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La cittadinanza: una questione di praticità

PARTE 2 LE INTERVISTE

5.1 La cittadinanza: una questione di praticità

Un primo dato che è parso piuttosto ricorrente nel corso delle interviste ai ragazzi di seconda generazione è stato il fatto che l’ottenimento della cittadinanza viene considerato soprattutto come risolutore di molti problemi pratici che altrimenti i ragazzi e le loro famiglie si trovano ad affrontare. Sebbene non sempre i ragazzi si sono dovuti occupare delle procedure burocratiche per ottenere i permessi di soggiorno, delle quali si sono occupati i loro genitori, indirettamente ne hanno sentito il peso e ne conoscono la complessità nonché la discrezionalità dell’apparato burocratico.

Avere un permesso di soggiorno da rinnovare, mantiene frequentemente in una situazione di precarietà e scarsa stabilità che di conseguenza mette i soggetti a rischio di eventuali espulsioni. Inoltre a pesare è anche l’aspetto economico: rinnovare

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i permessi di soggiorno con una certa frequenza e per tutti i componenti della famiglia è un costo importante.

Penso che sia importante la cittadinanza, almeno non devi andare ogni anno in Questura per fare le carte, ti togli una cosa dalla testa. Poi se si può andare a votare è importante anche quello. (Ahmed, 19 anni, nato in Burkina Fasu, in Italia dall’età di 10 anni, non ha la cittadinanza italiana).

Per i permessi di soggiorno, ho fatto un po’ … mi pare un po’ esagerato secondo me dovrebbero cambiare, a me hanno messo che ogni 2 anni devo andare, ai miei genitori mi pare ogni 4 o 5 anni, anche per il passaporto, secondo me sarebbe meglio che tenessero più a lungo, ci sono tutti i bolli che bisogna pagare, e poi bisogna aspettare e aspettare … la cittadinanza ci agevolerebbe anche su questo. (Hachim Ali, 18 anni, nato in Iraq, in Italia dall’età di 7 anni, non ha la cittadinanza italiana).

Ho la cittadinanza albanese, ho una carta di soggiorno che non scade, ma abbiamo anche richiesto tutti in famiglia la cittadinanza 2 anni e mezzo fa. Avere la cittadinanza risolve problemi pratici altrimenti devi andare in Questura, se vado all’estero devo stare attenta, adesso va anche bene perché posso girare senza problemi nei paesi Schengen ma prima dovevo chiedere il visto per andare in Slovenia, il visto per andare in Croazia, per il Montenegro … Non lo vivo come un riconoscimento è una questione pratica, non ho bisogno di un pezzo di carta per sentirmi italiana, mi sento italiana come una che è nato qui, non mi da cose in più. …

La ragazza, come altri, confida che le facilitazioni riguardino anche il lavoro e la partecipazione a concorsi per l’assunzione nell’apparato statale.

… Spero mi faciliti, per fare un concorso ho bisogno della cittadinanza italiana, quindi su questo si mi facilita. Tempo fa c’era un bando per fare assistenza a disabili e c’era il requisito della cittadinanza quindi sono stata esclusa, ho scritto anche una mail al ministero, ma non mi hanno risposto. (Daisy, 23 anni, nata in Albania, in Italia dall’età di 10 anni, ha richiesto la cittadinanza italiana).

Non ho ancora la cittadinanza, adesso che sono maggiorenne la devo chiedere da sola, nemmeno i miei genitori ce l’hanno. All’inizio non mi interessava tanto e nemmeno adesso forse, alla fine è solo un pezzo di carta, però quando porti un curriculum e scrivi che sei rumena e non italiana, è tutta un’altra cosa, cambia prospettiva, mi è già successo e dicevano ‘ah sei rumena’ secondo me mi giravo e chissà

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dove buttavano il curriculum … adesso non so cosa pensare … ci devo pensare … anche perché costa. (Cosmina, 19 anni, nata in Romania, in Italia dall’età di 9 anni, cittadina rumena).

Anche chi è arrivato più di recente vivrebbe la cittadinanza come una facilitazione, nonché come un fatto che permetterebbe di eliminare l’esborso di denaro per il rinnovo del permesso di soggiorno, e, in fondo, lo farebbe sentire più vicino e più accolto dal paese.

