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4.1. IL DISEGNO DELLA RICERCA

4.1.1. Le interviste

Il presente studio empirico si è avvalso dell‟‟intervista”, ovvero «un‟interazione tra un intervistato e un intervistatore, provocata dall‟intervistatore, avente finalità di tipo conoscitivo, guidata dall‟intervistatore sulla base di uno schema di interrogazione e rivolta a un numero di soggetti scelti sulla base di un piano di rilevazione» (Bichi, 2007, pg. 227).

Si è optato per un‟intervista individuale in profondità, ovvero, volta ad indagare l‟argomento dal punto di vista dell‟intervistato, semi-strutturata, non direttiva e

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Il ciclo metodologico della ricerca sociale è il «percorso che una nozione scientifica deve necessariamente compiere per diventare un “dato legittimato” al contesto della scienza e non, semplicemente, un dato di realtà» (Cremonini, 1998, pg. 63). Esso si sviluppa sulle suddette fasi (Cipolla, 1998).

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Per EBM s‟intende la medicina basta sulle prove di efficacia. Essa nasce nel 1992 dall‟Evidence Based Medicine Working group come una nuova filosofia per insegnare e praticare la medicina, in palese contrapposizione con l‟OBM (Opinion Based Medicine = medicina basata sulle opinioni) (Ivone, 2002).

standardizzata. La strutturazione si riferisce al dettaglio e all‟articolazione del

processo di intervista (presenza di domande aperte o chiuse, modo di porre le domande, modalità di conduzione dell‟intervista) e al ruolo svolto da intervistato e intervistatore al suo interno (Corbetta, 1999; Fielding, Thomas, 2008; Minichiello et

al., 1990; Punch, 2005); la direttività riguarda la «possibilità, da parte del ricercatore,

di stabilire i contenuti dell‟intervista o anche, da parte dell‟intervistato, la non-libertà di decidere i contenuti delle sue risposte»; la standardizzazione dello schema di interrogazione si riferisce, invece, alla «possibilità di porre o meno le stesse domande nello stesso ordine a tutti i singoli intervistati» (Bichi, 2007, pg. 228).

Se è vero che le interviste svolgono un‟importante funzione esplorativa (Bauer, Gaskell, 2000), il loro contributo nel corso del percorso empirico qui illustrato è teso alla ricognizione, nel particolare, delle carriere dei giocatori d‟azzardo nel contesto nazionale.

Le domande della griglia di ‟intervista semi-strutturata” (cfr. § 4.1.2.) sono state precedentemente codificate ad hoc, includendo gli argomenti emersi nell‟analisi di sfondo e considerando l‟interesse di analizzare le carriere di gioco e le relazioni che esse producono per aree tematiche:

- i dati socio-anagrafici e occupazionali (sesso, età, regione di residenza, stato civile, titolo di studio, posizione lavorativa, reddito);

- la relazione con il gioco d‟azzardo (gioco elettivo, età d‟inizio, motivazioni legate al gioco, frequenza di gioco, modalità e luoghi del gioco, importi giocati, credenze sul gioco, la percezione della dipendenza da gioco, l‟eventuale poli-dipendenza ed il legame fra di esse);

- il sistema delle relazioni del giocatore, in termini di caratterizzazione delle interazioni con altri giocatori (norme, sanzioni, valori, comportamenti consolidati, caratterizzazione delle relazioni e delle interazioni) e delle relazioni di lavoro e parentali;

- la dimensione criminologica e vittimologia dell‟azzardo patologico (i reati commessi giocando in contesti o con modalità ritenuti dal sistema giuridico di riferimento come illegali, la relazione fra crimine e gioco online, l‟eventuale implicazione in attività gestite dalla criminalità organizzata, i processi di vittimizzazione familiare - conflitti relazionali, divorzi, abbandono di minore, abuso, coinvolgimento in attività di gioco illecite, etc.-);

- la relazione con i servizi di recupero (i tentativi di cessazione dei comportamenti di gioco, le modalità di accesso, le attività di servizio ovvero le terapie di recupero seguite dal giocatore e le opinioni degli utenti sui servizi abilitati alla cura del gioco patologico).

