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L’E LOGIO : UNA SATIRA ARGUTA E PARADOSSALE PER EDUCARE AI VALORI CRISTIANI AUTENTIC

Nel documento Erasmo da Rotterdam (pagine 111-123)

Come si può notare, anche le testimonianze fin qui esposte di questa seconda e più virulenta fase dello scon- tro tra Erasmo e i suoi avversari intorno all’Elogio con- fermano sostanzialmente il senso e la finalità di questo scritto così come sono emersi dalla polemica del 1514- 1515, con un elemento negativo nuovo però: l’Elogio vie- ne stigmatizzato dagli anti-erasmiani con particolare insi- stenza quale opera blasfema ed empia, piena di errori e di eresie, un’opera insomma che – deplora Alberto Pio – ha favorito la nascita del luteranesimo. Anche per Stunica è uno scritto profondamente “luterano”: si permette di at- taccare in maniera offensiva e mordace le istituzioni reli- giose (teologi, monaci, pontefici), ma soprattutto osa contestare con velenosità e animo cattivo le stesse tradi- zioni della Chiesa e ridicolizzare non solo gli uomini, ma persino i santi.

Nel rigettare con sdegno come assurda, oltraggiosa e frutto di fraintendimenti maliziosi questa e le altre accu- se, Erasmo si sente costretto a precisare ancora una volta la natura e lo scopo del suo scherzo letterario. È vero, nel redigere l’Elogio il suo scopo era quello di criticare e am- monire per correggere, scegliendo però – ed è lo specifi- co di questo opuscolo rispetto ad altri scritti “riformato- ri” dal linguaggio più serio – un modo piacevole, il

strategia di fondo, a suo giudizio astuta e disarmante, dell’autore dell’Elogio nell’aver voluto scrivere per scherzo e non seriamente, mantenendo il per- sonaggio di Follia per potersi nascondere. Erasmo, oltre che reo di empietà per aver mescolato a un genere comico la religione cristiana, era ancor più biasimevole perché, rivolgendosi a un pubblico sprovveduto e incapace di cogliere l’ambiguità e la paradossalità della sua ironia, aveva preparato tra la gente comune un terreno fertile per Lutero, il quale in fondo affermava con serietà le stesse cose che l’Elogio diceva scherzosamente. Sulla controversia Sepúlveda-Erasmo cfr. Rummel, Erasmus, II, 123-128, 187-188.

parlare paradossale, satirico e ironico di Follia, attentissi- mo secondo il suo stile consueto a non offendere le sin- gole persone e a non colpire in maniera indiscriminata le varie categorie o ceti sociali ed ecclesiastici.

Inoltre, non ha inteso riprovare la venerazione ai santi e le cerimonie ecclesiastiche o rigettare l’autorità del papa e dei vescovi o abolire i sacramenti e neppure togliere il ri- spetto dovuto ai teologi e ai monaci, ma soltanto deplorare gli abusi (ad esempio la “pazza” superstizione della gente) che di fatto hanno deformato e corrotto la purezza della vi- ta cristiana, dell’istituzione e degli uffici ecclesiastici. In al- tri termini – ripete a Stunica – Follia col suo discorso faceto e scomodo non ha voluto colpire i buoni, ma ammonire sa- lutarmente i cattivi per indurli al ravvedimento; un ammo- nimento che nella situazione di estrema rovina in cui versa- no la società e la Chiesa non soltanto è opportuno, ma doveroso al fine di sollecitare il ritorno alla vera pietà e alla corretta vita cristiana e di mettere in guardia i giovani dal cadere nei difetti ironicamente “lodati” da Follia.

