• Non ci sono risultati.

18-39 40-64 65 e più media età 0-17 18-39 40-64 65 e più totale

Gli stranieri nel mercato nel lavoro italiano

residenti 0-17 18-39 40-64 65 e più media età 0-17 18-39 40-64 65 e più totale

Nord-ovest 1.067.21 8 23,6 49,7 24,7 1,9 30,3 10,3 12,1 4,8 0,6 6,8 Nord-est 802.23 9 23,9 50 24,3 1,7 30 10,7 12,6 5,0 0,6 7,2 Centro 727.690 21,5 48,7 27,2 2,6 31,8 8,5 10,8 5,0 0,8 6,3 Sud 244.088 18,4 48,6 30,3 2,6 33,1 1,6 2,7 1,6 0,3 1,7 Isole 97.68 7 21,1 45,5 30,4 2,9 32,6 1,7 2,2 1,4 0,2 1,5 Italia 2 .938.922 22,7 49,3 25,9 2,1 30,9 6,6 8,4 3,8 0,5 5

Tabella 3: Occupati totali e occupati stranieri per settore di attività economica (migliaia di unità)

Industria in

Agricoltura senso stretto Costruzioni Servizi Totale

2 0 0 6 979 5030 1899 15.075 22.983 di cui stranieri 52 320 232 744 1.348 % stranieri su totale 5,3 6,4 12,2 4,9 5,9 2 0 0 7 928 5048 1950 15.285 23.211 di cui stranieri 52 349 257 844 1.502 % stranieri su totale 5,6 6,9 13,2 5,5 6,5 2 0 0 8 895 4991 1967 15.558 23.412 di cui stranieri 59 407 286 1000 1751 % stranieri su totale 6,6 8,1 14,5 6,4 7,5

Fonte: Istat, Rilevazione continua sulle forze di lavoro

Tabella 4: Occupati dipendenti totali e stranieri per settore di attività economica (migliaia di unità)

Industria in

Agricoltura senso stretto Costruzioni Servizi Totale

2 0 0 6 475 4.268 1.189 10.983 16.915 di cui stranieri 49 298 186 613 1146 % stranieri su totale 10,4 7,0 15,6 5,6 6,8 2 0 0 7 442 4285 1229 11211 17167 di cui stranieri 49 324 195 701 1268 % stranieri su totale 11,1 7,6 15,9 6,2 7,4 2 0 0 8 425 4249 1250 11522 17446 di cui stranieri 56 380 209 841 1485 % stranieri su totale 13,1 8,9 16,7 7,3 8,5

Fonte: Istat, Rilevazione continua sulle forze di lavoro

Tra gli occupati stranieri c’è una maggiore specializzazione nel settore delle costru- zioni e minore nei servizi, ma la distribuzione degli occupati per settore di attività economica non è drasticamente diversa da quella della popolazione totale (figura 1). Maggiori differenze si riscontrano andando più nello specifico delle caratteristi- che del lavoro. A questo proposito, la minore quota di indipendenti è indicativa

della difficoltà di raggiungere un livello di integrazione tale da essere in grado di avviare un’attività in proprio; d’altro canto l’analisi delle professioni segnala la pre- senza di una forma di segregazione della forza di lavoro straniera che si trova ad accettare occupazioni che presentano un minore livello di appetibilità per gli italia- ni, perché scarsamente retribuiti, pesanti e/o discontinui (Istat, 2008b).

