibili- tà di sostenere un’intervista (es. per gravi disabilità), il rico- vero ospedaliero o l’istituzionalizzazione durante il periodo dell’indagine. Il campionamento è di tipo casuale stratifi- cato proporzionale, per sesso e classi di età, direttamente effettuato dalle liste delle anagrafi sanitarie delle Asl.

61 Secondo Serpelloni (2012) il 54% della popolazione ita- liana di età compresa fra 18-74 anni ha giocato d’azzardo almeno una volta negli ultimi 12 mesi; secondo la ricerca IPSAD (C.N.R.- I.F.C. 2012) ha giocato d’azzardo nel 2011 quasi la metà della popolazione compresa fra i 15 ed i 64 anni; secondo la ricerca NOMISMA (2009) nel 2008 ha gio- cato d’azzardo il 55% della popolazione italiana con più di 15 anni, in particolare il 32,8% ha giocato meno di 2, 3 vol- te al mese, il 9,2% 2 o 3 volte al mese, l’11,6% una volta a settimana, l’1,4% ogni giorno o quasi.

62 0 = Assenza di problema; 1-2 = Rischio basso; 3-7= Ri- schio moderato; +8 = Rischio Alto.

63 L’arco temporale è stato scelto per includere all’inter- no del campione anche i giocatori ricreazionali. I risultati ottenuti hanno permesso una classificazione dei giocatori. 64 Sono stati eliminati i valori inferiori a 2 per motivi di privacy.

65 Deviazione standard di 2.702,9 euro.

66 Numerose ricerche italiane ed internazionali mostrano che i giovani tendono a mettere in atto più condotte a ri- schio contemporaneamente e che il gioco d’azzardo pro- blematico si presenta in associazione all’uso di sostanze stupefacenti, all’abuso di alcol, ecc. (Bonino, Cattelino, e Ciairano 2003; Lorains, Cowlishaw, e Thomas 2011; Milesi e Clerici 2001; Serpelloni 2013; Williams, West, e Simpson 2012; Wallisch 1993; 1996).

67 Come riportano numerose ricerche internazionali, la familiarità con il gioco d’azzardo è spesso positivamente correlata al gioco d’azzardo praticato dai giovani (Wallisch 1993; 1996).

68 Alcune ricerche riportano che negli ultimi anni il gioco d’azzardo online è aumentato in misura esponenziale, di- venendo popolare soprattutto tra i più giovani (Ipsos MORI 2009).

69 Numerose ricerche mostrano che il gioco d’azzardo pa- tologico colpisce soprattutto i giovani. Infatti, mentre nella popolazione italiana globale i giocatori d’azzardo proble- matici sono stimati fra l’1,3% e il 3,8%, per ciò che con- cerne i giovani questa percentuale sale al 18% (Serpelloni 2013).

70 Rispetto al campione selezionato, il campione effettivo è risultato più basso a causa di studenti assenti e studenti che hanno rinunciato agli studi.

71 La pesatura è un’operazione statistica che, attraverso la moltiplicazione dei casi per coefficienti standard, consente di rendere il campione scelto per l’analisi rappresentativo dell’universo ed evita la sovrastima o la sottostima delle risposte.

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72 Il gruppo ha considerato solo gli studenti che, alla data della somministrazione, non avevano ancora terminato il percorso di studi.

73 Nel questionario era data la possibilità agli studenti di selezionare, oltre al gioco principale, altre undici tipologie di giochi d’azzardo. Più della metà dei giovani ha dichiarato di non giocare a nessun altro gioco oltre al principale. Poco più di un quarto ha asserito di praticare un’altra tipologia di gioco in aggiunta alla prima e – a scalare – il 12,3% ha di- chiarato di praticarne due, il 6,4% tre e solamente lo 0,6% cinque. L’ordine di preferenza dei giochi selezionati come scelta secondaria è il medesimo di quello individuato per il gioco “principale”: in primo luogo gli studenti scelgono in- fatti i Gratta&Vinci (22,5%), seguiti dalle scommesse spor- tive, Totocalcio e Totip (11,2%), dai giochi di carte a soldi (9,2%), e ancora dal Lotto, Superenalotto e simili (8,0%) e dalle slot machine o VLT (6,7%).

74 Sebbene si tratti di un sottogruppo ridotto (solo il 2,3% spende più di 20 euro per occasione di gioco), è interes- sante constatare che questo è composto interamente da soggetti che dichiarano di giocare fra una e due ore per occasione, nel 72,2% dei casi più volte a settimana e nel 68% dei casi a giochi di carte a soldi.

75 È possibile, infatti, giocare in qualsiasi luogo ed in qual- siasi momento, ed è sufficiente una connessione internet e un pc, un tablet, uno smartphone o simili.

76 Si ricorda che nessuno dei giocatori offline ha dichiarato di spendere più di 50 euro per occasione di gioco. 77 La domanda permetteva più opzioni di risposta. 78 La domanda permetteva più opzioni di risposta. 79 La domanda permetteva più opzioni di risposta. 80 La domanda permetteva più opzioni di risposta. 81 Alcune osservazioni emergono però considerando sin- gole domande. In particolare si rileva che all’affermazione “nel gioco d’azzardo conta molto l’abilità: più ti alleni e più vinci” rispondono in modo più corretto i ragazzi che non giocano rispetto a quelli che giocano: il 90,1% degli studen- ti che non giocano sostengono si tratti di un’affermazione sbagliata, contro il 78,8% dei ragazzi che giocano.

82 Aggregando le categorie “rischio problematico” e “gio- co patologico”, si evince che la percentuale dei soggetti che manifesta comportamenti di gioco non adeguati si attesta attorno al 10,5% sia per chi gioca solo offline sia per chi gioca solo online. Diversamente, per gli studenti che ten- dono a praticare entrambe le modalità (offline e online) la percentuale sale al 34,8%.

83 Questo dato non stupisce poiché buona parte dei giochi più praticati dai ragazzi richiede pochi minuti (Gratta&Vinci, scommesse sportive).

84 Alcune relazioni significative si potrebbero rilevare an- che rispetto al gioco praticato e ai luoghi in cui è esperita l’attività: ad esempio, fra chi gioca alle slot machine o alle corse dei cavalli si rileva una percentuale di soggetti che giocano in modo moderatamente rischioso o problematico più elevata rispetto ai gruppi di studenti che scelgono altre tipologie di gioco. La scarsa numerosità dei sottogruppi, tuttavia, non permette di generalizzare questi risultati. 85 Si ricorda che, invece, considerando l’età in relazione alla possibilità o meno di giocare d’azzardo era emerso come i ragazzi più grandi avessero una maggiore probabi- lità rispetto ai compagni più giovani di praticare l’attività. 86 Si consideri che i ragazzi che provengono da famiglie mono-genitoriali sono meno di un sesto del totale. 87 Tuttavia, le attività che appaiono meno correlate al ri- schio e che dunque potrebbero porsi come potenziali fat- tori protettivi sono la scelta di trascorrere il proprio tempo libero leggendo o studiando, facendo sport, rimanendo in famiglia, frequentando associazioni, circoli o la parrocchia. Per le altre attività non è possibile identificare relazioni chiare e statisticamente significative.

88 Ad esempio, benché fra coloro che fumano giornalmen- te o settimanalmente la percentuale di chi manifesta un problema nella gestione del gioco sia più alta (il 25,2% di chi fuma tutti i giorni marijuana gioca in modo problema- tico e il 14,2% di chi fuma qualche volta a settimana è a rischio moderato), non è possibile cogliere una linearità nella relazione: fra chi fuma qualche volta al mese, infatti, il 9,2% è a rischio moderato, ma fra chi fuma qualche volta all’anno la percentuale sale al 12%, cui si aggiunge anche un 1,2% di ragazzi che giocano in modo problematico; infi- ne, fra chi non fuma mai, si riscontra un 12,4% di soggetti moderatamente a rischio, cui si aggiunge l’1,6% di ragazzi con evidenti problemi di GAP.

89 Il sottogruppo cui ci si riferisce (consumatori quotidiani di sostanze stupefacenti) è molto esiguo.

90 Anche in questo caso i gruppi risultano numericamente molto ridotti.

91 Si precisa che, stando a quanto dichiarato dagli studenti nel questionario loro somministrato, oltre la metà dei ra- gazzi proviene da famiglie dove i genitori non giocano mai, e nel 95% dei casi giocano al massimo una volta al mese, il 3,2% dei genitori gioca qualche volta a settimana, l’1,6% più volte a settimana e lo 0,4% tutti i giorni.

92 Anche per ciò che concerne gli amici, si riscontra un background culturale caratterizzato perlopiù dall’assenza del gioco d’azzardo. Poco meno del 90% dei ragazzi dichiara di frequentare amici che giocano al massimo qualche volta al mese (41,9% mai, 28,8% qualche volta all’anno, 18,1% qualche volta al mese). A questi si aggiungono i ragazzi che dichiarano di avere amici che giocano qualche volta a set- timana (7,5%), più volte a settimana (2,9%) e tutti i giorni (0,7%). Si rileva comunque che, complessivamente, il gioco è più praticato dagli amici che non dai genitori.

93 L’esclusione di licei e centri di formazione professio- nale è stata dettata dal fatto che all’avvio della ricerca in tali tipologie di istituti figuravano conclusi progetti di pre- venzione del gioco d’azzardo problematico con studenti (classi 5°) già usciti dal circuito scolastico e quindi non più rintracciabili.

94 Tutte le percentuali fanno riferimento ai dati non pesati relativi ai due gruppi.

95 Non essendo stato effettuato un controllo pre-post, in- fatti, ciò che si è potuto raccogliere può essere opinabile sotto il profilo dell’attendibilità scientifica.

5. Costi sociali del gioco patologico

96 All’interno di questo approccio è possibile distinguere due metodi di stima: a) mean differences approach: com- para la media dei costi sostenuta da ciascuno dei due grup- pi per determinare differenze attribuibili alla malattia; b) multistage regression approach: è solitamente utilizzato quando è presente un cospicuo numero di casi a costo zero e un numero basso di casi con costi molto elevati.

97 Indicatore statistico relativo al numero di anni di vita di un essere vivente a partire da una certa età all’interno di una popolazione indicizzata.

98 Membri del Gamblers Anonymous.

99 N=112 giocatori del Connecticut e N=98 del Wisconsin. 100 Costo medio annuale per giocatore.

101 Perdita del lavoro, debiti; furti; costi civili (tribunale); costi della criminalità welfare; terapia.

102 N=2.417 adulti, N=530 adulti intercettati presso luoghi di gioco, N=534 adolescenti

103 Dickerson e colleghi (1998) hanno unito i risultati della somministrazione dei questionari nel 1997 a 1.390 gioca- tori con i risultati di un’altra somministrazione avvenuta nel 1995 a 1.209 soggetti.

104 Costo medio per giocatore patologico 1.300 $ per anno. Numero totale di giocatori patologici stimati 39.117.

105 Questionario scritto inviato a 375 centri di consulenza terapeutica. Tasso di risposta 59% (220). Persone con prob- lemi con il gioco in carico: 335. Tra le altre fonti consultate: censimento svizzero sulle condizioni di salute (2002), le statistiche mediche degli ospedali svizzeri (1998-2001) e la letteratura internazionale sul tema.

106 La ricerca non ha tenuto conto dei costi intangibili. 107 N=64 Istituti con consulenza per i problemi di gioco; N=167 persone che tra agosto 2008 e marzo 2009 sono state escluse dal gioco nei casinò svizzeri. Dati esclusioni dal gioco 2007, Valutazioni dell’indagine sulla salute, Sondaggi presso consulenti e Valutazione statistica medica degli ospedali.

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