• Non ci sono risultati.

Il legame tra social work e welfare state: aspetti generali

Il social work è storicamente legato ai processi di trasformazione sociale che si sono avuti in Occidente con l’affermazione della modernità, caratterizzata dall’industrializzazione, dalla progressiva democratizzazione, da nuove forme di solidarietà. Il social work è parte di questa modernità e, nell’ambito di processi generali, comuni al complesso degli Stati occidentali, è coinvolto nelle contraddizioni insite nelle politiche dello Stato-nazione, indipendentemente dal fatto di essere concepito come un’attività del settore pubblico o di carattere non governativo. Oggi, pertanto, “poiché il ruolo dello Stato-nazione sta radicalmente cambiando a causa della globalizzazione e lo stesso progetto di modernità sembra essere in crisi, il servizio sociale è necessariamente condizionato da questi sviluppi contemporanei e deve essere sottoposto a un esame fondamentale della sua relazione con la società e dei suoi principi fondanti, incluse le politiche sociali” (Lorenz, 2010, p. 25). L’agenda delle politiche sociali rappresenta, insieme agli elementi della società civile e alla formazione accademica alla professione, uno dei mondi nei quali il servizio sociale esiste e si realizza (Ibidem)12; senza la conoscenza delle politiche sociali, senza l’attenzione ai mutamenti di queste non è dunque possibile una comprensione esaustiva del servizio sociale e del ruolo che esso si trova a svolgere. Quest’ultimo, infatti, è fortemente in relazione con la cornice dei sistemi di welfare entro la quale si realizza l’intervento del professionista assistente sociale; lo sviluppo della professione stessa, a partire da storie e matrici diverse, in contesti nazionali diversi, è connesso alla strutturazione dei sistemi di welfare ed all’inserimento e

12 In Lorenz (2010), con esplicito riferimento ad Habermas, l’agenda delle politiche sociali e gli

elementi della società civile vengono accostate, rispettivamente, al “sistema” e al “mondo della vita” (Lebenswelt). Nel pensiero habermasiano, in estrema sintesi, il “sistema”, è un’entità rigidamente disciplinata dall’agire tecnico, strumentale e strategico: esso trova i suoi elementi fondanti nel potere (sfera politica, burocratica, statale, quindi quella a cui appartengono le politiche sociali) e nel denaro (sfera economica). Ad esso il filosofo tedesco contrappone il “mondo della vita” (Lebenswelt), caratterizzato dall’agire comunicativo (Habermas, 1997), dai valori condivisi, dalla spontaneità, dalle tradizioni (elementi, questi, propri della società civile).

consolidamento del social work nell’ambito dell’intervento pubblico dello Stato.

L’intento, in questa parte del lavoro, è quello di utilizzare l’analisi di alcuni trend delle politiche sociali, con riferimento particolare alla crisi del welfare state di cui si è scritto nel capitolo 1, per riconoscere e mettere in evidenza alcuni mutamenti del servizio sociale che sono strettamente legati all’ambito della ricerca empirica, realizzata nel settore penitenziario. Si richiameranno, con riferimenti alla letteratura di servizio sociale, alcune tendenze generali, globali, senza tuttavia trascurare che il social work si è costruito e si è radicato all’interno di contesti economici, sociali, culturali e politici diversi (McDonald et al., 2003). Si cercherà quindi di far emergere anche in questa parte le specificità del caso italiano, rispetto soprattutto a tendenze riscontrate nei paesi anglosassoni, ai quali si riferiscono, come abbiamo visto, alcuni importanti studi ripresi nella definizione delle domande di ricerca.

Basilari, per questa nostra analisi, sono gli studi di Lorenz, uno degli autori più importanti nel panorama nazionale ed internazionale della letteratura di servizio sociale, secondo il quale viviamo oggi una fase storica in cui, a seguito dei processi di globalizzazione, si è giunti ad una ridefinizione delle funzioni dello Stato e di governo, che ha conseguenze estremamente rilevanti per le politiche sociali; siamo di fronte cioè ad una ristrutturazione che “sembra presentarsi sotto forma di un indebolimento dello Stato, ma al tempo stesso pone nuova enfasi su alcune delle sue funzioni, specialmente quelle del controllo sociale e di imperativo morale” (Lorenz, 2010, p. 21). Dunque anche nella letteratura di servizio sociale si ritrovano richiami alla cultura del controllo e alle sue connotazioni morali che abbiamo già visto nel capitolo precedente, con i riferimenti a Garland e ad altri autori contemporanei che hanno studiato il concetto di controllo sociale.

