II.1. Contesti di provenienza e luoghi di esposizione: diffusione e funzione delle immagini scultoree
II.1.4. Contesti pubblic
II.1.4.1. Le terme di Leptis Magna
Durante gli scavi condotti negli anni Venti del secolo scorso da R. Bartoccini nelle terme adrianee di Leptis Magna, fu rinvenuta la statua di Apollo nel tipo Liceo che
il tempio della divinità principale, a cui seguirono anche altri edifici in età antonina. Se consideriamo infine che più in generale l’età adrianea rappresenta un momento di importante ridefinizione del culto con l’introduzione di alcuni momenti centrali del ciclo festivo di Cibele, vale a dire le canneforie, le dendroforie e il Dies sanguinis, anche la presenza di Antinoo in relazione a precisi contesti riservati al culto di Cibele può considerarsi come una sorta di catalizzatore, un nuovo importante fattore di attrazione nella ridefinizione del culto e, nondimeno, costituire un elemento di mediazione tra imperatore e nuovi adepti» (Galli 2012, 57).
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presenta, al posto del volto originario, un ritratto di Antinoo, attualmente conservata nel Museo Archeologico di Tripoli (cat. 82). Più precisamente, il corpo e le parti anteriore e posteriore della testa furono riportati alla luce in due momenti diversi:
«Quando si rinvenne la statua, abbattuta bocconi innanzi al suo piedistallo, essa presentava sulla parte anteriore del collo un taglio netto a becco di flauto, con l’orlo inferiore lisciato come per adattarvi un corpo estraneo. Difficilmente però si sarebbe potuto supporre quanto ci rivelarono alcune scoperte avvenute più tardi.
Gli scavi infatti, nel loro proseguimento, ci restituirono una faccia di Antinoo e la zona occipitale della testa originaria dell’Apollo. I due pezzi, giustapposti, combaciarono perfettamente fra di loro e col collo, sicché non ci fu più alcun dubbio, che, in epoca databile con quasi certezza, si scalpellò il volto del Dio di Delfi e al suo posto si applicò quello del nuovo nume creato dal servilismo dei Greci verso Adriano (post 130 d. Cr.)»120.
Il corpo e i frammenti della testa furono rinvenuti nella piscina occidentale del frigidarium121. Tuttavia, non è detto che questa fosse la sede originaria della scultura, dal momento che, come affermato dallo scavatore stesso, «nessun pezzo di scultura è stato rinvenuto a diretto contatto col pavimento antico; essi furono evidentemente rimossi dalle loro basi quando il primo interramento dell’edificio era già avvenuto, specie nelle piscine il cui fondo era situato ad un livello inferiore a quello delle sale»122. Secondo la più recente proposta di ricontestualizzazione dell’arredo scultoreo delle terme avanzata da P. Finocchi, la statua doveva essere originariamente collocata nell’esedra porticata occidentale della palaestra, un luogo in cui, secondo Finocchi, sarebbero state disposte anche le statue di Adriano e di Sabina (oggi perdute) e che, dunque, avrebbe avuto una funzione di aula di rappresentanza123.
Il momento in cui avvenne la sostituzione del volto della statua di Apollo con il ritratto di Antinoo è difficile da determinare. Il complesso termale, infatti, restò in
120 Bartoccini 1929, 115. 121 Ivi, 78.
122 Bartoccini 1929, 100. A tal proposito, si veda anche Finocchi 2012, 139-140.
123 Finocchi 2012, 141-142. L’ipotesi di ricontestualizzazione delle sculture provenienti dalle Terme di Adriano avanzata da P. Finocchi si basa sulla documentazione archeologica e soprattutto sugli appunti e le fotografie di M. Floriani Squarciapino, alla quale fu affidato lo studio di tutto il materiale scultoreo rinvenuto negli scavi condotti a Leptis Magna fino al 1963 (Finocchi 2012, 140).
127 funzione almeno fino agli inizi del IV secolo124.
Sulle motivazioni che portarono a tale intervento Bartoccini scrisse: «... non si credette di poter rendere altrimenti omaggio all’imperatore regnante, forse per mancanza di spazio, ma con probabilità anche per motivi economici. Ne venne così fuori un insieme ibrido, sgradevole per giunta...»125; «Intorno alla sostituzione della faccia dell’Apollo delfico con quella di un Antinoo-Bacco non mi sembra ci sia da far congetture speciali. Servilismo di sudditi, ignoranza di artefici, forse anche grettezza di donatori, composero questo ibrido prodotto...»126.
