III.1. Committenza e fruizione: la risposta dell’impero alla creazione del nuovo ἥρως/θεός
III.1.2. Da culto “imperiale” ad adorazione “popolare”
III.1.2.1. Immagini “riciclate”: il reimpiego delle monete
Un’interessante testimonianza della ricezione delle immagini di Antinoo è costituita da una serie di monete emesse in onore del giovane, caratterizzate da modifiche effettuate in seguito alla loro coniazione, che indicano un reimpiego di tali emissioni (tab. 6.1)33.
Nella maggior parte dei casi si tratta di esemplari con uno (tab. 6.1, nn. 1, 6, 11, 13 e 16), due (tab. 6.1, nn. 2 e 9) o più fori (tab. 6.1, nn. 3 e 5).
Quando una moneta presenta un singolo foro è probabile che essa fosse stata riutilizzata come una sorta di ciondolo, mentre per i casi con due o più fori si può immaginare che fossero stati cuciti su indumenti o fissati ad altri oggetti34.
La trasformazione delle monete in pendagli è confermata da un esemplare battuto a Smirne, al quale venne aggiunto un anello di sospensione in ferro (tab. 6.1, n. 12). In quest’ultimo caso, come fa giustamente notare S. Heath, il fatto che il dritto, recante il ritratto di Antinoo, si conserva meglio rispetto al rovescio (raffigurante un toro), che è invece deteriorato, suggerisce che la moneta-ciondolo fosse stata usata con l’immagine del favorito di Adriano in vista. Ciò vale anche per quelle monete che presentano un singolo foro posizionato a ore 12:00 del dritto, come l’esemplare da Delfi, del quale doveva essere mostrato il lato con il busto e non quello con la statua
33 Brevi accenni a tali monete, alle quali non è stato ancora dedicato un approfondimento, si trovano in Blum 1913 a, 71-74; Blum 1914, 64; Meyer 1991, 248; Heath 2006; Galli 2007, 199-200; Galli 2012, 45; Pudill 2014, 99-101; Amandry - Küter 2015, 91; RPC III, 856-857, nota 83.
177 del bitinio (tab. 6.1, n. 6)35.
Sono poi noti casi di monete inserite in cornici circolari bronzee (tab. 6.1, nn. 8 e 17). A tali emissioni, così valorizzate, fu forse attribuita la funzione di amuleti, come viene ipotizzato da R. Pudill per un esemplare da Tarso modificato mediante dentellatura del bordo (tab. 6.1, n. 15)36.
A tutte queste monete, che furono verosimilmente reimpiegate come gioielli, ornamenti o amuleti, si devono infine aggiungere quegli esemplari trasformati in oggetti d’uso quotidiano. Sono infatti giunti fino a noi due specchietti (tab. 6.1, nn. 4 e 14) e due meridiane portatili (tab. 6.1, nn. 7 e 10), ricavati da monete emesse in onore del favorito di Adriano.
La scelta di ricavare degli specchietti da delle monete di Antinoo può essere ragionevolmente connessa alla nota bellezza del giovane, ben documentata sia dalle fonti letterarie37 ed epigrafiche38 che lo ricordano, che dalle immagini che lo rappresentano39.
Invece, per quanto riguarda la trasformazione delle emissioni in onore di Antinoo in meridiane, ciò potrebbe trovare una valida giustificazione nel legame del bitinio con gli astri, sancito dal suo catasterismo40.
Gli specchietti e soprattutto le meridiane portatili sono il risultato di un lavoro minuzioso. Non stupisce, dunque, che sull’asta della meridiana ricavata da una moneta da Bitinio/Claudiopoli (tab. 6.1, n. 10) si conservi la firma dell’artefice, comprensibilmente orgoglioso del proprio lavoro: ΙΟΥΛΙΟϹ Μ [Ε]ΠΟΙΕΙ 41.
Per le due meridiane ricavate dalle monete dedicate ad Antinoo non ci sono dubbi circa la loro antichità, in considerazione del fatto che la tipologia di questi orologi portatili (horologia viatoria) è senza dubbio attribuibile al periodo romano42.
Diversamente, la realizzazione in epoca antica degli altri interventi di modifica a cui furono sottoposte le emissioni sopra menzionate non è affatto scontata43. A tal 35 Heath 2006, 66. 36 Pudill 2014, 83-85. 37 SHA, Hadr. 14, 5-6. 38 AE 1975, 832. 39 Heath 2006, 70-71. 40 Adembri 2012, 101. 41 Buchner 1976, 331.
42 Per le meridiane portatili di epoca romana, si veda Galli - Pisani Sartorio 2009, 69, Sez. 1.3 a (E. Silvestro), con bibliografia precedente.
43 Heath 2006, 66-68: «Individually, each of these objects is impeachable as having been modified after antiquity» (p. 66); RPC III, 856-857, nota 83: «All these alterations show that the coins had a valued afterlife, whether in ancient or modern times...» (p. 857).
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proposito, è poi necessario ricordare che la mancanza di informazioni circa i contesti di rinvenimento di tali oggetti non consente di chiarirne in maniera definitiva la cronologia.
Ciononostante, credo che non sia casuale il fatto che tutti gli esemplari con tracce di reimpiego finora individuati appartengono al gruppo delle monete-medaglie (tab. 6.1)44. A mio avviso, infatti, ciò costituirebbe un elemento a favore della datazione degli interventi di modifica delle monete in epoca antica, vale a dire in un tempo in cui non si era dimenticata la loro funzione medaglistica e, verosimilmente proprio in virtù di questo valore aggiunto rispetto alle monete comuni, esse dovevano essere oggetto di particolare apprezzamento. Ritengo quindi assai probabile che si tratti di modifiche e di trasformazioni realizzate in epoca antica, anche se non è possibile fornire una cronologia più precisa. Si potrebbe naturalmente collocare gli interventi di reimpiego delle monete ancora in età adrianea, ma, allo stesso tempo, non ci sono motivi per escludere una loro datazione in un’epoca successiva.
Concludendo, le monete reimpiegate non forniscono nuove immagini di Antinoo, ma conservano le originarie effigi monetali del bitinio, che risultano così “riciclate” in oggetti che a un certo punto assunsero una funzione diversa rispetto a quella per la quale furono originariamente creati.
È importante osservare che, in tutti i casi rilevati, il reimpiego delle monete fu finalizzato alla conservazione e alla valorizzazione delle rappresentazioni di Antinoo, come dimostra il fatto che queste non furono mai cancellate da tali oggetti. Questi, dunque, pur cambiando funzione, continuarono a essere “veicoli” delle immagini del favorito di Adriano. Anzi, riportando un’efficace espressione di Heath, si potrebbe dire che esse furono sfruttate come «an easily available source of ready-made iconography»45.
La scelta di reimpiegare delle monete anziché realizzare nuovi oggetti con l’effigie del nuovo eroe/dio potrebbe costituire, secondo l’opinione di chi scrive, un indizio per l’attribuzione di tali materiali a persone non necessariamente appartenenti all’élite. In particolare, ciò potrebbe valere per le monete forate, che, a differenza degli specchietti e delle meridiane portatili, non richiesero certamente abili artefici. Alla luce di tali considerazioni, le monete reimpiegate potrebbero quindi essere lecitamente
44 Per le monete-medaglie, si veda il capitolo I.2. del presente lavoro. 45 Heath 2006, 68.
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considerate delle testimonianze di una venerazione “popolare” e più spontanea di Antinoo.