Parte I La cultura della quantificazione e gli indicatori
4. Metriche lontane dal diritto
Figure anomale a parte, gli indicatori propriamente intesi si dedicano a tradurre in numeri e classifiche i fenomeni sociali valutati, i quali – ab-biamo già avuto modo di sottolinearlo35 – spaziano in una vasta gamma di settori dell’attività umana: dalla ricchezza alla salute, dal lavoro all’educa-zione, dalla democrazia allo sviluppo.
È fuor di dubbio che molte di queste metriche involgano una compo-nente giuridica, sia perché analizzano temi e questioni su cui incide l’infrastruttura locale delle regole, sia perché suggeriscono percorsi e obiettivi che, onde essere realizzati, implicano necessariamente, anche se non esclusivamente, riforme normative36. Ma, al netto della visione del diritto cui si voglia accedere, è altrettanto certo che la maggioranza degli indicatori finora menzionati non fa del diritto né il perno, né una compo-nente primaria della propria ricerca. La più parte degli indici che abbiamo visto finora, in altri termini, non si rivolge direttamente a valutare l’impatto dell’architettura giuridica e delle prassi operative sulla materia volta a volta considerata – anche se è chiaro che quell’architettura e quel-le prassi vi sono, e sovente incidono con forza sulquel-le realtà prese in esame.
Per illustrare, gli indicatori dello sviluppo e del c.d. rischio-paese ne-cessariamente implicano una valutazione della maniera in cui l’intelaiatura giuridica sorregge o sfida il benessere della popolazione e la protezione degli investimenti. Eppure la valutazione non è quasi mai rea-lizzata esplicitamente; anche laddove la componente giuridica viene a emersione, essa resta in secondo piano rispetto a giudizi aventi altro og-getto e altra natura.
Ad esempio, i tre assi di cui si compone lo ‘Human Development In-dex’ – ‘Long and healthy life’, ‘Knowledge’ e ‘A decent standard of li-ving’ – sono misurati rispettivamente attraverso la combinazione dell’‘aspettativa di vita alla nascita’, della ‘durata attesa del periodo sco-lare’ associata alla ‘durata media della scolarizzazione’, e del ‘reddito na-zionale lordo pro capite’37.
35. Si v. ad esempio retro, Cap. 1, par. 3 e Cap. 2, par. 1.
36. Con le parole di William Twining, Globalisation and Legal Theory, 155, nt. 19, “a great deal of data can be extracted from these sources about legal activities, institutions, pro-cesses and personnel. After all, since law is a generally revasive feature of most aspects of social life many statistics […] are ‘legally relevant’”.
Fonte: HDI, hdr.undp.org/en/content/human-development-index-hdi
Ancorché sia evidente che regole, prassi e culture giuridiche incidano, sia pure in varia misura, su tutti gli aspetti indagati dell’esistenza umana, è ugualmente chiaro che l’indicatore non mira specificamente a indagare la rilevanza di quei legami38.
Altri indicatori sono più espliciti nel dirigere la propria attenzione se-condaria verso questioni dall’immediata natura giuridica, le quali però ri-mangono del tutto accessorie rispetto a temi ulteriori, sui quali cade l’accento principale.
Si prendano i ‘Sustainable Development Goals Indicators’: la quasi tota-lità delle 232 sotto-dimensioni che compongono i 17 assi dei SDG riguarda aspetti non direttamente giuridici, come il numero di disastri naturali o la percentuale di malati di HIV in un dato paese.
