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3. La natura e il gioco in Fröbel, Montessori e Munari

3.2 Maria Montessori e la natura nell’educazione

3.2.3 L’educazione dei sensi secondo Montessori

Nel suo metodo, Maria Montessori dedicò una parte all’educazione dei sensi, proponendo degli esercizi e delle lezioni mirate e individuali (Montessori 2018: 127). Il materiale sensoriale del metodo Montessori si basa una selezione del materiale proposto e utilizzato da Itard e Séguin per l’educazione dei bambini con disabilità fisica o intellettiva. Questa selezione si basa su dei materiali che già venivano utilizzati in psicologia sperimentale, nonché degli oggetti ideati da Montessori stessa (Montessori 2018: 119).

Il suo materiale sensoriale si compone di una serie di diversi oggetti, raggruppati secondo una specifica qualità: colore, peso, suono, dimensione, temperatura, ruvidezza e così via. È fondamentale che ogni gruppo rappresenti la stessa qualità in diversi gradi. Ad esempio, un gruppo di tavolette della stessa forma presenterà diversi colori in gradazione, oppure, è possibile che degli oggetti avranno la stessa forma ma saranno graduati nella dimensione. Presentando gli oggetti con delle gradazioni il bambino imparerà a conoscerne gli estremi, i limiti e, se avvicinati tra di loro, questi oggetti saranno in gradi di rivelare al bambino una differenza e un contrasto (Montessori 2018: 121). Montessori sottolineò l’importanza di isolare una sola qualità dell’oggetto, per questo motivo sono stati progettati degli oggetti identici tranne che per una sola qualità, che varierà sempre. Inoltre, secondo la studiosa, il bambino è maggiormente in grado di individuare la qualità variante dell’oggetto se gli vengono fornite le condizioni per poter isolare i suoi sensi.

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Per questo motivo suggerì alle sue insegnanti di far lavorare i bambini con una benda sugli occhi, in un ambiente buio e privo di suoni o rumori (Montessori 2018: 123). L’approccio all’educazione dei sensi prevede una fase di avvicinamento dell’insegnante al bambino (Montessori 2018: 127), la quale inizialmente presenta pochi stimoli sensoriali in contrasto tra di loro, fino ad arrivare poi a proporre un ventaglio di stimoli più ampio, composto da oggetti simili tra loro i quali però contengono delle gradazioni sempre meno percettibili. Nel caso del riconoscimento delle differenze tattili si procederà dapprima presentando due sole superfici, una liscia l’altra ruvida; nel caso invece dell’esercizio di riconoscimento del peso verrà scelta la tavoletta più leggera e quella più pesante della serie (Montessori 2018: 135).

Per esercitare il senso del tatto, vengono proposti ai bambini degli esercizi tattili, limitando l’esperienza ai soli polpastrelli e dita della mano destra, in quanto considerate le zone più comunemente usate dall’individuo per esplorare l’ambiente. Nel bambino, questi esercizi che coinvolgono la mano destra svolgono anche un’importante funzione propedeutica alla scrittura. Per cominciare questa educazione del tatto bisogna prima di tutto insegnare al bambino come toccare, a questo scopo la mano del bambino viene presa dall’adulto e le dita fatte scorrere in maniera leggera sulle superfici. Una tecnica aggiuntiva consiste nel chiedere al bambino di chiudere gli occhi mentre è impegnato a toccare (Montessori 2018: 136). Un primo esercizio consisterà nel presentare una tavoletta di legno rettangolare divisa in due parti uguali: una metà sarà rivestita di un materiale molto liscio come, ad esempio, il cartoncino, l’altra di un materiale estremamente ruvido come la carta vetrata. Successivamente verrà data al bambino una tavoletta rettangolare al cui interno si alternano strisce lisce e ruvide. Poi, sempre su una tavoletta rettangolare, verranno fissate gradazioni diverse di carta vetrata, dalla più grossolana alla più fine. Infine, l’ultima tavoletta presenterà diverse intensità di liscio, con carte più o meno lisce come la cartapecora o il cartoncino. Lo scopo di questi materiali è sia quello di preparare la mano al tocco leggero delle superfici sia di abituare il bambino a percepire le differenze. Questa tipologia di esercizio è stato definito da Montessori “esercizio sensoriale”: proprio lo stimolo sensoriale porta ad adottare determinati movimenti. Un ulteriore esercizio può consistere nel preparare del materiale “mobile”, ovvero non fissato a una tavoletta, sempre composto da diverse serie di materiali formati da tipi di carta differenti tra loro, sia liscia che ruvida a intensità graduata e da stoffe di diverso tipo. In questo caso, i materiali di ogni serie potranno essere mescolati tra loro e il bambino, con gli occhi bendati, dovrà effettuare esercizi di appaiamento e di

