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INTERVISTA AD ANNA E A BRUNO

Nel documento Ricomincio da me (pagine 71-77)

Ricomincio da me L’identità delle scuole di seconda oc

INTERVISTA AD ANNA E A BRUNO

I due intervistati sono una ragazza classe ’88, che chiameremo Anna, e un ragazzo classe ’89, che chiameremo Bruno. Hanno frequentato il CTP “Saba” nell’anno scolasti-co 2004/2005.

Che esperienza è stata la scuola media? Raccontatemi le esperienze positive.

A: “Ho incontrato delle vere amiche. Ancora oggi, nonostante che frequentiamo scuole diverse, siamo ancora in contatto, la cosa buff a è che siamo diventate molto amiche dopo che io ho abbandonato la scuola.”

B: “Io mi ricordo che facevo sempre casino, era divertente, facevo ammattire sempre i bidelli.”

Altri ricordi positivi?

A: “Mi piacevano alcune materie, come italiano o scienze.”

B: “Ho conosciuto G., il mio migliore amico (anche lui lo scorso anno al CTP Saba. ndr) e con lui abbiamo preso la decisione di andare insieme per prendere la III media.”

Passiamo ai ricordi negativi. Ne avete?

A: “Il mio peggior ricordo è legato alla mia timidezza, non riuscivo ad aprirmi con i miei compagni e non riuscivo a farmi capire dai miei professori, credo che quando mi sono ritirata in III media nessuno se n’è accorto.”

Mi dicevi che dopo il tuo ritiro da scuola hai scoperto di avere delle amiche…

A: “Si, ma anche con loro durante l’ultimo anno non riuscivo a parlarci, non è colpa loro né dei professori, sono così io, sono timida.”

B: “I miei ricordi negativi sono tutti legati allo studio, non mi piaceva nessuna mate-ria, solo ginnastica e laboratori di computer.”

E il tuo rapporto con gli insegnanti?

B: “Mi sgridavano sempre e mi mettevano delle note sul diario ma erano quasi tutti simpatici… tranne un paio.”

Quali sono le ragioni dell’abbandono scolastico?

A: “Sempre per la mia timidezza, a scuola non andavo malissimo (ma neanche be-nissimo), ad un certo punto mi sentivo sempre osservata per il mio aspetto fi sico (ora sono molto dimagrita rispetto a due anni fa), mi sentivo sempre male e fi nivo per saltare settimane intere di scuola, il più delle volte inventavo le malattie.”

B: “Non mi piaceva proprio andare a scuola, non volevo studiare e non studiavo mai né a scuola né a casa.”

Quali sono state le reazione degli altri (genitori, insegnanti, compagni di scuola, amici)?

A: “Mia madre si è molto arrabbiata, i miei insegnanti hanno cercato di convincermi, soprattutto la prof. di matematica, i miei compagni come ti dicevo non ci parlavo quasi mai e per quanto riguarda i miei amici/che non è che ne avessi molti all’epoca e comunque non delle grandi amicizie.”

B: “I miei genitori si sono incazzati e mio padre mi ha detto che sono un fallito, i miei insegnanti mi hanno spedito una lettera a casa ed hanno fatto venire i miei genitori a scuola, i miei compagni erano dispiaciuti e i miei amici un paio di loro mi hanno suggeristo il CTP ore perché anche loro le avevano fatte dicendomi: In un anno solo ne fai tre.”

Qual è stata la gradualità dell’allontanamento a scuola?

A: “Come ti dicevo prima un po’ per volta, sono stata male per un po’ e poi ne ho ap-profi ttato, nell’ultimo anno a scuola ho frequentato fi no a gennaio, poi piano piano ho cominciato a fare assenze sempre più lunghe.”

B: “Nell’ultimo anno “tagliavo” spesso, ho iniziato già a novembre e poi a marzo ho detto ai miei genitori che non volevo più andare a scuola e che volevo lavorare.”

Quali sono state le vostre sensazioni subito dopo l’abbandono e cosa avete fatto subito dopo?

