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Parte I La cultura della quantificazione e gli indicatori

6. Il prosieguo dell’analisi

Quanto osservato fin qui contribuisce a delimitare l’ambito dell’indagine che segue. Gli indicatori di cui ci occuperemo d’ora in avanti sono iniziative a spettro globale, centrate primariamente sul diritto, e connotate sia dalla ter-zietà dei loro produttori rispetto ai soggetti valutati, che dall’espressione di-retta di un giudizio comparativo, tipicamente nella forma dell’attribuzione di un punteggio o della redazione di una classifica.

Occorre per la verità aggiungere all’elenco di attributi or ora svolto un elemento aggiuntivo, che di per sé non è un corollario di quelli appena visti, ma riflette fedelmente la totalità della pratica odierna, ossia la circostanza che i soggetti sui quali si dirige il fuoco di questi indicatori sono solo ed esclusivamente gli stati. Non si tratta di una conseguenza obbligata: nulla vieterebbe, ad esempio, di stilare ranking globali a carattere giuridico del modo di operare di regioni, città, o altre unità substatali, oppure organizza-zioni internazionali e ONG, comitati ibridi e tribunali internazionali, società commerciali, istituti finanziari e fondi di investimento, autorità

indipenden-delle differenti nozioni di ‘stato’ adottate da ciascun indicatore, il numero di entità prese in considerazione varia da un’iniziativa all’altra: ad oggi, sono ad esempio 195 i paesi coperti dai FiW (freedomhouse.org/report/methodology-freedom-world-2019), 214 le entità statali o para-statali (inclusive, ad esempio, di Macao e Hong Kong) trattate dai WGI

(in-fo.worldbank.org/governance/wgi/#reports), 180, 187 e 190 i paesi considerati,

rispettiva-mente, dal CPI (TI, Corruption Perceptions Index 2018, a

transparency.org/files/content/-pages/2018_CPI_Executive_Summary.pdf, 3), dai TiP (state.gov/wp-content/uploads/2019/-06/2019-Trafficking-in-Persons-Report.pdf) e dai DB (doingbusiness.org), e 144 gli stati

coperti dal GRI (ITUC, 2019 ITUC Global Rights Index, a

tuc-csi.org/IMG/pdf/2019-06-ituc-global-rights-index-2019-report-en-2.pdf, 11).

62. Si v. anche Nehal Bhuta, Debora V. Malito, Gaby Umbach, Introduction: Of

Num-bers and Narratives, 8; Mathias M. Siems e David Nelken, Global social indicators and the concept of legitimacy, 438; Marta Infantino, Global Indicators, 348-349; v. anche David

Nelken, The Legitimacy of Global Social Indicators, 39-41, 50-56; Emma Dunlop, Defining

a New Model: Global Indicators, in Sabino Cassese (ed.), Global Administrative Law. The Casebook, IRPA-IILJ, 2012, 3a edn., 62-63.

ti, persino persone fisiche64. Vi sono del resto già molti indicatori, sia pure di contenuto non spiccatamente giuridico, che si rivolgono a questi altri soggetti65. Ad oggi, tuttavia, lo stato resta l’unità di misura di elezione delle comparazioni quantitative centrate sul diritto. Quale che siano le ragioni di tale stato-centrismo, il mercato degli indicatori giuridici non statali è ancora largamente in costruzione.

Così delineati i contorni della nostra analisi, si tratta ora di comprendere che forme abbiano gli indicatori giuridici globali, da dove nascono, come sono costruiti, da chi, a quali fini e con quali conseguenze. A questo scopo, esamineremo più nel dettaglio nella Parte II una selezione di sei indicatori, scelti sia in ragione della centralità che il diritto occupa in essi, sia per la posizione rilevante occupata nel dibattito e nelle prassi, oltre che per la loro rappresentatività di diversi possibili modi di intervento ed effetti. A interes-sarci saranno in particolare indicatori che aspirano a quantificare i progressi degli stati verso l’affermazione della ‘rule of law’ (‘Freedom in the World’ Reports e ‘Worlwide Governance Indicators’), la lotta alla corruzione e alla tratta degli esseri umani (‘Corruption Perceptions Index’ e ‘Trafficking in Persons’ Reports), la qualità del clima degli investimenti e il rispetto dei diritti dei lavoratori (‘Doing Business’ Reports e ‘Global Rights Index’).

64. René F. Urueña, Indicators as Political Spaces, 15. Che ciò sia possibile, lo dimo-stra la circostanza che i ‘Worldwide Governance Indicators’ prendono in esame, accanto alla Cina, le regioni amministrative speciali di Macao e Hong Kong

(in-fo.worldbank.org/governance/wgi/#reports) e che le edizioni più recenti dei DB affiancano,

alla misurazione degli stati, la valutazione di un certo numero di città (World Bank, Doing

Business 2019: Training for Reforms, 2018, 74). Del resto, si danno già indicatori giuridici

globali che misurano soggetti diversi dagli stati, come ad esempio lo UN Global Compact, la Global Reporting Initiative e il set ‘The World’s Most Ethical Companies’ dell’Ethisphere Institute® (v. retro, Cap. 1, par. 3, nonché in questo Cap., par. 3). Bisogna tuttavia sottoli-neare che si tratta per lo più di indici centrati sulle imprese (d’abitudine: multinazionali con sede nel c.d. Nord globale), realizzati sulla base delle informazioni auto-compilate da quest’ultime e privi di una classifica finale – in altri termini, di indicatori ibridi che meritano solo in parte questo nome. Un discorso analogo si applica per gli indicatori sui ‘migliori’ avvocati e studi legali mondiali (come ad esempio quelli redatti, settore per settore, dalla società di consulenza inglese Chambers and Partners: chambers.com), i quali poggiano so-vente sui dati rilasciati dagli stessi professionisti e studi valutati ed evitano di presentare i risultati nella forma di un ranking ordinale: v. i vari ‘global rankings’ licenziati da Chambers and Partners al sito sopra menzionato.

65. Al di là degli indicatori in materia di ‘Corporate Social Responsibility’ delle imprese ricordati alla nota precedente, due esempi per tutti: l’‘Aid Transparency Index’ misura la trasparenza dei grandi donatori nel gestire i propri finanziamenti, mentre il ‘Global Go To Think Tank Index’ quantifica l’efficacia di think tanks operanti in ogni angolo raggiungibile del globo. Su entrambe le iniziative, v. retro, Cap. 1, par. 3.

Parte II