Terzo Capitolo
L’U NION S OUDANAIS COME NUOVA FORZA DI MEDIAZIONE TRA I PARTIT
Per quanto riguarda la composizione e la provenienza territoriale dei delegati presenti a tale evento, è necessario sottolineare come il gruppo più numeroso fosse proprio quello del Soudan. Furono ben 80 i delegati politici e 150 gli osservatori; per avere un confronto con gli altri territori basta sapere che per il Senegal vi erano solamente 30 delegati, così come per la Costa d’Avorio, territorio di appartenenza del presidente Houphouet-Boigny. Il numero totale di delegati presenti raggiunse la quota di 254, la maggior parte di questi appartenevano alla struttura amministrativa, ma anche parlamentari, sindaci e consiglieri delle municipalità. Un gruppo eterogeneo che doveva rappresentare le varie istanze e cercare di fornire all’assemblea tutta una serie di informazioni, in modo tale da capire quali fossero i problemi che ci si trovava ad incontrare nella gestione dell’Africa Occidentale francese e non solo190. Un parte numerosa dei partecipanti al congresso, si
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Congrés de Bamako, 4 Ottobre 1957, in Archives Nationales Françaises Paris, 582AP/24
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Rapport de la Commission des Mandats, 25 settembre 1957, Archives Nationales Françaises Paris, 582AP/24
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occupava di materie economiche, punto che come abbiamo detto era uno dei più salienti. Il punto di partenza del ragionamento portato avanti durante i lavori del congresso, riguardava la crescita demografica, soprattutto in AOF, che rendeva ancora più importante la conseguente crescita economica. Il secondo nodo che andava sciolto, era la diseguaglianza salariale dei lavoratori, infatti un funzionario amministrativo percepiva uno stipendio che non poteva essere minimamente paragonato con quello dell’operaio. Tale disparità era ancora più accentuata a seconda del territorio di appartenenza, infatti i territori costieri erano quelli dove si concentrava la maggior parte della produzione191. La proposta del movimento prevedeva una duplice azione: una sul piano interno, che riguardava direttamente i singoli territori, una seconda che riguardava il piano esteriore, che in qualche modo coinvolgeva anche attori terzi rispetto ai territori e all’amministrazione. Vennero previste azioni di vario genere, da quelle immediate che avevano il solo compito di aumentare la produzione interna, a misure che riguardavano l’ammodernamento delle tecniche e del sistema produttivo, ma soprattutto uno schema di lungo termine che riuscisse ad integrare l’economia africana con quella della Francia e di altri Paesi. Se è vero che il principale settore dell’economia d’oltremare era ancora l’agricoltura, era importante continuare sulla strada già tracciata della diversificazione dei prodotti, in modo tale da rendere più stabile la crescita in tal senso. Tema già affrontato in precedenza, che però non veniva mai realmente messo in pratica a causa della scarsità e dell’arretratezza dei mezzi a disposizione degli agricoltori. La minima attività industriale, presente in Africa Occidentale, era strettamente collegata al settore agricolo, infatti si trattava di fabbriche specializzate nella produzione di oli vegetali che poi venivano esportati nella madrepatria. Per rafforzare il processo già in corso, era necessario aumentare la coordinazione tra le varie istituzioni coinvolte, in particolar modo i centri di ricerca, le società di economia mista e la popolazione attraverso le singole municipalità. L’aumento della produttività, lungamente richiesto da parte dell’amministrazione, si poteva raggiungere attraverso politiche non direttamente collegate con le attività
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Un bene acquistato a Bamako arrivava a costare il 50% in più rispetto allo stesso bene acquistato a Dakar, a causa degli alti costi legati al trasporto ed alle provvigioni spettanti agli intermediari.
