Rimanendo sempre nell’ambito dei rapporti tra Gran Bretagna e Francia, un importante documento d’archivio inglese spiega quale fosse la situazione negli ultimi mesi del 1950. In particolar modo, questo report serviva ad informare il Foreign Office al riguardo della situazione politica all’interno dell’RDA, dopo lo strappo tra Houphouet-Boigny e Gabriel D’Arboussier, figlio di un governatore coloniale francese e di una donna soudanese. Il politico ivoriano, che come è noto in quel momento era il presidente del partito, dopo una disputa politica si era definitivamente allontanato dalle idee e posizioni del politico francese, il quale sempre di più riteneva necessario che le idee comuniste fossero alla base del grande partito africano. Houphouet-Boigny, da sempre contrario a questa scelta, decise infine di allontanare la sua figura ed il partito da lui guidato, dal blocco comunista, preferendo così assumere una posizione indipendente. Questa scelta veniva dettata dal fatto che in questo modo, ci si poneva realmente al riparo da critiche al riguardo di scelte giudicate troppo radicali, potendo così ottenere quel cambiamento di politiche da tempo auspicato. Il partito ha ormai assunto una posizione prominente all’interno dello scenario politico africano, dunque ha la possibilità di rinunciare a qualsiasi apporto ideologico che
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Anglo-French collaboration in West Africa, Fifth bulletin of information on French Affairs in West Africa, Accra, February 1951, in British National Archives London, CO537/7189
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il comunismo poteva fornire e dettare quindi una propria linea politica. Quello che interessa agli inglesi, è proprio questo aspetto e cioè la perdita di influenza del partito comunista in uno scenario così importante come l’Africa Occidentale, ma soprattutto la perdita di un alleato così importante come il RDA, un partito con tendenze nazionaliste ma per certi versi sovranazionali, data l’importanza delle sezioni territoriali80
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Il confronto politico tra i due continuerà fino al luglio del 1952, quando Houphouet- Boigny sulle pagine del quotidiano L’Afrique Noire, allora diretto da Guy Etcheverry, parlò del suo rapporto politico con Gabriel d’Arboussier. In questo articolo, il politico ivoriano ricostruisce il lungo legame, anche di amicizia, che ha avuto con d’Arboussier, affermando come sia stato affabulato dai discorsi e dalle sue belle parole. Nonostante ciò, Houphouet-Boigny raccontava di essere dotato della tipica pazienza che contraddistingue gli africani, ma che essendo un tipo pragmatico attendeva che dalle parole si passasse ai fatti. Avendo capito, quasi fin da subito, che il suo collega francese era mosso da una grande ambizione personale, si domandò quale fosse l’obiettivo che voleva raggiungere, visto che sembrava un uomo disposto ad utilizzare qualsiasi mezzo per raggiungere i propri fini. Ciò di cui lo accusa, è di essersi servito del RDA per perseguire delle strade che non portavano nessun vantaggio agli africani, prendendosi gioco di tutto e di tutti, però senza mai raggiungere il suo obiettivo ultimo. Infatti, d’Arboussier aveva intavolato discussioni e avuto rapporti con personaggi di spicco del mondo politico, in particolar modo del mondo comunista, per affermare la propria leadership, Houphouet sentitosi attaccato e avendo visto il suo ruolo messo in dubbio decise di allontanarlo dal partito. Riteneva che avesse deciso di utilizzare la ‘bandiera’ anticolonialista, ma in realtà non fosse un vero sostenitore di questa causa e quello che avrebbe potuto fare, se non fosse stato fermato in tempo, sarebbe stato sicuramente un danno per il partito. Insomma, ci troviamo di fronte ad un vero e proprio scontro che travalica le motivazioni squisitamente politiche e si trasforma in un vero e proprio scontro tra due leader che puntavano a
