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Demografia e società

4.1 L’ipotesi di modello

4.1.2 La fase di osservazione

La prima fase del modello così immaginato è quella relativa all’osservazione, intendendo con questa l’annotazione ordinata delle informazioni desunte quanto anche un più sottile esercizio di ribaltamento della prospettiva nello sguardo del professionista. L’attenzione è infatti posta alle condizioni oggettive dello spazio, in termini di storia, vocazione, mobilità, forme e tipologie di spazio pubblico, ma anche a quelle socio-comportamentali e socio-spaziali che non possono essere lette esclusivamente attraverso categorie analitiche predeterminate. Questa fase viene strutturata come quanto segue:

Inquadramento generale: il primo momento conoscitivo mobilita una forma di

osservazione critica circa la storia e la vocazione urbana in cui l’area in analisi è calata. Questo passaggio viene elaborato in forma di relazione descrittiva in cui si individueranno i punti salienti, ritenuti necessari a una preliminare lettura dell’area, i quali dovranno inoltre giustificare criticamente la scelta dell’area. Si attingerà pertanto a immagini e fonti di repertorio, anche storiografiche, inquadrando l’area anche dal punto di vista del suo ruolo per la comunità, evidenziando l’eventuale presenza di particolari eventi di cui lo spazio si è reso o si rende protagonista.

Analisi di prossimità: il contesto di indagine viene ulteriormente delimitato da

una prima mappatura definita di prossimità, che si concentrerà sull’analisi del sistema di spazi pubblici e della mobilità. Questi due passaggi possono essere eseguiti in maniera indipendente o sovrapposta, a seconda del grado di complessità dell’area. L’obiettivo di questa analisi è quello di comprendere quali rapporti di prossimità, in termini di spazio-tempo, sussistano tra le diverse tipologie di spazi pubblici di un’area urbana, in relazione l’uno all’altro o a uno in particolare, a seconda dei casi. Ancora, la sovrapposizione dei due layers della infrastruttura dello spazio pubblico consente di comprenderne la coerenza funzionale. Le tipologie di spazio pubblico vengono pertanto evidenziate rispetto la loro utilità e vocazione, siano esse piazze di mercato o aree pedonali, spazi connessi a luoghi di culto o nodi del trasporto, parchi o giardini. L’analisi della mobilità individua i tracciati delle principali linee di trasporto in funzione anche del posizionamento dei relativi snodi e punti di accesso. I due livelli di informazione sono accomunati dalla possibilità di calcolare la prossimità in relazione ai tempi dei principali

mezzi di trasporto, per cui ad ogni grafico corrisponderà, alla opportuna scala di rappresentazione, la relativa distanza a piedi, in bici, in automobile e con i mezzi pubblici. Le informazioni necessarie a completare questa fase possono attingere dai dataset forniti dalle aziende di trasporto pubblico, da informazioni relative al traffico automobilistico urbano. Per quanto riguarda le distanze a piedi o in bicicletta, in mancanza di informazioni già costruite, sarebbe auspicabile raccogliere i dati empiricamente, percorrendo i tracciati, annotando eventuali strozzamenti, ostacoli o interruzioni nei percorsi.