A: “Me ne sono subito pentita, diciamo verso la fi ne dell’anno scolastico. Avrei voluto tornare a scuola ma mi vergognavo a farlo, pensavo che mi avrebbero “sfottuta”

visto che avevo già perso un anno. Così ho aspettato un anno e poi mi sono iscritta

al CTP. In questo anno ho dato una mano in casa a mia madre e assistito mia zia molto malata.”

B: “All’inizio ero contento, dopo qualche settimana avevo iniziato a lavorare (dava una mano in un negozio di amici dei genitori. ndr). Poi ho scoperto che senza III media non si va da nessuna parte.”

Se si potesse tornare indietro nel tempo rifareste tutto questo? Abbandone-reste di nuovo la scuola?

A: “Sicuramente no. Ma curerei meglio il mio aspetto fi sico già da prima.”

B: “Sono stato poco furbo, dei miei amici hanno studiato quel tanto che basta per avere la suffi cienza e prendere la III media, ora molti di loro fanno dei corsi di scuola-lavoro (i corsi professionali) e alcuni hanno già fi nito e stanno lavorando.”

Mi fate una comparazione con il CTP?

A: “Mi sono accorta che 2 ore al giorno sono poche per poter capire e studiare tutto e infatti sono molto pentita, spero di recuperare con questo corso che intendo fare.”

B: “Per me 2 ore erano già tante ma mi sono divertito a fare i laboratori con lei” (il volontario dell’associazione. ndr).

Cosa conta per andare bene a scuola? Le capacità individuali? La voglia di studiare? L’interesse per gli argomenti? La bravura dei professori? La dispo-nibilità all’ascolto dei professori? La fortuna?

A: “La voglia di studiare, l’interesse per le materie.”

B: “La voglia di studiare e i prof. che non “rompano” tanto.”

(Intervista Minollo)

Progetti Ponte

Trento (Trentino-Alto Adige)

Progetto volto

Progetti attivi nelle scuole medie della provincia che si collegano, attraverso do-centi coordinatori responsabili, ad alcuni Centri di formazione professionale per:

sostenere la motivazione alla frequen-za scolastica in ragazzi a rischio di ab-bandono prima del conseguimento della licenza media;

favorire l’orientamento e un buon esito del percorso di formazione in ragazzi esposti al rischio dell’insuccesso sco-lastico;

prevenire l’abbandono prima del con-seguimento di una qualifi ca professio-nale.

Promosso dalla Provincia Autonoma di Trento.

Finanziato dalla Provincia Autonoma di Trento, Dipartimento Istruzione.

Realizzato da insegnanti dei CFP e della scuola media.

Negli anni scolastici tra il 2000/2001 e il 2005/2006 sono stati inseriti in modo siste-matico nei Progetti Ponte 1271 studenti tra i 13 e i 15 anni, di cui 412 in possesso di certifi cazione, 263 stranieri.

Progetti Ponte

Com’è senza un luogo dove stare e senza una direzione dove andare?

Come un perfetto sconosciuto, come una pietra rotolante?

“Like a rolling stone”, Bob Dylan

In provincia di Trento, vengono chiamati Progetti Ponte quei percorsi a fi nalità orientative che prevedono, da parte di alunni di scuola media, un periodo di fre-quenza delle lezioni nel corso dell’anno scolastico presso i Centri di formazione pro-fessionale. Tali attività sono riservate ad alunni disabili certifi cati ai sensi della legge 104/92, in situazione di disagio, seguiti dai servizi sociali, pluri-ripetenti, a rischio di abbandono e di dispersione scolastica, stranieri, zingari.

Queste esperienze vengono strutturate sulla base di moduli che rispettano le ca-ratteristiche essenziali del percorso dei Centri di formazione professionale di base e ne evidenziano il carattere di operatività. Sono suddivisi in percorsi di orientamento e di preinserimento. In ambedue le tipologie progettuali i ragazzi frequentano il cen-tro per una mattina o due in settimana e il percorso viene considerato un credito formativo ed inserito nel curriculum personale.

Nel documento Ricomincio da me (pagine 71-77)