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CAPITOLO I L’INTERPRETAZIONE TELEFONICA IN AMBITO MEDICO: TRATT

III. L’interpretazione in ambito medico

III.I L’interpretazione telefonica in ambito medico

L’interpretazione telefonica rappresenta uno strumento efficace per raggiungere quelle persone che rischiano di scivolare fuori dalle maglie del sistema sanitario nazionale a causa di una difficoltà di natura linguistica e culturale. Come sottolinea Angelelli (2004a), la cui osservazione etnografica ha interessato per un anno un’equipe di interpreti medici al lavoro in un ospedale californiano, dove il 95% degli incarichi era svolto al telefono, le difficoltà linguistiche possono ostacolare una efficiente erogazione del servizio medico e ripercuotersi sulle condizioni di salute dei pazienti. Talvolta, i

29 In questo senso, l’interpretazione telefonica rappresenta una risposta funzionale a un timore sempre più diffuso nelle

istituzioni sanitarie e che trova invece una sua espressione deteriore nella cosiddetta medicina difensiva, una tendenza a prescrivere esami, ricoveri, visite e operazioni (Sonal Sekhar, Vyal 2013) non strettamente necessari per tutelare se stessi e/o l’istituzione in cui si lavora da eventuali errori diagnostici che potrebbero sfociare in un’azione giuridica da parte del paziente insoddisfatto. Un simile atteggiamento comporta però spese immotivate per l’istituzione sanitaria in un sistema pubblico che assicuri determinate terapie o esami. Turner e Best (2017) hanno accostato il comportamento del terapeuta “difensivo” a quello di un interprete “difensivo”, che si fa influenzare, nelle sue scelte traduttive, dal timore di una possibile contestazione del proprio ruolo e delle proprie competenze da parte dei clienti. Questo tipo di comportamento ci sembra essere in relazione con una qualità-competenza da fornire agli studenti in interpretazione: la sicurezza di sé, che Amato (2018) collega alla capacità di prendere decisioni efficaci per il contesto.

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pazienti che non parlano la lingua dell’istituzione non interpellano neppure il centro sanitario (Rivadera et al. 2000), preferendo attendere fino a quando il problema assume proporzioni tali da non poter più essere ignorato. Inoltre, alcuni autori (Ferguson, Candib 2002; Flores 2000) hanno riportato una minore qualità della cura nei confronti di pazienti provenienti da culture diverse da quella del medico, forse a causa della difficoltà nello stabilire un rapporto empatico e un coinvolgimento del paziente allofono nelle decisioni terapeutiche30 (Angelelli 2004a).

Per confidenzialità, disponibilità di lingue poco comuni, rapporto costi-benefici, l’interpretazione telefonica è sembrata quindi una risposta ideale alle esigenze di quei medici e quei pazienti che non riuscivano a comunicare altrimenti31. Risposta talvolta suggerita, o resa obbligata, dalla legislazione in materia di superamento delle barriere linguistiche nell’accesso ai servizi.

Negli Stati Uniti, la diffusione della modalità interpretativa telefonica è stata fortemente incentivata dall’Affordable Care Act (ACA, sezione 1557), che impone il ricorso al servizio linguistico nel caso di un interlocutore allofono, e che si sofferma esplicitamente sul ricorso all’interpretazione da remoto nell’ottica di un equo accesso alle cure o ai servizi legali; l’interpretazione telefonica, per i minori costi del servizio rispetto a una interpretazione presenziale32 (Andres, Falk 2009), è divenuta in questi casi la forma interpretativa d’elezione.

30 L’accento sulla collaborazione medico-paziente nella relazione terapeutica risponde però a una visione occidentale,

incentrata sulla volontà dell’individuo. Pazienti appartenenti ad altre culture (o di diverse generazioni) possono preferire un atteggiamento più passivo, di affidamento al sapere dell’esperto (Patel, Bakken 2010). Tuttavia, altre variabili possono entrare in gioco, come lo status socio-economico e il livello di istruzione (Flynn, Smith, Vanness 2006), il tipo di malattia (i pazienti che ricercano cure per problemi mentali vengono indicati da diversi studi come pazienti più coinvolti nelle scelte; cfr. Adams, Drake, Wolford 2007); diversi livelli di coinvolgimento desiderato si riscontrano anche rispetto ai due momenti del processo decisionale (Deber, Kraetschmer, Irvine 1996): l’individuazione della soluzione (attività di risoluzione di problemi) e la scelta tra diverse soluzioni che vengono presentate (attività decisionale), con una maggior preferenza per quest’ultima (Vick, Scott 1998; Hamann et al. 2006).

