I.2. Immagini riflesse nelle monete: il contributo delle fonti numismatiche
I.2.3. La funzione delle monete dedicate ad Antinoo
Le emissioni monetali dedicate ad Antinoo sono state suddivise dagli esperti di numismatica in due principali gruppi32:
1. Le monete emesse da Hostilius Marcellus (Corinto), Vetourios (Mantinea), T. Flavius Aristotimos (Delfi), Cio/Prusias ad Mare, Hippon (Calcedonia), Nicomedia, Bitinio/Claudiopoli, Tio, Adrianotere, Gesios (Adramittio), I. Pollion (Pergamo), Claudius Candidus Iulianus (Stratonicea), Hieronumos (Cyme), M. Antonius Polemon (Smirne), Iulius Saturninus (Ancyra) e Tarso vengono definite monete-medaglie o monete con funzione medaglistica (“medallic” coins), in quanto le loro caratteristiche (metallo, diametro, peso, tipi e legende) differiscono totalmente o in parte da quelle delle altre emissioni battute dalle stesse zecche. Esse furono realizzate separatamente rispetto alle serie monetali dedicate ad Adriano e agli altri membri della famiglia imperiale. 2. Le altre sono considerate monete comuni (ordinary civic coins), dal momento che le loro caratteristiche corrispondono a quelle delle altre emissioni provenienti dalle medesime zecche; inoltre, in alcuni casi esse presentano gli stessi rovesci delle monete dedicate ad Adriano e agli altri membri della famiglia imperiale (Sabina e L. Elio Cesare)33.
Dunque, buona parte delle emissioni in onore di Antinoo è costituita dalle monete- medaglie, la maggior parte delle quali fu dedicata da individui illustri. La loro esatta funzione non è stata ancora chiarita. In particolare, allo stato attuale delle nostre conoscenze, non si può dire se esse avessero avuto una vera e propria circolazione, dal momento che, fatta eccezione per una moneta da Bitinio/Claudiopoli rinvenuta presso l’anfiteatro di Serdica (attuale Sofia)34, i contesti di provenienza di tali emissioni non sono noti. Si è pensato che potesse trattarsi di una sorta di monete commemorative, coniate per occasioni speciali, forse per dei giochi che si svolgevano in onore del
32 Si è scelto di riportare la suddivisione presentata da Amandry - Küter 2015, perché ritenuta più chiara. In RPC III si propone di classificare le monete in tre gruppi, aggiungendo una categoria (la n. 2), in cui sono inserite delle emissioni che in realtà possono essere incluse nei due gruppi principali. Si fa notare che già in Blum 1914, 63, si trova la distinzione delle monete in due gruppi.
33 Amandry - Küter 2015, 86; RPC III, 855-856. 34 Paunov 2010.
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giovane35. In ogni caso, alla luce delle loro caratteristiche di unicità, si può affermare che, diversamente dalle monete comuni, le monete-medaglie fossero maggiormente legate alla sfera cultuale.
I.2.4. Legende
Nelle legende sui dritti delle monete dedicate ad Antinoo il giovane viene principalmente definito ἥρως/heros (Calcedonia; Nicomedia; Tio; Sinope; Amiso; Cizico; Mitilene; Pergamo; Stratonicea; Cyme; Smirne; Efeso; Filadelfia; Tmolo; Sardi; Sala; Tarso; Mallo; Aigai; Alessandria). In due casi tale denominazione è accompagnata da un ulteriore epiteto: ad Adrianotere il giovane viene chiamato ἥρως ἀγαθός, cioè “eroe valoroso” facendo forse riferimento al suo valore nell’attività della caccia36, mentre negli esemplari emessi da T. Flavius Aristotimos (Delfi) Antinoo viene definito ἥρως προπύλαιος, cioè “che sta davanti alla porta”37. Inoltre, come affermato da P.P. Koemoth, pare che il genitivo ΑΝΤΙΝΟΟΥ, che compare sul dritto delle monete coniate ad Alessandria, corrisponda ad Ἁντινόου (πόλις) e che, di conseguenza, nelle emissioni alessandrine Antinoo venga definito come “eroe di Antinoopoli”38.
Nelle monete battute ad Argo, Nicopoli e Ancyra, invece, si trova la denominazione θεός. Si segnala che anche nelle emissioni monetali di Bitinio/Claudiopoli viene sempre usato l’appellativo θεός, con l’eccezione di un esemplare (RPC III, n. 1109), che reca la denominazione ἥρως; si tratta, tuttavia, di una moneta che è stata rilavorata. Antinoo è poi denominato Πάν nelle monete battute a Cio/Prusias ad Mare, così come in un esemplare la cui zecca non è stata ancora definita (RPC III, n. 6570), e Ἴακχος nell’emissione dedicata da Gesios (Adramittio).