Figura 1: Occupati per settori di attività economica

Fonte: Istat, Rilevazione continua sulle forze di lavoro - Anno 2008

L’agricoltura e l’immigrazione

Il quadro che emerge dalla rilevazione sulle forze di lavoro dell’Istat non assegna all’agricoltura un ruolo privilegiato rispetto al fenomeno immigratorio che investe l’Italia negli anni recenti. Questo contrasta però con la percezione che si ottiene girando per le campagne italiane, soprattutto in certi periodo dell’anno. Un quadro diverso emerge da una fonte di informazione più specifica, ovvero l’indagine svolta annualmente dall’INEA presso testimoni privilegiati su base regionale che riguarda l’impiego in agricoltura di immigrati extracomunitari82. Secondo questa fonte nel 2007 gli immigrati extracomunitari occupati in agricoltura erano 114.000 unità. Si tratta di un dato apparentemente poco coerente con quanto rilevato poco sopra dall’indagine sulle forze di lavoro. In realtà però le due rilevazioni hanno universi di riferimento molto diversi: nella rilevazione Istat la popolazione di riferimento è quella degli stranieri iscritti in anagrafe, pertanto sono esclusi sia gli irregolari che gli stagionali. L’indagine INEA è, invece, più ristretta per un verso, perché interessa-

agricoltura 4% industria 21% servizi 67% costruzioni8% agricoltura 3% industria 23% servizi 58% costruzioni 16%

Occupati totali per settore di attività economica Occupati stranieri per settore di attività economica

ta alle caratteristiche della sola componente degli stranieri extracomunitari, più ampia per un altro, perché considera anche chi è presente in maniera non regolare e/o stagionale.

Al di la dei valori assoluti, molto difficili da definire per un fenomeno che si evolve rapidamente e che, soprattutto, sconta la problematica della volontà delle compo- nenti clandestina e irregolare83 di rimanere nascoste, dall’indagine INEA emerge che l’impiego di immigrati extracomunitari è decisamente molto consistente. Si tratta di un fenomeno che varia molto a livello territoriale: nel Nord, l’impiego risulta molto elevato in Lombardia e in Veneto e, se si considera in termini relativi al totale degli occupati, anche in Valle d’Aosta. Nel Sud spiccano per numerosità la Puglia e la Campania (INEA, 2008).

Allo stesso tempo emergono sostanziali differenze territoriali sia nelle attività svolte come conseguenza della specializzazione produttiva territoriale, che nella qualità delle relazioni contrattuali che dipende invece dalle condizioni più generali del mercato del lavoro e dell’economia locale.

Guardando alle attività svolte (tabella 5), nel Nord prevale l’impiego nelle colture ortive e nella zootecnia, nel Centro la zootecnia e le colture arboree a fronte comunque, in entrambi i casi, di una certa diffusione in tutte le specializzazioni, mentre nel Sud e, soprattutto nelle isole, appare esserci una forte concentrazione nelle colture arboree e in quelle ortive.

Tabella 5 - Impiego degli immigrati extracomunitari nell’agricoltura italiana per attività nel 2007 (valori percentuali)

Area Zootecnia Colture Colture Vivaismo Colture Altre Totali

ortive arboree industriali colture attività

agricole Nord 22,5 26,8 20,3 18,9 6,5 5,0 100 Centro 27,8 13,0 23,1 8,7 13,6 13,8 100 Sud 12,3 26,8 37,1 3,3 20,4 0,0 100 Isole 8,4 43,7 43,0 5,0 100 Italia 18,8 25,7 28,2 10,6 12,2 4,6 100

Fonte: INEA, Annuario 2008

Oltre che nelle attività strettamente agricole, l’indagine mette in evidenza anche un notevole impiego degli immigrati in attività connesse, in particolare nell’agrituri- smo nel Sud e nella trasformazione nel Nord (figura 2).

83 Sono clandestini gli stranieri entrati in Italia senza regolare visto di ingresso; sono irregolari gli stranieri che hanno perduto i requisiti necessari per la permanenza sul territorio nazionale (es: permesso di soggiorno scaduto e non rinnovato), di cui erano però in possesso all’ingresso in Italia.

Figura 2 - Impiego degli immigrati extracomunitari nell’attività connesse - 2007 (numero di occupati)

FoFonte: INEA, Annuario 2008

Altre differenze riguardano la continuità dell’impiego nell’arco dell’anno e la con- dizione contrattuale sia rispetto alla presenza di un contratto formale sia rispetto alla remunerazione. Rispetto alla continuità, la specializzazione produttiva ha un peso rilevante, determinando un fabbisogno stagionale più o meno elevato. Rispetto alle caratteristiche contrattuali, l’indagine rileva la stagionalità, la presenza o meno di in contratto formale, la remunerazione in linea o meno con gli accordi di sindacali. Sulla base di queste informazioni, incrociando i dati sulle stagionalità e sulla percentuale di remunerazione sindacale emerge un quadro dicotomico in cui in molte regioni del Sud le condizioni offerta appaiono decisamente poco appetibili (figura 3).