31 Si è qui volutamente scelto di non affrontare l’argomento degli interpreti non professionisti, che pure vengono spesso

utilizzati nei servizi: membri bilingui dello staff oppure familiari o conoscenti del paziente. Nel caso dell’impiego di staff bilingue, la non conoscenza delle norme deontologiche della professione o delle tecniche traduttive potrebbe impattare sulla qualità del servizio. Tale interrogativo merita comunque di essere indagato attraverso una ricognizione degli esiti degli incontri e della soddisfazione degli utenti. Qualora il ruolo dell’interprete fosse invece svolto da una persona vicina al paziente, le stesse criticità si sommano a un possibile coinvolgimento personale, con rischi legati non solo alla qualità (cfr. Flores 2000; Baker et al. 1996; Jacobs et al. 2001), ma anche alla confidenzialità dell’inconto.

32 Ozolins (2011) ricorda che la diminuzione delle tariffe della telefonia per le chiamate nazionali ha portato a un

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Sul territorio nazionale, diverse Aziende USL oggi forniscono un servizio di interpretazione telefonica: lo ritroviamo difatti in alcuni distretti e strutture sanitari in Liguria33, Piemonte34, Umbria35 e Lazio36. Spicca per numero e varietà di sperimentazioni, oltre che per il partenariato con diversi atenei (Università di Bologna-Forlì, Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia), l’esperienza della regione Emilia Romagna37, che offre un servizio di interpretazione telefonica relativo sia all’erogazione di servizi nei centri sanitari di alcune sue Aziende USL38 (Niemants, Castagnoli 2015)

33Abbiamo trovato conferma di un servizio di interpretazione telefonica per l’Ospedale Duchessa di Galliera di Genova

(https://www.galliera.it/20/accoglienza/cittadini-stranieri/interpretariato-telefonico. Ultimo accesso: 03/04/19) e per la Centrale Unica di Risposta 112 (cfr. http://www.asl3.liguria.it/ospedali/emergenza.html. Ultimo accesso: 03/04/19). 34 Azienda Usl di Alessandria per quattro lingue (albanese, arabo, cinese, rumeno). Cfr. http://www.aslal.it/mediazione- linguisti. (Ultimo accesso:03/04/19).

35 USL Umbria 1, http://www.uslumbria1.gov.it/servizi/mediazione-culturale (Ultimo accesso: 03/04/19). La USL non specifica in che modalità (simultanea o consecutiva) avvenga la “mediazione culturale e linguistica” erogata telefonicamente. L’USL Umbria 2 fa uso del servizio di interpretazione telefonica simultanea HELP-VOICE. Cfr. USL Umbria 2, http://www.uslumbria2.it/servizi/servizio-di-mediazione-linguistica-e-culturale. (Ultimo accesso: 03/04/19). 36 Per la ASL Roma 1, il servizio di interpretariato telefonico ha luogo da telefono fisso, cellulare e Skype; cfr. https://www.aslroma1.it/news/nasce-helpvoice-la-sanita-multilingue-a-portata-di-telefono (Ultimo accesso: 03/04/19). Per la ASL Roma B, il servizio viene citato dalla più recente Carta dei servizi (2015, cfr. http://www.aslromab.it/azienda/carta_servizi/Carta_Servizi_2015.pdf), ma non se ne trova traccia nel sito ufficiale, dove la sezione “Assistenza agli stranieri” si limita alla traduzione in cinque lingue di una brochure informativa. Abbiamo riscontrato il servizio in attività presso l’Ospedale Sandro Pertini, ASL Roma 2. http://www.aslroma2.it/index.php/component/content/article?id=246:home-pertini. (Ultimo accesso: 03/04/19).

37 L’AUSL di Reggio Emilia ha concepito, in collaborazione con il Ludwig Boltzmann Institute for the Sociology of

Health and Medicine dell’Università di Vienna, un progetto europeo (2002-2005), Migrant-Friendly Hospitals, che individuava tra le aree di intervento il potenziamento dei servizi di interpretazione. Dei dodici presidi ospedalieri coinvolti, tre (in Finlandia, Irlanda, Paesi Bassi) hanno scelto un servizio di interpretazione telefonica, mentre l’ospedale spagnolo ha individuato l’interpretazione telefonica come possibile soluzione da implementare in futuro per risolvere le difficoltà linguistiche nell’interazione con i pazienti. Il progetto ha poi dato origine alla Dichiarazione di Amsterdam, le cui raccomandazioni non sono suggeriscono esplictamente l’adozione di un servizio di interpretazione telefonica negli ospedali (cfr. http://ec.europa.eu/health/ph_projects/2002/promotion/fp_promotion_2002_annex7_14_it.pdf. Ultimo accesso: 03/04/19).

38 Già nel 2008-2009, l’81% delle diciassette Aziende USL dell’Emilia Romagna forniva un servizio di interpretazione

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che alle chiamate di emergenza (Bologna), ripetendo in questo caso l’esempio virtuoso della Spagna39 (Gallego et al. 2011).