6.1. VERSO UN MODELLO CORRELAZIONALE DI INTERVENTO NELL’AREA DELL’AZZARDO
6.1.5. Una proposta operativa: il modello della “clinica virtuale” per il gioco d’azzardo
È un tempo in cui i rapporti sociali, sono caratterizzati dall‟interfacciamento crescente
– tra persone e persone, tra gruppo e gruppo – di macchine molto sofisticate, con programmi artificiali “intelligenti” che condizionano le relazioni umane (Ardigò, 1990, pg. 14).
In questo paragrafo, si cerca di illustrare come poter attivare un intervento online nell‟area dell‟azzardo, con l‟obiettivo di formulare “indirizzi di spendibilità” per i servizi pubblici che si occupano di ludopatia ed attinenti ai risultati dell‟analisi empirica.
Quindi, una proposta aggiornata rispetto al crescente dilatarsi dei comportamenti di gioco a rischio o patologici, di supporto alla persona ed ai servizi tradizionali per le dipendenze che si occupano del trattamento della ludopatia e devono, dunque,
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Decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179, articolo 12.
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Questa ipotesi attuativa è emersa attraverso un brainstorming a cui ha preso parte un operatore di ogni categoria professionale del Ser.T. di Forlì (il direttore Edoardo Polidori, un medico, un infermiere, uno psicologo, un assistente sociale, un sociologo, un educatore, un amministrativo), ottenendo un‟idea condivisa e strutturata sulle necessità e peculiarità caratterizzanti l‟attività di ogni esercizio professionale.
attivare un‟adeguata risposta correttiva o anticipatoria di danni significativi, anche per giocatori d‟azzardo che non vi accedono direttamente.
Si definisce clinica virtuale un servizio online, attivato dalle stesse strutture abilitate al trattamento della ludopatia (Ser.T.), che costituisce, da un lato, un polo
critico utile per i professionisti del settore poiché illustra i principali elementi
qualificanti per un servizio riabilitativo; dall‟altro, un centro altamente qualificato per l‟utenza sommersa, gestito attraverso strumenti offerti nel web e la pratica dell‟online counseling.
L‟implementazione di un efficace servizio online, da parte dei servizi per le dipendenze prevede l‟outreach come metodo: inteso come il prendere le informazioni e i servizi da un “progetto base” ed esportarli (out) ad un “target” con un tentativo mirato ad incoraggiare i contatti ad accedere al servizio offerto. L‟outreach inteso in senso sanitario è utilizzato poiché l‟azienda sanitaria, che vuole esportare i suoi servizi, decide la sua fascia di utenza ed effettua questo servizio per incoraggiare le persone a prendere contatto con le strutture in maniera che questo possa essere il primo contatto effettivo con i servizi. La finalità ultima è rendere più trasparente ed accessibile il servizio. In tal senso, un‟altra funzione assolta dalla clinica può essere quella di fungere da ponte verso i servizi territoriali face to face.
Per analizzare questa ipotesi ed alternative eventuali, il primo step per l‟azienda promotrice è quello di dar vita ad un brainstorming133 a cui prenderà parte un operatore di ogni categoria professionale al fine di ottenere un‟idea condivisa e strutturata sulle necessità e peculiarità caratterizzanti l‟attività di ogni specifica professionalità, permettendo di valutarne la fattibilità.
Inoltre, per l‟implementazione di tale ambizioso progetto dovranno essere necessariamente affrontati interrogativi, a seguire, che definiscono i confini operativi del servizio.
Il target di riferimento
Partendo dall‟ipotesi per cui si è verificato un aumento generalizzato dei comportamenti di gioco d‟azzardo, trasversale rispetto ai gruppi sociali, ai generi, alle classi di età ed ai gruppi etnici è necessario effettuare una scelta rispetto al target di riferimento.
L‟idea di base, che dovrà accompagnare tutto il progetto, è la creazione di uno spazio web come punto di riferimento per persone che potrebbero accedere, attraverso questo spazio, a servizi a cui hanno difficoltà ad avvicinarsi attraverso i classici canali istituzionali.
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Brainstorming significa “usare il cervello (brain) per prendere d‟assalto (storm) un problema” e consiste in una tecnica creativa di gruppo per far emergere idee nuove su una determinata tematica e/o volte alla risoluzione di un problema. Tra le applicazioni di questa tecnica, appunto, la progettazione/sviluppo di nuovi prodotti/servizi (Bezzi, Baldini, 2006). Il risultato principale di una sessione di brainstorming è in genere molto produttivo: può consistere in una nuova e completa soluzione del problema o dell‟ipotesi di lavoro oggetto d‟indagine, in una lista di idee per un approccio ad una soluzione successiva, o in una lista di idee che si trasformeranno nella stesura di un programma di lavoro (ivi).
Due sono i target di riferimento possibili:
- adolescenti: giovani e giovanissimi che hanno, per svariati motivi, difficoltà ad accedere alle istituzioni;
- adulti che faticano ad accedere ad un servizio come quello di recupero dalle dipendenze connotato dalla marginalità e dal disagio, quindi stigmatizzante.
Quali enti coinvolgere?
