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IL PROGETTO AIFO DELL’OLIO ARTIGIANALE

2. Il progetto aIFo dell’olio artigianale

In questi anni abbiamo assistito ad un progressivo mutamento dei mercati come effetto della profonda crisi economica, della globalizzazione, dell’entrata di nuovi Paesi emergenti, dello spostamento della ricchezza da Ovest verso Est.

Nulla è come prima: si impone un radicale cambiamento di mentalità e di offerta, le aziende sono tenute ad anticipare le richieste del mercato e l’Italia in particolare deve imparare a valorizzare le sue ricchezze e unicità produttive.

Anche l’agricoltura non sarà più la stessa: accanto alle colture estensive acquisteranno spazi nuovi quelle caratterizzate da un alto tasso di specificità ter- ritoriale. Sarà il naturale equilibratore della globalizzazione, così come, sul piano politico, a realtà sovranazionali come l’Unione europea, è fatale faccia riscontro un potenziamento dell’autonomia delle comunità locali.

Il processo di industrializzazione si riavvierà su basi nuove, dovendo sconta- re la competitività di costi e prodotti al livello mondiale. Difficile che un paese mon- tuoso come l’Italia, con poche pianure e difficoltà conseguenti nelle infrastrutture di grande comunicazione, priva di materie prime e con un elevato costo dell’ener- gia, possa contare su una forte industria pesante. Più facile prevedere un futuro di piccole e medie industrie manifatturiere cui farà riscontro naturalmente, anche ai fini occupazionali, uno sviluppo del settore agricolo, di un’agricoltura di qualità che fa leva sul clima, sulla cultura tradizionale dei campi e su una trasformazione dei prodotti agricoli che punta sulla unicità e sulla qualità, a fare da contrappunto alla produzione massificata e priva di specificità anche organolettiche dei prodotti dell’industria e delle grandi multinazionali.

La biodiversità (in un Paese come il nostro che ha per tanto tempo som- mariamente sottovalutato specie vegetali frutto di secoli di esperienza, di innesti sapienti, di selezioni oculate) è un bene prezioso che andrà sempre più tutelato, come del resto prevede la convenzione firmata da quasi tutti i Paesi del mondo a Rio de Janeiro nel 1992 e come stanno già facendo alcune Regioni.

Il frantoio artigiano oleario, dove il mastro oleario miscela le cultivar se- guendo antiche usanze, capace di coniugare insegnamenti trasmessi da genera- zioni con un uso intelligente e creativo delle nuove tecnologie estrattive, è desti- nato sempre più ad essere il naturale presidio della qualità e soprattutto della biodiversità.

Abbiamo un progetto: dare una risposta di trasparenza al comparto dell’olio. Ce lo chiede il consumatore, ce lo chiedono i produttori di eccellenza che non trovano corrispondenza di valore al prodotto che offrono.

In questo progetto quelli che definiamo “produttori di eccellenza” sono i frantoi artigiani, perché sono aziende in cui lavorano persone competenti ed one- ste, pronte a garantire il loro prodotto, perché hanno il controllo dell’intera filiera (dalla coltivazione dell’oliveto alla bottiglia sulla tavola del consumatore), la com- petenza professionale nella gestione delle tecnologie, nel metodo di trasformazio- ne e la trasparenza nel processo di produzione e distribuzione; essi curano tutte le fasi della filiera, comprese le condizioni di distribuzione, perché dopo aver lavorato per un anno non possono abbandonare il loro prodotto nelle mani del caso.

Nel nostro progetto questi produttori si incontrano, si conoscono, si stima- no, si fidano e decidono di fare sistema per arrivare insieme sulle tavole dei loro clienti garantendo l’eccellenza del loro olio. Pertanto, si rende necessaria la cre- azione di identità e riconoscibilità a questa categoria di prodotto, per rendere più semplice e immediata l’individuazione delle loro qualità da parte dei consumatori. Nel nostro progetto, lavorando insieme, questi produttori si aiutano, si in- formano, si organizzano, si dotano di competenze interne ed esterne per essere i migliori, non solo nel contenuto delle loro bottiglie, ma anche nelle forme delle loro bottiglie, delle loro etichette, dei loro messaggi, delle loro iniziative di cultura, formazione, promozione. Gli oli artigianali richiedono grandi capacità e sforzi per essere prodotti, conservati, confezionati e distribuiti. Tale impegno, con i relativi costi, deve essere riconosciuto dal mercato e compensato. A ciò serve la credibili- tà, con la competenza e l’onesta che la caratterizzano.

Nel nostro progetto questo sistema si chiama «Olio Artigianale» e AIFO si impegna perché diventi realtà.

Per realizzare questo progetto proponiamo la costituzione di una «Rete di imprese»5 che lavoreranno insieme con trasparenza per dare al cliente finale la

sicurezza (garantita) di ottenere l’olio promesso e atteso. Le imprese della Rete dovranno impegnarsi a:

1. rispettare il disciplinare di produzione dell’olio artigianale; 2. mantenere la tracciabilità del processo produttivo;

3. dotarsi e rispettare il codice etico volontario;

4. aderire al sistema di certificazioni e controlli della Rete.

5 Cfr. legge n. 33/2009 di conversione del D.L. n. 5/2009 (c.d. «decreto incentivi») che disciplina il «contratto di rete di imprese» e successive modifiche e integrazioni: legge n. 99/2009 (c.d. «legge sviluppo»); legge n. 122/2010 di conversione del D.L. n. 78/2010; legge n.134/2012 di conversione con modifiche del D.L. n. 83/2012 (c.d. «decreto sviluppo»); legge n. 221/2012 di conversione con modifiche del D.L. n. 179/2012 (c.d. «decreto sviluppo bis»): legge n. 224 del 24 dicembre 2012 («legge di stabilità 2013»).

Chi non rispetta i patti verrà espulso. E’ l’unica possibilità per dare credibi- lità ai produttori onesti e competenti e per ottenere la giusta remunerazione per il loro lavoro.

Il consumatore sarà così sicuro di acquistare un olio di alta qualità di cui è garantita l’origine, la genuinità del prodotto e la trasparenza del processo produt- tivo: è lo scenario del futuro che stiamo costruendo fin da oggi.

A qualcuno può sembrare una visione utopica priva di elementi certi di rife- rimento: a pensare in questo modo sono coloro che non hanno fiducia nell’avvenire dell’agricoltura, ubriacati da un sogno di industrializzazione forzata, sorretta diret- tamente o indirettamente dal danaro pubblico, con impianti non sempre rispettosi dell’ambiente. È una strada non destinata a durare ancora a lungo e che ha prodot- to già abbondanti danni al nostro Paese.

La nostra azione per un olio artigianale di qualità, per un mercato traspa- rente di prodotti sani, vuole essere un contributo per un Paese diverso, per un’Ita- lia con un più equilibrato sviluppo sociale ed economico, che rifiuta l’assistenziali- smo pubblico, ma vuole precise scelte di fondo.

Confidiamo, con le nostre aziende artigiane, di riuscire ad essere tra i prota- gonisti di questo cambiamento.