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CAPITOLO 2: ANALISI DEL TERRITORIO IN ESAME

2.5 MODALITÀ DI GESTIONE IN UN PIANO CONDIVISO

2.5.1 FONDAMENTI E MODELLI DEI PIANI DI GESTIONE

2.5.1.1 Il modello italiano per un piano di gestione integrato

In Italia si è deciso di elaborare un modello più standard possibile per i piani di gestione, in modo da semplificare il processo di candidatura ed evitare linee guida differenti per ogni sito. Viene lasciata comunque discrezionalità decisionale e flessibilità rispetto alle indicazioni fornite, in quanto ad ogni sito corrispondono esigenze differenti. Per dare seguito alle richieste UNESCO sulla necessità di dotarsi di un piano, nel 2004, dal MiBAC, è stata istituita una Commissione consultiva che ha fornito le Linee

Guida per la redazione e attuazione dei Piani di Gestione180, ulteriormente definite dalle

circolari 30 luglio 2004, n. 115 e 21 dicembre 2004, n. 176. Tale documento nasce dal lavoro combinato della Commissione Nazionale siti UNESCO e dei Sistemi Turistici Locali, integrato e precisato dall’Ufficio per la Lista del Patrimonio mondiale, con il supporto della società Ernst & Young181, che ha definito la metodologia e un modello per la

realizzazione dei piani di gestione182. Questo, partendo dalle migliori esperienze

178 Il Centro del Patrimonio Mondiale e le Organizzazioni Sussidiarie dell’UNESCO dal 2006 (dopo il supporto all’iniziativa da parte del Comitato nella sua trentesima sessione a Vilnius) redigono i c.d. Resource Manuals per fornire indicazioni mirate a tutti gli stakeholder coinvolti nel processo di identificazione e protezione dei siti. Sono tutti documenti online gratuitamente scaricabili al sito https://whc.unesco.org/en/resourcemanuals

179 Per maggiori informazioni sullo stato dei piani di gestione in Italia si cfr. i dati riportati da Koveos, Come disinnesco l’Unesco. Senza piani di gestione sedici siti perdono i fondi, 3 luglio 2013 e l’analisi di Badia, Monitoraggio e controllo della gestione dei siti UNESCO. Il piano di gestione

come opportunità mancata?, ottobre 2012, in

http://www.tafterjournal.it/2012/10/01/monitoraggio-e-controllo-della-gestione-dei-siti- unesco-il-piano-di-gestione-come-opportunita-mancata/

180 Si cfr. Il modello del piano di gestione dei Beni Culturali iscritti alla lista del Patrimonio

dell’Umanità. Linee Guida in http://www.unesco.beniculturali.it/index.php?it/15/metodologia

181 Si cfr. https://www.ey.com/it/it/home

182 Si cfr. MiBAC e Ernst & Young, Progetto di definizione di un modello per la realizzazione dei

96 internazionali di realizzazione di piani di gestione per i siti UNESCO, elabora un “approccio integrato” che unisce le esigenze di tutela e conservazione a quelle di sviluppo socio-economico territoriale183. Contributo fondamentale per la metodologia è

stata la programmazione del piano di gestione del sito “Le città tardo barocche del Val di Noto184”, influenzato dalle esperienze anglosassoni, in particolare dal sito “Frontiers of the Roman Empire”185, dove viene individuato un percorso che, attraverso un ampio

coinvolgimento e condivisione del processo, individua una serie di indicatori di realizzazione, di monitoraggio e di impatto.

Il risultato è uno strumento che si configura come un progetto integrato fra oggetti e soggetti diversi, sia in termini orizzontali (piani e programmi che appartengono allo stesso livello), sia verticali (che appartengono ad una gerarchia)186. Si tratta di un

processo in varie fasi: «le prime sono rivolte all'acquisizione della conoscenza dei valori che hanno motivato o che motiveranno l'iscrizione nella WHL e all'analisi delle risorse patrimoniali, del territorio e delle sue connotazioni socio-economiche. Si procede alla pianificazione strategica, partendo dalla definizione degli obiettivi di lungo periodo e scegliendo le strategie di conservazione del patrimonio e di valorizzazione culturale e socio-economica dell'area territoriale interessata187».

183 Il modello di partenza (si cfr. nota 249 per la consultazione) è stato presentato alla Conferenza di Paestum del 25 e 26 maggio 2004.

184 Per ulteriori informazioni si cfr. http://www.unesco.it/it/PatrimonioMondiale/Detail/137 185 Si cfr. https://whc.unesco.org/en/list/430

186 MiBAC e Ernst & Young, op. cit., 2005, p. 7

187 SIBILIO PARRI, Uno strumento di gestione del patrimonio culturale: il caso dei siti UNESCO,

97 Figura 24: fasi della metodologia nel modello Ernst & Young

Fonte: MiBAC e Ernst & Young, op. cit., 2005, p. 8

Indispensabile è una corretta mappatura degli stakeholder coinvolti e l’identificazione dell’area di riferimento, individuata secondo criteri culturali, storici, fisico-geografici, amministrativi, sociali ed economici e che può non corrispondere con il perimetro ufficiale del sito (inteso come core e buffer zone indicate nel dossier). Aumentando l’area, aumenta anche il numero di stakeholder coinvolti, che vanno classificati in base al grado di implicazione nei processi decisionali di programmazione dello sviluppo del sito. Dopo aver individuato il sito, è necessario, seguendo il modello MiBAC – Ernst & Young, impostare la strategia del piano gestionale secondo la rilevazione di quattro piani di azione progettuale:

1. Il piano della conoscenza: elabora un sistema informativo geo-referenziato e dinamico, in grado di individuare i punti di debolezza e le opportunità tramite l’analisi SWOT (che verrà approfondita in seguito)

98 2. Il piano di tutela e conservazione: ha come obiettivo la stesura organica delle azioni da intraprendere per conservare e tutelare le risorse patrimoniali dell’area di riferimento.

3. Il piano di valorizzazione: identifica e definisce un processo di valorizzazione culturale ed economica delle risorse del territorio in esame per creare una dinamica di crescita stabile nel tempo e sostenibile.

4. Il piano di comunicazione: conseguenza del piano di valorizzazione, la comunicazione interna ed esterna all’area di riferimento è indispensabile per promuovere il “sistema sito UNESCO”188.

In ultima fase sarà necessario costruire dei modelli attuativi definendo la struttura giuridica più idonea, il sistema gestionale adatto e il processo di program management. Con questa definizione si intende l’elaborazione di un programma che rappresenta «il documento di sintesi per l’implementazione, il monitoraggio e controllo dei feedback e il reporting del Piano di Gestione189». La Legge 20 febbraio 2006, n. 77 Misure speciali di tutela e fruizione dei siti italiani di interesse culturale, paesaggistico e ambientale, inseriti nella “Lista del patrimonio mondiale”, posti sotto la tutela dell’UNESCO (§

1.3.3.1,) ha definitivamente introdotto i Piani di gestione per i siti nazionali già iscritti alla Lista e adeguate misure di sostegno per attuarli.