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L A NASCITA E DIFFUSIONE DEI PARTITI INDIPENDENT

Per meglio comprendere le dinamiche che si svilupparono in Soudan in questo periodo, bisogna volgere lo sguardo verso quanto accadeva in Francia alla fine degli anni ’40; ciò non può essere in alcun modo trascurato, in particolar modo è necessario sottolineare il ruolo che ha avuto il Movimento Repubblicano Popolare (MRP). Martin Thomas67, in un suo articolo, analizza proprio questo elemento ed in particolar modo le posizioni del partito rispetto alle politiche coloniali. A partire dal 1945, se il partito socialista francese (SFIO) era noto per il suo atteggiamento prudente nei confronti delle questioni coloniali, promotori di una strada delle riforme lunga e fatta di piccoli passi, il Movimento cercava di introdurre idee nuove e più audaci. Il comportamento del Movimento Repubblicano non godeva di una grande tradizione che lo legava ad un particolare interesse verso le questioni coloniali, ad esempio quando dovettero esprimere il loro parere in relazione alla questione indocinese, si affidarono a Max André, un esperto di finanza e non già di affari esteri68. Il MRP era storicamente un partito che aveva difeso le posizioni imperialiste, queste idee però si scontravano con quelle di un suo membro eminente, Robert Schuman. In realtà, prima della fine della guerra mondiale era stato il partito radicale a sostenere la causa imperiale, ma una volta che il conflitto si concluse fu quindi il Movimento Repubblicano a sostituire i radicali nella difesa degli interessi coloniali. Inoltre, i vertici del partito non capivano come si potessero portare avanti delle proposte di autogoverno quando si stava costruendo un sistema, l’Unione Francese, che in realtà non prevedeva

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Ministere de la France d’outre-mer , 29 settembre 1951, in ANOM, 1AFFPOL/2154

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Thomas M., Colonial policies of the Mouvement Republicain Populaire, 1944-1954: from reform to reaction, The English Historical Review, aprile 2003, n°118

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questa possibilità. La convinzione che la ricostruzione della Francia fosse possibile grazie alle risorse provenienti dalle colonie, era largamente diffusa anche tra le file del MRP. In realtà, vi era sempre una contraddizione di fondo quando si parlava di riformismo all’interno di un sistema coloniale, per quanto una nuova politica poteva essere ispirata da principi democratici, se implementata in un sistema imperiale non assumeva realmente la forma da cui traeva ispirazione. D’altronde, fin dalla sua fondazione, il Movimento repubblicano non aveva avuto una visione politica precisa di quello che sarebbe dovuto essere l’impero coloniale francese. Non vi era una linea di pensiero, o comunque una fonte di ispirazione per una loro proposta in tal senso. Questo era causato dal fatto che quando André Colin fondò il partito nel 1944, volle che al suo interno confluissero tutti i democratici e non solo gli esponenti dell’ex Partito Democratico Popolare (PDP), dunque vi erano personalità con visioni ed esperienze politiche molto diverse. Il periodo che va dalla fine della seconda guerra mondiale al 1950, fu caratterizzato principalmente da due visioni: la prima, ancora fortemente intrisa di una superiorità razzista, spingeva gli uomini politici del Movimento a ritenere che le possibilità di maggiore autonomia potevano essere offerte solamente ai territori più evoluti ; mentre la seconda, riguardava la difesa degli interessi cristiani all’interno dei territori, cioè garantire condizioni per lo sviluppo e l’osservanza del culto cristiano nei territori coloniali. Nel dibattito costituzionale del 1946, il Movimento si schierò a favore delle posizioni conservatrici della destra, favorendo la sconfitta dell’ala sinistra, di cui facevano parte comunisti e socialisti, che invece avrebbero voluto una maggiore autonomia per i territori africani e non solo. In questo contesto, i repubblicani trovarono l’appoggio di una personalità eminente del mondo politico francese, cioè quella di Henri Laurentie, che condivideva in larga parte il punto di vista repubblicano. Una volta che avvenne lo strappo tra MRP e PCF nel 1947, puntualmente arrivarono anche le critiche da parte del mondo cristiano nei confronti del RDA, in cui quest’ultimo veniva accusato di basare i propri principi su un incomprensibile ateismo. Il Movimento Repubblicano sostenne le posizioni del mondo cristiano, così come in realtà aveva già fatto in passato, non discostandosi da una linea d’azione che era dettata dal suo stesso elettorato. Questo aveva delle ripercussioni, oltre

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al fatto noto del supporto che il partito comunista aveva fornito al RDA e che, secondo Thomas, aveva permesso che questo divenisse un partito così importante, era un chiaro segnale della crisi dei socialisti in Africa. Dunque si apriva un nuovo quadro politico che permetteva ai repubblicani di ritagliarsi un proprio spazio politico tra la popolazione africana, sfruttando una vicinanza politica con il Rassemblement. Ciò divenne ancora più possibile, nel momento in cui un dicastero strategico, quello della Francia d’Oltre-mare era controllato proprio dal MRP. Seppur, la vicinanza che si era sviluppata tra PCF e Rassemblement tendeva a preoccupare la leadership repubblicana, poiché esponeva il partito a critiche, sostenendo un partito legato al PCF. Infatti, furono numerose le pressioni provenienti dall’amministrazione francese e, almeno in parte, anche dai repubblicani, per spingere gli africani ad abbandonare il Rassemblement e creare nuove formazioni indipendenti. Su questa idea nacque una nuova formazione politica che avrebbe cambiato, seppur per breve tempo, il panorama politico, e che cercava proprio di allontanarsi dai gruppi già esistenti, per questo motivo presero il nome di Indépendants

d’Outre-Mer (IOM) 69

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LA QUESTIONE COLONIALE ALLA LUCE DELL’ANTICOLONIALISMO DELLE

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