III.1. Committenza e fruizione: la risposta dell’impero alla creazione del nuovo ἥρως/θεός
III.1.2. Da culto “imperiale” ad adorazione “popolare”
III.1.2.3. Immagini di una venerazione spontanea: il caso dell’Egitto Dopo aver analizzato quelle testimonianze materiali di ambito non egiziano dalle
quali, a mio avviso, traspare l’affermazione di una venerazione “popolare” nei confronti di Antinoo, è ora opportuno soffermarsi sul caso dell’Egitto.
Qui, secondo gli studiosi, l’esistenza di una spontanea adorazione nei confronti del nuovo eroe/dio sarebbe ben documentata da molteplici testimonianze, tra le quali viene spesso ricordato l’ampio utilizzo di “Antinoo” come nome proprio, soprattutto da parte degli abitanti di Antinoopoli81.
80 Sono ancora valide, a tal proposito, le parole di J. Déchelette: «Ce médaillon est d’autant plus intéressant que la représentation d’Antinoüs, dont on a réuni de nombreux spécimens, soit en Italie, soit dans les pays d’Orient, ne s’était pas rencontrée jusqu’ici dans l’art gallo-romain» (Déchelette 1904, 285).
81 Blum 1913 a, 77-79; Meyer 1991, 245;Grenier 2012, 47. Si noti che, come giustamente osservato da G.H. Renberg (Renberg 2017, 514, nota 80), proprio la frequenza con cui venne utilizzato il nome “Antinoo” nell’onomastica privata egiziana, non consente di esprimersi con certezza riguardo a un discusso documento, spesso ricordato, anche recentemente (Smith et al. 2018, 53), come manifestazione di un’autentica devozione per il nuovo eroe/dio. Si tratta di una lamina di piombo iscritta, rinvenuta in un vaso insieme a una figurina fittile raffigurante una donna nuda, trafitta da numerosi spilli,
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Alla luce di ciò, sarebbe allora di grande interesse per la presente ricerca capire se e come tale fenomeno ebbe un riflesso nelle immagini.
Come si è già avuto occasione di osservare, la documentazione relativa alle immagini di Antinoo dall’Egitto è purtroppo assai scarsa. Delle tre rappresentazioni statuarie a noi note, la dedica da parte di Julius Fidus Aquila va verosimilmente intesa come un atto pubblico con finalità politiche, mentre, per quanto riguarda la testa di Berlino (cat. 14) e il piccolo busto in alabastro di Stoccarda (cat. 78), la mancanza di informazioni sulle circostanze del loro rinvenimento non consente di pronunciarci con certezza circa la loro originaria destinazione.
In questa povertà di immagini, emerge però uno straordinario documento. Si tratta di una machera funeraria di un giovane, oggi conservata in una collezione privata greca. Essa mostra un adolescente avvolto in un mantello fissato da una spilla il cui disco è costituito da una moneta (o meglio, una moneta-medaglia82) recante un busto di Antinoo, quest’ultimo raffigurato davanti a quello che sembra essere un crescente lunare. La maschera, che è stata datata tra la fine del principato adrianeo e l’inizio dell’età antonina, proviene dal mercato antiquario, ma, sulla base della presenza della rappresentazione di Antinoo, ne è stata supposta la provenienza da Antinoopoli83. Questo oggetto è stato finora solo brevemente ricordato da alcuni studiosi, che lo hanno considerato una testimonianza della connotazione funeraria che Antinoo dovette assumere in Egitto. È stato infatti supposto che la presenza dell’effigie del bitinio avesse potuto garantire al defunto una vita dopo la morte84.
Certamente, la rappresentazione della spilla con il ritratto di Antinoo indica una venerazione da parte del giovane defunto nei confronti del nuovo eroe/dio. A ciò, si deve poi aggiungere che tale adorazione ebbe senza dubbio un carattere intimo e spontaneo, dato il contesto di destinazione della maschera.
probabilmente proveniente dai dintorni di Antinoopoli (Parigi, Musée du Louvre, inv. n. E 27145. III/IV secolo d.C.). Nel testo (greco) iscritto sulla tavoletta, un uomo di nome Sarapammon si rivolge allo spirito di un certo Antinoo affinché garantisca la fedeltà della donna amata. L’identità del soggetto invocato è però dubbia: questi potrebbe infatti essere il favorito di Adriano oppure un altro defunto con lo stesso nome; a favore di quest’ultima ipotesi, si deve ricordare l’antica pratica egiziana di rivolgersi a un parente o a un a un amico scomparso per chiedere favori (Per il testo si rimanda a: Kambitsis 1976; Beard - North - Price 1998, 266-267, n. 11.5 a).
82 La moneta qui raffigurata non è riconducibile a uno specifico tipo monetario, ma, in considerazione di quanto affermato in precedenza sul reimpiego delle monete di Antinoo (paragrafo III.1.2.1.), è del tutto plausibile che si tratti di una moneta-medaglia.
83 Grimm 1974, 70-71.
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Dunque, alla luce di quanto appena detto, è possibile affermare che questa maschera funeraria rechi un’immagine di Antinoo derivata da una venerazione spontanea per il favorito di Adriano.
Per il momento, essa è un unicum, ma è plausibile che in futuro vengano individuate altre testimonianze analoghe. È stato, infatti, osservato come anche in un frammento di un ritratto funerario di un uomo di nome Antinoo, riportato alla luce nel 1983 durante gli scavi belgi ad Assasif (Tebe, tomba n. 196) e conservato a Tebe Ovest (magazzino della tomba 26), la veste sia fissata mediante una spilla costituita da una moneta recante un ritratto, probabilmente da identificare con l’effigie del favorito di Adriano. Tale supposizione è stata avanzata facendo riferimento alla somiglianza con la rappresentazione nella maschera appena analizzata e al nome del defunto85. A ciò si potrebbe, a mio avviso, aggiungere che la moneta qui riprodotta è inserita in due cornici circolari e, come precedentemente visto, monete-medaglie di Antinoo poste tra cornici circolari bronzee sono a noi note (tab. 6.1, nn. 8 e 17). Tuttavia, si deve purtroppo ammettere che il pessimo stato di conservazione dell’effigie monetale, non consente di essere certi circa la sua attribuzione al bitinio.
In ogni caso, per quanto riguarda la modalità della ricezione dell’immagine di Antinoo, sicuramente espressa dalla maschera della collezione privata, non può passare inosservato come quest’ultima, con la riproduzione della moneta-spilla del bitinio, confermi l’uso di reimpiegare le monete emesse in onore del favorito di Adriano, di cui si è parlato in precedenza. Emerge, dunque, ancora una volta il ruolo di rilievo delle fonti numismatiche nella diffusione non solo del culto, ma anche delle immagini di Antinoo.