L’opera viene generalmente considerata come un esempio di devozione nei confronti di Antinoo da parte degli abitanti di Leptis, che avrebbero volontariamente sostituito il volto della divinità delfica con quello del nuovo dio, forse in vista di una visita dell’imperatore127.
Tuttavia, sebbene l’idea di una sostituzione volontaria avvenuta per omaggiare Adriano sia molto suggestiva, non è detto che questa corrisponda alla realtà dei fatti. In effetti, mi sembra improbabile che il ritratto del bitinio fosse stato creato per questa sostituzione, dal momento che, in tal caso, il giovane sarebbe stato rappresentato senza corona oppure con un attributo apollineo. La presenza della corona di foglie d’edera e corimbi mi induce piuttosto a supporre che il ritratto appartenesse originariamente a una scultura di Antinoo assimilato a Dioniso. Se così fosse, bisognerebbe ammettere che a Leptis già esisteva un’immagine del favorito di Adriano. Per quale motivo, allora, si sarebbe dovuto asportare il volto di Apollo e tagliare quello di una scultura preesistente del bitinio per creare l’‟ibrido” giunto sino a noi? Inoltre, perché intervenire in un modo così brusco su una statua di divinità? Nel caso in cui si fosse voluta una trasformazione dell’Apollo in Antinoo, non sarebbe stato più conveniente procedere mediante una rilavorazione del volto del dio?
Alla luce di tali considerazioni, sarei propensa piuttosto a pensare che il volto di Apollo venne sostituito con quello di Antinoo in seguito a un danneggiamento del primo. In tal caso, non è detto che la sostituzione fosse avvenuta in epoca adrianea. Essa, infatti, potrebbe essere stata effettuata in una fase successiva, forse in un
124 Costruite tra il 126 e il 127 d.C. e inaugurate nel 137 d.C., le terme furono oggetto di ristrutturazioni e rifacimenti al tempo di Commodo e di Settimio Severo e di restauri e abbellimenti nel IV secolo. Esse vennero definitivamente abbandonate solamente nel VI secolo, quando Giustiniano I non le incluse all’interno delle mura che fece costruire in difesa della città (Finocchi 2012, 1).
125 Bartoccini 1929, 78. 126 Ivi, 118-119. 127 Meyer 1991, 82-83.
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momento in cui non ci si fece scrupoli a distruggere un’immagine di Antinoo per riparare la statua di Apollo. Secondo questa interpretazione l’attenzione sarebbe stata dunque rivolta alla statua del dio, piuttosto che all’immagine del favorito di Adriano. Per il momento, questa è solo un’ipotesi, con la quale non si intende sostituire l’interpretazione tradizionale. In assenza di un’adeguata documentazione fotografica e soprattutto di un’analisi autoptica, non mi è infatti possibile, effettuare una verifica degli aspetti tecnici della scultura, tramite i quali si potrebbe cercare di risolvere il caso128.
Infine, si ricorda che il culto di Antinoo a Leptis Magna è attestato anche da un documento epigrafico di età adrianea, rinvenuto nel Foro Vecchio della città, presso il tempio di Liber Pater, in cui il giovane è definito Deus Frugiferus129.
Proprio sulla base di questa iscrizione, secondo C.W. Clairmont, si potrebbe pensare a un’originaria appartenenza del ritratto di Antinoo a una statua del giovane rappresentato come Deus Frugiferus, disposta nel tempio di Liber Pater130. Questa proposta è stata poi rigettata, a mio avviso troppo frettolosamente, da H. Manderscheid, che, così come gli studiosi successivi, non si è soffermato sull’origine del ritratto di Antinoo, considerandolo piuttosto come una creazione finalizzata alla statua di Apollo disposta nelle terme131.
Tuttavia, sulla base di quanto detto sopra e alla luce della documentata associazione tra Dioniso e Liber Pater132, ritengo che non si possa escludere che il ritratto di Antinoo appartenesse in origine a una scultura del bitinio rappresentato nelle vesti di Dioniso o, più specificamente, di Deus Frugiferus, collocata nel tempio di Liber Pater.