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La legge «salva olio»: quali vantaggi per i consumatori?

FATTIBILITA’ DELLA TUTELA DELL’OLIO EXTRAVER GINE DI OLIVA ITALIANO

4. La legge «salva olio»: quali vantaggi per i consumatori?

Con la legge c.d. «salva olio» (legge 14 gennaio 2013, n. 9)3, il cui obiettivo

è di difendere le produzioni nazionali dalla “concorrenza” degli oli di importazione mediante una serie di misure che sostanzialmente dovrebbero consentire di poter identificare con precisione l’olio italiano, si è deciso di mettere ordine nella pro- duzione e commercializzazione dell’olio di oliva, distinguendo l’olio extravergine di intera produzione italiana da altri oli imbottigliati in Italia, ma prodotti con oli di importazione oppure con olive importate e frante nel nostro Paese.

Per riuscire a distinguere il prodotto interamente nazionale è stato deciso di applicare dei criteri di qualità più rigorosi ed in particolare di abbassare, per l’olio extravergine di oliva, il limite del valore degli alchil esteri a 30 mg/kg (rispetto ai 70 mg/kg decisi dalla UE).

Inoltre, è stato stabilito che una valutazione possa essere fornita tramite un esame sensoriale effettuato mediante dei “panel test” e sono state previste san- zioni severe per i “frodatori” in modo da garantire ai consumatori la possibilità di poter scegliere l’olio sicuramente italiano.

Anche se le misure indicate dal nostro Paese non hanno trovato completo accoglimento da parte delle strutture comunitarie che, di fatto, hanno “congelato” per un anno la nostra legge, si deve comunque rilevare che una buona lavorazio- ne assicura un basso livello di alchil esteri sia per gli oli di produzione nazionale

che per quelli di importazione e quindi difficilmente può essere considerato un carattere distintivo probante. Esiste, inoltre, la possibilità di una deodorazione in- dustriale che di fatto abbassa notevolmente la loro concentrazione e rende molto complesso fare dei controlli adeguati.

Anche la valutazione sensoriale può essere scarsamente probante per di- mostrare che si tratta di un olio di produzione nazionale in quanto i caratteri quali- tativi richiesti possono essere ottenuti anche da ottimi oli di importazione. E non si può poi escludere che ci siano degli oli italiani che non possiedono caratteristiche organolettiche ottimali. Non si capisce però perché si sia ignorato il valore delle sostanze antiossidanti presenti nei migliori oli extravergini che conferiscono un valore aggiunto che sarebbe molto apprezzato dai consumatori più esigenti.

Nonostante l’entusiasmo manifestato anche da parte di certe organizzazioni consumeristiche, sorge il dubbio che la legge «salva olio» si possa trasformare in un boomerang che salvaguardi gli interessi di pochi ed in pratica appesantisca i costi soprattutto per i piccoli produttori e le aziende artigianali, con il rischio che vengano a trovarsi fuori mercato.

D’altra parte, cercando le opinioni in materia in altri Paesi, non può sfuggire il fatto che gli olivicoltori spagnoli accusano l’industria olearia italiana di acquista- re la materia prima in Spagna per poi procedere all’imbottigliamento in Italia ed esportare in tutto il mondo le bottiglie con il marchio «made in Italy».

I consumatori trovano grandi difficoltà a capire quali siano i meccanismi che ci sono dietro le varie operazioni. Non bisogna sottovalutare il fatto che ai consu- matori interessa soprattutto la sicurezza dei prodotti alimentari: la prima cosa che essi vogliono sapere è se l’olio extravergine di oliva che trovano negli scaffali dei negozi o dei supermercati a prezzi ampiamente sotto i 5 euro siano sicuri o presentano qualche pericolo. Pertanto, se il consumatore riesce a trovare un olio sicuro a basso prezzo gli può essere indifferente se si tratta di un olio italiano o di importazione.

Bisogna dare una risposta precisa perché l’olio è consumato in tutte le fasce di età ed è un componente essenziale della nostra dieta.

Molti acquistano l’olio direttamente dai produttori e spesso si instaurano dei rapporti di fiducia e non si hanno difficoltà a pagare il prodotto il doppio o forse più di un olio commerciale.

La ragione di questo divario di prezzo (apparentemente ingiustificato) dipen- de dal fatto che quello “commerciale” è tutto di importazione?

Con l’applicazione della nuova legge si deve pensare che sul mercato si tro- verà olio extravergine di origine italiana garantito dai controlli chimici ed anche

sensoriali, ma anche olio straniero, oppure olio italiano tagliato. Si tratta di un aspetto molto delicato soprattutto perché probabilmente si tratta di oli che da un punto di vista di sicurezza sono molto simili se non del tutto uguali. Bisognerà quindi spiegare ai cittadini quali sono le ragioni per cui è opportuno scegliere l’olio di produzione interamente italiana.

Bisogna anche avere la certezza che gli accertamenti analitici previsti si- ano sufficienti a garantire l’origine; la prova sensoriale, anche se condotta con- formemente a procedure standardizzate e con personale altamente specializzato, potrebbe, come detto, non garantire l’accertamento delle differenze tra un ottimo olio spagnolo ed uno italiano.

Una certezza dovrebbe arrivare dagli oli DOP controllati dai Consorzi che ne garantiscono l’origine e dagli oli biologici di cui gli organi di certificazione control- lano il “processo”.

Lo scenario che si presenta ai consumatori è piuttosto complesso e non sempre facile da comprendere. Indipendentemente dalle norme esistenti è ne- cessario fornire delle indicazioni chiare ai cittadini in primo luogo sulla sicurezza alimentare dei diversi tipi di olio ed anche sui vantaggi che possono derivare dal consumo di prodotti interamente italiani. Solo così i consumatori avranno la pos- sibilità di fare una scelta consapevole a tutela della loro salute ed anche degli interessi delle produzioni nazionali (cfr. Fig. 1).

Figura 1 - un annullo d’epoca su busta affrancata: già nel 1930 si faceva propa- ganda all’olio italiano