trattamento del GAP e per nuove ricerche sul
8. Linee guida per il territorio provinciale
8.1. Su luoghi sensibili e orari degli esercizi
pubblici
In seguito agli interventi legislativi in materia e alle senten- ze occorse sul tema, nonché in seguito alle regolamenta- zioni approntate da vari comuni italiani, può rilevarsi che
è possibile disciplinare, a livello comunale, la collocazione
di nuove sale giochi nel contesto dell’intero territorio, inse- rendo criteri di limitazione all’insediamento di nuovi eser- cizi nelle prossimità di luoghi sensibili.
Limitare l’insediamento di sale giochi nelle vicinanze dei luoghi sensibili permette di tutelare le categorie di persone più vulnerabili e più sensibili alla dipendenza da gioco. Nel contempo, è una misura che previene l’insorgenza di pro- blematiche sociali connesse all’eccessiva dipendenza dal gioco dei soggetti a rischio.
L’assenza di locali dedicati al gioco con vincite in denaro nelle immediate vicinanze di luoghi sensibili costituisce uno strumento, sia pure con un’efficacia limitata, per evi- tare la diffusione incontrollata delle patologie compulsive connesse all’abuso da gioco; ciò è particolarmente valido per i soggetti a rischio, costituiti soprattutto dai minorenni. I provvedimenti dei Comuni che stabiliscono, quindi, pre- scrizioni sui luoghi sensibili (e i correlati divieti) non invado- no le prerogative statali nelle materie dell’ordine e della si- curezza pubblica, laddove regolamentano aspetti del gioco che attengono alla tutela della salute e alle politiche sociali. In aggiunta, è possibile la fissazione a livello comunale di un orario massimo di apertura delle sale da gioco, purché
siano contemperate le esigenze di tutela delle persone maggiormente vulnerabili al fenomeno del gioco d’azzardo patologico con le esigenze economiche e di investimento degli operatori del settore.
Dal combinato disposto dell’articolo 29 co. 6 del Testo Uni- co dell’ordinamento dei Comuni della Regione autonoma Trentino-Alto Adige - DPGR 28 maggio 1999 n. 4/L (modi- ficato dal d. preg. 1 febbraio 2005 n. 4/L)202 e dell’articolo 50 c. 7 del Testo Unico delle Leggi sull’ordinamento degli Enti Locali – d.lgs. 18 agosto 2000 n. 267203 si evince che la legge riconosce in capo al Sindaco la facoltà di coordi- nare e riorganizzare anche gli orari degli esercizi pubblici, laddove nella dizione “esercizio pubblico” sono comprese sia le attività di sala giochi di cui all’art. 86 T.U.L.P.S., che esercizi dedicati esclusivamente al gioco con apparecchi di cui all’articolo 110, comma 6 del T.U.L.P.S., come definiti dall’art. 9, comma 1, lett. F, del decreto AAMS del 22 gen- naio 2010.
Pertanto, la fissazione degli orari di apertura e chiusura de- gli esercizi pubblici con apparecchi da intrattenimento con vincita in denaro non incorre in vizi di legittimità laddove sia espressione della volontà del Sindaco (e non del Consi- glio Comunale).
8.1.1. Modello esemplificativo di regolamento in materia di apparecchi da gioco e sale giochi
Da una ricerca condotta su circa 80 regolamenti comunali italiani204 in materia di apertura di sale da gioco e instal- lazione di apparecchi da intrattenimento, sono emerse prescrizioni univoche, tali da consentire di estrapolare uno schema standard di regolamento (Tab. 61).
Tab. 61 Modello esemplificativo di regolamento in materia di apparecchi da gioco e sale giochi
Articolo Contenuto
Art. 1
Principi generali
Il presente regolamento disciplina:
a. il procedimento per l’apertura, il trasferimento di sede, il subingresso, le modificazioni e la cessazione delle attività di sale pubbliche da biliardo e/o altri giochi leciti, di seguito definite “sale giochi”;
b. il procedimento per l’installazione, nonché le modalità per la loro gestione, degli apparecchi da intrattenimento automatici, semiautomatici ed elettronici, come definiti dall’ art. 110 del T.U.L.P.S. da collocare negli esercizi di cui agli artt. 86 e 88 del T.U.L.P.S.