Le domande, talvolta, sono state adeguate alla persona a cui l‟intervista era sottoposta, facilitandone la comprensione, e sulla base delle risposte ottenute in itere.

L‟intervista è stata condotta personalmente ad ogni singolo intervistato e supportata dalla registrazione audio e, dunque, anticipata da una liberatoria volta a tutelare, da un lato, la privacy dell‟intervistato e, dall‟altro, l‟utilizzo dei contenuti riportati in forma gratuita (con riferimento alla sottoscritta).

Nello specifico, questa tecnica è stata utilizzata per intervistare trentacinque giocatori d‟azzardo (cfr. tab. 7, a seguire) in carico ai Ser.T. che hanno aderiranno alla ricerca di due regioni del nord Italia (fra cui l‟Emilia-Romagna), del centro e del sud Italia, tra il gennaio 2015 e settembre 2017.

Per quanto concerne le tecniche di campionamento, si è proceduto alla costruzione di un gruppo di riferimento empirico di natura logico-significativa per auto-adesione problematica, ovvero si sono individuati giocatori d‟azzardo patologici senza alcuna aspirazione all‟individuazione di un campione rappresentativo dell‟intero universo, ma piuttosto di un gruppo differenziato al suo interno e significativo per la conoscenza della tematica (cfr. Cipolla, 1998).

È stato realizzato un gruppo di riferimento empirico per quote utilizzando come variabili il genere, l‟età e la provenienza territoriale e sulla base delle caratteristiche dell‟universo dei giocatori d‟azzardo patologici indicate nella ricerca ISPAD 2013-

2014101 condotta dalla Sezione di Epidemiologia e Ricerca dell‟IFC-CNR di Pisa

(Istituto di Fisiologia Clinica di Pisa) e utilizzata per lo sviluppo della Relazione

Parlamentare 2015 in tema di gioco d‟azzardo problematico.

Per citare qualche dato che dia conto dell‟universo di riferimento, dall‟ultima rilevazione IPSAD (2013-2014) risulta che fra i cittadini della popolazione italiana, stimata in 60 milioni di abitanti, circa 16 milioni di italiani di età compresa fra i 15 e i 64 anni hanno giocato almeno una volta nei precedenti 12 mesi e la prevalenza dei giocatori problematici a rischio moderato ammonta a circa 900.000 casi, di cui 200.000 sono giocatori problematici; mentre i giocatori a basso rischio sono circa 2 milioni, esposti alla possibilità di sviluppare comportamenti di gioco problematico, che si sommano ai 13 milioni di giocatori a nessun rischio.

Sul totale dei giocatori problematici il 6% sono uomini contro il 4% delle donne. Quanto, invece, al rapporto fra problematicità e tipologia di gioco, i videopoker/vlt e le scommesse sportive sono fortemente associati a profili di problematicità. Ed ancora, entrando nel dettaglio (figura 9), il biennio 2013-2014, vede una prevalenza dei comportamenti di gioco patologico in rapporto a scommesse su altri eventi (non sportive) con il 23,7% sull‟insieme dei giocatori problematici, a videopoker/newslot machine (21,3%), ad altri giochi quali la roulette, i dadi etc… (18%), a bingo/tombola (11%) e al poker texano (9,4%) ai primi cinque posti.

Infine, per quanto riguarda l‟estrazione territoriale dei giocatori con profilo problematico (a tale proposito si veda la figura 10) le regioni con una più alta concentrazione sono la Sardegna, la Sicilia, la Calabria, la Campania, il Molise e l‟Abruzzo; mentre le regioni a medio-alta concentrazione sono il Friuli-Venezia- Giulia, la Liguria, la Toscana, l‟Umbria, il Lazio, la Puglia e la Lombardia.

