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L’interazione delle professionalità

Nel documento Ricomincio da me (pagine 94-101)

Ricomincio da me L’identità delle scuole di seconda oc

QUESTIONI APERTE

6. L’interazione delle professionalità

La dimensione della territorialità nella progettazione e nella realizzazione degli interventi ha favorito l’interazione e l’integrazione di professionalità provenienti da sistemi diversi, prima di tutto dall’istruzione e dalla formazione professionale, ma in qualche caso anche dagli enti locali e dai servizi sociosanitari ed educativi. Riunirsi attorno ad un tavolo, passare e far circolare l’informazione relativamente alla nor-mativa scolastica e alle procedure di avvio e realizzazione dei percorsi, rifl ettere e confrontarsi sulle valenze didattiche ed educative dei progetti condividendo la lettura dei bisogni formativi e le successive ipotesi di costruzione di risposte, ha permes-so di collocare i Progetti Ponte all’interno di un quadro progettuale intersistemico.

Da questo punto di vista, uno degli esiti più rilevanti sul piano culturale di questa esperienza pluriennale che ha contribuito a modifi care le diverse professionalità in campo, è proprio quello di considerare il ragazzo di cui ci si occupa non solo come

appartenente alle singole istituzioni - di volta in volta alunno della scuola media, al-lievo della formazione professionale, utente del servizio sociale, paziente dell’unità di psicologia clinica - ma come soggetto di quella specifi ca comunità territoriale per la crescita del quale i diversi frammenti della sua esperienza formativa vengono ricom-posti, il più possibile, in un quadro unitario. Alcuni aspetti problematici riguardano la condivisione, l’informazione e la partecipazione ai diversi passaggi previsti dalla progettualità, il coinvolgimento diretto sul piano operativo.

RINGRAZIAMENTI

Ringrazio della collaborazione nelle diversi fasi di ideazione, progettazione, predisposizione di strumenti, monitoraggio, verifi ca e valutazione le colleghe della For-mazione professionale: Sara Maraner, Silvia Pedrotti, Monica Montagni.

Un ringraziamento particolare, anche a nome di tutti gli allievi che hanno attraver-sato il ponte, al dott. Roberto Sandri Dirigente del Servizio formazione professionale della Provincia autonoma di Trento, per il convinto sostegno personale e professionale alla progettualità.

Fabiano Lorandi

Icaro... ma non troppo Verona (Veneto)

Progetto volto

Progetto di alternanza scuola-lavoro ri-volto a ragazzi in età di obbligo scolasti-co scolasti-con frequenza molto irregolare, che manifestano disinteresse per lo studio e sono a rischio di abbandono.

Il progetto è fi nalizzato:

• al conseguimento della licenza media;

• a promuovere motivazione attraverso l’esperienza del successo formativo;

• all’inserimento in un percorso di for-mazione professionale;

• all’orientamento delle competenze in funzione di un progetto di vita.

Promosso dal MIUR, dal CSA di Verona e dalla Rete ICARO tra Istituti scolastici di Verona.

Finanziato dal Comune e dal CSA di Verona, dalla rete degli Istituti scolastici (L. 440/97) e da privati (Associazione Calcio Chievo).

Realizzato dall’Istituto “A. Provolo” - Centro Servizi Formativi di Verona.

Negli anni scolastici tra il 1998/1999 e il 2004/2005 ha raggiunto 111 ragazzi (97 ma-schi, 14 femmine) con scolarità pregressa molto carente.

Associazione Calcio Chievo

Icaro… ma non troppo

Per ritornare al centro del processo formativo

Il Progetto è stato ideato nel 1997 da un gruppo di lavoro che ha visto coinvolti al-cuni Presidi di scuole medie inferiori di Verona, il Provveditorato agli Studi di Verona e l’Istituto A. Provolo – Centro servizi formativi di Verona. Nel 2002 si è costituita la rete di scuole “Icaro”. Nell’ultimo anno (2005) si è istituzionalizzato il Coordinamen-to tra gli Istituti in rete, il MIUR e il Centro servizi amministrativi di Verona.

Nelle scuole medie della città di Verona, in particolare quelle situate nei quartie-ri pequartie-rifequartie-rici, sono iscquartie-ritti e frequentano allievi con problematiche di apprendimento molto accentuate, spesso connesse ad aspetti di disadattamento scolastico e/o sociale.

Tali soggetti, generalmente non deprivati dal punto di vista cognitivo, hanno una scolarità pregressa molto carente in diverse aree, segnata da esperienze di ripetenza e da una percezione consolidata di inadeguatezza al curricolo presentato dalla scuo-la. Non di rado in loro si strutturano bassa autostima e comportamenti relazionali improntati al confl itto o alla marginalità.