Fonte: SDG, sustainabledevelopment.un.org
Una dozzina di dimensioni investiga però frammenti del tessuto giuridi-co proprio al paese volta a volta giuridi-considerato, ritenuti rilevanti per definire
38. Per fare un altro esempio, i rating del credito sovrano emessi dalle agenzie di rating (e principalmente dalle tre più potenti al mondo, per quota di mercato occupata: le c.d. tre sorelle Standard & Poor’s, Moody’s e Fitch), sulla base di un numero di variabili quali red-dito pro capite, debito estero, tasso di crescita del prodotto interno lordo e dell’inflazione (Ahmed Naciri, Sovereign Credit Rating, 71-113), guardano unicamente ai risultati econo-mici, senza soffermarsi sulle infrastrutture giuridiche che a essi si accompagnano.
lo stato di avanzamento di quello stato rispetto all’obiettivo de quo39. Vi sono così misurazioni centrate sulla ‘proporzione della popolazione totale adulta che vanta un diritto stabile su un fondo’ (indicatore 1.4.2), sul ‘pro-gresso nell’implementazione delle norme internazionali contro la pesca il-legale, non dichiarata e non regolamentata’ (indicatore 14.6.1) e sull’‘adozione e realizzazione di strumenti costituzionali, legislativi e/o po-litici volti a garantire l’accesso all’informazione da parte del pubblico’ (in-dicatore 16.10.2). Nel quadro complessivo dei SDG, tuttavia, tali misura-zioni, e con esse il fuoco giuridico, restano tuttavia marginali (secondo al-cuni: troppo marginali40). Ecco perché i SDG, e più in generale gli indicato-ri dello sviluppo, non indicato-rientrano nell’insieme degli indicatoindicato-ri giuindicato-ridici globa-li su cui si centra la presente trattazione.
Similmente, ma su un piano diverso, molti indicatori di fonte privata re-lativi al rischio di investimento in determinati paesi, come l’indice ‘BERI’ e l’‘International Country Risk Guide’41, inglobano una valutazione della qualità delle istituzioni, anche giuridiche, degli stati analizzati. Ma sia per chi li produce, sia per i loro destinatari ideali (imprenditori disposti a paga-re il servizio di accesso alle informazioni sui paesi di loro intepaga-resse), i dati giuridici rilevano perché funzionali rispetto al fine ultimo dell’indice – quello di consentire ai potenziali investitori di ben selezionare i luoghi nei quali esercitare le proprie attività. L’architettura giuridica importa cioè co-me uno dei molteplici fattori da considerare nel soppesare l’opportunità di
39. Si tratta, in particolare, degli indicatori 1.4.2, 5.1.1, 5.6.2, 5.a.1, 5.a.2, 12.7.1, 14.6.1, 14.b.1, 14.c.1, 15.6.1, 15.8.1, 16.10.2. Si v. UN Generaly Assembly, Global indicator
framework for the Sustainable Development Goals and targets of the 2030 Agenda for Sus-tainable Development, A/RES/71/313, E/CN.3/2018/2.
40. Cfr. Sakiko Fukuda-Parr, Millennium Development Goals, 41-42. La medesima cri-tica era stata rivolta agli MDG: cfr. Sakiko Fukuda-Parr, Alicia Ely Yamin, Joshua Greenstein, The
Power of Numbers: A Critical Review of the Millennium Development Goal Targets for Hu-man Development and HuHu-man Rights, in Sakiko Fukuda-Parr e Alicia Ely Yamin (eds.), The MDGs, Capabilities and Human Rights: The power of numbers to shape agendas, Routledge,
2015, 5-6; Kerry Rittich, Governing by Measuring. The Millennium Development Goals in
Global Governance, in Hélène Ruiz Fabri, Rudiger Wolfrum, Jana Gogolin (eds.), Selected Proceedings of the European Society of International Law, Hart, 2010, 463, 478.
41. V. retro, Cap. 1, par. 3. Il mercato degli indicatori degli investimenti è estremamente popoloso e vario. Per non fare che un esempio della possibile eterogeneità di tali indicatori, si pensi allo ‘Human Rights Benchmark’ e al ‘Global Impact Investing Ratings System’ (GIIRS), che sono rating della ‘eticità’ di un investimento (in termini di impatto di quell’investimento su lavoratori, comunità locali e ambiente emessi) emessi a pagamento, rispettivamente, dall’impresa inglese Verisk Maplecroft (maplecroft.com/hrb/) e da B-Analytics (b-analytics.net/giirs-funds), un’organizzazione no-profit americana finanziata, fra gli altri, dalla Rockfeller Foundation, dalla Bill&Melinda Gates Foundations, da Deloitte e da USAID (si v.
