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LA VALUTAZIONE NEL PROGETTO PROVACI ANCORA SAM!

Nel documento Ricomincio da me (pagine 66-69)

Ricomincio da me L’identità delle scuole di seconda oc

LA VALUTAZIONE NEL PROGETTO PROVACI ANCORA SAM!

Il gruppo di lavoro formato da insegnanti, coordinatori socio-educativi ed educatori territoriali, esperti dei servizi educativi, operatori delle Associazioni ter-ritoriali esercita in ciascuna sede un’azione di autovalutazione (valutazione interna), che ha lo scopo di compiere una verifi ca sistematica della riuscita delle azioni svolte con i ragazzi e di costruire e consolidare progressivamente un metodo di lavoro co-mune tra i diversi gruppi.

Poiché, infatti, il rischio è che ogni singolo progetto di intervento si sviluppi e sia percepito come un mondo a sé, le modalità di lavoro come anche gli esiti fi nali ven-gono riletti attraverso alcuni criteri generali, raccolti in una griglia compilata per ogni ragazzo seguito. Nello strumento-griglia confl uiscono i criteri e gli indicatori usati per defi nire le tipologie dei ragazzi da seguire, le fasi e le modalità di realizzazione, l’osservazione della scuola, dei volontari, della scuola e dei volontari insieme, quali risultati si pensa di raggiungere e con quali percorsi si intende intervenire. La traccia-guida viene usata e sottoposta a verifi ca in quattro momenti di confronto del singolo gruppo che coprono l’intero arco dell’anno scolastico. I risultati fi nali (andamento del progetto e risultati attesi e conseguiti) vengono inseriti in relazioni fi nali compilate dai dirigenti scolastici, dai docenti coordinatori delle singole scuole e dagli operatori delle associazioni, che confl uiscono in un quadro generale di analisi, articolato nei seguenti aspetti:

Insegnanti direttamente coinvolti.

Spazi riservati nelle riunioni del CC.

Utilizzo di risorse interne.

Disponibilità ad attivare iniziative di continuità: verticali (in II e in III) e oriz-zontali (percorsi individuali per casi diffi cili anche in collaborazione con i Servizi).

Effi cacia dell’intervento sul piano relazionale e su quello didattico.

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Grado di elaborazione e condivisione degli obiettivi in collaborazione con operatori volontari e servizi e congruenza delle attività concordate con gli obiettivi.

Modalità di verifi ca periodica.

Esiti in uscita dai progetti

Ogni anno è stata realizzata una breve pubblicazione che serviva per raccontare lo sviluppo del progetto. Da queste sintesi sono state tratte le tabelle che riportano i dati dei respinti, dei ragazzi inseriti nell’intervento di prevenzione e dei giovani inseriti nei percorsi di recupero della licenza media.

I legami fi no ad oggi sono stati mantenuti con gli ex iscritti soltanto a titolo per-sonale. Da quest’anno, grazie al protocollo per l’orientamento e l’accompagnamento alla formazione, si è mantenuto il contatto con tutti i ragazzi che hanno frequentato lo scorso anno scolastico. Si sta valutando l’ipotesi di formalizzare la durata biennale del progetto per dare ai ragazzi e avere noi maggiori garanzie rispetto al reale rientro formativo dei dispersi.

Azioni di valutazione

Parallelamente alle iniziative comuni sono condotti interventi valutativi specifi ci rivol-ti sia alla percezione del PAS da parte dei ragazzi (indagine condotta nell’a.s. 2003/2004), sia alla ricerca di suggerimenti e analisi di criticità da parte di tutti i partner (seminario del 16 febbraio 2005 per una comune rifl essione intorno all’eventuale ridisegno di Provaci Ancora Sam alla luce delle innovazioni introdotte dal processo di riforma in atto).

Per approfondire il fenomeno del disagio a scuola è stata condotta nel presente anno scolastico una indagine, i cui risultati sono in fase di elaborazione, volta a co-gliere la dimensione delle bocciature e a raccoco-gliere indicazioni sulla percezione che i docenti hanno riguardo ai casi problematici e quindi ai soggetti che sono sottoposti all’attenzione del PAS.

Cosa racconta una valutazione esterna

Nel 2000/2001 e nel 2001/2002 il nuovo percorso del PAS di prevenzione prima-ria rivolto ai ragazzi della prima media a rischio di dispersione è stato sottoposto ad una valutazione da parte dell’associazione PROVA (Progetto Valutazione) diretta dal prof. Alberto Martini. L’obiettivo principale era quello di documentare, costruendo un’adeguata documentazione empirica sul progetto attraverso l’utilizzo di strumenti

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di rilevazione e quindi questionari comuni a tutte le realtà di intervento del PAS. In una prima rilevazione per ogni ragazzo coinvolto è stato compilato un questionario, focalizzato sul disagio scolastico, sugli obiettivi e sulle attività svolte. Con una secon-da rilevazione si è cercato di capire se e in che misura il PAS aveva avuto successo.

Queste informazioni sono risultate particolarmente utili per decidere quanto questo intervento costituisca un’esperienza replicabile presso altri istituti scolastici e in con-testi diversi.

È emerso un quadro che ha illustrato la dicotomia del disagio tra aspetti emoti-vo-relazionali e cognitivi, mettendo in evidenza l’effi cacia del progetto sul piano dei comportamenti e una seria diffi coltà a coordinare l’azione di aiuto emotivo con la didattica dei contenuti disciplinari.

Dal quadro generale delle indagini condotte sono emerse alcune considerazioni:

mentre è evidente il successo del Sam nella sensibilizzazione al problema della di-spersione, molto più diffi cile è dimostrare il successo del progetto nel contribuire a ridurre la dispersione scolastica.

RINGRAZIAMENTI

Si ringraziano tutti gli insegnanti e gli operatori delle Associazioni che hanno lavo-rato con i ragazzi, tutti gli educatori, i funzionari e i dirigenti che hanno contribuito al lavoro di preparazione e accompagnamento, e tutti i collaboratori che si sono avvicen-dati nel tempo condividendo con noi diffi coltà e successi.

Un ringraziamento particolare a Sandro Scanavino e all’Uffi cio Pio che hanno dato l’impulso determinante a questo progetto!

Barbara Rivoira

Le voci dei ragazzi di Sam

Non è facile raccogliere le storie dei ragazzi perché si direbbe che abbiano tutti ‘poca memoria’. La risposta più frequente è: “non mi ricordo”, come se il passato fosse stato rimosso. Non si tratta di reticenza, vergogna, diffi denza. Le persone che hanno ‘inter-vistato’ i ragazzi erano da loro conosciute e stimate. Il rapporto di fi ducia e anche di aff etto, costruito nel corso di un anno di lavoro insieme, poteva consentire il dialogo usando quello spazio e quel linguaggio comune capace di far superare i timori del giudizio.

INTERVISTA A MARIKA

Nel documento Ricomincio da me (pagine 66-69)