Nel primo capitolo si è già visto come diversi fattori hanno inciso sulle politiche sociali attraverso l’austerità permanente del welfare state. La globalizzazione – centrale negli studi di Lorenz (Ibidem) - e il processo di integrazione europea (Ferrera, 1993) sono tra questi fattori. In particolare, attraverso il graduale passaggio di governance all’Unione Europea e a istituzioni intergovernative, sono stati posti vincoli all'autonomia dei governi nazionali e quindi agli Stati, che hanno ceduto parte della loro sovranità. Al tempo stesso, fin dall’ultimo decennio del XX secolo, dopo la caduta del muro di Berlino, il complesso dell’UE è stato sottoposto alla pressione di forze del mercato, del capitalismo globalizzato e di interessi economici delle multinazionali, tesi a rimuovere le barriere del commercio e la capacità degli Stati-nazione di destinare parte del ricavato dell’imposizione fiscale a misure sociali redistributive. Ciò ha avuto effetti sul social work, chiamato a confrontarsi

con un finanziamento dei servizi sociali sempre più precario, a constatare tagli di risorse economiche che colpiscono le persone utenti di tali servizi, a fare i conti col fatto che i servizi sociali sono a volte percepiti, da settori della società e da poteri che hanno influenza su di essa, come un peso per la collettività, una spesa, un impegno che rallenta il progresso economico.

Questa ridefinizione del valore del welfare mette in discussione le basi non solo materiali, ma anche ideali del social work, che oggi appare attraversato dalla necessità di una continua legittimazione di se stesso, di ricerca di senso. Sono presenti a livello internazionale istanze, come quelle del Radical social work, di riaffermazione del social work come una professione basata su valori propri, rispetto ai quali le trasformazioni neoliberali contemporanee hanno notevolmente ridotto l’attenzione, ponendo invece l’accento sui processi tecnici (Ferguson, 2007; Ferguson, Woodward, 2009). La preoccupazione di tutelare il “nucleo etico” del servizio sociale ha trovato spazio inoltre nell’ Anti-oppressive social work, che sostiene il bisogno di liberare la professione da espressioni di autoritarismo, arbitrarietà, discriminazione (Dalrymple, Burke, 1995, 2006; Dominelli, 1996, 2002).

La situazione attuale sembra richiamare per certi aspetti quella in cui il social work

emerse inizialmente nell'Europa moderna, con le prime sperimentazioni dei modelli di politiche sociali e la formazione delle principali istituzioni di welfare, non solo dello Stato. L’attuale fase storica in cui il servizio sociale è chiamato a rispondere al proprio mandato appare invece considerevolmente diversa da quella delle decadi successive alla Seconda Guerra Mondiale, in particolare da quella dell’ “età dell’oro” del welfare state, quando le politiche sociali europee si consolidarono attorno al consenso sul fatto che welfare, benessere e integrazione sociale fossero fondamentalmente questioni pubbliche.

Fasi storiche diverse, in contesti diversi, hanno costituito lo scenario di una differenziazione anche nel rapporto tra social work e politiche sociali. Questo rapporto è mutato nel tempo e nelle specifiche realtà nazionali. Riprendendo e adattando al nostro discorso le tesi di McDonald et al. (2003) si può dire che quanto più il progetto di servizio sociale rispecchia il regime di politiche sociali di un determinato contesto storico in una certa realtà nazionale, tanto più vi è una legittimazione della professione garantita dallo Stato e una più forte azione collettiva della professione stessa; se, al contrario, la sintonia tra politiche sociali e servizio sociale diminuisce o viene a mancare, questo crea difficoltà alla professione e alla sua azione collettiva.

del ruolo del servizio sociale, integrando riferimenti al contesto internazionale e a quello italiano. A tal fine faremo dei richiami proprio alle politiche sociali e all’influenza che esse hanno avuto sul sistema dei servizi sociali.

2. Scenari contemporanei del social work tra tendenze neoliberiste ed

Outline

Documenti correlati