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I conflitti prolungati nell’area dell’OSCE sono stati sempre al centro dell’Organizzazione. L’OSCE da più di due decenni svolge un ruolo di primo piano nella gestione e risoluzione dei conflitti nell’Europa orientale, compreso il Caucaso meridionale e più di recente riguardo alla crisi ucraina. Questi attriti politico-militari protratti nel tempo sono diversi sotto molti aspetti e, sebbene spesso citati insieme, sono caratterizzati da dinamiche specifiche e, naturalmen- te, da storie differenti. Tuttavia, vi è un ampio consenso sul fatto che i conflitti e le crisi non siano per niente “congelati”, e meritino una decisa attenzione in- ternazionale. L’Italia, nel suo ruolo di Presidenza e di membro della Troika, ha investito molte risorse per migliorare la situazione delle popolazioni colpite dal conflitto.

Transnistria

Nella Dichiarazione della “Quadriga”, rilasciata durante il Consiglio Mini- steriale di Vienna del dicembre 2017, che comprendeva l’Italia come Presidenza entrante, i Paesi della Troika sottolineano

il ruolo dell’OSCE come strumento fondamentale per la prevenzione e la risoluzione dei conflitti armati. In particolare, l’OSCE continua a impegnarsi nel contesto del conflitto in Georgia e contribuisce a facilitare i negoziati e a ridurre le tensioni riguardanti il conflitto nel Nagorno-Karabakh. Plaudiamo ai recenti progressi compiuti nel quadro del processo di risoluzione in Transnistria e accogliamo con favore l’odierna Dichiarazione ministeriale dell’OSCE.

L’attenzione su questi conflitti e il forte sostegno ai formati esistenti guidati dall’OSCE sono stati ribaditi al più alto livello dal Ministro degli Esteri Alfano all’inizio dell’anno di Presidenza italiana.

Quali sono state le tappe e i momenti più importanti?

Per quanto riguarda la Repubblica di Moldavia e il processo di settlement della Transnistria, Roma decise di coinvolgere un ex politico di alto livello come Rappresentante speciale, una posizione che era stata precedentemente occupata principalmente da diplomatici di carriera: con l’impegno dell’ex Ministro degli Esteri Franco Frattini, è stato dato un segnale forte sin dall’inizio della Presiden- za – il contesto transnistriano avrebbe ricevuto un’attenzione particolare. Ciò è

seguito a due anni cruciali nel processo di negoziazione durante le Presidenze tedesca e austriaca. Il cosiddetto “pacchetto di otto” (Berlin Plus) è stato concor- dato in due riunioni “5 + 2”1 e ha stabilito alcune misure per rafforzare la fiducia

che faciliterebbero la situazione della popolazione locale e avvicinerebbero Chi- sinau e Tiraspol. La stessa Missione OSCE in Moldavia (MtM) – fino alla prima metà del 2018 guidata dal diplomatico americano Michael Scanlan, quindi dal te- desco Claus Neukirch, nominato dalla Presidenza italiana – era stata coinvolta sin dai primi anni Novanta e si era concentrata principalmente sul settlement.

La nomina di Frattini a Rappresentante speciale portò a una maggiore at- tenzione da parte dei media e del pubblico su questo conflitto (che qualcuno de- finisce, più che un conflitto protratto, un protratto negoziato). Il suo consigliere speciale, il diplomatico italiano Alfredo Conte, si recò rapidamente in Molda- via e condusse le prime consultazioni. Il suo viaggio fornì inoltre la possibilità, supportata dalla MtM, di ottenere approfondimenti su altri aspetti rilevanti che giocano un ruolo nelle discussioni su uno status speciale. Ciò riguardò in par- ticolare la situazione delle minoranze nazionali, che si occupano del passato e dell’attuazione dell’autonomia della Gagauzia, una regione nel sud del paese. A marzo, il Rappresentante speciale condusse la prima visita nel Paese in tale veste (i precedenti incarichi di Ministro degli Esteri e di Commissario europeo lo avevano già portato a Chisinau). Negli incontri con funzionari moldavi di alto livello e con la leadership de facto di Tiraspol, Frattini discusse i modi per far avanzare il processo di settlement.

