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Anastasia Fusco

6.2. Le questioni di genere all’OSCE

Alessandra Scalia

La Presidenza italiana si avviava in un momento estremamente ricco di ini- ziative per quanto riguardava l’eguaglianza di genere e i diritti delle donne. A livello globale, gli ultimi mesi del 2017 avevano visto l’avanzare del movimen- to Me Too e Time’s Up. In occasione dell’8 marzo 2018, in concomitanza con la marcia di Washington, oltre 5 milioni di persone intonando lo slogan “wi-

thout us the world stops” si erano riversate nelle strade di Madrid per protestare

contro la violenza di genere e la cultura machista. Nell’ottobre 2018, dopo aver raccontato la propria testimonianza al Quartier Generale delle Nazioni Unite a New York e in numerose sedi internazionali, Nadia Murad era stata insignita del Premio Nobel per la Pace per il proprio impegno contro l’utilizzo della violenza sessuale nei conflitti armati.

A livello nazionale, l’Italia aveva approvato il suo terzo Piano Nazionale (NAP) su donne, pace e sicurezza per il periodo 2016-2019. Per la prima volta dall’adozione della Risoluzione 1325 del Consiglio di Sicurezza dell’ONU il 31 ottobre 2000, il Parlamento italiano aveva stanziato due milioni di euro in sup- porto alla piena attuazione del Piano – ciò aveva reso l’Italia uno dei pochi Paesi ad utilizzare fondi pubblici per l’attuazione del proprio NAP. Il tema della par- tecipazione delle donne alle attività decisionali, ai processi di mediazione e, in generale, alle attività per la pace e la sicurezza internazionale emergevano come obiettivi principali dell’Italia a sostegno della Risoluzione 1325.

Nel contesto OSCE, all’alba del 2018, la Presidenza austriaca era ad un passo dall’adottare due bozze di Decisione Ministeriale – rispettivamente su donne, pace e sicurezza e il tema della violenza contro le donne. Al Consiglio Ministeriale di Vienna, l’Italia aveva assunto un ruolo di punta nei negoziati sul- la bozza di Decisione afferente a donne, pace e sicurezza – che, qualora fosse stata adottata, avrebbe fatto seguito alle Decisioni nn. 14/05 e 7/09, nonché alla Dichiarazione n. 3/16, volte rispettivamente ad incoraggiare la piena partecipa- zione femminile alle attività di prevenzione, gestione e risoluzione dei conflitti e stimolare gli Stati partecipanti ad adottare misure per facilitare il reclutamento e l’avanzamento di carriera delle donne nelle forze di sicurezza. L’Italia si era con- traddistinta anche per il proprio supporto alla bozza di Decisione Ministeriale austriaca sul tema della violenza contro le donne, che, come per la Decisione sul ruolo delle donne nel settore della sicurezza, era stata scandita da interminabili negoziati notturni dissoltisi purtroppo a un pelo dall’adozione.

Con l’obiettivo di porre l’eguaglianza di genere in cima alla propria agen- da, sulla falsariga del lavoro condotto durante il proprio mandato non-perma- nente al Consiglio di Sicurezza nel 2017 e la Presidenza del G7, la Presidenza

italiana intendeva ripartire proprio dalla legacy austriaca. Attenzione al ruolo dei Partner per la cooperazione, società civile, contributo di uomini e ragazzi e giovani avrebbero contraddistinto “l’approccio tricolore al genere” che aveva mosso i primi passi durante la Presidenza del Gruppo di contatto mediterraneo (MCG). In quanto Presidenti del Gruppo, già nel corso del 2017 ci eravamo im- pegnati a valorizzare l’Agenda Women, Peace and Security (WPS) e, in particola- re, il ruolo delle donne nei processi di pace e nelle attività di mediazione. Il tema WPS era stato affrontato attraverso svariate iniziative:

– il 16 luglio 2017 uno dei cinque incontri del MCG era stato interamente dedicato al tema Women, peace and security (WPS): increasing political participa-

tion of women and the role of women in prevention and mediation processes as a factor of positive change in the Mediterranean. Il meeting tematico aveva stimola-

to una discussione su buone prassi e lessons learned con particolare attenzione all’integrazione della prospettiva di genere nel ciclo del conflitto.

