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CONVENZIONE SUL PATRIMONIO MONDIALE E LA CANDIDATURA DEL SITO IN ESAME

3.3 LA CANDIDATURA UFFICIALE

3.3.2 LA VALUTAZIONE DELLA CANDIDATURA DA PARTE DELL’ICOMOS

3.3.2.1 Il processo di valutazione

Nel sesto allegato delle attuali (2017) Linee Guida operative per l’implementazione della Convenzione sul Patrimonio Mondiale267, vengono descritte le

procedure di valutazione delle candidature da parte delle Organizzazioni Sussidiarie e, in particolare, il punto A) definisce quelle dell’ICOMOS nell’analisi dei beni culturali, regolate dalle Policy for the implementation of the ICOMOS World Heritage mandate268 (ultima revisione nell’ottobre 2012). Queste definiscono pubblicamente l’approccio equo, trasparente e credibile che l’ICOMOS adotta nell’adempiere il proprio compito per l’UNESCO e il modo in cui evita conflitti d’interesse. La valutazione delle candidature è coordinata dal World Heritge Unit del Segretariato Internazionale dell’ICOMOS, in collaborazione con l’ICOMOS World Heritage Working Group269 e l’ICOMOS World Heritage Panel270.

Dopo aver studiato i dossier, fatto dei sopralluoghi in loco per verificare l’effettivo stato dei beni candidati e chiesto il parere ad esperti, viene stilata una bozza di valutazione esaminata dal World Heritage Panel, il quale può richiedere agli Stati parte delle informazioni aggiuntive, o fare delle raccomandazioni di modifica al dossier. Tutti i documenti raccolti durante questa fase vengono riuniti dal World Heritage Working

Group che invia il documento finale rivisto e definitivo al Centro del Patrimonio

267 Si cfr. http://whc.unesco.org/en/guidelines/

268 Si cfr.

https://www.icomos.org/images/DOCUMENTS/World_Heritage/ICOMOS_WH_Policy_paper_r ev201210_EN.pdf

269 Il World Heritage Working Group è composto da funzionari dell’ICOMOS, dal World Heritage

Unit e da consulenti ICOMOS. Si riunisce due o tre volte l’anno ed è responsabile della guida e

orientamento del lavoro relativo al Patrimonio Mondiale

270 Il World Heritage Panel è composto da membri del comitato esecutivo dell’ICOMOS e da esperti invitati ogni anno in base alla natura dei beni candidati.

145 Mondiale, il quale, a sua volta, lo farà analizzare dal Comitato per il Patrimonio Mondiale. Come Organizzazione Sussidiaria, l’ICOMOS fornisce delle raccomandazioni basate su analisi oggettive, rigorose e scientifiche, ma la decisione finale spetta al Comitato.

3.3.2.2 La valutazione del sito le “Opere di difesa veneziane tra XV e XVII

secolo”

Diverse sono le perplessità e le critiche mosse agli Stati parte che si leggono nelle considerazioni finali271, per rispondere alle quali i Paesi hanno redatto un allegato272 al

dossier di candidatura con tutte le informazioni supplementari richieste.

Il primo dubbio espresso dall’Organizzazione riguarda la decisione di non candidare le opere di difesa veneziane costruite in quel periodo storico in tutto il Mar Mediterraneo, soprattutto considerando che gli avamposti della Repubblica nel Levante furono fondamentali per costruire e difendere le rotte commerciali verso l’Oriente. Nelle informazioni aggiuntive fornite all’ICOMOS, gli Stati parte hanno chiarito che l’apparato difensivo della Serenissima, costruito tra il XV e il XVI nel Mar Mediterraneo, può essere raggruppato in tre segmenti: lo Stato da Tera, lo Stato da Mar Occidentale (il Mare Adriatico, conosciuto all’epoca come il “Golfo di Venezia”) e lo Stato da Mar Orientale. La candidatura include solo i primi due in quanto furono per un periodo più lungo sotto dominio veneziano, lasciando, però, aperta la possibilità di una futura aggiunta anche dei siti presenti nel Levante. Nel febbraio 2017, per eliminare ogni dubbio, venne aggiunto al titolo della nomina “Stato da Tera – Stato da Mar Occidentale”.

271 Si cfr. http://whc.unesco.org/en/list/1533/documents

272 UNESCO World Heritage List, The venetian works of defence between XV and XVII centuries.

146 Figura 31: mappa rappresentante la divisione in settori del dominio veneziano tra XV e XVII secolo

Fonte: Additional information, p. 8

Secondo gli Stati parte, le 15 città sono state scelte, tra tutte le opere difensive presenti nel contesto geografico e storico selezionato, perché rappresentative dei sistemi costruttivi “alla moderna” grazie a caratteristiche cronologico-tipologiche. Nonostante la valutazione dell’ICOMOS riconosca la correttezza dei valori individuati nelle opere candidate, l’ampia serie di fattori utilizzati per determinarne la selezione risulta essere confusionaria. Una prima considerazione riguarda la diversità quantitativa di esempi nella divisione tipologica proposta dagli Stati - città fortificate (Bergamo, Peschiera del Garda, Kotor, Ulcinj, Korčula), città fortezza (Palmanova), sistemi difensivi delle città di Venezia, Hvar e Zadar e singoli forti (Forte Mare di Herceg Novi e Forte di St. Nikola a Šibenik – giustificata da criteri basati sulla diversità geomorfologica delle componenti che si estendono tra la montagna (Bergamo), i laghi (Peschiera del Garda) e la pianura (Palmanova) e nel mare si trovano su penisole (Zadar), isole (Korčula, Hvar) e laguna (Venezia). In secondo luogo vengono espresse perplessità circa la sovrapposizione tipologica di alcuni elementi, quali il Forte di Sant’Andrea a Venezia e il

147 Forte di St. Nikola a Šibenik e le città fortificate di Korčula e Ulcinj. Infine, vengono sollevate delle critiche riguardo lo stato di conservazione di alcune opere nominate: nel complesso l’integrità del sito è garantita, ma analizzando i siti singolarmente questa varia a causa della pressione turistica e dalle trasformazioni subite negli anni (danni causati da conflitti, rifacimento di alcune parte sotto altri domini, restauri aggressivi). Seppur riconoscendo la volontà degli Stati di non ricostruire interamente la rete commerciale della Repubblica di Venezia, ma di fornire una selezione di opere che possano comunicare il funzionamento del sistema di difesa progettato dalla questa, l’ICOMOS ritiene che questo approccio abbia creato un ragionamento logico disorganico.

L’ultimo punto controverso riguarda l’inclusione del XV secolo: accreditato che siano avvenuti importanti cambiamenti storici e geo-politici che hanno gettato le fondamenta per le innovazioni che seguirono, questi non si riflettono nelle opere costruite nello stesso periodo, che sicuramente non possono essere considerate rappresentative delle novità portate dalle fortificazioni “alla moderna”.

Per tali motivi, in conclusione a questa analisi comparativa, l’ICOMOS ha ritenuto che non ci fossero sufficienti giustificazioni per l’inclusione specifica e necessaria di tutte le componenti e la denominazione dovesse nuovamente cambiare escludendo il XV secolo.