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Fonte: http://www.politicheantidroga.gov.it/media/752340/contributi%20e%20 approfondimenti.pdf

Fig. 9 – Problematicità e tipologia di gioco, 2010-2011 vs 2013-2014

Fonte: ISPAD®2013-2014

Fig. 10 – Distribuzione del gioco problematico per regione

Fonte: ISPAD®2013-2014

Sulla base delle informazioni poco sopra riportate riguardanti le caratteristiche del gioco dei giocatori problematici sul suolo nazionale, il gruppo di rifermento empirico

è stato selezionato – escludendo i giovani giocatori di minore età102 – nella fascia di

età tra i 18-64 anni (la Relazione parlamentare 2015 suddivide i giocatori d‟azzardo

in due classi di età: 15-34 anni e/o 35-64 anni). Tuttavia, al fine di ottenere una più dettagliata ricognizione delle carriere di gioco, l‟analisi considera più fasce di età: 18-30 anni, 31-45 anni, 46-60 anni, oltre i 60 anni e fino ai 64.

Inoltre, su 35 intervistati 21 sono uomini (il 60% del totale); mentre le donne sono

14 (il 40% del totale).

Infine, per poter rilevare differenze significative nella carriera di gioco di donne, uomini (nel gioco tradizionale e online) di diversa provenienza geografica – nord,

centro e sud Italia – le interviste sono state condotte in almeno una struttura di

trattamento e di cura del gioco d‟azzardo patologico di due regioni del nord Italia, di due regioni del centro Italia e in due regioni comprese fra il sud Italia e le Isole.

Si specifica che per la comprensione dei fattori socio-ambientali che influenzano i comportamenti di gioco patologico si è deciso di condurre le interviste in due regioni a basso tasso di concentrazione dei casi di gioco problematico (Emilia-Romagna e Marche103), in altre due regioni con media concentrazione (Friuli-Venezia Giulia e Toscana) ed, infine, in ulteriori due regioni ad alta concentrazione (Puglia e Sicilia) – si faccia riferimento alla tabella 7 –.

Si noti che il suolo del nord Italia si caratterizza per una bassa concentrazione dei casi ludici patogeni ad eccezione di Friuli-Venezia-Giulia (è stato considerato quest‟ultimo caso e quello dell‟Emilia-Romagna) e Liguria ad alta concentrazione; il centro Italia vede una media concentrazione fuorché le Marche in cui risulta una bassa concentrazione (è stato considerato quest‟ultimo caso e quello della Toscana); infine, il meridione e le isole sono prevalentemente ad alta concentrazione (si sono analizzati i casi della Campania e della Sicilia).

Tab. 7 – Le interviste ai giocatori d‘azzardo sul territorio nazionale

Regione Concentrazione casi di gioco problematico in Regione Sede Codice Nord Italia Friuli-Venezia Giulia

Media concentrazione Azienda Sanitaria triestina Int. 1: F Int. 2: M Int. 3: M Int. 4: M Int. 5: F Emilia-Romagna Bassa concentrazione Ser.T. di Forli

Ser.T. di Cesena Ser.T. ovest di Bologna

Int. 6: M Int. 7: M Int. 8: M Int. 9: F 102

Si desidera specificare che la ricerca non ha preso in considerazione i minorenni o i giovani giocatori, concentrandosi invece solo sui soggetti adulti (talvolta di giovane età ma maggiorenni). Ciò in ragione, prevalente, del fatto che si è ritenuto che tale categoria debba essere trattatta a sé, dunque con specifica attenzione, sulla base del divieto di partecipazione ai giochi pubblici con vincita in denaro ai minori di anni diciotto introdotto dalla legge di stabilità per il 2011.

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Come è possibile riscontrare dalla tabella 7, vi è una sovrarappresentazione della realtà dell‟Emilia-Romagna poiché la ricerca è partita da lì e si è ritenuto utile, ai fini dell‟analisi, considerare tutto il materiale e, dunque, i dati raccolti.

