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Made in China

Nel documento La Cina nel mercato globale (pagine 66-74)

PARTE I OPEN THE DOOR: GLOBALIZZAZIONE IN ENTRATA

2. Made in China

In seguito al rallentamento dell’economia cinese e alla diminuzione di capacità di acquisto a livello globale, nonché per rispondere al problema dell’overcapacity, a partire dal 2006 il governo cinese decide di intraprendere una serie di riforme, questa volta pensate in maniera completamente diversa rispetto a quanto fatto

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precedentemente. Si parte analizzando il concetto di “made in China”, idea che evoca un prodotto labour-intensive a basso valore aggiunto, solitamente appetibile perché economico. Questa etichetta riassume effettivamente in maniera molto efficace il risultato della tipologia di policy implementate fino ad allora dal governo e le caratteristiche che hanno definito fino al primo decennio del Duemila il settore industriale cinese. Ma ora l’obiettivo del CPC per il futuro del Paese, per sostenerne la crescita economica e dunque non perdere legittimità di comando, diventa quello di rivoluzionare il significato di “made in China”, proponendosi non solo di terminare il processo di catching-up tecnologico, ma di diventare leader mondiale in produzione di tecnologie all’avanguardia.

Questa volontà del governo inizia a manifestarsi mediante una serie di azioni concrete. Nel gennaio 2006 viene presentato il Medium and Long-Term Plan for Science and Technology Development 2006–2020 (MLP), con il quale si intende fare di quella cinese una società votata all’innovazione e, più in generale, un leader mondiale in S&T entro il 2050. In pochi anni sono stati rilasciati 79 documenti con lo scopo di creare un framework comune per l’innovazione, dove cioè policy per R&D si combinano a manovre fiscali e finanziarie, a un nuovo sistema educativo per la creazione di talenti e a leggi sulla proprietà intellettuale che proteggano i frutti del loro lavoro, tutto all’insegna della complementarietà. In tutta la documentazione è ripetutamente sottolineata la necessità di diventare sempre meno dipendenti dalla tecnologia estera, diminuendone l’import e sostituendola con alternative domestiche. “Liu et al. (2011) see an evolution from the proliferation of disjointed and fragmented policies promoting innovation in the first decades of the economic reform era, toward a more collaborative, coordinated and coherent approach to innovation policy (p. 930)” (Liu et al. 2017, p.656). Con MPL sono identificate specifiche aree dove è fondamentale accelerare l’innovazione, selezionando così 16 progetti di mega-engineering a cui sono state devoluti gran parte dei fondi pubblici per R&D.

Nel 2016 viene pubblicato un catalogo nel quale si identificano i settori industriali emergenti nei quali concentrare lo sforzo innovativo a livello nazionale. Nello stesso anno è poi annunciato il Tredicesimo Piano Quinquennale (2016-2020), in cui si delineavano in maniera dettagliata le policy mediante le quali il governo intende promuovere l’upgrading nelle stesse aree chiave elencate nel catalogo. Inoltre, sono

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sviluppati tre piani tecno-industriali con lo scopo di ovviare ai problemi legati al disomogeneo sviluppo economico nelle diverse regioni della Cina: Revitalisation of the Northeast, Develop the West e Rise of Central China.

Tav. 1.2 Politiche statali per l’industria, piani settoriali

Fonte: Kenderdine, 2017, p.328

La Tav. 1.2 mostra in maniera schematica le policy implementate dal CPC a partire dal 2006 aventi come obiettivo l’upgrading industriale e i settori chiave nei quali si è scelto di effettuare la maggioranza degli investimenti.

Il piano industriale di maggiore importanza è il Made in China 2025 il cui obiettivo è “improving the quality of products made in China, creating China's own brands, building a solid manufacturing capability by developing cutting-edge advanced technologies, researching new materials, and producing key parts and components of major products” (Li, 2017, p.67). Si tratta della prima fase di un progetto a lungo termine che prevede di concludersi nel 2049, anno di celebrazione del centesimo anniversario della nascita della Repubblica Popolare Cinese, che è suddiviso a livello cronologico e di obiettivo nel modo seguente:

 Prima fase (2015-2025): entrare a fare parte del gruppo dei Paesi riconosciuti come leader mondiali nel settore manifatturiero

 Seconda fase (2026-2035): acquisire una posizione di primo piano fra i Paesi industriali

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 Terza fase (2036-2049): diventare leader assoluto nell’innovazione a livello industriale, trasformando definitivamente l’idea di “Made in China”.

