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Gli interventi a seguito del disastro per la riduzione del rischio: l’installazione di filtri a

5.1. L’installazione di filtri a carboni attivi per la purificazione dell’acqua

Nel 2013, la Regione Veneto ha richiesto all’Istituto Superiore di Sanità e al Ministero della Salute un parere sui rischi immediati per la popolazione, derivanti dalla presenza delle sostanze PFAS nell’acqua323. L’ISS, pur rassicurando inizialmente che non vi fosse un

rischio immediato per la popolazione esposta, consigliava a scopo cautelativo l’adozione di misure di trattamento delle acque potabili per l’abbattimento dei PFAS. Pertanto, sotto la guida della Regione e in coordinamento con ARPAV, Aziende ULSS, Comuni ed Enti Gestori dei Servizi Idrici Integrati, sono state messe in atto una serie di iniziative per tenere sotto controllo le concentrazioni dei PFAS nelle acque destinate al consumo umano. Tra i provvedimenti presi nell’ambito della messa in sicurezza d’emergenza, vi è stata l’apposizione di filtri a carboni attivi nei pozzi vulnerati dall’inquinamento per ridurre l’esposizione agli inquinanti324.

A partire dal 2013 sono quindi stati create alcune barriere per l’emungimento dell’acqua, posizionate nel lato più a sud dello stabilimento della ditta Miteni, a valle dalla sorgente, e si è adottato un sistema di depurazione costituito dai suddetti filtri a carbone attivo. Le attività di messa in sicurezza sono state poi successivamente ampliate nel corso degli anni, e attualmente nel sito è presente un sistema costituito da tre barriere posizionate in vari punti dello stabilimento correlate da circa una decina di filtri a carbone attivo. Per monitorare l’efficacia di tali sistemi si effettuano periodicamente prelievi al fine di verificare il rispetto dei limiti normativi per le acque sotterranee325.

321 Camera dei Deputati, Senato della Repubblica, Relazione di aggiornamento, Op. cit.

322 GASPARINI M., Chimica, parla il ministro Sergio Costa: “Pfas, andremo verso vincoli più stringenti”, 28 luglio 2020, in https://alessandrianews.ilpiccolo.net.

323 Deliberazione della Giunta Regionale n. 1874 del 14 ottobre 2014, Approvazione del Documento contenente le

procedure regionali di indirizzo e del Piano di monitoraggio regionale relativi alla presenza delle sostanze perfluoro alchiriche (PFASs) nelle acque ad uso potabile, Bollettino Ufficiale della Regione del Veneto n. 105 del 31 ottobre 2014.

324 Si tratta di un procedimento nel quale le molecole di contaminanti sono trattenuti sulla superficie di solidi porosi per effetto di legami di natura sia fisica che chimica.

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Effettivamente, nel 2018 i filtri a carboni attivi messi a punto risultavano funzionare, lo scarico delle acque di raffreddamento nel torrente Poscola sembrava essere sotto controllo rispetto ai limiti fissati dalla Regione e anche la concentrazione dei PFAS a livello di flusso sotterraneo nella falda risultava diminuita326. Alcuni studi, tuttavia, hanno

osservato che in base alle conoscenze disponibili la purificazione dell’acqua con filtri a carboni attivi potrebbe non essere il metodo più efficace nell’eliminare completamente i PFAS, in particolare quelli a catena corta327.

5.2. La bonifica

Dopo le rivelazioni dell’IRSA-CNR, Miteni ha inviato agli enti competenti la notifica di superamento delle concentrazioni di soglia di contaminazione (CSC) ex art. 245 del d.lgs. 152/2006328. Si noti come Miteni abbia fatto ciò in qualità di soggetto non responsabile

della contaminazione, precisando che il responsabile dovesse essere individuato nella precedente società Rimar Chimica e nel grave inquinamento avvenuto negli anni ‘70. Ancora oggi i portavoce di Miteni mantengono tale posizione, riconducendo l’inquinamento alla precedente gestione, e ribadendo che “la presenza nella falda delle sostanze […] non è in alcun modo imputabile alla scrivente società” e “in ogni caso, non può esservi alcun contributo attuale alla riscontrata presenza nella falda delle sostanze”329.

Ad ogni modo, dopo la comunicazione del superamento delle CSC presentata dalla ditta, gli enti hanno dato seguito all’iter amministrativo di bonifica del sito secondo le procedure previste dagli artt. 242 ss. del d.lgs. 152/2006. In questa sede non ci si soffermerà sul processo di bonifica in questione, il quale risulta particolarmente complesso e articolato e, nel caso di specie, necessita ancora di tempi lunghi per la sua ultimazione.

Entro 18 mesi dall’autodenuncia del 2013 l’azienda era chiamata a progettare la bonifica definitiva, tuttavia solo nel dicembre del 2019, dopo diverse sollecitazioni da parte della regione, Miteni ha presentato un piano di messa in sicurezza operativa, cioè un intervento provvisorio. Nelle more di questo processo, lo stabilimento resta una fonte attiva di contaminazione, perché le barriere idrauliche esistenti non bloccano del tutto le sostanze nocive. Senza la bonifica dei terreni, la falda non potrà mai essere decontaminata completamente. La definizione di un piano di bonifica spetta a una conferenza dei servizi con enti locali, autorità sanitarie, azienda e varie parti sociali che, come è facile intuire, non si concluderà senza ampi sforzi da tutti i soggetti interessati330.

326 Camera dei Deputati, Senato della Repubblica, Relazione di aggiornamento, Op. cit., p. 37 ss.

327 APPLEMAN T.D., et al., Treatment of poly- and perfluoroalkyl substances in U.S. full-scale water treatment systems, in

Water Research, 2014, 51, p. 246-255, in https://doi.org/10.1016/j.watres.2013.10.067; RAHMAN M.F., PELDSZUS S., ANDERSON W.B., Behaviour and fate of perfluoroalkyl and polyfluoroalkyl substances (PFASs) in

drinking water treatment: a review, in Water Research, 2014, 50, p. 318-340, in

https://doi.org/10.1016/j.watres.2013.10.045.

328 Per concentrazioni soglia di contaminazione (CSC) si intendono quei livelli di contaminazione delle matrici

ambientali al di sopra dei quali è necessaria la caratterizzazione del sito e l'analisi di rischio sito specifica. 329 Relazione preliminare del Nucleo Operativo Ecologico (NOE) di Treviso (Comando Carabinieri per la Tutela dell’Ambiente), Op. cit.

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6. Esposizione a PFAS e rischi per la salute: la letteratura scientifica