Diario delle annotazioni: una fase particolarmente importante riguarda la

possibilità da parte dell’osservatore di organizzare in forma di diario una serie di annotazioni circa le modalità con cui gli utenti usano lo spazio pubblico. Questo passaggio prevede una scala di dettaglio adeguata a riportare, in forma di mappatura, gli attributi fisici dello spazio e quelli comportamentali degli utenti. In tal senso possiamo parlare di mappa comportamentale e di mappa degli elementi dello spazio pubblico, i quali sono individuati all’interno di categorie elementari. Per quanto riguarda i comportamenti verranno annotate, attraverso una specifica simbologia differenziata per adulti e bambini65, le posizioni nello spazio di alcune specifiche azioni: in piedi, in piedi / parla, seduto, seduto / parla, cammina, gioca. Anche nel merito degli elementi dello spazio pubblico è stato necessario precisare di quali fosse necessario riscontrare la presenza e la posizione: vengono indicati i limiti dell’area, qualora questi siano tangibili e costituiscano un confine netto; eventuali percorsi obbligati nella fruizione dello spazio; aree verdi individuate da aree a prato, alberature o topografia del terreno; superfici pavimentate, differenziando evidenti transizioni tra i materiali; la presenza di attività all’interno o nell’intorno dello spazio, come aree gioco, attrezzature sportive, café e bar; infine, tutti gli elementi accessori dello spazio costituiti dagli arredi urbani, statue, scalinate o piccoli edifici di progetto. Quanto individuato in questa fase può essere opportunamente ampliato a tutte le attività o elementi non previsti nella classificazione ora proposta, ma che altresì risultano essere fortemente caratterizzanti dello spazio in analisi. Il fine di questa terza fase di osservazione è quella di comprendere empiricamente quali utenti popolano lo spazio e attraverso quali azioni si relazionano con gli elementi che lo configurano. 65. La differenziazione può essere altresì effettuata tra donne e uomini, bambini e anziani, in funzione delle informazioni che si vogliono raccogliere.

Questo approccio di natura qualitativa presuppone un lavoro sistematico di annotazione che mira a conoscere le dinamiche socio-spaziali in diversi momenti della giornata e della settimana e in funzione delle stagioni. In tal senso sarà necessario effettuare una programmazione, anche di massima, attraverso la quale calendarizzare le osservazioni in modo da poter apprezzare l’evoluzione dei comportamenti e delle attività nello spazio, in termini di spostamento, di flussi, di picchi di utenza. Il calendario dovrà rispettare uno schema di frequenza: nel caso in cui si tratti di un primissimo processo di osservazione, il diario delle annotazioni potrebbe arrivare a coprire un periodo di tempo esteso, commisurato alla complessità e alla varietà delle attività che hanno luogo nello spazio in analisi. Nel primo mese, le osservazioni vengono effettuate almeno due giorni a settimana, di cui uno feriale e uno festivo, in almeno due fasce orarie principali, preferibilmente al mattino e nel pomeriggio/sera. Una volta costruito un dato di partenza, la stessa operazione deve essere ripetuta sistematicamente a distanza di un tempo ragionevole per monitorare eventuali cambiamenti nelle dinamiche socio-spaziali. A tal proposito, oltre alle annotazioni descrittive dell’osservatore, si dovranno ripetere altrettanto sistematicamente le mappature dello spazio: così come la configurazione spaziale degli utenti e delle attività di riproduzione sociale può variare continuamente, così anche la presenza di alcuni elementi fisici, siano essi arredi temporanei previsti dalle vicine attività commerciali, da particolari eventi o da impreviste forme di occupazione dello spazio pubblico.

Se il primo passaggio relativo all’inquadramento dell’area può attingere per la maggior parte a dati esistenti, la prerogativa del modello specialmente in questa fase di osservazione è quella di costruire un dato completamente nuovo, di natura comportamentale oltre che socio-spaziale. Gli strumenti mobilitati per costruire questo dato possono essere molteplici: oltre al ricorso all’osservazione diretta, il ricorso alla fotografia può configurarsi come un espediente fondamentale per poter effettuare un riesame. Ancora, anche la fotografia con drone costituisce una risorsa fondamentale in questa fase, fornendo un punto di vista privilegiato e ulteriore rispetto a quello ad altezza dell’occhio umano. Pertanto ogni scheda dovrà essere corredata dalla relativa relazione descrittiva e da elaborati video o fotografici che dovrebbero cogliere quelle sfumature di difficile traduzione grafica nelle mappe tematiche. Infine, sebbene siano state menzionati tre passaggi, si riconosce la possibilità di operare opportuni approfondimenti tematici che possano scaturire dalle considerazioni critiche in seno alla prima fase di osservazione.