I settori individuati dal governo cinese come meritevoli di investimento e di nuove policy sono il frutto di un’attenta selezione effettuata dai ministeri competenti, che contempla una sintesi di quelle specifiche aree in cui ogni potenza industriale all’avanguardia si sta specializzando, le stesse in cui lo sforzo innovativo nazionale ha le maggior probabilità di successo, date le proprie capacità. Di seguito, un’analisi delle iniziative intraprese dal governo in ogni settore, basata su un dettagliato lavoro di Kenderdine (2017).

1. Robotica.

Considerata la diminuzione della produttività del fattore lavoro, insieme alla

necessità di velocizzare e modernizzare i processi produttivi, si evidenziano notevoli sforzi per l’integrazione della robotica nei cluster manifatturieri, a cui si accompagna un sistema di Industrial Internet, con il preciso scopo di coordinare i macchinari smart nel più ampio concetto di Internet of Things - IoT. Tuttavia, la rapidità con cui il settore si sta espandendo evidenzia una potenziale problematica: le policy fiscali implementate a livello provinciale rischiano di produrre overcapacity, qualora non si procedesse a diversificare gli investimenti e a stimolare attività di Merger&Acquisition fra aziende simili.

2. High-Speed Rail.

L’alta velocità ferroviaria costituisce uno dei tasselli più importanti di Made in China 2025, nonché un settore che già da tempo attira numerosi investimenti e trasferimenti di tecnologia dall’estero, poiché cruciale ai fini del trasporto di materie prime verso la Cina e alla catena di distribuzione dei prodotti del proprio settore manifatturiero. Obiettivo del governo entro il 2030 è quello di estendere a tutti i centri abitati con una popolazione superiore ai 200.000 abitanti una rete ferroviaria della lunghezza di almeno 200.000 chilometri. Esiste, anche in questo caso, il rischio che un inappropriato sistema di coordinamento crei overcapacity, tuttavia il veloce progresso cinese in questo settore è stato in grado di porre degli standard internazionali che fanno pensare alla sovraproduzione come a un problema marginale: la Belt and Road Initiative, nonché l’implementazione di IPR sulle tecnologie cinesi, sono viste come soluzioni efficaci.

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3. Industria aerospaziale e satellitare.

La corsa allo spazio e la creazione di tecnologie satellitari costituiscono storicamente un passo fondamentale nello sviluppo delle maggiori potenze mondiali. Come fecero già Stati Uniti e Russia per affermare la loro superiorità nazionale durante il periodo della Guerra Fredda, così oggi il governo cinese ha sviluppato un complesso space program, inteso come un importante mezzo di affermazione di sovranità nazionale, nonché politica e militare. Space Foundation calcola che la Cina abbia investito nel solo 2019 un capitale corrispondente a 8 miliardi di dollari in progetti collegati allo spazio, tra i più noti lo Human Space Flight Project 921, l’atterraggio di satelliti su parti inesplorate della Luna, la corsa verso l’esplorazione del pianeta Marte e la costruzione di una space station entro il 2022. Non si tratta tuttavia solo dell’ambizione del CPC di proiettare all’esterno la propria potenza: lo sviluppo di tecnologie satellitari è un investimento capace di dimostrarsi altamente redditizio dal punto di vista strategico, offrendo la possibilità di stabilire istituzioni e standard di riferimento per altri Paesi impegnati nella medesima corsa, ma è altresì importante da quello economico, basti considerare le numerose applicazioni commerciali delle tecnologie satellitari. In questo settore, più che nell’implementare vere e proprie policy, lo sforzo del governo negli ultimi anni si è orientato allo sviluppo di un framework adeguato di leggi e regolamentazioni, tra cui la Spaceflight Law e la Satellite Navigation Regulation.

