Dopo l’OND (Opera Nazionale Dopolavoro), il 3 aprile 1926 viene istituita l’ONB (Opera Nazionale Balilla) per inculcare nei giovani fino a 18 anni il senso della disci-plina, dell’ordine, dell’obbedienza, mediante esercizi ginnici, sfilate, addestramento alle armi e anche gare sportive; nel nuovo stadio Tonino Benelli di Pesaro con pista in car-bonella il 23-24 ottobre si svolge il primo Gran Premio dei Giovani, manifestazione a carattere nazionale riservata agli avanguardisti dell’ONB. Sono già attivi i GUF a livello universitario.
Nel congresso di Firenze del 12 dicembre la FISA assume la denominazione di Fede-razione Italiana di Atletica Leggera (FIDAL). Saranno iscritte alla FIDAL le squadre di società e i GUF. Da questo momento le gare di atletica si svolgeranno in modo autono-mo rispetto ai concorsi ginnastici.
A livello locale il 1926 è un anno di trasformazioni nell’organizzazione sportiva con la conseguente stagnazione di manifestazioni atletiche e di tutti gli altri sport; alcune vecchie società spariscono e confluiscono nell’OND, altre sono controllate da Com-missari, che devono operare in sintonia con l’OND per propagandare e incrementare lo Sport nella nostra provincia. Si incominciano a costituire le prime sedi dei Dopolavoro cittadini e in qualche paese inizia l’attività dell’Opera Nazionale Balilla. Il 29 maggio a Macerata si insedia il Consiglio di Amministrazione dell’Ente Provinciale Dopolavoro.
Viene eletto Presidente l’On. Serafino Mazzolini e segretario il Cav. Ladislao Rocca; il 17 giugno si tiene la prima riunione del Comitato esecutivo. Subito dopo aderiscono al nuovo Ente le squadre di Tolentino, di San Severino e la Virtus Macerata, che danno co-sì vita alla Sezione sportiva in seno al Dopolavoro; i lavoratori sono invitati a frequentare palestre e campi sportivi per essere migliori e più forti nel fisico.
Sempre il 17 giugno il Consiglio Direttivo della Virtus delibera di cedere tutti gli at-trezzi ginnici di cui dispone all’Ente Nazionale Dopolavoro; rimane in vita solo la sezio-ne escursionistica per far conoscere le bellezze dell’Appennino e in particolare dei Monti Sibillini. Prima uscita il 22 agosto a Punta Ragnolo e nell’occasione proprio in cima si tiene l’assemblea della sezione, durante la quale i soci eleggono per acclamazione Carlo Balelli Presidente.
Il 18 settembre l’Helvia Recina inaugura la nuova sede al Palazzo Torri. Passano ap-pena un paio di mesi e il Presidente della società e quello della squadra di calcio dell’U-nione Sportiva Maceratese (nata dalla fusione delle tre squadre cittadine) devono di-mettersi e lasciare spazio ai Commissari Comm. Cesare Benignetti per l’Helvia Recina e Guido Canestrari per il calcio: “Detti amici hanno il preciso incarico di operare con i capi dell’Opera Nazionale Dopolavoro affinché tutte le forze sportive del Capoluogo abbiano a fondersi, sempre a maggiore vantaggio e sviluppo dello sport cittadino” (L’Azione Fascista 5 dicembre 1926).
A novembre la stampa locale comunica che al più presto inizieranno i lavori per la ri-strutturazione dell’attuale Piazza d’Armi, che dovrà far fronte alle necessità sportive che si prefigge il Dopolavoro.
Dopo l’ampia attività organizzativa passiamo all’attività sportiva sul campo, molto limitata a dir la verità, per lo meno nella nostra provincia.
Il 16 maggio a Fermo si tiene il primo Concorso ginnastico regionale. Vi partecipa la sezione maceratese dei Fasci Giovanili Fascisti con quattro squadre maschili (Avanguar-disti, Balilla, Scuole Medie Adulti, Scuole Medie allievi) ed una femminile del Ricrea-torio Castelfidardo. Non si parla più di Virtus o di Robur, ma di avanguardisti, balilla, ecc. accompagnati dal Prof. Vissani e dai dirigenti del Fascio maceratese. Presenti anche le squadre maschili e femminili della Società sportiva Settempeda di San Severino. Un paio di settimane dopo, il 27 maggio, a Cagliari la Settempeda, preparata dall’istruttore Enrico Pichi, conquista vari premi.
