• Non ci sono risultati.

CONVENZIONE SUL PATRIMONIO MONDIALE E LA CANDIDATURA DEL SITO IN ESAME

3.2.2 EXCURSUS STORICO

3.2.2.3 Sviluppi storic

Il successo della Convenzione è stato pressoché immediato: gli Stati subito hanno realizzato il grande potenziale e prestigio del riconoscimento di “eccezionale valore universale” dei propri siti. Uno studio dell’ICOMOS ha però evidenziato come negli anni 1987 – 1993 le città storiche e i monumenti religiosi europei, così come la cristianità, intesa come periodo storico e architettura vernacolare, fossero troppo rappresentanti nella Lista rispetto ad altre aree geografiche e alle culture viventi: nel 1994 più del 50% dei beni iscritti in Lista appartenevano all’Europa, in particolare Occidentale, e su 410 siti registrati, 304 erano culturali e solo 90 naturali, mentre i siti misti 16. Nel 1994, per sanare tali lacune, il Comitato per il Patrimonio Mondiale ha lanciato la Strategia Globale

per una Lista del Patrimonio Rappresentativa, Equilibrata e Credibile242, il cui obiettivo è

assicurare una Lista mondiale che rifletta davvero le diversità culturali e naturali di eccezionale valore universale. Indispensabile, innanzitutto, fu incoraggiare i Paesi meno rappresentati a ratificare la Convenzione e redigere le Tentative List. Per facilitare il processo, venne richiesto agli Stati maggiormente presenti di sospendere volontariamente le proprie candidature, specialmente quelle culturali. Nel 1999, durante la ventitreesima sessione del Comitato, come seguito alla dodicesima Assemblea Generale, venne istituito il Gruppo di Lavoro per la Rappresentatività della Lista del Patrimonio Mondiale243 (lo stesso che si occupò anche della preparazione della Dichiarazione di Budapest244), che introdusse diversi elementi innovativi a favore,

appunto, di una maggiore rappresentatività, come ad esempio: un limite annuo di una candidatura presentabile da ogni Stato parte (aumentato a due nel 2004), ad eccezione dei Paesi senza beni iscritti in Lista il cui tetto annuale è fissato a tre candidature, e un

242 Si cfr. https://whc.unesco.org/en/globalstrategy/

243 Per maggiori informazioni si cfr. https://whc.unesco.org/en/activities/494/ 244 § 1.1.3.1

128 massimo di 45 nomine valutabili annualmente dal Comitato245. Dall’avvio della Strategia

Globale, 39 nuovi Stati hanno ratificato la Convenzione e il numero di Paesi che ha presentato delle Tentative List al Comitato è aumentato da 33 a 132, «the avarage yearly

increase between 1978 and 1994 was about 26 sites per year, but this amount has increased drastically to around 36 new sites per year since 1995246». Per quanto riguarda

il problema della predominanza di siti appartenenti al patrimonio culturale, invece, nel 1992, durante la revisione delle Linee Guida Operative, è stato introdotto il concetto di “paesaggio culturale”, il quale verrà approfondito successivamente. Ad oggi, 102 siti, di cui 4 transfrontalieri, della Lista del Patrimonio Mondiale, sono stati inclusi come paesaggi culturali.

Secondo quanto sancito dall’art. 29 della Convenzione, gli obblighi in capo agli Stati non terminano con l’inserimento del bene nella Lista: questi devono fornire al Comitato, ogni sei anni, periodici rapporti sull’applicazione della Convenzione e sullo stato di conservazione dei beni appartenenti al Patrimonio Mondiale. I Rapporti vengono esaminati dal Centro del Patrimonio Mondiale247, il quale, con una visione

d’insieme, coordina il reporting sulle condizioni dei siti, trasmettendo i dati analizzati al Comitato. Questo, con database aggiornati, può sviluppare piani d’azione e azioni strategiche più consapevoli, concernenti la gestione e tutela dei beni in Lista. Il primo ciclo dei rapporti è stato tra il 2000 e il 2006, anni durante i quali, in tempi diversi, le cinque regioni del mondo (Paesi Arabi, Africa, Asia e il Pacifico, America Latina e Caraibi, Europa e Nord America) hanno presentato i loro report. Al termine di questo ciclo, il Comitato, ha deciso di prendere un anno di riflessione, il 2007, per valutare i risultati e le informazioni ottenute durante il monitoraggio dei rapporti, prima di iniziare il secondo ciclo. L’analisi dei dati ha portato alla luce criticità, così come aspetti positivi. Cominciando da questi, molti Stati parte hanno evidenziato come la stesura dei rapporti sia stata utile alla creazione di network professionali e di cooperazione internazionale.

245 Si cfr. http://unesdoc.unesco.org/images/0012/001204/120485e.pdf

246 STRASSER, Putting reform into action - Thirty years of the World Heritage Convention: how to

reform a convention without changing its regulations, 2002, p. 226

247 Istituito nel 1992 il Centro del Patrimonio Mondiale rappresenta il punto focale e principale coordinatore dell’UNESCO per tutte le questioni riguardanti il Patrimonio Mondiale.