E che l’Elogio avesse lo scopo di riformare in senso evangelico la vita cristiana e le istituzioni sociali, politiche ed ecclesiastiche attraverso la formula dello scherzo para- dossale è un leit-motiv della difesa di Erasmo contro i suoi accusatori. Convinto che nessuno appartenente alla razza umana sia immune da atteggiamenti folli, egli ha voluto mettere scherzosamente alla berlina nella scia dei folli-giul- lari di corte proprio i vizi (le follie) degli uomini per emen- darli e in tal modo, nonostante il linguaggio enigmatico di Follia, insegnare le virtù e gli ideali cui bisognerebbe ten- dere. Non si tratta – precisa ad Alberto Pio – di scoraggia- re la gente, facendola sentire inadeguata verso gli ideali, ma al contrario, proprio colpendo con ironia i difetti, cer- care di convincerla piacevolmente a non desistere dalla lot- ta quotidiana contro i vizi.

Certo – ammette Erasmo – va da sé che un tale espe- diente letterario mostri anche elementi di ambiguità, per

cui il lettore onesto deve fare attenzione nel distinguere la forma e i momenti frivoli del discorso di Follia dal mes- saggio serio che dietro questi elementi si cela. Impresa non facile – riconosce lo stesso Erasmo – proprio per la natura ambigua e paradossale della laus stultitiae.

Ed è proprio questo messaggio serio (un « appello di carattere etico-religioso » alla cristianità e di riforma al- l’interno della Chiesa) che i vari censori colgono in fondo come elemento precipuo dell’Elogio, ovviamente per condannarlo dopo averne dato una interpretazione arbi- trariamente radicale e appiattita sulle posizioni di Lutero. D’altra parte, di fronte all’accusa di “luterizzare”, Era- smo nelle varie apologie non nega che il suo gioco lette- rario persegua in ultima analisi l’obiettivo della “rigene- razione cristiana”, ma si sforza di dimostrare che tale obiettivo intende raggiungerlo – diversamente dal Ma- nuale – in modo attraente, utilizzando la satira scherzosa e ironica108 senza scadere nella mordacità e tanto meno

nel vilipendio della religione e meno che mai nell’eresia. Se questo dunque ci attesta la documentazione di quella lunga e aspra polemica tra il 1514 e il 1531, allora la conclusione ci sembra abbastanza evidente. Per Erasmo e i suoi contemporanei, sostenitori o critici che fossero, l’E- logio era soprattutto una satira paradossale, arguta e iro- nica – una sorta di sguardo divertito sulla debolezza uma- na – piacevole e opportuna per i fautori, blasfema ed esecrabile per i censori, il cui intento potrebbe essere così precisato: attraverso una presa in giro della “follia”, che pervade tutti i ceti umani, educare gli uomini nella società

108Bisogna dire che con lo scoppio della controversia nel 1514-1515

e l’acutizzarsi dello scontro negli anni 1520-1530 sul significato e l’inter- pretazione dell’Elogio, l’umanista olandese cominciò a dubitare che la for- mula scelta (vestire i panni di Follia per mettere a nudo con arguzia i di- fetti dei suoi contemporanei al fine di correggerli) fosse indovinata. Cfr. la lettera di Erasmo a Dorp di fine maggio 1515 e la replica al Tres et viginti

e nella Chiesa ai valori autentici della vita cristiana fino a cogliere e vivere il cuore stesso del cristianesimo: la follia della croce e l’unione mistica con Dio109.

109Per il recupero di questa precipua natura-finalità religiosa e rifor-

matrice dell’Elogio cfr. i contributi di K.A. Meissinger (Erasmus von Rot-

terdam, Berlin 19482), di Cantimori (Erasmo da Rotterdam, Elogio della

pazzia, a cura di T. Fiore, introd. di D. Cantimori, [1943], Torino 1964,

VII-XXIX), di Stupperich (Erasmus von Rotterdam und seine Welt, Ber- lin- New York 1977, 73-81), di Screech (Ecstasy and the Praise of Folly, London 1980) e di Halkin (Erasmo [1987], introd. di E. Garin, Bari 1989, 87-106) e di Augustijn, Erasmo, 79-96.