A Padova il 15-16 maggio Euclide Svampa vince il titolo di campione italiano uni-versitario dei m. 800 con 2’10” e dei m. 1.500 in 4’35”1/5, Lamberto Cicconi quello del salto in alto con 1,65. In un articolo del quotidiano sportivo Stadio del 4 gennaio 1952 Fernando Scattolini ricorda: “Cicconi, studente in medicina a Camerino, partecipò a Padova ai campionati italiani universitari nel 1926, insieme a ‘Titicchio’ Ricci, tipica mac-chietta studentesca, a Gigetto Pianesi, ora dottore in legge il quale, nonostante il suo peso si iscrisse alla gara dei 400 ostacoli, a Loris Gasparri e a Pierfederici tutti maceratesi. Prese par-te, Lamberto Cicconi, a quella sua prima manifestazione con quei buontemponi che avevano voglia di scherzare (per far quattrini avevano organizzato un piccolo commercio ambulante per la vendita di cartoline che per poco non li portò, in Ancona, tutti in guardina) e vinse il salto in alto con m. 1,65, conquistando così il titolo italiano della specialità”.
Nello stesso articolo Scattolini aggiunge che “fu quella un’annata memorabile per i no-stri atleti che lottarono molto onorevolmente con l’allora fortissima Stamura di Ancona … e sul nostro Cicconi si fermò lo sguardo esperto del prof. Sorrentino che lo prese sotto le sue cure.
Quando poteva, quando il sig. Guido Canestrari che lo stimava e lo aiutava ve lo conduce-va, il nostro Lamberto si recava in Ancona a prendere lezione con fiducia nelle sue già rive-late doti di atleta”.
Lamberto Cicconi, secondo da destra, con il Prof. Goffredo Sorrentino, secondo da sinistra (dal libro
‘Atleticare’ del Dott. Lamberto Cicconi)
Lamberto Cicconi nel suo libro ‘Atleticare’, stampato nel 1995, scrive che in occasio-ne di una gara di salto in alto a Porto San Giorgio con Giuseppe Palmieri, il campiooccasio-ne
italiano di salto in alto dal 1924 al 1928 e primatista italiano con 1,86, ”incontrai i pro-fessori Baldassarri di Faenza e Sorrentino di Ancona. Quest’ultimo mi invitò nel suo eremo anconetano ‘le Grazie’ dove appresi la teoria del salto in alto alla ‘Lewden’. L’acquisizione di questa tecnica mi portò da m. 1,65 a m. 1,83, migliore misura in Italia nel 1930, realiz-zata non più su terra battuta ma su polvere di carbone con tanto di assicella panciuta in le-gno (prima si saltava sopra un cordino) che allora era d’obbligo superare prima con le gam-be poi con il corpo. Se si fosse praticato il Foxbury ai miei tempi sarebgam-be stato sufficiente un solo salto per passare all’altro mondo… si cadeva infatti su sabbia mista a terra. Debbo dire che tecnicamente con la Lewden si saltava, mentre con il Foxbury siamo quasi ad un tuffo.
Oltre a gare in Italia partecipai a due o tre incontri internazionali ed alle prime due Olim-piadi universitarie”.
Porto San Giorgio 1926, Lam-berto Cicconi, primo da sinistra, con accanto il campione italiano di salto in alto Giuseppe Palmie-ri (foto di Renato Rocchetti, dal libro ‘Atleticare’ del Dott. Lam-berto Cicconi)
Nella sua autobiografia avrebbe potuto raccontare chissà quanti episodi e quante sto-rie del suo passato di atleta, lui che ha vestito anche la maglia della Nazionale, ma da per-sona riservata si limita a scarne notizie. Sappiamo che lì nella villa ‘Le Grazie’ del Prof.