Visite successive a Mosca, Bruxelles e Kiev seguirono nel corso dell’an- no e contribuirono a consolidare gli sforzi dei partner internazionali, diretti a porre le basi per un incontro del formato di alto livello del processo di “5 + 2” (Conferenza permanente sulle questioni politiche nel quadro del processo negoziale per la risoluzione del conflitto in Transnistria) a Roma il 29 e 30 mag- gio. L’incontro fu organizzato alla Farnesina e vide discussioni che si protrassero ben oltre la mezzanotte. Frattini commentò il risultato dicendo che “gli accordi seguiti dall’attuazione attraverso la proprietà e la leadership locale sono diventati la nuova norma del processo di risoluzione in Transnistria. Il Protocollo firmato oggi mi fa sperare che le rimanenti priorità relative alle telecomunicazioni, ai casi penali e alla libertà di movimento saranno affrontate con successo entro la fine dell’anno, se non prima”.

Fondamentale nel Protocollo è stato il chiaro impegno a finalizzare tutti gli aspetti del “pacchetto di otto”, in quanto ciò contribuirebbe anche a raffor-

1 Il formato “5 + 2” comprende rappresentanti delle parti, mediatori e osservatori nel processo negozia-

le: Moldavia, Transnistria, OSCE, Federazione Russa, Ucraina, Unione Europea e Stati Uniti, con l’obiettivo di elaborare i parametri di un accordo globale basato sulla sovranità e sull’integrità territoriale della Repub- blica di Moldavia all’interno dei suoi confini internazionalmente riconosciuti, con uno status speciale per la Transnistria all’interno della Moldavia, come riconfermato annualmente in Consiglio dei Ministri attraverso Dichiarazioni di tutti i 57 Stati partecipanti all’OSCE.

zare la fiducia e ad avanzare su aspetti che puntano a uno status speciale. Un grande passo avanti, in materia di libertà di movimento, è stato l’accordo tra le parti sull’emissione di targhe speciali per auto immatricolate in Transnistria. Ciò ha non solo rappresentato la soluzione di un aspetto complesso, ma ha signi- ficato un miglioramento della situazione della popolazione locale e può essere considerato un risultato importante. Dall’inizio del 2018, in aggiunta all’accordo sulle targhe, le parti hanno potuto inoltre implementare ulteriori accordi relativi all’accesso ai terreni agricoli, al funzionamento delle scuole, alla convalida in Transnistria di diplomi universitari e all’apertura di un ponte di grande impor- tanza.

A settembre, Frattini andò nuovamente in Moldavia e consegnò personal- mente le targhe moldave ai primi richiedenti presso un ufficio di immatricola- zione dei veicoli a Tiraspol, segnando una pietra miliare nel processo di pace durante l’anno della Presidenza. Con il finanziamento della Presidenza italiana dell’OSCE e della Missione OSCE in Moldavia, due di questi uffici sono stati aperti a Tiraspol e Ribnita sulla riva sinistra del fiume Dniester.

Durante il Consiglio dei Ministri di Milano nel mese di dicembre, il primo documento adottato è stato proprio la Dichiarazione Ministeriale sulla Transni- stria (Ministerial Statement on the Negotiations on the Transdniestrian Settlement

Process in the “5+2” Format), che ha coronato un anno molto produttivo. Solo

nel 2018, si sono potute tenere decine di riunioni di gruppi di lavoro di esperti che hanno identificato soluzioni che alla fine hanno migliorato la vita quotidia- na di studenti, insegnanti, agricoltori e imprenditori su entrambe le sponde del fiume. Un grande successo sia per Chisinau che per Tiraspol, che ha dimostra- to che la volontà politica e l’autentica ownership locale, supportata da partner internazionali, possono portare a progressi nonostante posizioni lontane. L’an- no della Presidenza italiana ha anche mostrato l’importanza della continuità e dell’attenzione di alto livello politico, essenziale per compiere progressi in nume- rosi aspetti cruciali.