Rispetto alle condizioni nel mercato del lavoro degli stranieri extracomunitari la politica di immigrazione gioca un ruolo chiave. Infatti la condizione di regolarità o meno, così come la presenza di servizi di assistenza e di iniziative di integrazione, influenzano notevolmente le condizioni di vita e il potere contrattuale degli immi- grati. L’irregolarità espone le persone ad accettare condizioni di vita e contrattuali che altrimenti rifiuterebbero: le difficili condizioni di vita in cui versano gli immi- grati stagionali in alcune realtà del Sud Italia ha indotto alcune organizzazioni

924 835 1.017 183 4.292 2.270 1.368 344 0 500 1.000 1.500 2.000 2.500 3.000 3.500 4.000 4.500 5.000

Nord Centro Sud Isole

Agriturismo e Turismo rurale Trasf. e Commercializ.

umanitarie a denunciare l’esistenza di situazioni di “crisi umanitaria” (Medici senza frontiere, Una stagione all’inferno).

In sostanza, la qualità delle opportunità di impiego in agricoltura per gli extraco- munitari sembra differire molto a livello territoriale: in alcune parti del Paese (collo- cate soprattutto al Nord) si tratta di una domanda di lavoro regolare, continua ed economicamente solida. In altre, dove i processi di accumulazione sono ridotti e, pertanto l’innovazione è lenta e i margini produttivi scarni, le opportunità di lavoro in agricoltura assumono sempre di più forme temporanee e sottopagate. In linea di massima la dicotomia Nord/Sud corrisponde a differenze nella specializzazione produttiva in agricoltura ma anche a condizioni strutturali nell’economia italiana che contribuiscono a indebolire il potere contrattuale di alcune componenti del mercato del lavoro.

D’altro canto, l’offerta di lavoro da parte degli immigrati non è omogenea perché corrisponde a progetti di vita diversi: in alcuni casi l’orizzonte è quello del trasferi- mento definitivo o comunque di lungo periodo in altri casi si tratta di un’immigra- zione di passaggio, diretta verso le aree più ricche dell’Europa del Centro-Nord. In questi casi le persone sono disposte ad adattarsi a sistemazioni disagiate, a cambia-

Piemonte

Valle d'Aosta Liguria

Lombardia Veneto

Trentino A.A.Friuli V.G.

Emilia Romagna Toscana Marche

Umbria

Lazio

Molise CampaniaSicilia Sardegna Abruzzo Puglia Basilicata Calabria 0,0 10,0 20,0 30,0 40,0 50,0 60,0 70,0 80,0 90,0 100,0 0,0 10,0 20,0 30,0 40,0 50,0 60,0 70,0 80,0 90,0 100,0

percentuale a tariffa non sindacale

pe rc en tu al e di s ta gi on al i

Figura 3 - Immigrati extracomunitari impiegati in agricoltura, percentuale di con- tratti stagionali e percentuale di contratti a tariffa non sindacale, Anno 2007

re spesso occupazione, a lavorare in modo non regolare, pur di avere l’opportunità di transitare verso una migliore qualità di vita. L’agricoltura, come l’edilizia, offre loro questa possibilità.

L’incontro di queste contrapposte esigenze determina un ruolo degli immigrati in agricoltura piuttosto contraddittorio. In alcuni contesti l’impiego degli immigrati risolve la carenza di offerta di manodopera italiana per lavori discontinui e faticosi, in molti casi il loro contributo come imprenditori rivitalizza un settore affetto da una scarsa capacità di ricambio generazionale; in altri casi invece sostiene un’eco- nomia asfittica e marginale che in questo modo perde di vista la necessità di rinno- varsi per adeguarsi alla nuova domanda di produzioni qualità e di servizi innovativi ai singoli e alla collettività.