Int. 10: F Int. 11: M Int. 12: M Int. 13: M Int. 14: M Int. 15: M Centro Italia

Toscana Media concentrazione Ser.T. di Lucca Int. 16: F Int. 17: M Int. 18: M Int. 19: M Int. 20: M Marche Bassa concentrazione Ser.T. di Ancona Int. 21: F

Int. 22: F Int. 23: M Int. 24: M Int. 25: F Sud Italia e Isole

Campania Alta concentrazione Ser.T. di Avellino Int. 26: M Int. 27: F Int. 28: F Int. 29: F Int. 30: M Sicilia Alta concentrazione Ser.T. di Messina Int. 31: M Int. 32: M Int. 33: F Int. 34: F Int. 35: F

La scelta della tecnica dell‟intervista in profondità è data dalla possibilità che l‟intervista offre di sondare le motivazioni e le percezioni soggettive legate alle attività di gioco, i vari aspetti che caratterizzano l‟azzardo (modalità di gioco, dimensione relazionale e criminogena) e le relazioni che esso produce ed i fattori che influenzano i comportamenti di gioco.

È necessario chiarire, inoltre, che si è deciso di intervistare i giocatori in carico alle strutture abilitate alla cura delle dipendenze, quindi afferenti all‟insieme dei giocatori patologici, per comprendere le carriere di gioco d‟azzardo dall‟esordio alla presa in carico ai servizi, ed anche per cogliere le relazioni con i servizi di recupero.

L‟analisi delle carriere di gioco è stata svolta per aree tematiche (i dati socio- anagrafici e occupazionali, le modalità di fruizione e i luoghi del gioco, i significati personali del gioco e della condizione di dipendenza, la prossimità con gli ambienti devianti e la vittimizzazione familiare, il rapporto con i servizi di recupero) e, in secondo luogo, tenendo in considerazione le fasi del percorso d‟azzardo patologico previste da Custer (1984): la fase della “vincita”, la fase della “perdita”, la fase della “disperazione”, la fase “critica”, la fase della “ricostruzione” e, infine, la fase della “crescita”.

I dati emersi sono stati elaborati attraverso l‟analisi del contenuto104 volta alla ricerca di:

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Il metodo di analisi del dato utilizzato in questa ricerca fa riferimento alla “classificazione in categorie predefinite” che «ha il vantaggio di prendere in considerazione per l‟analisi il caso nel suo complesso e non la singola risposta. Ciò significa per esempio

- differenze significative nella carriera di gioco di donne e uomini (nel gioco tradizionale, nel gioco online e di diversa provenienza geografica - nord, centro e sud Italia);

- “fattori” che influenzano i comportamenti di gioco (e, viceversa, la fuoriuscita dalle attività ludiche).

Si specifica, infine, che nonostante la metodologia utilizzata sia di tipo qualitativo, nell‟analisi di sfondo vengono riportati dati quantitativi relativi all‟epidemiologia del fenomeno (gioco tradizionale e online), ai costi socio-sanitari dell‟azzardo problematico e a corrispondenze statistiche che lo caratterizzano con riferimento alle componenti criminologiche dell‟azzardo, alla correlazione con la psicopatologia e la comorbilità psichiatrica ed alla relazione tra disturbo da gioco d‟azzardo e altre condotte patologiche.

Il materiale raccolto è stato oggetto di un confronto rispetto ai risultati delle ricerche svolte a livello nazionale e internazionale sul tema.

Nelle conclusioni, infine, sono suggerite alcune ipotesi e linee di indirizzo per far fronte alle criticità delle politiche e degli interventi socio-sanitari nell‟area del gioco d‟azzardo. Più precisamente, è proposto un modello correlazione di intervento per le ludopatie che si fonda su strategie di controllo orientate alla collettività e, d‟altro canto, include interventi rivolti al singolo. Per la riprogettazione dei servizi è stato altresì avanzato un “modello di intervento” sviluppato in collaborazione con il Ser.T. di Forlì (la ―clinica virtuale‖ per il gioco d‘azzardo).