CRONOLOGIA DELLA VITA E DELLE OPERE DI ERASMO DA ROTTERDAM

1466 Erasmo nasce a Rotterdam, figlio illegitti- mo e secondogenito del prete Geert e di una donna di Gouda.

1475-1484 Dopo la prima istruzione a Gouda, fre- quenta gli studi presso le scuole dei Fratel- li della Vita Comune, prima a Deventer, dove è allievo di Alessandro Hegius, disce- polo dell’umanista Rodolfo Agricola, poi, alla morte dei genitori, a Hertogenbosch. 1487-1493 Nel 1487 emette i voti monastici a Steyn, nel

convento dei Canonici Regolari di Sant’A- gostino dove è stato mandato forse contro voglia. Qui studia i classici, alcuni umanisti italiani e i Padri della Chiesa, specialmente Agostino e Girolamo. Scrive la Lettera sul disprezzo del mondo (pubblicata soltanto nel 1521) e comincia a redigere Contro i barbari. Nel 1492 è ordinato sacerdote.

1493 Chiamato a fare da segretario (latinista) del vescovo di Cambrai, Enrico di Bergen, lascia il convento di Steyn e si sposta nel Brabante. 1495-1499 Primo soggiorno parigino. Nel 1495, otte- nuto il permesso dai superiori, si trasferisce a Parigi per studiare teologia, acquisendo, nel frattempo, un’ottima padronanza del latino.

1499 Si trasferisce in Inghilterra dove fa amicizia con Tommaso Moro e frequenta le lezioni di John Colet sulle Lettere paoline. Raggiunge una buona conoscenza del greco e progetta un commento alle Lettere di Girolamo. 1500 Lascia l’Inghilterra per tornare a Parigi,

dove pubblica la prima edizione degli Ada- gi e, l’anno successivo, I doveri di Cicerone. 1502-1505 Primo periodo a Lovanio. Nella biblioteca

dei frati premostratensi di Parc scopre il ma- noscritto delle Annotazioni al Nuovo Testa- mento di Lorenzo Valla e ne cura l’edizione. 1503 Su consiglio di Jean Vitrier dà alle stampe il

Manuale del soldato cristiano.

1505 Pubblica a Parigi le Adnotationes di Valla; tornato a Londra, si dedica allo studio del greco.

1506-1509 Soggiorno in Italia. Il 4 settembre 1506 consegue a Torino il dottorato in teologia. Dimora a Bologna, a Venezia (dove pubbli- ca presso Manuzio la redazione accresciuta degli Adagi (Editio Aldina), a Padova, Sie- na e infine a Roma.

1509-1514 Si trasferisce a Londra, ospite di Moro. Scrive l’Elogio della follia che uscirà nel 1511 a Parigi in una prima edizione lacu- nosa e, l’anno seguente, in una seconda edizione autorizzata dall’autore. Insegna greco e sacra Scrittura al Queens’ College di Cambridge. Comincia a lavorare per una nuova edizione critica del Nuovo Testa- mento greco e una traduzione latina in con- trasto con la Vulgata.

1514-1517 Primo soggiorno a Basilea. Nel luglio 1514 lascia l’Inghilterra e si reca Basilea, dove fa amicizia con l’editore Johann Froben. In

settembre Dorp critica Erasmo per aver pubblicato l’Elogio della Follia e progetta- to di correggere la Vulgata.

1515 Nuova edizione degli Adagi e dell’Elogio della Follia (con il commento di Listrius). Carlo d’Asburgo nomina Erasmo consi- gliere della corte di Borgogna.

1516 Pubblica, scatenando la contestazione dei teologi e degli esegeti tradizionalisti, la pri- ma edizione critica del Nuovo Testamento greco, con traduzione latina e note filologi- che ed esegetiche (Novum Instrumentum), l’Opera omnia di Girolamo e l’Educazione del principe cristiano.