Art. 2 Definizioni
1) Ai fini del presente regolamento si intendono per:
a. T.U.L.P.S.: il Testo Unico delle Leggi Pubblica Sicurezza approvato con R.D. 18.6.1931 N.773 e successive modifiche ed integrazioni nonché il relativo regolamento di attuazione (R.D. 06.05.1940 N. 635);
b. sala pubblica per biliardo e/o altri giochi leciti (art. 86 del T.U.L.P.S.), di seguito definita sala giochi, il locale, o più locali funzionalmente collegati, allestito per lo svolgimento del gioco del biliardo e/o altri giochi leciti, anche attraverso l’installazione di apparecchi da intratteni- mento automatici, semiautomatici, elettronici e meccanici;
c. giochi leciti:
i. i giochi tradizionali (es. carte, bocce, giochi da tavolo, ecc.);
ii. gli apparecchi o congegni da intrattenimento, ossia i dispositivi meccanici, elettromeccanici e elettronici, distinti in:
1. apparecchi meccanici o elettromeccanici, attivabili a moneta o a gettone, ovvero affittati a tempo (es. biliardo, juke-box, calcio-balilla, flipper, ecc.);
2. apparecchi di cui all’art. 110 c. 6 lett. a) del T.U.L.P.S. (c.d New Slots), ossia gli apparecchi da intrattenimento con vincita in denaro dotati di attestato di conformità alle disposizioni vigenti e obbligatoriamente collegati alla rete telematica, di cui all’art. 14-bis, co. 4, del D.P.R. 26.10.1972 N. 640 e successive modifiche;
3. apparecchi di cui all’art. 110 c. 6 lett. b) del T.U.L.P.S. (c.d. Videolotteries), ossia gli appar- ecchi da intrattenimento con vincita in denaro che si attivano esclusivamente in presenza di un collegamento ad un sistema di elaborazione della rete telematica, di cui all’art. 14- bis, co. 4, del D.P.R. 26.10.1972 n. 640 e successive modifiche;
4. apparecchi di cui all’art. 110 c. 7 lett. a) e c) del T.U.L.P.S, ovvero gli apparecchi elettro- meccanici attraverso i quali il giocatore esprime la sua abilità fisica, mentale o strategica; d. giochi a distanza: i giochi pubblici gestiti da Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (AAMS),
effettuati con modalità a distanza, ossia attraverso il canale telefonico, internet o altre reti telematiche;
e. tabella dei giochi proibiti: la tabella, predisposta e approvata dal Questore e vidimata dal Sindaco, o da suo delegato, che elenca i giochi non consentiti in quanto d’azzardo ovvero vietati nel pubblico interesse. Essa deve essere esposta in luogo visibile in tutti gli esercizi autorizzati alla pratica del gioco o all’installazione di apparecchi da intrattenimento. Nella suddetta tabella è fatta espressa menzione del divieto delle scommesse;
f. tariffa del gioco: il costo della singola partita, o quello orario di utilizzo dell’apparecchio, che deve essere costantemente esposta per informarne i giocatori.
Art. 3.
Apertura, modifica e trasferimento sala giochi
1. L’attività di sala giochi è soggetta ad autorizzazione comunale, ai sensi dell’art. 86 del T.U.L.P.S. 2. Il trasferimento di sede di una sala giochi è soggetto a rilascio di autorizzazione, che dovrà es- sere richiesta ed ottenuta prima dell’effettivo trasferimento; l’autorizzazione sarà rilasciata sec- ondo le disposizioni ed i criteri previsti per il rilascio delle autorizzazioni alle nuove aperture. 3. L’ampliamento e la riduzione di superficie di una sala giochi sono soggetti a semplice
comunicazione.
4. Il titolare di autorizzazione per sala giochi deve comunicare l’installazione di nuovi apparec- chi, indicandone il numero e la tipologia ed allegando copia dei nulla osta ministeriali, oltre al regolamento del gioco e tariffario.
Art. 4
Requisiti morali
1. Il titolare, tutti i soci nelle società di persone e i legali rappresentanti e amministratori nelle società di capitali, che intendano gestire una delle attività di cui all’art. 1 comma 1 del presente Regolamento, devono possedere i requisiti morali previsti dagli artt. 11 e 92 del T.U.L.P.S. e nei loro confronti non devono sussistere “cause di divieto, decadenza o sospensione di cui all’art. 10 della L. 31.5.1969 n. 575 (antimafia)”.
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Art. 5
Caratteristiche dei locali
1. I locali destinati alle sale giochi devono avere accesso al piano terreno, direttamente prospici- enti la strada, ad eccezione di quelli all’interno di centri commerciali di grande e media strut- tura di vendita; non sono ammesse installazioni di giochi nel piano seminterrato.