Per me la cittadinanza se me la danno è bene, mi sentirò più vicino all’Italia, anche quando mi daranno passaporto dirò che sono di qua vivo qua, ho tutto qua (…) Per fare i permessi di soggiorno servono soldi ogni anno. Io sono qua da 5 anni e ho rifatto già 4 volte il permesso di soggiorno, mio fratello che è piccolo se lo deve fare ogni anno sono tanti soldi che costa, i soldi non bastano mai. Adesso devo andare a rinnovare il permesso e in questi momenti mi manca il mio paese, quando vai a ritirarlo ti stupisci perché vedi che dura troppo poco, solo un anno, non sarebbe male che visto che lavori e paghi le tasse come un italiano che durasse almeno 3 anni. Uno che lavora ogni anno deve farsi le carte e pagare tutto come un italiano, ma tu devi mettere da parte soldi per andare anche nel tuo paese a trovare la famiglia, devi pagare l’affitto, hai sempre più spese e alla fine sei bloccato, non riesci più a gestirti. (Mohamed, 21 anni, nato in Costa d’Avorio, in Italia, dall’età di 16 anni, non ha cittadinanza italiana).

C’è anche qualcuno che vede il riconoscimento della cittadinanza come il coronamento di un percorso e il riconoscimento del fatto di essere venuti in Italia per dare un contributo positivo e costruttivo oltre che a eliminare il rischio di eventuali rimpatri.

Ho la cittadinanza del Burkina Fasu, vorrei ottenere la cittadinanza italiana come dei miei amici. Secondo me è importante è un valore, non odio il paese dove sono nato, ma siamo venuti a portare qualcosa di buono. Adesso c’è sempre il rischio di fare qualche cazzata e perdere il permesso di soggiorno. (René, 18 anni, nato in Burkina Fasu, in Italia dall’età di 13 anni, non ha la cittadinanza italiana)

Alcuni ragazzi non paiono essersi posti il problema e non paiono notare alcuna differenza tra l’avere la cittadinanza e non averla, ma si tratta in particolare dei ragazzi che l’hanno ottenuta in minore età e che sono stati precedentemente ‘protetti’ dai

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genitori che si sono occupati delle lunghe code in Questura e non hanno fatto sentire l’ansia di dover rinnovare frequentemente il permesso di soggiorno.

Credo di aver ottenuto la cittadinanza a 16 anni, non ci ho fatto molto caso, alla fine sono sempre stato in Italia e non ricordo di aver mai avuto il permesso di soggiorno, non sono mai andato in Questura. Se adesso fossi cittadino cinese dovrei andare in Questura. (…) Non ho mai avuto problemi con permessi di soggiorno, forse anche per quello non ho mai pensato molto a queste cose. (Matteo, 24 anni, nato in Italia da genitori cinesi, cittadino italiano).

Forse non ho mai avuto la possibilità di vedere la differenza tra avere la cittadinanza e il permesso di soggiorno, ma vedo che anche chi non ha la cittadinanza e ha il permesso di soggiorno riesce a fare tutto, per esempio ottenere la riduzione delle tasse universitarie, riescono a fare tutto tranne spostarsi liberamente. Per esempio anche mia zia che ha un permesso di soggiorno che dura 2 anni è riuscita a ottenere prestiti pur avendo un contratto a tempo determinato (Alika, 21 anni, nata in Colombia, in Italia dall’età di 9 anni, cittadina italiana e colombiana).

Alcuni diritti o l’accesso a determinate prestazioni sociali sembrano comunque garantite anche se non si è in possesso della cittadinanza. Coloro che fanno già parte dei paesi della UE e hanno ottenuto la cittadinanza da minorenni, pur identificandosi con il paese non ha posto molta attenzione a questo momento.

Quando ero ragazzino, non ho fatto molta attenzione all’ottenimento della cittadinanza, non penso che nemmeno i miei abbiano vissuto tale ottenimento come magari lo vivono molti immigrati ora ovvero come il coronamento di un lungo percorso. (Mattia, 25 anni, nato in Polonia, in Italia da quando aveva un anno, cittadinanza italiana e polacca).

Il massimo vantaggio che la cittadinanza pare dare sembra essere quello di risolvere il problema pratico del permesso di soggiorno, delle spese da sostenere per ottenerlo e di dare la libertà di movimento nei paesi dell’UE e una generale maggiore facilità di spostamento. Quindi, sono le connessioni tra un luogo e l’altro, caratteristiche principali del mondo globalizzato, della ‘seconda modernità’, ad essere viste come il principale vantaggio.

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Se hai la cittadinanza italiana stai qua a vivere, puoi fare di tutto, non serve che vai in Questura e che vai avanti in dietro, se non hai un contratto di lavoro altrimenti è un casino avere un permesso di soggiorno. Se hai la cittadinanza italiana poi puoi viaggiare liberamente, puoi andare in altri paesi e penso che sia positivo, magari puoi andare a cercare lavoro in un altro paese. (Caterina, 19 anni, nata in Burkina Fasu, in Italia dall’età di 9 anni, ha richiesto la cittadinanza).