1517-1521 Secondo periodo a Lovanio. Nel 1517 esce a Basilea il Lamento della pace. Nell’estate dello stesso anno Erasmo si trasferisce a Lovanio e ottiene la dispensa papale dai voti religiosi che gli permette di vivere da semplice ecclesiastico nel mondo. Pubblica un’ampia Apologia per difendersi dalle ac- cuse mossegli da Jacques Lefèvre d’Éta- ples. A Lovanio viene fondato il Collegium Trilingue, destinato – secondo l’ideale era- smiano – all’insegnamento delle tre lingue bibliche: l’ebraico, il greco e il latino. 1518 Con le sue Adnotationes il biblista inglese

Edward Lee attacca il Novum Instrumen- tum. Erasmo pubblica L’elogio del matri- monio, una nuova edizione del Manuale e il Metodo della vera teologia.

1519 Escono le Familiarum colloquiorum formu- les, divenute in seguito I colloqui. Erasmo inizia la pubblicazione delle Parafrasi sui va- ri libri neotestamentari che porterà a termi- ne – a eccezione dell’Apocalisse – nel 1524.

A Lovanio si verificano scontri tra i sosteni- tori delle lingue e i sostenitori della Scolasti- ca. Erasmo prende posizione sulla questione luterana, scrivendo una lettera aperta ad Al- berto di Magonza, in cui lo invita alla mode- razione nei confronti di Lutero.

1520 Con un’Apologia pubblicata contempora- neamente ad Anversa e a Colonia Erasmo risponde alle critiche di Lee. Contro il No- vum Instrumentum interviene anche Stuni- ca con le sue Adnotationes, pubblicate ad Alcalà.

1521-1529 Secondo soggiorno a Basilea. A Stunica, che nel 1521 a Roma prepara un secondo libro contro di lui (Blasphemiae et impieta- tes, mai pubblicato), Erasmo risponde con un’Apologia. Il 28 ottobre dello stesso anno lascia Lovanio per tornare a Basilea. 1522 Pubblica una seconda Apologia per contro-

battere le accuse del Libellus… praecursor di Stunica. Riceve da Adriano VI un acco- rato invito a guidare la lotta contro Lutero, ma non si lascia coinvolgere. Cura la prima edizione autorizzata dei Colloqui, la terza edizione (corretta) delle Annotazioni al Nuovo Testamento e vari altri lavori come le Tuscolane di Cicerone. Al vescovo di Ba- silea indirizza la Lettera sul divieto di man- giar carne.

1524 In settembre pubblica Il libero arbitrio, a cui Lutero risponde l’anno successivo con Il servo arbitrio. Dà alle stampe l’Esomolo- gesi, ossia sul come confessarsi.

1525 Con un’Apologia Erasmo si difende dalle critiche di Petrus Sutor, che nel De trasla- tione… ne ha contestato il lavoro filologi-

co. Viene attaccato da Beda e dalla facoltà teologica di Parigi, che sottopone a esame le sue Parafrasi su Luca. È costretto a pren- dere le distanze da Zwingli e da Ecolampa- dio sulla questione eucaristica.

1526 Torna a rispondere a Lutero con il volumi- noso Superscudo protettivo. Pubblica L’isti- tuzione del matrimonio cristiano, dedican- dolo a Caterina d’Aragona, moglie di Enrico VIII, e cura l’edizione delle opere di Ireneo. La Facoltà teologica parigina condanna i Colloqui.

1527 Edita le opere di Ambrogio e pubblica la seconda parte del Superscudo protettivo. La Facoltà teologica di Parigi censura alcuni suoi scritti e affermazioni.

1528 Nel Dialogo ciceroniano Erasmo attacca violentemente l’umanesimo romano e quanti imitano esclusivamente Cicerone. Nell’Apologia contro i monaci di Spagna contesta le accuse di eresia mossegli dai Frati Mendicanti spagnoli.