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separazione (Montessori 2018: 137). Inoltre, degli esercizi per distinguere la temperatura possono essere fatti con bacinelle di acqua a differente temperatura oppure utilizzando materiale a diversa conduzione di calore: legno, ferro, marmo, vetro, feltro (Montessori 2018: 138).

In aggiunta, Montessori spiegò come esercitare il senso stereognostico, ovvero quello relativo al riconoscimento degli oggetti attraverso il tatto e la palpazione. Gli studi avevano riscontrato che muovendosi e allo stesso tempo toccando qualcosa, la sensazione tattile e quella muscolare venivano fuse insieme, per questo motivo è fondamentale che la mano o il braccio si muovano attorno all’oggetto. Inoltre, la conoscenza tattile di un oggetto può essere sommata alla conoscenza visiva, restituendo un’impressione più precisa e concreta dell’oggetto in questione (Montessori 2018: 139). Tuttavia, è importante nell’educazione del senso stereognostico nel bambino, che esso non svolga il semplice ruolo di verificare di ciò che la vista impressiona, quanto piuttosto deve esercitare il movimento e sviluppare la coordinazione: ogni esercizio sensoriale è difatti accompagnato da dei movimenti (Montessori 2018: 140). Per sperimentare il riconoscimento delle forme attraverso la palpazione Montessori si avvale dell’utilizzo dei “doni” di Fröbel: cubetti e mattoncini. Dapprima l’insegnante richiama l’attenzione del bambino sulla forma dei due oggetti, poi procede a dirigere la palpazione ad occhi aperti, formulando in maniera concisa qualche spiegazione in modo da concentrare l’attenzione del bambino su quei particolari della forma che devono essere evidenziati. Successivamente, l’insegnante chiede al bambino di posizionare nella sua mano destra i cubetti e in quella sinistra i mattoncini, palpandoli (Montessori 2018: 140). In ultimo, il bambino deve ripetere l’esercizio questa volta bendato, prendendo allo stesso tempo e con entrambe le mani gli oggetti e, attraverso la palpazione, dovrà posizionarli nella mano giusta. Montessori ebbe modo di appurare che quasi tutti i bambini delle Case dei Bambini erano in grado di riuscire nell’attività e che anche laddove si presentavano errori, questi venivano eliminati in breve tempo con il ripetere dell’esercizio (Montessori 2018: 141). È opportuno sottolineare che nelle Case dei Bambini, ognuno veniva lasciato libero di scegliere quale attività svolgere e quale materiale utilizzare. Montessori mise in evidenza come proprio questa scelta rifletta gli interessi propri di ciascun bambino e si configuri come l’attività più appropriata per il suo stadio di sviluppo. Ciascun materiale didattico è stato ideato e strutturato in modo da essere autocorrettivo, ovvero, il bambino riesce a portare a termine l’attività solo se viene svolta in maniera corretta. A titolo di esempio, per quanto riguarda il materiale di riconoscimento delle forme o della dimensione, il

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blocco cilindrico può essere inserito all’interno del supporto solamente nel buco della stessa forma e della stessa dimensione (Gutek e Gutek 2016: 53,54).