2. Il numero massimo di persone ammesse all’interno dei locali va determinato in rapporto alla superficie dei locali destinati al gioco, secondo i criteri stabiliti dall’art. 120 della circolare del Ministero degli Interni n.16 del 15/02/1951.
3. I locali di esercizio dovranno essere conformi alle vigenti disposizioni in materia edilizia, igienico sanitaria, di sicurezza e sulla prevenzione incendi.
Art. 6
Subingresso 1. Il subingresso nella titolarità o gestione della sala giochi è soggetto a comunicazione.2. Fino alla presentazione della comunicazione di subingresso non può essere esercitata l’attività.
Art. 7 Sospensione, decadenza e revoca dell’autorizzazione
1. Oltre agli altri casi previsti dalle leggi vigenti, l’autorizzazione decade: a. qualora il titolare sospenda l’attività per più di un anno;
b. quando vengano a mancare, del tutto o in parte i requisiti richiesti per il rilascio dell’autorizzazione;
c. per esplicita dichiarazione scritta di rinuncia alla licenza da parte del titolare della medesima.
2. L’autorizzazione è revocata quando sopraggiungano o vengano a mancare circostanze che ne avrebbero imposto o consentito il diniego.
3. Essa può essere sospesa o revocata per abusi del titolare, per motivi di ordine e sicurezza pub- blica ed in caso di reiterate violazioni.
Art. 8 Divieto di installazione apparecchi ex art. 110, co. 6, lett. a) e b), TULPS
1. È vietata la collocazione degli apparecchi da gioco di cui all’articolo 110, comma 6, lett. a) e b) del Regio Decreto n. 773/1931 (TULPS) nel raggio di 500 metri dai seguenti luoghi sensibili: scuole di ogni ordine e grado, luoghi di culto, ospedali, altri locali destinati all’accoglienza di persone per finalità educative o socio-assistenziali (centri di recupero, case di cura, case di riposo, ecc.).
2. La suddetta distanza è calcolata tenendo conto del percorso pedonale più breve compreso tra l’accesso principale su pubblica via della sala giochi e gli accessi di ciascun edificio di cui al presente articolo.
Art. 9
Informazioni al pubblico
1. All’ingresso delle sale giochi e degli esercizi dove sono installati apparecchi previsti dall’art. 110 T.U.L.P.S. deve essere chiaramente esposto un cartello contenente le indicazioni di utilizzo degli apparecchi di cui al precedente art. 2.
2. Esternamente a ciascun apparecchio o congegno di cui all’art. 110 del T.U.L.P.S., deve essere esposto un regolamento riportante: il costo di una singola partita, le regole del gioco e la de- scrizione delle combinazioni o sequenze vincenti.
3. Nel locale deve essere esposta, in maniera visibile, ai sensi dell’art.110 del T.U.L.P.S., la tabella dei giochi proibiti dal Questore.
4. Si richiamano, per il resto, le prescrizioni contenute nell’art. 3 del D.M. 18/1/2007 e nell’art. 3 del D.M. 27/10/2003.
Art. 10. Utilizzo di apparecchi
1. In tutti gli esercizi in cui sono installati apparecchi da gioco il titolare della relativa autorizzazi- one è tenuto a far osservare il divieto di utilizzo degli stessi:
a. ai minori di anni 18 di cui all’art. 110, comma 8, del TULPS relativamente agli apparecchi e congegni di cui al comma 6 dello stesso art.110 del TULPS;
b. ai minori di anni 14, quando non siano accompagnati da familiare o altro parente maggio- renne, relativamente agli altri giochi presenti nell’esercizio;
c. nelle ore antimeridiane durante il periodo di apertura delle scuole, ai minori che hanno compiuto gli anni 14, ma non ancora gli anni 18, a meno che non siano accompagnati da familiare o altro parente maggiorenne;
2. Al fine di quanto previsto nel comma precedente, l’esercente potrà richiedere l’esibizione di documenti di identificazione.
Art. 11. Orari
1. Il Sindaco, nel rispetto delle procedure e delle competenze di cui all’art. 50 del d.lgs. n.267/00, (Testo Unico degli Enti Locali) fissa l’orario di apertura e chiusura delle attività delle sale giochi, in base alle seguenti indicazioni:
a. apertura non prima delle ore 9,00; b. chiusura non oltre le ore 24,00;
2. Le sale giochi ubicate nei centri commerciali di medie e grandi strutture di vendita e, in generale, nelle grandi strutture di vendita, mantengono gli orari di apertura e chiusura del centro commerciale nel quale sono inserite.