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conquistare la leadership del RDA. La sua espulsione dal partito ebbe molto risalto e lo stesso d’Arboussier parlò di una vera e propria epurazione e di voler così zittire una voce critica, dando più spazio a chi si era sempre sottoposto alla volontà del politico ivoriano. In realtà, in numerose occasioni il Rassemblement aveva rischiato di spaccarsi davanti a delle divisioni interne troppo forti, rischio effettivamente preventivato vista la natura stessa di questo progetto politico. Sempre nell’articolo, Houphouet-Boigny afferma che non sia stato lui a volere e ad ottenere il suo allontanamento, ma bensì sia stata una decisione collegiale sulla quale si erano espressi i membri del partito. È difficile pensare come questa decisione non possa essere stata presa dal solo Houphouet-Boigny o comunque per sua iniziativa, dato che in questo determinato periodo la sua leadership era quanto mai forte e contrastata dal solo d’Arboussier. Nonostante ciò, possiamo affermare che probabilmente anche Houphouet-Boigny potrebbe aver avuto dei tentennamenti al riguardo di questa epurazione, non già per il fatto che avesse paura di essere accusato di non tollerare un’opposizione alle sue scelte, bensì perché sapeva che chi parteggiava per d’Arboussier avrebbe senza dubbio reagito. Infatti, a pagare il prezzo di questa lotta politica interna fu Doudou Guèye, membro del UDS, sezione senegalese del RDA che venne così estromesso dal partito e lo stesso Houphouet-Boigny parlò di un vero e proprio atto di ritorsione. Citando questo caso, rimandava al mittente le accuse di mancanza di spirito democratico e riteneva che si era trovato in difficoltà quando si trovò a dover formalizzare l’espulsione. I due si incontrarono a Villepinte, non lontano da Parigi, perché d’Arboussier era convinto di riuscire a portare il politico ivoriano ad un ripensamento. Houphouet-Boigny non aveva dimenticato l’atteggiamento di diffidenza che lui aveva sempre mostrato nei confronti degli eletti africani all’Assemblea Nazionale, il suo rifiuto di collaborare per l’abolizione del lavoro forzato, i suoi rapporti mai chiari con Raymond Barbé e la sua costante contrarietà a riunire insieme tutti i parlamentari africani. Inoltre, Houphouet-Boigny riteneva che il problema non era comunque mai stato una rivalità tra di loro, bensì il problema era la sua ambizione che lo divorava. La lettera di dimissioni di d’Arboussier è datata 7 luglio 1950, ma lo stesso politico dice di essere stato escluso ed estromesso dal partito molto tempo prima e che quindi la sua esclusione
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fosse stata decisa da lungo tempo. Houphouet-Boigny esclude questa possibilità e, partendo dal presupposto che il loro incontro di Villepinte era avvenuto poco tempo prima di quel 7 luglio, che senso avrebbe avuto quel colloquio se d’Arboussier era già convinto che fosse stato tagliato fuori dal partito? Inoltre, nonostante lui stesso si fosse dimesso, rimase comunque uno degli eletti tra le file del RDA, non rinunciando alla sua carica e pertanto ha continuato a lavorare a lungo affianco ai membri del partito. In chiusura di questo articolo, Houphouet-Boigny sosteneva il fatto che il suo allontanamento era stato causato dall’evidenti differenze e dall’impossibilità di applicare la lotta comunista e anti-francese che lui voleva portare avanti. Riteneva inoltre che, la lotta tra classi non era applicabile poiché gli africani non vivevano questa contrapposizione poiché questa divisione non era presente, in più la maggioranza dei francesi erano a favore di un’emancipazione dei territori africani e solamente una sparuta (bornés) minoranza spinta da sentimenti egoistici si opponeva a questa possibilità81. Questo preambolo è necessario per spiegare quella che sarà una delle prime vere crisi che ha interessato il Rassemblement tra la fine degli anni ’40 ed i primi mesi del 1950. Virginia Thompson e Richard Adloff82 analizzano il percorso politico del RDA, supportando l’idea che un graduale declino dello spirito liberale in Francia avesse portato i politici africani a serrare i ranghi e richiedere il riconoscimento dei propri diritti. Nonostante i due autori non trovino un collegamento con le richieste e le promesse fatte durante la Conferenza di Brazzaville, è evidente come anch’essi ritenessero che la nascita di questo progetto, fosse stato generato da una reazione all’incapacità francese di aprire alle riforme. Ribadivano il concetto che il manifesto del RDA indicava non già la volontà di ottenere l’autonomia e di autogoverno per i territori, bensì la possibilità di dare vita e sviluppare un concetto di unione politica forte con la Francia. Il loro punto di vista, spinge a ritenere che i primi passi che vennero mossi dai principali uomini politici alla guida del RDA nelle sue prime ore, siano stati profondamente ispirati da una visione
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Houphouet-Boigny, Réponse à d’Arboussier, L’Afrique Noire, 24 luglio 1952, in ANOM, 1AFFPOL/2263