4. Circuiti integrati, Internet of Things e Cybersecurity.

In anni recenti, pioniere la Germania, si è diffuso il concetto di Industry 4.0: una modalità rivoluzionaria di pensare alla manifattura che, se adeguatamente sviluppata, contribuirebbe significativamente alla crescita del GDP di un’economia. L’idea è quella di trasformare i macchinari di produzione integrandoli con tecnologie di ultima generazione, grazie ad uno sforzo congiunto di governo e settore privato, dell’industria e del mondo accademico. Il progresso tecnologico in campo manifatturiero è misurabile attraverso indicatori di qualità, di produttività e di costo, che si integrano a vicenda. Il punto focale di ogni rivoluzione industriale è appunto la considerazione di come migliorare la

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produttività e l’efficienza, e oggi la soluzione sembra trovarsi nell’utilizzo di Internet e altri smart devices per rendere il settore più flessibile. Due sono le caratteristiche che andranno a contraddistinguere la manifattura nella prossima generazione: integrazione e intelligenza, nella misura dello sviluppo di progetti di Industrial Internet a partire da big data, cloud computing, applicazioni e dispositivi mobili (Chen, 2017). L’obiettivo è quello di un’integrazione end-to- end, di una connessione, cioè, tra i macchinari del processo produttivo a un primo livello, dei clienti con il sistema manifatturiero e del prodotto con i servizi ad esso collegati ad un secondo livello. L’innovazione che rende questa idea un business di successo è che “a complete communication network will exist between various companies, factories, supplier, logistics, resources, customers, etc. Every section optimizes their configuration in real-time depending on the demands and status of associated sections in the network, which makes the maximum profit for all cooperatives with the limited sharing resources. In addition, the costs and pollution, raw materials, CO2 emissions, etc., will be reduced. In other words, the future business network is influenced by each cooperating section, which could achieve a self-organising status and transmit the real-time responses.” (Grosvenor et al., 2016, p.174). L’obsoleto e statico processo produttivo nel settore manifatturiero viene così rivoluzionato grazie ad un nuovo approccio alla produzione stessa del bene finale, tale approccio innovativo si concretizza nell’Internet of Things: “In what’s called the Internet of Things, sensors and actuators embedded in physical objects—from roadways to pacemakers—are linked through wired and wireless networks, often using the same Internet Protocol (IP) that connects the Internet. These networks churn out huge volumes of data that flow to computers for analysis. When objects can both sense the environment and communicate, they become tools for understanding complexity and responding to it swiftly. What’s revolutionary in all this is that these physical information systems are now beginning to be deployed, and some of them even work largely without human intervention.” (Chui et al., 2010, p.1). Gli investimenti nel settore IoT si prospettano particolarmente redditizi, la chiave di questo successo è insita nella vasta demografia cinese e quindi nella quantità e varietà di dati a disposizione delle imprese. Il Ministry of Science and

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Technology è impegnato dal 2010 nella promozione di processi di innovazione tecnologica e di applicazione industriale dell’IoT e, in maniera complementare, nel cambiamento istituzionale e di policy nel settore. Yin (2015) inserisce fra le priorità nazionali cinesi in materia di protezione anche le infrastrutture critiche29 informatizzate, a tale fine il ministero ha provveduto emanando una Cybersecurity Law ed istituendo un Critical Information Infrastructure Protection Working Committee. Il comitato ha tra i suoi compiti principali proprio l’attuazione di policy che prevedano un trattamento preferenziale per cybersecurity firms e industrial chains. Il MIIT Cybersecurity Bureau promuove uno sviluppo di IoT e cybersecurity basato sullo sforzo innovativo domestico, anche per la difficoltà di attuare transfer tecnologici in materia di sicurezza nazionale.

5. Energy Equipment.

L’industria energetica è una parte cruciale di Made in China 2025, già da tempo supportata dal governo con incentivi fiscali. La produzione di energia rinnovabile, in particolare, viene promossa nell’area metropolitana che circonda Pechino, Jingjinji, e nei Delta del Fiume delle Perle e del Fiume Giallo, rispettivamente nel Guangdong, Jiangsu e Zhejiang, e nelle più importanti aree portuali della Cina sud-orientale. La strategia nazionale per la produzione di energia è anche basata sul settore del nucleare: nel 2016 la China Ship-building Industry Corporation - CSIC ha intrapreso la costruzione di centrali nucleari galleggianti, con l’utilizzo di 20 reattori di proprietà del China General Nuclear Power Group.

