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CHI SONO I RAGAZZI DI ICARO… MA NON TROPPO

Nel documento Ricomincio da me (pagine 126-129)

Ricomincio da me L’identità delle scuole di seconda oc

CHI SONO I RAGAZZI DI ICARO… MA NON TROPPO

Sono quei ragazzi che provengono da culture ed esperienze altre rispetto al model-lo della scuola e che non riescono ad integrare i diversi saperi. Il ruomodel-lo delmodel-lo studente, come dice Pietropolli-Charmet, è quello dominante socialmente, ma non è scontato che sia sintonico con l’identità psicologica e culturale precedentemente costituitasi nel ragazzo. Possono crearsi degli scollamenti anche gravi fra le aspettative che la scuola avanza e ciò che una persona sente di essere o di rappresentare nel suo contesto socia-le, da qui il disagio e la diffi coltà nell’integrazione e nello stare bene a scuola.

I contesti familiari

Indispensabile per comprendere alcune delle ragioni di questo disagio è la lettura dei contesti familiari di provenienza; nel caso dei ragazzi che frequentano il progetto l’utenza prevalente è quella immigrata dal Sud Italia generalmente negli ultimi 10 anni.

I ragazzi di famiglia non italiana (paesi dell’Africa Settentrionale, Indiani o Paki-stani) sono circa il 20% dell’utenza totale.

Pochissimi (generalmente 1-2 ragazzi per annualità) sono invece inseriti in fami-glie reggiane.

Questi dati sono indicativi sia della complessità sociale che il progetto è chiamato a gestire sia della problematicità dei processi di integrazione per nuclei familiari con minori che si ritrovano a fare i conti con un contesto culturale, valoriale, lavorativo ed economico altro rispetto a quello di origine.

In alcuni casi tale scollamento diventa eclatante: cresce infatti il numero di fami-glie nei quali vige un sistema valoriale e comportamentale di aperta illegalità.

Le famiglie del Progetto sono accomunate da vissuti in contesti variamente defi citari.

Accanto a frequenti situazioni di deprivazione culturale e di carenze strumentali in rapporto alle varie diffi coltà evolutive dei fi gli, negli anni, ormai in modo siste-matico, hanno avuto accesso al Progetto famiglie dove le diffi coltà sono spesso più profonde ed articolate.

Molto spesso ai disagi già citati si aggiungono forme di varia gravità di disturbi psicologici e psichiatrici di uno o entrambi i genitori, di confl itti cruenti nella coppia e verso i fi gli.

In generale comunque la problematica prevalente si intercetta nel ruolo o nelle funzioni genitoriali non esercitate. La fenomenologia prevalente è quella dell’ambi-valenza, della collusione, della dichiarata rinuncia al ruolo.

Chi sono i ragazzi che accedono al progetto

Accedono al progetto ragazzi segnalati dalla scuola media nella quale sono iscrit-ti indipendentemente dalla classe in quel momento frequentata, che si trovano nel quindicesimo anno di età e solitamente con più di una bocciatura alle spalle, oppure ragazzi che la scuola ha già segnalato come inadempienti alla frequenza.

Le problematiche che questi ragazzi portano con sé sono varie, ma possiamo enu-clearne alcune ricorrenti:

una scolarità di base mediamente bassa dovuta ad un sostanziale fallimento negli apprendimenti, anche i più elementari come scrivere e leggere correttamente;

vissuto di sconfi tta e rimozione della motivazione alla conoscenza conse-guente ai diffi cili trascorsi scolastici;

una distorta immagine di sé, delle proprie risorse e dei limiti che sfociano in una diff usa bassa autostima e in comportamenti distruttivi;

frequente presenza di falsi sé confl ittuali e aggressivi che fungono da coper-tura a personalità fragili e poco strutcoper-turate;

diffi coltà relazionali con i pari e con gli adulti soprattutto con le fi gure porta-trici di autorità;

impossibilità a proiettarsi nel futuro e disorientamento nella costruzione di un progetto di vita e nell’operare delle scelte;

presenza delle tipiche caratteristiche psicologiche dell’età adolescenziale (meccanismi di difesa, seconda individuazione e separazione, etc.) in forma estremizzata;

immaturità e scarsa consapevolezza che si traducono in diffi coltà nell’assu-mersi responsabilità e nel riferirsi a un sistema valoriale.

Questi elementi si possono riscontrare variamente combinati, quello che acco-muna quasi tutti è il bisogno di fi gure adulte signifi cative che sostengano e orientino nell’aff rontare il cammino evolutivo e le sue diffi coltà.

“Mi vengono più spontanee le cose da fare”

Come hai saputo di Icaro?

Me lo ha detto mia mamma. C’era una sua amica che suo fi glio lo aveva fatto Poi io conoscevo uno che l’aveva fatto.

E come te ne avevano parlato?

Boh, non so... ne bene ne male. Non mi immaginavo niente di bello o brutto. Poi quando sono arrivato qui ho conosciuto gli amici... è andata subito bene.

E a scuola come andava?

Un po’ e un po’: ogni tanto bene, ogni tanto male. Nelle materie... ultimamente era andata bene, mi avevano dato un ottimo e un distinto in scienze e matematica. Dai, andavo bene, però solo quando mi saltava in testa e magari facevo una verifi ca.

E il comportamento?

Alle medie uno schifo. Quest’anno non ci sono andato alle medie, infatti l’anno scorso mi hanno bocciato in seconda media. Dall’inizio dell’anno c’era una prof che gli stavo antipatico e forse diceva “Adesso lo raddrizzo io quello li” e diceva in giro cose strane su di me tipo che mi droga-vo. Poi ho iniziato a far casino con lei e poi è diventata un’abitudine e facevo casino anche con le altre e poi mi hanno bocciato e poi se ne sono pentite di avermi bocciato! Mi sentivo agitato, non mi sentivo tranquillo. Andavo a scuola tardi, me ne fregavo. Passavo più giorni a Reggio in giro che a scuola. Non mi volevo alzare.

E qua come va fi no ad ora?

Qua bene. Abbiamo fatto la verifi ca di matematica. Su 26 esercizi ne ho fatti 25. A scuola mi dicevano che ero un buono a nulla. Qui mi sento più tranquillo. Mi alzo volentieri. Poi dormo in corriera.

E che diff erenze ci sono tra qua e la scuola?

Eh... diff erenze ce ne sono. Mi piace di più perché a scuola ti attaccano al banco e poi ti dicono adesso studia. Qua no. Magari mi vengono più spontanee le cose da fare. Se uno non me le impone le faccio.

E se non fossi venuto qui?

Avrei continuato ad andare a scuola e a far casino. Non mi fregava di prendere la terza media là. La non mi interessava se mi bocciavano, chiamavano a casa... qui invece mi interessa. Mio padre mi ha detto che se mi bocciano qui ci pensa lui!

Ma tu mi sapresti dire i tuoi pregi e i tuoi difetti?

Pregi... non so, che ho io!? Forse sono simpatico.

I difetti... sono un disgraziato quando voglio. Quando voglio fare una cosa mi viene un pallino a me in testa e non lo cancelli fi nchè non lo voglio io e se mi fi sso su una cosa io la devo fare.

E stare qui ti migliorerà?

Non in quello li no, però su altre cose sono cambiato me lo dicono tutti.

E il futuro?

Se va così va bene. Dopo l’esame poi lavoro, d’estate. E quando ricominciano le scuole vado a prendere un diploma. Elettricista ma non so dove. Forse il “Simonini”. Poi lavorare. Così poi ho i soldi per andare in vacanza a Rimini con gli amici.

Nel documento Ricomincio da me (pagine 126-129)