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lavorative. I vertici del RDA erano convinti del fatto che anche la scolarizzazione delle masse rurali avrebbe avuto delle ripercussioni positive in questo senso, promuovendo un sistema scolastico che prevedesse un collegamento diretto col mondo del lavoro. Un altro ambito era quello dei trasporti, infatti nonostante il grande sforzo compiuto in questo settore per oltre un decennio, la situazione della viabilità stradale e ferroviaria era insoddisfacente. In tal caso piuttosto che parlare di aumentare gli investimenti, come nel caso del settore scolastico, si parlava di cambiare la strategia che fino ad allora era stata seguita. Infatti, fino ad allora la maggior parte dei fondi a disposizione era stata concentrata nella creazione di una rete ferroviaria capace di trasportare il prodotto fino ai porti e ai punti di scambio commerciale. Dato il lungo lasso di tempo e le somme spese era evidente come questo piano non avesse funzionato, ai delegati esperti in questo particolare settore ricadeva la responsabilità per delle nuove proposte. A tal proposito, questi specialisti ritenevano che l’industrializzazione fosse comunque necessario per aumentare i proventi derivanti dalle attività dell’agricoltura, infatti vendere un prodotto lavorato o semilavorato fruttava di più di vendere le semplici materie prime. Fino ad allora gli africani si erano limitati a fornire una manodopera a basso costo perché non specializzata, per l’RDA era giunto il momento di cambiare questa situazione192
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Un altro punto che venne affrontato riguardava l’africanizzazione del sistema commerciale, argomento che avevamo già anticipato nel capitolo precedente. Questo passaggio rientrava nello schema di emancipazione che doveva interessare l’apparato politico africano, voluto fortemente da quest’ultimo nel tentativo di tutelare la remunerazione degli agricoltori. L’idea del rassemblement era quella di promuovere l’istituzione di cooperative, che avrebbero giocato un ruolo fondamentale nell’economia africana, proprio nel campo della commercializzazione dei beni193. In modo tale da salvaguardare il profitto dei produttori dalle fluttuazioni dei prezzi generate da chi
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Lisette G., Congrés de Bamako: Rapport Economique, 28 ottobre 1957, in Archives Nationales Françaises Paris, 582AP/24
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L’idea era quella di ridurre i costi della fase di commercializzazione, in modo tale da aumentare il prezzo pagato agli agricoltori così da incentivare l’aumento della produzione e far si che questo settore attraesse un numero sempre maggiore di lavoratori.
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commercializzava i beni, visto il fallimento di tutti quei tentativi di calmierare i prezzi. Compreso il tentativo di integrare maggiormente l’economia africana e quella francese, infatti se è vero che la Francia rappresentava il principale mercato per le esportazioni, era anche vero che la Francia importava beni soprattutto da altri territori. I politici dell’ RDA volevano che l’Assemblea Nazionale portasse avanti un sistema di incentivi per promuovere l’acquisto di prodotti dei territori d’Oltre-mare. D’altro canto, i politici francesi avevano paura che un sistema eccessivamente protezionistico non avrebbe fatto altro che danneggiare i consumatori francesi, a causa di un aumento generale dei prezzi194. Per quanto riguarda il piano sociale, erano numerosi gli ambiti dove era necessario portare avanti delle riforme e soprattutto aumentare il budget a disposizione. Le aree dove la situazione era più pesante erano le campagne, dove scarseggiavano gli ospedali e dove le epidemie si diffondevano a causa della mancanza di misure atte a contrastarne la propagazione. Le raccomandazioni espresse dai delegati riguardavano l’aumento dei presidi ospedalieri, l’estensione del progetto di strutture sanitarie mobili e la rigida applicazione delle disposizioni in materia di igiene pubblica del code du travail. Oltre a queste tre principali linee d’azione, vi erano altri problemi che stavano interessando i territori, non ultimo quello dell’alcolismo, riguardo al quale venne proposta come soluzione una sorta di contingentamento delle importazioni. Al tempo stesso, venne presentata una raccomandazione che riguardava le assemblee territoriali per far si che queste deliberassero per l’eliminazione dei diritti di dogana sui prodotti farmaceutici. Se è vero, come abbiamo detto, che la situazione delle aree rurali sul piano sociale era quasi catastrofica, le città erano interessate da un altro problema, quello della salubrità e delle cattive condizioni igieniche, una circostanza che comportava la diffusione di tutta una serie di patologie. Dunque, il congresso consigliava la realizzazione di abitazioni a basso costo che permettessero ai cittadini che non erano nella condizione di fare fronte alle spese di costruzione, di avere accesso comunque ad un alloggio195. Per quanto riguarda