Sorrentino, fuori Ancona, su di un poggio che domina la città e il mare, e che dispone di una pedana per i salti, Cicconi apprende lo stile del salto alla Lewden, ma ancor
pri-ma sente parlare di preatletica e di costruzione atletica, di esercizi di scioltezza, di poten-ziamento, di velocizzazione, una preparazione così vasta da forgiare un atleta completo:
ecco perché vediamo Cicconi prendere parte alle staffette veloci e a tutti i lanci, fino alla palla vibrata in voga in questo periodo; un po’ come il pugliese Giuseppe Palmieri, pla-smato ex novo dal Prof. Sorrentino, eccelso campione nel salto in alto e nel giavellotto, elemento di spicco del Plotone Allievi Atleti di Ancona, che raggiunge risultati eccezio-nali e ottiene vittorie in campo nazionale e internazionale.
Euclide Svampa, ancora con la maglia della Virtus Bologna, il 9 maggio a Modena partecipa alla prima giornata dei Campionati emiliani, arrivando secondo nei m. 1.500 dietro Tavernari e davanti a Tugnoli.
Modena 9 maggio 1926, la squadra della Virtus Bologna ai Campionati emiliani. Al centro con il cappotto Alberto Buriani, Presidente della Virtus Bologna e della FISA, Federazione Italiana Sport Atletici; gli è accanto Svampa (collezione Dott. Euclide Svampa)
Sempre a maggio, il 23 ad Ancona, Svampa arriva 2° ai Campionati italiani juniores nei m. 800 e nella staffetta 4x400; poi il 30 maggio a Bologna, in una gara di selezione per l’incontro di ritorno con la Cecoslovacchia, nei m. 800 arriva secondo dietro Guido Cominotto del G.S. Nafta Genova, che con 1’55”3/5 ottiene la migliore prestazione ita-liana dell’anno. Svampa corre in 2’02”2/5, ottenendo l’ottavo tempo stagionale in Italia, dietro a fior di campioni quali Cominotto, Beccali, Davoli, Garaventa, Facelli, Ferrario e Tavernari.
Primavera 1926, una preolimpica dei m. 800, guida Davoli seguito dal terzetto Facelli, Cominotto, Ottolia, più dietro Tassarotti e Svampa, (da La Domenica Sportiva del 18 aprile 1926)
A Napoli il 12-13 giugno ai Campionati italiani assoluti Svampa ottiene buoni piaz-zamenti: è 3° nei m. 800 con 2’03”1/5 dietro a Cominotto, arrivando a spalla e con lo stesso tempo di Tavernari, ed è 6° nei m. 1.500, vinti da Garaventa su Lippi.
Napoli 12 giugno 1926, i quattro finalisti dei m. 800, da sinistra Tavernari, Svampa, Cominotto e Comi, a destra in borghese con il cappello il Dott. Bruno Zauli (da La Domenica Sportiva del 27 giugno 1926)
Poche e scarne le notizie sportive in campo locale. Il 29 giugno si tiene il saggio an-nuale della Robur, presente il campione Mario Tambrini, che si esibisce ai grandi attrez-zi. Dal 3 al 6 settembre due squadre della Robur, sotto la direzione del Prof. Pietro Bal-dassarri di Fermo, partecipano a Roma al Concorso internazionale di ginnastica e sport.
Al termine i ginnasti cattolici sono ricevuti in solenne udienza dal Santo Padre
Le gare di atletica indette a Portocivitanova per il 10 ottobre sono rinviate dovendo-si svolgere altre gare fissate dalla FISA in provincia. Nessun giornale locale però parla di queste attività atletiche. Il 30-31 ottobre ad Ancona la Robur prende parte al Concorso ginnastico delle regioni adriatiche. È l’ultima volta che troviamo la Robur in gara.
Il Cittadino, trasformatosi nell’ultimo periodo da settimanale in mensile, a dicembre smette le pubblicazioni. Da questo momento le notizie sportive locali sono riportate so-lo da L’Azione Fascista, in minima parte dall’Appennino Camerte.