1529-1535 Soggiorno friburghese. Nel marzo 1529 dà alle stampe la Risposta alla lettera esortativa di Alberto Pio, per contestare le accuse ri- voltegli dal conte di Carpi nella Risposta ac- curata ed esortativa. Pubblica Il dovere di formare i ragazzi in modo fermo e liberale e cura l’Opera omnia di Agostino. In aprile Louis de Berguin, traduttore di Erasmo e suo seguace, viene bruciato a Parigi per motivi religiosi. In seguito all’introduzione della Riforma a Basilea, Erasmo si vede co- stretto a trasferirsi a Friburgo in Brisgovia. 1530 Cura l’edizione degli scritti del Crisostomo

chi. Invitato alla Dieta imperiale di Augu- sta, Erasmo non partecipa.

1531 Esce postuma a Parigi la contro-risposta (XXIII Libri…) di Alberto Pio. Erasmo in- terviene con una seconda Apologia.

1533 Pubblica il Libro sul dovere di ricostituire la concordia della Chiesa per proporre una possibile soluzione alla divisione religiosa. 1534 Dà alle stampe la Preparazione alla morte. 1535 Paolo III propone, invano, a Erasmo un

posto nella curia in vista del Concilio (pos- sibile cardinalato). Erasmo torna a Basilea. Dopo quasi vent’anni (era stata progettata nel 1519) completa e pubblica l’ultima sua opera, Ecclesiastico ossia il predicatore evangelico, sull’arte di predicare.

1536 Erasmo muore a Basilea la notte dell’11-12 luglio.

1559 Paolo IV mette all’Indice dei libri proibiti tutti gli scritti di Erasmo.

1703-1706 Curata da Jean Le Clerc, viene pubblicata a Leida l’Opera omnia erasmiana. Inizia la fortuna moderna di Erasmo al di là delle polemiche confessionali.

OPERE DIERASMO CITATE

Adagiorum collectanea Raccolta di adagi

Adnotationes Annotazioni

Antibarbari Contro i barbari

Apologia ad Iacobun Fabrun Apologia contro Lefèvre

Stapulensem d’Étaples

Apologia contra Lopidem Apologia contro Stunica Stunicam

Apologia adversus monachos Apologia contro i monaci quondam hispanos di Spagna

Colloquia I colloqui

Consultatio de bello Parere sul fare la guerra Turcis inferendo ai Turchi

De conscribendis epistolis Come scrivere le lettere De contemptu mundi Lettera sul disprezzo

epistola del mondo

De interdicto esu carnium Sul divieto di mangiar carne De libero arbitrio Sul libero arbitrio

De praeparatione ad mortem Preparazione alla morte De pueris statim Sul dovere di formare i ac liberaliter instituendis ragazzi in modo fermo e liberale De senectute Sulla vecchiaia

Ecclesiastes sive Ecclesiastico ossia concionator evangelicus il predicatore evangelico Enchiridion Militis Christiani Manuale del soldato cristiano Encomion Moriae Elogio della Follia

Encomium matrimonii L’elogio del matrimonio Epistola ad Paulum Volzium Lettera a Paolo Volz Exomologesis sive Esomologesi ossia modus confitendi sul modo di confessarsi Hyperaspistes Diatribae Superscudo protettivo della adversus Servum arbitrium Diatriba contro il Servo arbi- Martini Lutheri, liber I trio di Martin Lutero, libro I Institutio matrimonii L’istituzione del matrimonio

cristiani cristiano

Institutio Principis L’educazione del principe

christiani cristiano

Liber de sarcienda Libro sul dovere di

ecclesiae concordia ricostituire la concordia della Chiesa

Panegyricus ad Philippum Panegirico in onore Austriae ducem di Filippo d’Austria, Paraclesis id est exhortatio Paraclesi o esortazione ad christianae philosophiae allo studio della filosofia

studium cristiana

Paraphrases Parafrasi

Querela pacis undique Il lamento della pace respinta gentium eiectae e schiacciata da tutte

profligataeque le nazioni

Ratio verae theologiae Metodo della vera teologia Responsio ad epistolam Risposta alla lettera esortativa paraeneticam Alberti Pii di Alberto Pio

BIBLIOGRAFIA

Nel documento Erasmo da Rotterdam (pagine 111-123)