129 Per quanto riguarda invece le criticità, il principale difetto riscontrato riguarda delle difficoltà nel processo di monitoraggio e compilazione del questionario248. Per tale

motivo è stato istituito un Gruppo di Lavoro per la semplificazione del questionario e del sistema di indicatori del Rapporto Periodico, le cui iniziative sono state approvate durante la trentunesima sessione del Comitato, nel mentre della quale è stato introdotto anche il c.d. meccanismo del reinforce monitoring per favorire la cooperazione tra Comitato, Centro del Patrimonio Mondiale e lo Stato in cui si trova il sito e monitorare lo stato di conservazione di quest’ultimo249. In questa sessione il

Comitato, riconoscendo nuovamente la centrale importanza della Dichiarazione di Eccezionale Valore Universale in tutti i processi del Patrimonio Mondiale, ha sollecitato gli Stati a preparare tutte le mancanti Dichiarazioni per i siti in Lista presenti nei loro territori prima di cominciare il secondo ciclo di monitoraggio. Anche dopo il secondo ciclo (2008 – 2015) il Comitato ha deciso di aspettare un paio d’anni (2015 – 2017) prima di iniziare nuovamente i reporting, per riflettere sugli esiti di quello appena concluso. Dall’analisi dei rapporti è emerso che importanti sforzi sono stati fatti per migliorare la protezione, conservazione e gestione dei beni appartenenti alla Lista. Tuttavia, nuovamente, sono state riscontrate delle difficoltà riguardanti i processi di preparazione dei Rapporti Periodici che necessitano un ulteriore perfezionamento delle modalità di esercizio. Anche in questo caso è stato creato un Gruppo di Lavoro di esperti per rivedere e potenziare il format del questionario e formulare proposte per affinare il processo, la pertinenza e l’uso dei dati. Nel biennio di riflessione il Comitato ha inoltre deciso di raccogliere commenti dagli Stati parte attraverso un sondaggio250 riguardante le attività

del reporting tra cui il processo, il format, l’uso e l’analisi dei dati, la pertinenza e l’efficacia. In due mesi oltre 75 Stati parte hanno partecipato al sondaggio e i feedback raccolti sono stati di grande importanza per aiutare il gruppo di lavoro nella revisione del processo di monitoraggio. Durante la quarantesima sessione del Comitato nel 2016,

248 Si cfr. http://whc.unesco.org/en/pr-questionnaire/

249 Si cfr. la 31° sessione del Comitato (Christchurch, 2007) https://whc.unesco.org/archive/2007/whc07-31com-24e.pdf

250 Si cfr.

https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLSdXWF3c6QQMuv3zB6lG8LoUDLZTU248ZA99Zw wD1ZhUauK2qA/viewform

130 fu presentata al Centro del Patrimonio Mondiale una relazione251 sullo stato del periodo

di riflessione, in cui erano inclusi i risultati del sondaggio e i termini del mandato del Gruppo di Lavoro, che si è incontrato tre volte nel corso del 2016 (giugno, settembre e dicembre) per sviluppare nuove proposte e raccomandazioni per la revisione e l’aggiornamento del Rapporto Periodo e del questionario. Il nuovo e rivisto questionario è utilizzato nel terzo ciclo di reporting, che si terrà tra il 2017 e il 2022.

Nel 2012, seguendo il tema World Heritage and Sustainable Development: the Role

of Local Communities scelto dal Comitato, si sono svolti i festeggiamenti per il

quarantesimo anniversario dall’adozione della Convenzione. Nel corso dell’anno sono stati organizzati più di 120 eventi in tutto il mondo, la maggior parte dei quali si è focalizzata sulla relazione tra gli sviluppi economici e sociali e il coinvolgimento delle comunità locali, che sta diventando un punto cruciale per quanto riguarda la protezione del patrimonio culturale e naturale. Molti Stati parte durante l’anno hanno organizzato delle attività nazionali indirizzate alla sensibilizzazione della comunità locale verso le sfide che presenta la Convenzione. Si sono inoltre tenuti molti convegni, simposi e tavole rotonde a livello nazionale, regionale e/o locale con esperti e stakeholders, coinvolgendo anche i site manager, con i quali si è discusso sulle prove quotidiane che comporta la gestione di un sito in Lista, su specifiche tecniche di restauro e ripristino di beni che lo necessitano, sullo stato della Convenzione e sui bisogni delle comunità locali. Molti degli eventi organizzati erano rivolti ai giovani, per educarli alla Convenzione e incoraggiare il loro coinvolgimento. Durante la cerimonia di chiusura delle celebrazioni, tenutasi a Kyoto tra il 6 e l’8 novembre 2012, si è discusso anche del futuro della Convenzione. La direttrice generale dell’UNESCO Irina Bokova, ha dichiarato che la Convenzione è un “modello di cooperazione internazionale” e che nel futuro debba svilupparsi su tre punti chiave: migliorare e rinforzare le capacità degli Stati riguardo la protezione dei siti; coinvolgere le autorità locali, le comunità indigene e i giovani nella gestione dei siti; e, come obiettivo generale, rinforzare la credibilità della Convenzione sul Patrimonio Mondiale252.

251 Si cfr. https://whc.unesco.org/archive/2016/whc16-40com-10A-en.pdf 252 Si cfr. http://whc.unesco.org/en/40years

131

3.2.3 GLI AGGIORNAMENTI