Questi ragazzi non sono numerosi (1-2% della popolazione scolastica), ma la loro presenza nelle classi è caratterizzata da continui appelli all’impegno e alla responsabili-tà che vengono costantemente elusi, né sono sostenuti adeguatamente dalle famiglie.

Una lettura analitica di questi fenomeni porta a considerare come la distanza tra i bisogni formativi dell’allievo (il suo stile di apprendimento), i metodi e le strategie opportuni per un suo riadattamento-rimotivazione ed il curricolo che la scuola è in grado di predisporre, non sia colmabile con le rigidità legate ai modelli didattico/

organizzativi del gruppo classe. Tale distanza, nel tempo, è inoltre destinata ad au-mentare, aggravando ulteriormente la percezione di inadeguatezza.

Anche i tentativi che alcune scuole medie dispongono faticosamente per ricollo-care tali ragazzi all’interno di un curricolo parzialmente diff erenziato hanno alte pro-babilità di indurre risultati controproducenti, poiché sanciscono nei fatti un’emargi-nazione dell’allievo dall’attività del gruppo classe, che viene percepita, a volte, come allontanamento e negazione dell’appartenenza al gruppo.

Nell’attuale situazione didattica, tuttora vincolata all’organizzazione del curricolo per classi e alla frammentazione di esso in tanti ambiti disciplinari, tali casi hanno poche probabilità di essere aff rontati con soluzioni commisurate alle peculiarità del soggetto.

Diventa quindi di interesse un percorso che:

sia centrato su competenze spendibili;

valorizzi l’operatività e la cultura laboratoriale, anche intesa come educazione al lavoro;

rimoduli diversamente gli ambiti disciplinari del curricolo (integrando possi-bilmente le discipline che utilizzano codici prevalentemente verbali in un’area di cultura generale con forte valenza civica);

preveda un tutoraggio che garantisca un’attenzione personale al soggetto e ai suoi processi evolutivi.

Tali criteri appaiono anche funzionali ad un’acquisizione di competenze prope-deutiche spendibili nella Formazione Professionale, che spesso costituisce una con-creta prospettiva sostenibile per il proseguimento degli studi.

Icaro intende realizzare una “scuola di seconda opportunità”, nella fattispecie un Centro di formazione professionale che, opportunamente convenzionato con le scuole medie interessate, si assuma l’onere di organizzare un modulo di formazione fi nalizzato a garantire nello stesso tempo:

la preparazione degli allievi all’esame di licenza;

l’acquisizione di competenze propedeutiche spendibili successivamente;

la rimotivazione verso un impegno di formazione generale e professionale.

L’intervento intende assicurare, mediante una continuativa collaborazione con gli in-segnanti delle scuole medie, la valorizzazione di crediti formativi degli allievi ed il man-tenimento di un ruolo signifi cativo della scuola media che, prevenendo l’abbandono:

favorisce il conseguimento -non formale- del titolo di licenza media,

conserva la funzione orientativa che le compete e una parte di corresponsabilità educativa.

Tale iniziativa richiede l’istituzione di un rapporto di cooperazione tra scuole medie e Centri di formazione professionale avallato da un progetto mirato sul quale lo stesso Prov-veditorato agli Studi possa esercitare un ruolo specifi co di coordinamento e vigilanza.

L’iniziativa intende fornire percorsi di formazione di base e di qualifi cazione pre-professionale a ragazzi e ragazze in condizione di grave diffi coltà scolastica e a rischio di emarginazione sociale.

Tali percorsi costituiscono, per i destinatari del progetto, un’opportunità di riorien-tamento esistenziale, di rimotivazione scolastica e di incremento della progettualità professionale.

Nell’ambito dell’iniziativa sono traguardi espliciti dei destinatari:

il conseguimento della licenza media.

In secondo ordine s’intende:

immettere nuove risorse per proseguire in modo signifi cativo il ciclo dell’ob-bligo scolastico;

favorire una corresponsabilità educativa fra diverse istituzioni scolastiche;

evitare di espellere dal sistema formativo i soggetti che hanno sviluppato una percezione di inadeguatezza al curricolo.

Le modalità dell’intervento si ricollegano ad alcune indicazioni contenute nel re-golamento attuativo dell’obbligo, nel quale si ipotizzano moduli formativi integrativi di quelli scolastici per gli studenti che volessero optare per esperienze di pre-profes-sionalizzazione nel corso dell’ultimo anno di assolvimento.

Quest’ultima possibilità può essere realizzata anche attraverso convenzioni con Centri di formazione professionale che abbiano requisiti predeterminati e diano an-che le necessarie garanzie culturali.

La soluzione prospettata si colloca inoltre negli interventi rivolti a far acquisire un più elevato indice di professionalizzazione, previsto dall’Accordo sul Lavoro del 24 settembre ‘96, tra governo e parti sociali.

Nel documento Ricomincio da me (pagine 94-101)