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CONVENZIONE SUL PATRIMONIO MONDIALE E LA CANDIDATURA DEL SITO IN ESAME

CAPITOLO 4: DA SISTEMA DIFENSIVO A PATRIMONIO CULTURALE

4.1 UN APPROCCIO MULTIDISCIPLINARE

4.1.3 IL TERRITORIO COME SISTEMA CULTURALE PARTECIPATIVO

Già in precedenza abbiamo evidenziato come negli ultimi decenni diverse riflessioni e dibattiti internazionali si siano concentrati sul ruolo del patrimonio culturale nei modelli e piani di sviluppo territoriali fondati sulla valorizzazione delle specificità locali. Riconoscendo l’importanza della conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale per lo sviluppo del territorio, si possono attuare strategie rivolte a tutte le risorse che lo caratterizzano e ne rappresentano i segni distintivi che la storia ha sedimentato296. Tali strategie, perciò, «da un lato saranno finalizzate alla protezione

specifica del patrimonio e dall’altro a servizio della promozione e dello sviluppo delle comunità locali. In questo modo, il territorio viene studiato attraverso l’indagine della sua “armatura culturale”, […] intesa […] come un rinnovamento – forse un recupero –

295 MAGNAGHI, op. cit., 2000, p. 181

296 Si cfr. http://www.valorizzazione.beniculturali.it/it/valorizzazione-integrata- territoriale.html

157 dei valori culturali del territorio, vissuto e governato non solo a livello di ecosfera, ma soprattutto a livello di noosfera, cioè come ambiente della conoscenza e delle relazioni, della diversificazione creativa piuttosto che delle differenze conflittuali297».

Per affrontare questo tema, è necessario ricordare dei fondamentali passaggi normativi. La Convenzione UNESCO del 1972 codifica il ruolo del patrimonio culturale come «strumento di sviluppo locale, da realizzare anche attraverso l’incoraggiamento di iniziative volte alla realizzazione e diffusione nel territorio locale di centri di ricerca e sperimentazione di metodologie e tecniche per la protezione, conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale298». Inoltre, viene richiesto agli Stati di adottare

politiche volte all’integrazione del patrimonio culturale nelle pianificazioni di sviluppo territoriale299. Si tratta di un primo passo indispensabile per una visione di conservazione

integrata del patrimonio, risorsa di sviluppo del territorio, che ha il suo culmine con la

Dichiarazione Universale delle Diversità Culturali del 2001 (§ 1.1.3), dove la cultura viene

inserita nel concetto di sviluppo sostenibile e il territorio «così intrinsecamente connesso alla cultura che ha generato, diviene un elemento fondamentale di tale processo300». Per sviluppo sostenibile ci si riferisce all’elaborazione di Carta che lo

definisce

uno sviluppo che ponga in primo piano l’individuazione delle specificità locali e punti a mantenere e valorizzare le differenze tra sistemi culturali e ambientali, uno sviluppo che si traduca in una serie di azioni che valorizzino le identità delle culture e dei luoghi all’interno di un progetto complessivo per il territorio301.

297 CARTA, L’armatura culturale del territorio. Il patrimonio culturale come matrice di identità e

strumento di sviluppo, 2002, p. 29

298 Ivi, p. 109

299 Si cfr. art. 5 comma a) Convenzione per la protezione del patrimonio mondiale culturale e naturale

300 PATRIGNANI, “Introduzione al tavolo sulla Partecipazione: reti territoriali e sviluppo sostenibile, sistemi di governance territoriale, il ruolo del MiBAC e il coinvolgimento del territorio, accordi di valorizzazione”, in SCIACCHITANO (a cura di), Primo colloquio sulla

valorizzazione. Esperienza, Partecipazione, Gestione, 2011, p. 111

158 La visione italiana del patrimonio culturale inteso come “testimonianza avente valore di civiltà302” è strettamente connessa a quella di territorio, in quanto lo considera luogo in

cui una comunità ha generato cultura e nel quale ritrova le sue radici. L’attenzione perciò viene spostata dall’oggetto agli attori. Tale visione è stata ripresa anche a livello internazionale dal Consiglio d’Europa prima nella Convenzione Europea sul Paesaggio, che ha completamente rivoluzionato il concetto di paesaggio estendendolo a tutto il territorio, e con la Convenzione sul Valore dell’Eredità Culturale poi. Questa, impone che «il patrimonio culturale vada tutelato e protetto non tanto per il suo valore intrinseco, ma in quanto risorsa per la crescita culturale e socio-economica mettendo in campo politiche di valorizzazione con la partecipazione di tutti i soggetti considerati parte delle “comunità di patrimonio”303». È proprio sul concetto di partecipazione che si fonda il

rapporto tra territorio, patrimonio culturale e sviluppo. Tornando all’Italia, la partecipazione viene confermata nell’art. 111 del Codice dei Beni Culturali e del

Paesaggio, che sottolinea l’importanza di stabilire risorse, strutture o reti ai fini di

valorizzazione del patrimonio.

Date queste considerazioni «tutte le scienze dei beni culturali andrebbero collegate alla pianificazione urbanistica e territoriale, sia per la costruzione di piani fondati su solide basi conoscitive sia per contribuire a definire linee strategiche di nuove forme di sviluppo sostenibile di un territorio304», da attuare con la partecipazione attiva

delle comunità locali, il cui coinvolgimento è indispensabile per aumentarne la sensibilizzazione rispetto al patrimonio culturale. Solo in questo modo, infatti, saranno in grado di riconoscere la propria identità in quel determinato patrimonio e di conseguenza cooperare per assicurarne la salvaguardia. Adottando questa prospettiva si avverte un cambio di percezione per cui il punto focale delle riflessioni sul patrimonio diventano le persone e i loro valori. In questo modo il patrimonio culturale perde la concezione di valore in quanto tale, ma la acquisisce in senso relazionale.

302 Si cfr. Commissione d'indagine per la tutela e la valorizzazione del patrimonio storico,

archeologico, artistico e del paesaggio § 1.3.1

303 VOLPE, Un patrimonio italiano. Beni culturali, paesaggio e cittadini, 2006, pp. 36-37

159 In ultima analisi, ci si vuole soffermare sulla questione delle risorse intangibili di territorio e patrimonio. Nella scelta di strategie di amministrazione territoriale, è necessario tener conto sia dei fattori materiali (es. le infrastrutture, l’attività di restauro di un monumento), sia di quelli immateriali. In questo caso quindi si parlerà di conoscenza, competenze, valori, reti e relazioni, identità. Il fatto che il patrimonio culturale venga riconosciuto nel territorio come portatore di valori simbolici e identitari, può fare in modo che, attraverso la sua valorizzazione, questo assuma rilevanza e riconoscibilità anche a livello internazionale. Infine, è da considerare l’importanza della coesione sociale della comunità per l’avvio di strategie di rete.