35 Toynbee 1944, 66; Weber 1979, 70; RPC III, 856, nota 83.
36 Per tale interpretazione si vedano Jones 2010, 82; Cadario 2012, 71, e Galimberti 2012, 19. Non sappiamo se Antinoo avesse partecipato con Adriano all’uccisione di un’orsa, la cui testa compare sul rovescio di alcune monete emesse da Adrianotere in onore del giovane (RPC III, n. 1631). In ogni caso, non ci sono dubbi che il bitinio avesse praticato l’attività della caccia con l’imperatore, come è ricordato nel poema di Pancrate (a tal proposito, si veda il capitolo I.1.)
37 Sul significato di questo epiteto, che sembra essere connesso con il luogo in cui era collocata la statua di Antinoo rinvenuta a Delfi (cat. 34), si rinvia al capitolo II.1.
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Infine, si deve notare che in alcune emissioni monetali di Tarso gli epiteti riferiti ad Antinoo si trovano anche nei rovesci, in esergo: qui il giovane viene definito νέος Ἴακχος (RPC III, 3288-3291) e νέος Πύθιος (RPC III, 3292-3293).
Dunque, dalle legende presenti sulle monete coniate in onore del bitinio emerge che il giovane era ritenuto soprattutto un eroe (ἥρως/heros), ma anche un dio (θεός). La scelta dell’una o dell’altra designazione era dovuta al modo in cui la figura di Antinoo venne recepita nei vari contesti in cui furono battute le monete in suo onore39. A tal proposito, non stupisce che nelle monete di Bitinio/Claudiopoli, sua città natale, Antinoo venisse sempre chiamato θεός: in tale contesto, infatti, egli doveva essere ritenuto un dio di una certa importanza, considerando anche l’orgoglio con cui la città si definiva come sua patria nelle legende dei dritti delle monete da essa coniate (Η ΠΑΤΡΙϹ ΑΝΤΙΝΟΟΝ ΘΕΟΝ). Diversamente, al momento non conosciamo le ragioni per cui anche nelle emissioni di Argo, Nicopoli e Ancyra fosse utilizzata tale denominazione.
Gli altri appellativi mostrano come in alcuni casi Antinoo avesse assunto i connotati di altre divinità, rispecchiando così quella molteplicità di forme che caratterizzavano il suo culto.
Nelle monete emesse da Cio/Prusias ad Mare il bitinio è denominato “Pan” (Πάν) e, quindi, è caratterizzato come una divinità della natura. Si tratta di una connotazione che trova riscontro in altre testimonianze, come è stato detto nel capitolo precedente, ma non sappiamo se Cio/Prusias ad Mare avesse avuto delle particolari motivazioni per scegliere tale denominazione.
Più singolari sono i casi dell’emissione di Adramittio, dove Antinoo è definito “Iacco” (Ἴακχος) e di Tarso, sulle cui monete il bitinio è denominato “novello Iacco” (νέος Ἴακχος) e “novello Pizio” (νέος Πύθιος).
Gli appellativi “Iacco” e “novello Iacco” fanno pensare alle celebrazioni misteriche, alle quali riconducono anche le rappresentazioni che si trovano sui rovesci delle monete che recano tali epiteti: nel caso di Adramittio abbiamo una raffigurazione di Demetra Eleusinia, mentre nelle emissioni di Tarso si trova una cista mistica. La scelta di tali epiteti potrebbe forse essere connessa con i misteri che venivano celebrati
39 Su tale aspetto, si vedano Jones 2010, 75-83; Renberg 2010, 171-172, nota 47; Renberg 2017, 515, nota 82; Smith et al. 2018, 39. Si segnala, però, che G.H. Renberg ritiene che nelle legende delle monete emesse da Bitinio/Claudiopoli fossero stati utilizzati sia θεός che ἥρως, non considerando la rilavorazione dell’esemplare recante quest’ultimo appellativo (RPC III, n. 1109).
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in onore di Antinoo. Bisogna, infatti, ricordare che Pausania ci informa delle celebrazioni misteriche che si tenevano a Mantinea ogni anno in onore del bitinio40; inoltre, sembra che anche a Bitinio/Claudiopoli si svolgessero dei misteri in onore del favorito di Adriano41.
Infine, l’appellativo di “novello Pizio” che si trova su alcune delle monete emesse da Tarso indica come Antinoo fosse considerato anche un “nuovo Apollo” e fa verosimilmente riferimento alle capacità oracolari che il nuovo eroe/dio, come Apollo, aveva, e che sono ricordate da Sparziano42.
Le legende sui rovesci sono costituite dai nomi delle città in cui le monete vennero battute, con l’eccezione dei conii di Alessandria, dove si trova solamente l’indicazione della datazione delle emissioni. Quando si tratta di monete fatte coniare da personaggi eminenti, i rovesci recano al nominativo il nome dell’autorità emittente e al dativo il nome dei concittadini ai quali era rivolta la dedica, che è espressa dal verbo ἀνέθηκε. Tuttavia, è necessario precisare che non sempre si trovano tutti e tre questi elementi. Inoltre, sono documentate delle varianti di tale formula: in RPC III, n. 1738 (Pergamo) e RPC III, nn. 1786-1787 (Stratonicea) il nome del dedicante è al genitivo preceduto da ἐπί e quello dei destinatari è al genitivo plurale(tab. 2.2).