Art. 12. Sanzioni
1. Ferme restando le sanzioni penali, le violazioni al Testo Unico delle Leggi di Pubblica sicurezza di cui al R.D. n. 773 del 1931, sono punite a norma degli artt. 17bis, 17ter, 17-quater e 110 del medesimo.
2. Le altre violazioni al presente Regolamento comportano l’applicazione di una sanzione amministrativa.
3. Il procedimento sanzionatorio è disciplinato dalla L. n. 689 del 1981.
Fonte: elaborazione Transcrime
8.2. Per la programmazione delle politi-
che di prevenzione del gioco d’azzardo
patologico
Il gioco d’azzardo coinvolge tre grandi ambiti l’industria del gioco (chi “fabbrica”, promuove e gestisce il gioco), lo Stato, gli enti territoriali e gli organismi connessi (per la legislazione, la regolamentazione, il controllo, il sanzio- namento dell’illegalità e il monitoraggio del fenomeno nel tempo, negli effetti e nelle conseguenze) e la società nelle componenti dei giocatori, delle famiglie, delle associazioni e dei servizi volti alla promozione del benessere e della sa- lute e alla prevenzione delle dipendenze patologiche. È necessario porsi in un’ottica preventiva che valorizzi al massimo la responsabilità personale di fronte al gioco d’az- zardo in un quadro certo di tutela della salute pubblica e di regolamentazione del mercato.
In tale prospettiva le azioni di prevenzione dei problemi connessi al gioco d’azzardo eccessivo devono essere poste in essere in ciascuno dei tre ambiti sopra evidenziati secon- do modalità e tipologie di prevenzione che riguarderanno in particolare:
• aspetti tecnici e di modificazione dell’offerta di gioco, nel caso dell’industria;
• aspetti di regolamentazione strutturale dell’offerta e dell’accesso al gioco, nonché di tutela della popolazione (fasce deboli: minori in primis) e di assistenza e cura del- le patologie connesse, nel caso dello stato;
• aspetti di informazione, sensibilizzazione, responsabi- lizzazione, ed eventuale cambiamento nello stile di vita nel caso dei giocatori, delle famiglie, dell’opinione pub- blica in generale, nonché percorsi di prevenzione dello sviluppo di comportamenti a rischio per la componente infantile, adolescenziale e giovanile, da parte della socie- tà (dei servizi istituzionali, del privato sociale e del volon-
tariato e delle due basilari agenzie di socializzazione: la
famiglia e la scuola).
A livello territoriale i principali programmi di prevenzione possono riguardare azioni di:
• contrasto allo sviluppo del gioco d’azzardo, con specifica salvaguardia dei minori;
• regolazione dei tempi e dei modi di offerta del gioco; • informazione e sensibilizzazione verso i gestori dei locali
del gioco;
• cura e riabilitazione dei giocatori patologici.
Le politiche sociali locali sono chiamate soprattutto a sostenere:
• progetti di responsabilizzazione di minori, adulti ed an- ziani di fronte al gioco d’azzardo;
• progetti a lungo termine di contrasto dei fattori di rischio, già presenti nell’infanzia, e che possono facilmente correlarsi con comportamenti problematici in età ado- lescenziale sotto forma di dipendenza da sostanze e da comportamenti compulsivi, quali il gioco d’azzardo patologico;
• il monitoraggio del fenomeno a livello locale e lo sviluppo di attività di ricerca mirata alla valutazione dell’efficacia dei progetti e delle misure preventive adottate; • la corretta e costante comunicazione alla popolazione
dei risultati circa l’andamento del fenomeno e degli esiti della prevenzione, del controllo e della riabilitazione dei giocatori problematici.
Negli ultimi anni in Trentino la progettualità in campo pre- ventivo relativa al gioco d’azzardo problematico si è mos- sa al di fuori di una precisa e coordinata programmazione
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provinciale, entro un quadro di spinte provenienti da più fonti (enti locali, organismi del privato, associazioni, scuo- le, parrocchie, ecc.). Tuttavia alcuni progetti risultano par- ticolarmente interessanti e in linea con le best practices evidenziate dalla letteratura internazionale.