Seguono le ipotesi possibili:
1. la prima, vede interessati nel contempo più enti e professionisti delle diverse strutture di riferimento coinvolte nell‟attivazione e nella gestione del servizio (per es. potrebbe trattarsi di un servizio di Area Vasta Romagna – Forlì, Cesena, Ravenna, Rimini – che pertanto coinvolge il medico di Rimini, lo psicologo di Forlì, l‟educatore di Cesena, il sociologo di Ravenna);
2. la seconda opzione prevede che il servizio sia afferente ad un‟unica struttura e dunque coinvolgerà esclusivamente i professionisti dell‟azienda;
3. infine, dovendo costruire la possibilità non solo di contattare specialisti e/o avere informazioni ma volendo anche creare un disegno teorico di clinica che possa essere utile ai professionisti del settore ed allo stesso utente che deve essere orientato ai servizi di trattamento della ludopatia, ed essendo la clinica virtuale uno strumento che permette di “spaziare”, è possibile pensare di creare un servizio generato e gestito da una sola struttura ma che coinvolge i “migliori” professionisti dislocati in località anche lontane fra loro, ottenendo un servizio altamente qualificato.
Dove collocare il servizio nel web?
Il principale interrogativo da porsi è se implementare il servizio in una pagina web istituzionale o anonima?
La scelta è sicuramente influenzata anche dal target di riferimento.
Infatti, mentre una pagina istituzionale spaventa un adolescente, nel caso di un servizio rivolto ad un target adulto è invece una garanzia di affidabilità.
Pertanto, nel caso in cui il servizio sia rivolto, nello specifico, ad un target adulto è auspicabile creare l‟accesso alla clinica virtuale attraverso un link inserito nel sito istituzionale dell‟azienda di riferimento.
Mentre, nel caso in cui l‟obiettivo principale sia quello di offrire gratuitamente il servizio ad un target adolescenziale, è più facile avvicinarsi all‟universo giovanile attraverso la creazione di profili sui più comuni social network (Facebook, Google+, Twitter) che fungeranno da ponte verso il la clinica virtuale.
Quale modello adottare?
Dovendo disegnare una clinica virtuale che possibilmente esibirà indicazioni di qualità, cioè descriverà i principali elementi qualificanti per una struttura di recupero,
oltre ad offrire un qualificato servizio assistenziale per la ludopatia, e potendo essere pensata a piacimento poiché non è un servizio che costa, sono necessari ragionamenti preliminari per definirne il modello. I principali interrogativi sono i seguenti: Quali “stanze” devono esserci? Quali professionisti devono essere presenti in backoffice? Dal punto di vista della qualità: che caratteristiche/requisiti devono avere sia i professionisti che le “stanze”? Quali sono le attività/prestazioni offerte?
L‟idea progettuale è quella di trasporre un servizio territoriale nel web, cioè esportare le informazioni e i servizi delle strutture di riferimento ad un “target” online. Pertanto, la clinica virtuale dovrà rispecchiare l‟offerta dei servizi territoriali. Ci sono però diversi modelli.
Innanzitutto, una clinica virtuale che interviene nell‟area delle dipendenze può comprenderle tutte (da sostanze e comportamentali). Pertanto, occorre orientare la proposta.
A livello di contenti, invece, l‟unica limitazione è relativa agli strumenti gestionali perché un servizio come il Ser.T., abilitato alla prevenzione e al recupero delle dipendenze, è legalmente limitato all‟inserimento di strumenti che promuovono esplicitamente il “gioco responsabile” (tale esclusione non è applicabile ai questionari di autovalutazione).
Conviene altresì considerare che la clinica virtuale può caratterizzarsi per una mappa suddivisa a più piani o estesa sullo stesso piano e, dunque, visualizzabile ad unico colpo d‟occhio. È auspicabile che nel web le “stanze” siano tutte disposte su un unico piano, rendendo la mappa più semplice e accessibile.
Proposta per un modello di clinica virtuale
Per l‟implementazione di una “clinica virtuale” si consideri indispensabile la definizione della parte attuativa.
A tal proposito è di seguito presentata una proposta operativa per la realizzazione e gestione di una clinica web che mette insieme elementi qualificanti per un servizio riabilitativo, indirizzi operativi e strumenti online spendibili nell‟implementazione della stessa.
L‟ipotesi attuativa a seguire illustra le caratteristiche e la logica operativa di una clinica costituita dall‟entrata, dalla sala d‘attesa, dall‟accettazione, dalla segreteria
amministrativa, dalla biblioteca digitale, dalla sala riunioni, dalla stanza del direttore, dalla stanza degli infermieri, dalla stanza del medico, dalla stanza del sociologo, dello psicologo, dell‟educatore e assistente sociale, dalla stanza della prevenzione e dall‟ufficio legale.
Entrata
È importante che all‟entrata siano esposti gli orari e il nome del responsabile del servizio. Non deve essere, invece, affissa alcuna insegna per eliminare ogni possibile stigmatizzante percezione del servizio.
Dall‟entrata si accede, con percorso obbligato, alla sala d‘attesa dove sarà possibile visualizzare la mappa della clinica. Si farà anche in modo di esplicitare la