6. Materiali innovativi.

L’innovazione nell’industria dei materiali si trova alla base del successo di diversi settori dell’economia cinese, includendo l’upgrade del settore industriale tradizionalmente inteso, della manifattura high-tech e di settori emergenti. L’obiettivo è quello di trasformare le materie prime di base per renderle

29Nella Direttiva del Parlamento europeo in merito (2018) si stabilisce “che gli Operatori di Servizi

Essenziali – OSE – il nome che l'Unione Europea ha scelto di adottare per le infrastrutture critiche – sono "quei soggetti che forniscono un servizio essenziale per il mantenimento di attività sociali e/o economiche critiche", che questo servizio dipende inoltre dalla rete e dai sistemi informativi e che un incidente avrebbe effetti di disturbo significativi sulla fornitura del servizio; chiede quindi agli stati membri di creare un proprio elenco di servizi basato su 7 settori principali e 7 sottosettori, in https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/la-protzione-cyber-delle-infrastrutture-critiche-24113

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innovative e i target sono numerosi: ferro e acciaio, metalli non-ferrosi, prodotti petrolchimici, prodotti dell’industria leggera, materie per il settore tessile; per quanto riguarda invece le attrezzature di fascia alta (high-end equipment) l’innovazione a livello di materiali interessa le leghe metalliche, membrane di separazione ad alta performance, fibre ottiche, semiconduttori e terre rare. Grafene, stampa 3D, superconduttori e tecnologie bioniche intelligenti sono obiettivi prioritari dell’impegno cinese in questo settore, soprattutto in seguito agli investimenti effettuati dal Tredicesimo Piano Quinquennale.

7. Veicoli e Batterie a Nuova Energia.

Si tratta di uno dei settori in cui la Cina è uno dei principali competitor a livello globale, ma dove ha raggiunto risultati controversi. Per promuovere una collaborazione funzionale nel settore è stato istituito il National Battery Power Innovation Centre. L’imponente impegno degli organismi governativi in questo settore ha però generato lo stesso problema di overcapacity già emerso nel settore del fotovoltaico. Eccessivi investimenti frutto di una generosa politica di sussidi nell’industria del rinnovabile hanno portato ad un sovraffollamento di imprese nel settore, con il risultato di diminuire effettivamente la porzione energetica pro-capite. Il fatto poi che la competizione a livello provinciale si giochi a sua volta con l’elargizione di sussidi a livello locale, ha favorito investimenti in tecnologie low-level e causato un effetto di dispersione dello sforzo che dovrebbe invece puntare alla condivisione di knowledge.

8. Prodotti Farmaceutici e Attrezzatura Medica.

L’istituzione di una nuova Pharmacy Law nel 2017 ha prodotto nel settore biotecnologico un’evoluzione nella direzione dell’ingegneria biomedica, dell’agricoltura biotecnologica, a cui si aggiungono la convenzionale manifattura nel settore chimico e medico. Nel catalogo dei settori emergenti la Cina ha fatto uno sforzo strategico anche nelle risorse marine ed oceaniche, incluse sostanze marine bioattive e altri prodotti biologici. Anche la genetica ha assistito ad una notevole crescita innovativa con il Legislative Work Plan del 2016, che include regolamentazioni per lo Human Genetic Resources Management per lo sviluppo domestico, e le misure per l’Access to Genetic Resources Management che consente l’accesso ai global commons in campo genetico. In generale,

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l’obiettivo nel settore genetico, come in quello chimico, è quello di assorbire tecnologia estera in campo genetico e sviluppare congiuntamente un’industria genetica domestica.

9. Energia Marina e Estrazioni Minerarie in Alto Mare.

La presenza della Cina su mari e oceani è certamente vitale per l’affermazione della sovranità nazionale, anche per il suo importante risvolto economico. Il governo ha fatto ricorso alle norme della governance globale per quanto riguarda gli oceani, cercando di sfruttarle a proprio favore. Lo scontro con il Giappone per le Diaoyu Islands, come l’espansione nel South China Sea con i tentativi di estendere i diritti cinesi sui fondali marini sono parte di una politica che tiene in considerazione anche la profittabilità di tali rivendicazioni territoriali. A queste manovre si aggiungono gli accordi con i Paesi che affacciano su mari e oceani attraversati dalla Belt and Road Initiative - BRI. A livello istituzionale sono state manate nel 2016 la Basic Ocean Law e la Seabed Law, inoltre la Mineral Resources Law ha l’obiettivo di definire le misure in materia di sfruttamento minerario offshore.

Nel documento La Cina nel mercato globale (pagine 66-74)