In particolare si vogliono qui sottolineare due progetti di prevenzione primaria, di cui poco ancora si sa in termini di implementazione sul territorio, ma che potrebbero essere “rilanciati” in un’ottica di maggior respiro, sia per attori coinvolti che per metodologie di valutazione e d’im- plementazione. Si tratta del progetto educativo “In punta di piedi sul pianeta” e del progetto educativo “Unplagged” che hanno come obiettivo lo sviluppo delle life skills (ca- pacità di vita) e il potenziamento delle abilità personali e sociali nella gestione dell’emotività e delle relazioni sociali, nonché la prevenzione dello sviluppo di dipendenze sia da sostanze che da comportamenti compulsivi.
Guardare al futuro potenziando quelle forme d’interven- to “ad ampio spettro” che mirano a prevenire lo sviluppo deviante, nelle varie forme in cui può manifestarsi e conso- lidarsi in fase giovanile ed adulta (comportamenti aggressi- vi, distruttivi, di fuga, predatori, di dipendenza) è un’opera- zione giustificata e sostenuta da:
• evidenze scientifiche provenienti dalla ricerca condotta a livello internazionale che mostrano, sulla base di follow- up, come agire già nella fase dell’infanzia e dell’adole- scenza sui “fattori di rischio” produca efficacia preventiva su molti dei comportamenti trasgressivi delle fasi di vita successive;
• la stretta relazione esistente fra lo sviluppo di problema- ticità nel gioco d’azzardo e altri comportamenti cosiddet- ti “a rischio”, quali l’abuso di alcol, il fumo e l’utilizzo di droghe illegali;
• i dati emersi dalla ricerca condotta sugli studenti trentini che confermano la forte incidenza di alcuni comporta- menti a rischio legati all’abuso di sostanze (in particolare l’alcol) e che segnalano l’esistenza di una loro relazione col gioco d’azzardo problematico, sebbene quest’ultimo appaia ancora molto contenuto;
• la necessità, in una situazione di scarsa disponibilità di ri- sorse, di focalizzare l’attenzione su una progettualità che miri a contenere vari comportamenti a rischio.
La prevenzione primaria del gioco d’azzardo problematico chiama in causa, a livello locale, la necessità di un effettivo coordinamento di risorse ed attori, nell’ottica di una siner- gia d’intenti dove emerga la consapevolezza condivisa che, nel medio e lungo periodo, tutti (esercenti, giocatori, fami- glie, Stato e cittadini) possono trarre vantaggi da un gioco d’azzardo “normalizzato” entro un quadro di sostanziale difesa della qualità della vita delle persone e dell’ambiente socio-relazionale.
8.3. Per la programmazione delle politi-
che di trattamento del gioco d’azzardo
patologico
Il gioco d’azzardo patologico è un disturbo complesso con aspetti biologici, psicologici e comportamentali.
Coerentemente con questa definizione gli approcci tera- peutici sviluppati per questa patologia comprendono trat- tamenti psicofarmacologici, psicoterapici e psicosociali. I riferimenti culturali che il Servizio per le Dipendenze dell’APSS ha fatto propri, coerentemente con quanto sta accadendo sul territorio nazionale, sono:
• le evidenze presenti nella letteratura internazionale (per quanto ancora si evidenzi la necessità di ulteriori studi); • l’esperienza maturata nel trattamento delle dipendenze
da sostanze, che pare mantenere la propria utilità anche nel trattamento delle dipendenze comportamentali. Qualsiasi trattamento inoltre presuppone:
• Un’adeguata fase di valutazione, comprendente un’a- nalisi della domanda, una valutazione testistica, una ricostruzione anamnestica della storia del sintomo e personale;
• una valutazione della comorbilità psichiatrica, dei livelli motivazionali, del rischio di suicidio, della gravità della si- tuazione economico finanziaria e della possibilità di sup- porto all’interno della famiglia e dell’ambiente sociale. Il trattamento è sempre individualizzato in rapporto alla struttura psicopatologica del paziente, all’eventuale co- morbilità psichiatrica e alle possibili altre forme di dipen- denza associate.
L’equipe multidisciplinare, costituita da figure professionali sia di area psicosociale sia di area sanitaria, mutuata dall’e- sperienza del trattamento delle dipendenze da sostanze, appare essere un elemento fondante anche per il gioco d’azzardo patologico.
Ultimo, ma non irrilevante, è il coinvolgimento della fa- miglia, se presente e possibile, con l’obiettivo non solo di monitorare il grado di adesione al progetto terapeutico del paziente ma, prioritariamente, per fornire elementi di co- noscenza di eventuali dinamiche familiari disfunzionali.
8.3.1. Aree di miglioramento
Nel considerare la Rete di cura presente sul territorio pro- vinciale appare importante sottolineare alcuni punti di mi- glioramento significativi: