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LA PROSSIMITÁ CON GLI AMBIENTI DEVIANTI E LA VITTIMIZZAZIONE FAMILIARE

trattato nel paragrafo 2.4., mettono in risalto la correlazione fra gioco d‟azzardo e criminalità, sia micro che organizzata (con riferimento al territorio nazionale, a semplice titolo di esempio: M. Iori – CoNaGGA, 2011; AA.VV., 2011; Busà, La Rocca, 2011; Lavanco, 2011; Poto, 2012; Cipolla C., 2013 cfr. Vezzadini, 2014; Moccia A.M., 2015; La Rosa, 2016). L‟effettiva redditività del settore gioco d‟azzardo è all‟origine dell‟interesse delle organizzazioni criminali che riconoscono in esso una forma di investimento ed “introito”, oppure un‟opportunità imprenditoriale estremamente vantaggiosa che consente di “ripulire” e “reimpiegare” denaro “sporco”. Le associazioni criminali, più o meno strutturate122, infiltrate nel settore dell‟azzardo si dedicano in prevalenza ad attività di usura, estorisione, riciclaggio, nonché alla sottrazione di risorse economiche all‟erario.

Inoltre, la vulnerabilità dei giocatori d‟azzardo connessa, dapprima, alla dimensione economica, ma anche relazionale, con riferimento all‟interesse di tenere i familiari all‟oscuro dell‟attività di gioco e alla prossimità con gli ambienti devianti, genera fenomeni di criminogenesi dovuti alla necessità di finanziare le puntate (furto, rapine, riciclaggio, appropriazione indebita, falsificazione di assegni) o di favorire il risultato di una scommessa (truffe).

Dunque, parte della ricerca qui considerata aveva l‟obiettivo di indagare la presenza di forme di illegalità o criminalità nei luoghi del gioco, attraverso le

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Le organizzazioni a delinquere sono caratterizzate da una struttura (Arlacchi, 1992; Gambetta, 1993; Nicaso, Lamothe, 1995; Reuter, 1983) che poggia sulla divisione organizzativa dei membri che sono impiegati in affari illeciti e di quelli, invece, che si occupano del lavaggio del denaro sporco (Varese, 2012) e che si basa sul “consenso sociale”, attraverso una serie di relazioni sociali e di norme informali (Sciarrone, 2009; 2011; Di Maria, Provenzano, Tona, 2014).

informazioni fornite dagli intervistati. Dato l‟argomento talvolta le risposte sono state vaghe, riportate timidamente o non dettagliate.

Tuttavia, è stata confermata un‟effettiva diffusione del gioco d‟azzardo “illegale”, talvolta controllato dalla criminalità organizzata, così che finiscono per coesistere, intrecciandosi inevitabilmente, due differenti “modelli di gioco”: quello legale, e l‟altro che, a tutti gli effetti, si alimenta e si nutre a propria volta dei mercati dell‟illegalità. Simili condotte, pur apparendo in linea teorica assolutamente ben distinte, presentano invece elementi di contiguità e contorni assai sfumati.

Difatti, trattando di criminalità, il primo riferimento riguarda la presenza di circuiti illegali nella gestione (legale) delle attività del settore: sale da gioco, casinò, circuiti ippici e, ancor più, di slot machines e poker. In questi casi si perdono le tracce del legame tra il denaro effettivamente incassato in modo lecito e la commissione del reato (da coprire) a monte:

“[…] So che a Rimini c‟è un‟alta percentuale di attività di gioco gestite dall‟ndrangheta” [intervista n. 6, maschio, 47 anni]

“I gestori non sono a posto, in qualche maniera hanno contatti con la malavita. Ovviamente non ho le prove ma so che la gestione non è pulita” [intervista n. 8, maschio, 31 anni]

Nei confronti delle slot machines e dei videopoker la percezioni degli intervistati appaiono incerte, sebbene qualcuno riferisca che i terminali siano collegati a contesti non legali e poco trasparenti, o, bensì, in mano alla criminalità organizzata:

“Le macchinette secondo me sono truccate...nel senso che i gestori delle attività di gioco ti dicono che le macchinette dovrebbero darti il 70% di quello che incassano ma magari i gestori le manomettono e ti danno il 20% o il 30%. È una cosa che sappiamo noi giocatori” [intervista n. 6, maschio, 47 anni]

“Penso che anche in questo caso ci sia un collegamento con la criminalità perché in alcuni posti le macchinette non sono gestite dallo stato ma da ladri. […]” [intervista n. 25, femmina, 37 anni]

A tale proposito, varie ricerche, riportate nell‟analisi di sfondo (cfr. § 2.4.), avevano già messo in luce che le condotte criminali sono orientate ad alterare i flussi di comunicazione, inerenti i dati del gioco, sia a valle della filiera e cioè le macchinette utilizzate dal consumatore finale – attraverso diverse tecniche di introduzione abusiva nel sistema telematico o mediante l‟installazione di apparecchiature scollegate dalla rete pubblica –, che a monte, ovvero il sistema di elaborazione del concessionario.

In secondo luogo, la sensazione è che vi sia una massiccia presenza della criminalità organizzata nel mondo delle scommesse (in prevalenza sportive e ippiche) e nei giochi delle carte (anche online). Talvolta, emerge da parte degli intervistati un senso di rassegnazione rispetto alla consapevolezza che le partite siano spesso truccate:

“[…] so che alcune gare sportive sono truccate. Ed ancora, succede che giocando a carte due sono d‟accordo e sperano negli altri che giocano […]” [intervista n. 6, maschio, 47 anni]

“Diciamo che lavorando ho visto molte cose che non andavano bene. Per esempio, in una giornata c‟è stato un cumulo di giocate su una partita in quanto come si diceva in sala era una partita truccata....poi come si facesse a sapere non lo so dire” [intervista n. 11, maschio, 26 anni]

“quando giocavo online non ho mai avuto l‟impressione di essere vittima di una truffa...però quando sentivo che le partite erano truccate delle volte pensavo a saperlo prima! […]” [intervista n. 15, maschio, 37 anni]

“Sì, è capitato che ho giocato a poker online e ho pensato di essere imbrogliato in quanto conoscendo bene il gioco del poker e le probabilità a volte sembrava veramente che il gioco fosse truccato, per far perdere” [intervista n. 18, maschio, 27 anni]

“[…] Piuttosto, qualche volta ci sono tipo degli sciacalli che vengono, ti consigliano un cavallo e poi se vince ti chiedono 50 euro” [intervista n. 20, maschio, 50 anni]

Nel settore dell‟e-gaming, a causa delle difficoltà di controllo e gestione del sistema, esistono forti rischi di riciclaggio di denaro. Le associazioni a delinquere si immettono in questo canale attraverso la gestione dei giochi online e la connessione a siti esteri sprovvisti della necessaria autorizzazione:

“[…] l‟unica cosa è che a volte ho giocato online in dei siti che erano dei .com che in teoria erano in parte illegali...[…] i .com sono i siti di scommesse dove si poteva giocare ma in Italia non erano legali dal punto di vista fiscale in quanto avevano sede all‟estero...” [intervista n. 15, maschio, 37 anni]

In sostanza, l‟infiltrazione criminale nel settore dell‟azzardo oltre a sottrarre risorse al benessere della collettività genera un circuito sleale a danno degli operatori che operano in modo conforme alla normativa. Gli stessi consumatori vengono penalizzati dal fenomeno criminale, in quanto sono esposti ad alto rischio di effettuare giocate insicure e pericolose, diversamente quelle che si possono effettuare con i concessionari autorizzati.

Anche in relazione alle truffe e allo strozzinaggio si evince una forte presenza delle organizzazioni criminali nella gestione del denaro. È evidente che dinnanzi all‟aumento delle pratiche di gioco, in termini di investimento, si determina piuttosto facilmente uno spazio crescente destinato al finanziamento usurario dei giocatori, che, disperati dalla propria condizione economica, necessitano di denaro per riparare i debiti contratti. La drammatica spirale dell‟usura entro la quale il giocatore si trova invischiato evidenzia ricatti sempre crescenti e, nei casi più gravi, la scomparsa dei giocatori:

“No, non sono mai andato a cercare gli strozzini, li conosco, ce ne sono tanti ma non mi sono mai avvicinato […] Io so che sono di più al casinò che nei bar, almeno io lì non li ho mai visti. Nei casinò quando uno perde c‟è gente che ti viene vicino e chiedono se ti servono dei soldi..è probabilmente gente benestante, gente che guadagna sui disgraziati..” [intervista n. 2, maschio, 53 anni]

“[…] so che in parecchi posti lo fanno cioè ci sono persone che fanno strozzinaggio e ti aspettano al‟uscita come degli avvoltoi. Per esempio, io so che nei casinò ci sono degli strozzini...[intervista n. 6, maschio, 47 anni]

“Ho abitato a Rimini qualche anno e andavo a giocare lì, dentro le sale c‟è sempre qualcuno che fa strozzinaggio o vende droga ma se non hai l‟occhio allenato non li riconosci” [intervista n. 8, maschio, 31 anni]

“ho chiesto prestiti sia a un mio amico che a delle persone poco raccomandabili…che sono amici di amici ma sbazzigavano nella ricevitoria…”[intervista n. 11, maschio, 26 anni]

“Ho sentito dire che ci sono gli strozzini che aspettano i giocatori nei luoghi di gioco...[.…]” [intervista n. 12, maschio, 64 anni]

“Io per esempio non ho mai spacciato per necessità di liquidità nonostante sia stato spesso a contatto con personaggi della malavita, avendo avuto a che fare per vent‟anni con il mio usuraio di fiducia…e quello era un giro veramente grosso e molto pericoloso...Funziona così [..] al giocatore i soldi non interessano, pensa che con una puntata li può recuperare. Lui vuole i soldi per andare a giocare. A me è capitato di vederli solamente nel contesto del casinò, non fuori dal tabacchi o dalle sale giochi...[…] quando perdi tutto se nel tragitto per uscire dal casinò incontri queste persone che sai essere lì apposta nel ruolo di presta soldi, sicuramente ti fai dare i soldi…in quel momento l‟unica cosa che interessa è trovare altri soldi per giocare…loro sono lì per questo motivo..tu ritiri i cash e tu fai l‟assegno con il 10%, che è l‟interesse immediato che vogliono, e l‟indomani mattina vanno ad incassare…oppure se si instaura un rapporto duraturo ti danno anche fiducia e puoi restituire l‟assegno quando riesci…però bisogna stare attenti…ho saputo di giocatori che improvvisamente sono spariti nel nulla..”[intervista n. 26, maschio, 57 anni]

Talvolta, i giocatori mettono in evidenza come siano gli stessi gestori dei locali che si mettono a disposizione come “presta soldi” o fanno strozzinaggio:

“[…] conosco altri giocatori che mi hanno detto che molte volte sono gli stessi gestori dei tabacchi o delle sale gioco a prestare i soldi...non so se poi fanno strozzinaggio, questo non è venuto fuori...(la psicologa che era presente come riferimento durante l‟intervista, è intervenuta confermando che ad un corso per gestori di Lottomatica è emerso in tre casi che i gestori hanno dichiarato di fare prestiti e hanno detto che i soldi di solito i giocatori glieli restituiscono...la motivazione pare essere che senò i giocatori, bisognosi di soldi, vanno a giocare

in altre sale da gioco che concedono questi prestiti...ed ora nei corsi per coloro che hanno la licenza viene espressamente specificato di non farlo)...e poi mi hanno detto che effettivamente ci sono dei personaggi a parte che fanno prestiti, vicino all‟entrata o dove si cambiano i soldi...” [intervista n. 14, maschio, 64 anni] “C‟è da dire che però ho saputo di gestori che quando chiudono l‟attività giocano loro alle macchinette osservando durante la giornata quella che è stata più caricata di soldi, oppure altri che fanno da presta soldi e anche strozzinaggio” [intervista n. 23, maschio, 52 anni]

Un aspetto particolarmente preoccupante, riguarda la possibilità che, per osmosi, il giocatore venga risucchiato dal circuito criminale, compiendo atti penalmente rilevanti nel tentativo di far fronte alla necessità crescente di denaro da giocare e per far fronte ai debiti contratti.