– Tra il 23 e il 24 ottobre, ai margini della Conferenza Mediterranea di Palermo, avevamo organizzato un seminario dedicato al tema Women, Peace and

Security: A Gender Perspective on the Future of the MENA Region, volto a stimo-

lare un confronto tra esperti sul ruolo delle donne nella regione mediterranea alla luce degli sviluppi della Primavera Araba, nonché delle sfide legate a peace-

building, migrazione e prevenzione dei conflitti.

– Al fine di dare un risvolto operativo al lavoro tematico del MCG, il 7 e 8 novembre 2017 avevamo organizzato un workshop di esperti ministeriali prove- nienti dai Paesi del Mediterraneo sul tema donne e mediazione.

– In linea con la nostra attenzione a donne, processi di pace e Mediterra- neo, ci eravamo impegnati a valorizzare anche in ambito OSCE iniziative nazio- nali come il Women’s Mediterranean Mediation Network (WMMN) – facendo

outreach sia prima del lancio del Network avvenuto ad ottobre 2017 che a segui-

to di questo. Ciò avvenne ad esempio tramite il coinvolgimento nelle suddette iniziative di una delle promotrici del Network, Irene Fellin (Istituto Affari Inter- nazionali), e di alcuni membri del WMMN.

Il contributo della Presidenza italiana a supporto dell’eguaglianza di ge- nere in ambito OSCE mirava in primis a evitare una “ghettizzazione” del tema tramite la mera realizzazione di iniziative ad hoc. In un momento di fermento a livello globale, il genere non poteva e non doveva essere inteso come un sempli- ce ticking the box. A livello metodologico, ci impegnammo a discutere, affronta- re e stimolare un dibattito sulle tematiche di genere in modo trasversale rispetto a tutte le attività dell’Organizzazione. Durante le riunioni del Foro di coopera- zione per la sicurezza e dei tre Comitati del Consiglio Permanente, ad esempio, evitammo di trattare il genere come un tema “a sé stante” rispetto alle principali sfide di sicurezza della Regione OSCE. Pertanto, in stretto coordinamento con

le Presidenze dei tre Comitati, l’eguaglianza di genere venne sempre affronta- ta dalla Presidenza italiana come un elemento complementare agli obiettivi di lavoro delle tre dimensioni. L’enfasi sul genere venne valorizzata attraverso la scelta sia dei relatori che degli argomenti affrontati nell’ambito delle discussio- ni tematiche dei Comitati e quindi dei successivi negoziati. L’integrazione della

gender perspective e l’attenzione della Presidenza emergevano nel linguaggio e

negli elementi esposti giornalmente dai vertici della Presidenza, nella partecipa- zione di esperti dalla capitale alle attività condotte nell’Area OSCE, nonché nella pianificazione dei principali appuntamenti della Presidenza. A pochi giorni dal Consiglio Ministeriale di Milano, tutte le bozze di decisioni presentate dall’Italia presentavano dei riferimenti a donne e gender equality.

La formula “Dialogue, Ownership e Responsibility” venne applicata in- nanzitutto a partire dal nostro team. L’eguaglianza di genere non poteva essere un compito di pochi all’interno della Presidenza. Ogni esperto, facendo capo al proprio referente diplomatico, doveva essere responsabile dell’integrazione della prospettiva di genere nel proprio dossier e nella concettualizzazione di relati- ve attività (per es. comitati, conferenze e workshop). Nel quadro delle riunioni mensili della Presidenza, nonché di incontri trimestrali con la Gender Section, avremmo discusso eventuali opportunità di valorizzazione delle tematiche di genere. Durante i Dialoghi Politici, il Consiglio Permanente e gli interminabi- li incontri bilaterali, i vertici della Rappresentanza permanente non perdevano l’occasione di affrontare il tema con gli altri Stati partecipanti, anche quando gli incontri vertevano in prima battuta su altro.