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politica filocomunista. Sostengono la loro tesi ritenendo che alla Conferenza di Bamako, quella che sancì la nascita di questo movimento, fossero presenti importanti esponenti politici legati al partito comunista francese, tra cui Raymond Barbé. Inoltre, proprio durante questa prima fase, le strategie e le modalità con cui il Rassemblement si proponeva ai suoi elettori e più in generale verso l’opinione pubblica erano in qualche modo riconducibili allo schema d’azione dei partiti comunisti europei. Nonostante questo periodo iniziale fosse stato caratterizzato da una rapida crescita e diffusione nei territori francofoni, non mancavano di certo i contrasti interni e la lotta per la leadership si faceva sempre più serrata. Questo perché iniziavano ad emergere delle differenze ideologiche non trascurabili che rischiavano di far fallire l’obiettivo primario con il quale era nato questo programma, cioè la creazione di una coalizione forte. In particolar modo, ciò che preoccupava una buona parte della elite politica africana erano le tendenze radicali che erano emerse fin dalla Conferenza di Bamako, la corrente socialista appariva decisamente distante da un impianto politico di questo tipo. In questo senso, l’ RDA si trovava di fronte al rischio di perdere la sua dimensione interpartitica e diventare così un partito estremista col quale ogni tentativo di discussione con Parigi o con altri potenziali alleati, che non fosse Mosca, appariva alquanto difficile. Per Thompson ed Adloff era evidente il tentativo di apparentamento che stava compiendo il partito comunista, la possibilità di far si che un movimento politico che, in breve tempo, avrebbe potuto guidare un’area così vasta, potesse essere composto da esponenti filocomunisti era una scelta geostrategica vincente. Non è facile comprendere quanto l’ RDA sia arrivato vicino ad un’alleanza politica con il partito comunista francese, sta di fatto che questo famigerato apparentamento non arriverà mai. L’attività di Raymond Barbé era volta a far si che venissero osteggiate tutte quelle pratiche che non erano altro se non la manifestazione di un atteggiamento di superiorità da parte del potere imperiale, per far questo, secondo il suo punto di vista, era necessario creare un movimento di massa. Lo stesso politico francese, valutando la situazione che aveva avuto modo di trovare in Soudan, ritenne che il Rassemblement aveva bisogno di godere di una base elettorale molto più ampia. Barbè, insieme a d’Arboussier, rappresentavano in ogni modo un’ala radicale ed alla fine del
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1948 manifestarono questa loro opposizione attraverso dei discorsi pubblici nei quali criticavano pesantemente il governo francese. La crisi politica del 1950 era stata causata, almeno in parte, da un’esplosione di violenza e scontri che si erano registrati l’anno prima in Costa d’Avorio, la causa di tutto ciò fu proprio questo possibile apparentamento con il PCF, Houphouet fu quindi costretto a rompere la sua alleanza politica con d’Arboussier. Ben presto, i due uomini politici si trovarono uno contro l’altro, Houphouet attaccò a più riprese d’Arboussier, affermando che la causa della fine della loro alleanza non era dovuta a differenze ideologiche bensì al fatto che quest’ultimo utilizzasse il partito per il raggiungimento di fini strettamente personali. I due mossero delle accuse infamanti l’uno nei confronti dell’altro, in particolar modo al riguardo di presunti favoritismi nelle scelte degli uomini e della gerarchia all’interno del movimento politico. Thompson e Adloff ritengono che Houphouet-Boigny riuscì a rendere, in ogni caso, la propria leadership così forte da far si che il consenso intorno a lui non mancò mai, nonostante le associazioni di studenti africani in Francia e singoli esponenti politici criticarono numerose sue scelte. Le difficoltà politiche e le lotte intestine del movimento, crearono non poche preoccupazioni nella dirigenza del RDA, inoltre il governo francese mise in atto delle vere e proprie azioni di boicottaggio nei confronti di alcuni esponenti di spicco. Tutto ciò, porto ad una crisi politica che non si era ancora mai verificata dalla nascita di questo progetto politico, le elezioni del 1951 ora rappresentavano una fonte di preoccupazione poiché alcune delle difficoltà incontrate apparivano allo stato attuale come insuperabili.
LE ELEZIONI DEL 1951:RASSEMBLEMENT DEMOCRATIQUE AFRICAINE PERDE LA