“[…] penso che fra sia fra i giocatori ci siano anche molti delinquenti perchè molti sono stranieri e tutti i giocatori sono disperati senza soldi quindi penso che ci sia un collegamento anche con lo spaccio di sostanze per avere dei soldi e di conseguenza un collegamento con le organizzazioni criminali” [intervista n. 25, femmina, 37 anni]

Muovendosi verso un livello maggiormente micro-sociale, con riguardo alla commissione di illeciti da parte dei giocatori d‟azzardo, è stato rilevato che quasi un terzo dei giocatori intervistati inseriti in percorsi di riabilitazione hanno adottato nel corso della carriera ludica condotte illecite123.

La ricerca mostra che ci sono tre categorie di crimini legati al gambling: il gioco d‟azzardo attivato in contesti o con modalità ritenuti dal sistema giuridico di riferimento come illegali (si tratta in prevalenza di bische clandestine e scommesse illegali); l‟azzardo patologico come causa criminogena, che scaturisce dalla necessità di finanziare la propria addiction: le attività più ricorrenti sono il furto, l‟appropriazione indebita, la rapina, la truffa e la contraffazione di assegni; la vittimizzazione di membri della propria famiglia da parte del giocatore dipendente: in questo caso gli intervistati non dichiarano situazioni di gravità come possono essere l‟abuso e l‟abbandono di minore, quanto, piuttosto conflitti relazionali, separazioni (o divorzi) e il coinvolgimento dei familiari in attività di gioco illecite per reperire aggiuntive risorse economiche.

Nello specifico, due intervistati dichiarano di aver giocato in modalità illecite, ovvero in età minore e quando, quarat‟anni fa, le scommesse erano illegali; cinque ammettono di aver partecipato a bische clandestine in case private o in bar paesani, addirittura c‟è chi organizzava il banco in casa propria; fra i casi di furto, in totale dieci, la maggior parte dei gocatori rivela di aver sottratto soldi dai portafogli di familiari (compagni/e, genitori e fratelli) e c‟è chi è giunto a rubare al supermercato

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Si ricorda che nel DSM-V fra i criteri diagnostici è contemplato quello della “dissimulazione” che prevede, da un lato, la negazione ai familiari delle giocate, delle entità perse e dei debiti contratti, dall‟altro, i comportamenti francamente illegali come la falsificazione, la frode, il furto o l‟appropriazione indebita (APA, 2013, pg. 586).

per mangiare o a commettere furti in appartamento; altri quattro giocatori hanno raccontato di aver sottratto denaro sul posto di lavoro (quattro casi) e di assegni post- datati. Nei casi più gravi – che hanno avuto anche ripercussioni serie sul piano della giustizia – si tratta di spaccio di sostanze illecite e ricettazione seguite da contanne penali per i reati contestati.

I risultati suggeriscono che il gioco d‟azzardo patologico è più spesso correlato a reati di reddito come furti, appropriazione indebita e falsificazioni ed i giocatori d‟azzardo raramente commettono reati violenti tranne che sotto estrema pressione e come parte di un crimine di proprietà più disperato come la rapina a mano armata (così come evidenziato da studi internazionali, fra questi: Lesieur, 1984; Brown, 1987; Blaszczynski et al., 1989; Turner et al., 2009; Wheeler et al. 2010, Pastwa- Wojciechowska, 2011)

Si specifica, infine, che questi risultati confermano fedelmente, al di là dei numeri, quanto già rilevato, con riferimento al territorio dell‟Emilia-Romagna, dal Rapporto di ricerca 2013 Le implicazioni criminologiche e vittimologiche del gioco

d‘azzardo in Emilia-Romagna, Università di Regione Emilia-Romagna, Settore Politiche

di sicurezza e polizie locali, a cura di C. Cipolla, e nell‟elaborazione dei risultati della stessa ricerca a cura di S. Vezzadini contenuta nel saggio “Giocatori, vittime e gioco d‟azzardo” del volume “Le implicazioni sociali del gioco d‟azzardo. Il caso dell‟ Emilia- Romagna, anno 2014.