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Congrés de Bamako: sur le plan exterieur, ottobre 1957, in Archives Nationales Françaises Paris, 582AP/24
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3ème Congres Interterritorial du R.D.A., Bamako, Resolution sur le rapport social, 28 ottobre 1957, in Archives Nationales Françaises Paris, 582AP/24
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l’istruzione, i delegati ritennero di confermare quanto indicato nei precedenti incontri, ribadendo quindi la necessità di un piano adeguato per l’alfabetizzazione delle masse, condizione necessaria per l’emancipazione del popolo africano196. L’aumento dei giovani inseriti in programmi di formazione, soprattutto di tipo professionale, aumentava le possibilità di successo di tutte le altre raccomandazioni, non solo del piano sociale ma soprattutto di quello economico. Il piano prevedeva la rivalutazione del ruolo degli insegnanti, non dimentichiamo che la maggior parte dei politici dell’ RDA erano stati dei docenti, e l’introduzione di insegnamenti di storia e geografia dell’Africa, in modo tale da aumentare la consapevolezza storica degli studenti. Inoltre, veniva consigliato alle sezioni locali di creare delle scuole politiche per formare i giovani dei singoli territori di loro competenze al riguardo del sistema istituzionale. Insieme a ciò, si consigliava la creazione, nelle principali città e non solo, di centri di aggregazione culturale dove i giovani potessero liberamente esprimere le loro idee. Al tempo stesso, si consigliava di censurare e di scongiurare la diffusione di film che, senza una precisa motivazione, potevano turbare ed avere un’influenza nefasta nei confronti dei giovani197
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Una delle più importanti risoluzioni fu quella che riguardava l’organizzazione politica del movimento, che venne presieduta da Modibo Keita e fu lui stesso a ribadirne l’importanza per un gruppo politico così ampio come l’RDA. Il politico soudanese concentrò l’attenzione sulla mancanza di un adeguata formazione politica dei dirigenti del partito, che troppo spesso si comportavano in maniera eccessivamente paternalistica nei confronti dell’elettorato. Un atteggiamento che era controproducente e che molto spesso si trasformava in un limite durante le campagne elettorali. A volte anche la carenza di una reale esperienza politica aveva generato tutta una serie di situazioni difficili da affrontare, come ad esempio un certo estremismo manifestato in più occasioni nelle elezioni
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Al riguardo venne consigliato di istituire borse di studio per studenti meritevoli e una parte di queste (nella misura minima del 10%) doveva essere destinata ai figli degli ex combattenti. Questa categoria era sempre al centro delle attenzioni del RDA, l’unico partito che si faceva portavoce in Africa Occidentale delle condizioni di vita e dei diritti degli africani che avevano combattuto per la Francia durante il secondo conflitto mondiale.
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territoriali. Per questo motivo si raccomandava di sopperire a questa difficoltà, dando maggior risalto alla carta stampata che si stava diffondendo e sulla quale avrebbero avuto spazio solamente alcuni esponenti accuratamente selezionati. Keita consigliava di riorganizzare il movimento, dalla base fino ai livelli più alti della struttura amministrativa, in altre parole bisognava partire dalle municipalità fino all’assemblea territoriale. Solo in questo modo l’RDA poteva veramente ambire a divenire un partito di maggioranza, soprattutto in alcuni territori come ad esempio in Soudan. Inoltre, le varie sezioni locali dovevano impegnarsi a far si che ci fossero delle occasioni durante le quali ci potesse essere un vero e proprio confronto, in modo tale da rinforzare la cooperazione e la solidarietà. In particolar modo, era necessaria una maggior comunicazione tra i singoli partiti che formavano i movimenti e la struttura dirigenziale. Modibo Keita, grazie alla sua grande visione politica, aveva proposto una ripartizione dei compiti volta a poter identificare eventuali responsabili nel momento in cui le cose non fossero andati nel modo voluto. Insomma Keita chiedeva che venisse fatto lavoro di squadra e ognuno dei membri doveva portare avanti le istanze che erano state indicate durante i lavori del congresso. Solamente in questo modo era possibile salvaguardare la moralità e la dignità degli eletti, facendosi carico dell’impegno assunto nei confronti dei cittadini. Keita parlava già da leader di un movimento che era intenzionato a cambiare e ad applicare in Soudan tutta una serie di elementi che a livello sovra territoriale non erano mai stati realmente messi in pratica198.