un investimento42. Lo conferma la ridotta funzione comparativa di tali indi-catori, i quali sono accessibili solo con riguardo ai paesi inclusi nel pacchet-to di sotpacchet-toscrizione43. Certo, quanto sopra non ha impedito a un nutrito elenco di accademici e indicators-makers che poteva permettersi di pagare il servizio BERI e ICRG di impiegare quei dati quali proxy di elementi giu-ridici (tipicamente, del grado di protezione riservato alla proprietà priva-ta)44. Ma l’impiego è avvenuto al prezzo di imprimere una torsione notevo-le rispetto ai contenuti propri a questi indicatori45, il cui afflato primario si rivolge al rischio economico. Ai nostri fini, BERI, ICRG et similia restano indici dal carattere non immediatamente giuridico.
Diverso è il caso – e qui entriamo nel campo che ci interessa – degli in-dicatori il cui fuoco principale si dirige visibilmente verso il diritto (ordina-riamente: dei sistemi giuridici statali46). Ancorché non vi siano solidi con-sensi attorno alla categoria – che i più infatti menzionano senza ulteriori qualificazioni47 –, questa può dirsi comprendere gli indicatori le cui “varia-bili aspirano a misurare una gamma di connotati propri alle istituzioni giu-ridiche di un paese, se non addirittura aspetti specifici del contesto legisla-tivo e regolatori di una giurisdizione”48. Vi rientrano ad esempio gli indica-tori della ‘rule of law’ e della corruzione, che si dedicano a effettuare una mappatura delle qualità proprie alle istituzioni statali, delle quali il diritto è
42. Sulle medesime linee, René F. Urueña, Indicators and the Law, 76; Katharina Pistor,
Re-Construction of Private Indicators for Public Purposes, 167-169; Christiane Arndt e
Charles Oman, Uses and Abuses of Governance Indicators, 21-23.
43. Katharina Pistor, Re-Construction of Private Indicators for Public Purposes, 168. 44. Si v. retro, Cap. 2, par. 6, ntt. 64, 66, 68, nonché infra, Cap. 4, par. 2.2.
45. Katharina Pistor, Re-Construction of Private Indicators for Public Purposes, 170. 46. Sullo stato-centrismo che connota gli indicatori in questione, v. amplius infra, in questo Cap., par. 6.
47. Cfr. René F. Urueña, Indicators and the Law, 91; David Restrepo Amariles, Legal
indicators, 15; Pedro Rubim Borges Fortes, How legal indicators influence a justice system and judicial behavior, 39-40; Amanda Perry-Kessaris, Prepare your indicators: economics imperialism on the shores of law and development, 7 Int’l J. L. in Context 401, 403 (2011).
48. Tor Krever, Quantifying law, 131, 132. Secondo definizioni ulteriori, gli indicatori giuridici sono che misurano “the performance of some component of one or more legal sys-tems along a particular dimension” (Kevin E. Davis, Legal Indicators, 38-39), o che in-cludono “measures, standards and rankings of the quality of law and legal institutions across the entire world, particular regions, or selected jurisdictions” (David Restrepo Amariles,
Supping with the Devil?, 466), o, ancora, valutano “the state or performance of a specific
legal object in several State legal systems, based on a quantitative methodology and yielding numerical results” (David Restrepo Amariles e Julian McLachlan, Legal Indicators in
Transnational Law Practice: A Methodological Assessment, 58 Jurimetrics J. 163, 167
(2018); ma v. anche David Restrepo Amariles e Julian McLachlan, État des lieux en matière
reputato una componente essenziale49. Ma ne fanno parte anche indici più recenti – come quelli in materia di tratta di essere umani, clima degli affari e diritti dei lavoratori –, che si centrano pressoché esclusivamente sulla mi-sura e quantificazione della bontà dei regimi giuridici50. È di questi che ci occuperemo, con il caveat ulteriore che, come stiamo per precisare, guarde-remo esclusivamente alle iniziative aventi spettro globale.