La Conferenza dell’OSCE sull’Anti-terrorismo, la Conferenza annuale di riesame sulla sicurezza, lo Human Dimension Implementation Meeting e l’Incon- tro supplementare della dimensione umana, il Forum economico e ambientale e la Seconda riunione preparatoria della dimensione economica e ambientale e altre numerose iniziative furono concettualizzate e realizzate ponendo l’accento su temi come: il ruolo delle donne nelle attività di prevenzione dell’estremismo violento e nelle iniziative afferenti al disarmo; la partecipazione politica femmi- nile; il contributo di donne e ragazze a STEM (science, technology, engineering,

and mathematics) e le problematiche relative a “gender gap e digitalizzazione”. In

aggiunta a svariati incontri dei Comitati che lasciavano spazio alle suddette te- matiche, la Presidenza italiana venne scandita da tre eventi di alto livello dedicati ad affrontare il genere nelle tre dimensioni: Women in the Security Sector: Chal-

lenges and Opportunities for the OSCE Area and Beyond, 1 ottobre 2018; Digital Transformation – Challenges and Opportunities for Women to Shape Economic Progress in the OSCE Area, 30 ottobre; e Bringing security home, in public space and work places – Sessione speciale del processo di drafting della bozza di Deci-

sione Ministeriale sulla violenza contro le donne, 16 novembre.

Nel corso dell’anno di Presidenza, cercammo inoltre di valorizzare il te- ma dell’eguaglianza di genere tramite l’organizzazione di iniziative “sui generis

in ambito OSCE”. In occasione dell’8 marzo 2018, ad esempio, riproponemmo all’Hofburg la mostra fotografica Swedish Dads & Gender Equality, già esposta al Centro Internazionale di Vienna. In una giornata spesso scandita da retoriche preconfezionate sul tema dell’eguaglianza di genere e il ruolo della donna nel contesto domestico, l’obiettivo era quello di affrontare il genere da una prospet- tiva nuova, ponendo l’accento, in questo caso, su temi come l’equal shares paren-

ting e gli stereotipi negativi di mascolinità nei ruoli genitoriali.

L’approccio tricolore al genere trovò il pieno sostegno dell’Ambasciatri- ce Melanne Verveer, nostra Rappresentate Speciale per le questioni di genere – la prima diplomatica americana ad essere insignita del ruolo di Ambassador on

Gender dall’Amministrazione Obama e Direttrice del Centro su donne, pace e

sicurezza dell’Università di Georgetown.

In più di un’occasione l’Ambasciatrice constatò come la Presidenza italia- na era riuscita ad incrementare la cooperazione con Gender Section e Missioni OSCE, valorizzando anche il suo ruolo di Rappresentate Speciale: “I have ne-

ver cooperated so closely with the Gender Section during previous Chairmanships. And this is because of you guys!” – non mancava di ribadire. La “triangolazione”

Presidenza, Segretariato (e ODIHR) e Rappresentante speciale non tardò a dare i propri frutti, che culminarono nel viaggio ufficiale dell’Ambasciatrice in Uzbe- kistan per affrontare tematiche afferenti soprattutto alla seconda dimensione – un ambito in cui l’eguaglianza di genere era spesso stata trascurata.

Agli albori della partenza dell’Ambasciatrice per Tashkent, nell’informar- la dello stato delle iniziative della Presidenza sulle tematiche di genere, la no- stra Rappresentante speciale esclamò “Ever onwards!” – inutile dire che anche quest’espressione divenne uno dei nostri motti. Nonostante gli sforzi e i successi raccolti durante l’anno, di lì a poco, la Presidenza italiana avrebbe affrontato la principale sfida nell’ambito delle tematiche di genere: i negoziati sulla bozza di Decisione sulla violenza contro le donne.

6.3. La negoziazione della Decisione sulla violenza