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1907/1910 Le prime gare atletiche

La Robur e la Virtus partecipano sin dalla fondazione a numerosi concorsi, nei quali conseguono importanti successi, ma nei resoconti giornalistici molto spesso si riportano le medaglie vinte dalle due società e dagli atleti in base alla classifica finale, comprenden-te varie specialità ginniche e a volcomprenden-te anche gare di corsa, salti e lanci, praticamencomprenden-te a ogni risultato corrisponde un punteggio; non avendo i risultati delle singole gare, è veramen-te difficile individuare le manifestazioni con soli esercizi ginnici da quelle comprendenti anche gare atletiche. Per quanto possibile ci limitiamo a presentare solo l’attività atletica, quando questa è facilmente individuabile all’interno delle stesse manifestazioni ginniche.

Ricordiamo inoltre che stanno prendendo piede le passeggiate sociali, con percorsi piut-tosto lunghi da effettuarsi con passo sostenuto, praticamente propedeutiche alla marcia.

Inizialmente sono la Robur e la Virtus a introdurre nelle manifestazioni ginniche an-che le prove atletian-che: le corse veloci, i salti, i lanci. Nelle corse veloci, m. 100 e m. 400, si parte in piedi; nel salto in alto si utilizza una corda tra i due ritti di legno, ben tesa gra-zie a due sacchetti di terra ai suoi estremi; si salta in alto e in lungo da fermi e con rin-corsa; non ci sono pedane per lanciare, ma solo una striscia sul terreno, da cui inizia la misurazione, il giavellotto è per lo più una canna di bambù con puntale di ferro, il peso è una pietra rotondeggiante, infatti si chiama anche ‘lancio della pietra’. Le regole sono in continua evoluzione e solo in parte conosciute a Macerata e nella nostra provincia.

1907 – Nei primi mesi del 1907 nasce la Società Ginnastica Popolare, poi Scuola Popolare Giuseppe Garibaldi, fondata e diretta dal Prof. Elviro D’Errico. Accoglie ra-gazzi tra gli 8 e i 15 anni, mentre i giovanetti di età superiore sono ammessi alla Virtus.

Di questa scuola di ginnastica si parla ancora nel 1910: “Questa scuola ha per fine preci-puo la preparazione al servizio militare e la prevenzione all’indebolimento dell’organismo, conseguenza del prolungato lavoro intellettuale della gioventù” (L’Unione 17 marzo 1910).

All’inizio tra le due società, Virtus e Robur, i rapporti sono cordiali, anche perché hanno in comune lo stesso preparatore tecnico, il Prof. D’Errico: a maggio la Virtus di ritorno dal Concorso internazionale di Venezia e la Robur dal Concorso di Faenza fe-steggiano insieme i loro successi. A Venezia la gara internazionale è ripartita in nove di-visioni; la Virtus partecipa alla divisione B, quella di ginnastica con piccoli attrezzi (ba-stoni, appoggi Baumann, ecc.) riportando il secondo premio; c’è anche la divisione C atletica, a cui però non si iscrive.

Il 23 giugno la Virtus organizza una manifestazione allo Sferisterio con esercizi ginni-ci e il gioco dello sfratto, previste anche due gare di atletica, le prime di cui si ha notizia nei giornali d’epoca: “il salto in altezza e la corsa veloce m. 100”. Possiamo affermare che è in questa data che l’atletica fa da noi la sua comparsa in modo chiaro e riconducibile ai regolamenti del tempo.

“Preceduta dalla banda comunale ed accompagnata dalla nuova Società Ginnastica Po-polare, la squadra della Virtus, col suo elegante costume, giunse alle ore 17.30 dalla sede so-ciale allo Sferisterio già popolato di gente. Lo spettacolo cominciò … quindi si ebbe la gara di salto in altezza. Riuscì primo, saltando m. 1,35, il giovane Michelangeli Mario; secondo, saltando 1,30, Paoletti Alpinolo. Nelle gare di corsa veloce (m. 100, tempo massimo 14”0) riuscì primo, per eliminazione, Paoletti Alpinolo e secondo Michelangeli Mario … Ed il pubblico accorso nella vasta arena, ad applaudire e ammirare questi giovani bravi e volen-terosi, dimostrò loro il completo suo soddisfacimento. La banda comunale e la fanfara degli orfanelli rallegrarono la bella festa” (L’Unione 26 giugno 1907). Paoletti e Michelangeli si cimentano nelle prove atletiche dopo aver eseguito gli esercizi ginnici. Ricordiamo che di solito agli inizi del ’900 nell’alto si salta non staccando da terra, ma da una pedana rigida rialzata.

La Robur, la Virtus ed altre società della regione partecipano il 24-25 agosto a Reca-nati ad una Accademia ginnastica, di cui non riportiamo il risultato perché non sono in programma gare atletiche, solo per ricordare che anche nella nostra provincia si svolgono importanti manifestazioni sportive.

La squadra della Virtus nell’aprile 1908 con al centro il Prof. D’Errico (collezione Cav. Maurizio Serra)

1908 – L’Unione del 3 settembre riferisce che un giovane maceratese da qualche an-no trasferitosi a Milaan-no, Primo Galassi, nato nel 1892, intende partecipare alla marcia podistica, preliminare alla Maratona italiana in programma l’ultima domenica di set-tembre; ma i numeri successivi non danno ulteriori notizie. Organizzata a Milano dal quotidiano Il Secolo, la maratona di corsa e di marcia sui 42 km. vede un numero altis-simo di atleti partecipanti, circa 370 per la corsa e 650 per la marcia; i quotidiani nazio-nali si limitano a riportare i nomi dei primi arrivati e chiaramente Galassi non vi figura.

Il 1908 è da ricordare per le novità in casa Virtus: dopo aver effettuato ai primi di giugno una gita podistica a Treia con fanfara e tamburi, il Prof. Elviro D’Errico lascia la direzione tecnica della Virtus per svolgere la sua attività di preparatore esclusivamente alla Robur; viene sostituito prima dai sigg. Mugnoz e Guazzaroni e poi dal Prof. Dome-nico Ferri.

È l’inizio di una lunga lotta tra le due società; seguono incomprensioni e lamentele, con il Prof. D’Errico squalificato dalla Federazione Ginnastica Italiana per aver

parte-cipato con la sua squadra ad un concorso clericale in Vaticano, contribuendo al sorgere di “nuovi enti contrari e tali da intralciare l’operato della Federazione” (La Democrazia 24 novembre 1908), il che gli impedirà di presentarsi ai prossimi concorsi della FGNI. La Robur vede in questa squalifica lo zampino della Virtus, come la Virtus pensa ci sia la Robur ad ostacolare l’uso di una palestra dove allenarsi: “Alla Robur del resto noi non ab-biamo mai fatto guerra, eppure ci avvediamo che persone sconosciute la fanno a noi con tut-ti i mezzi lecitut-ti e illecitut-ti. È davvero cosa poco leale il vedere come oggi si faccia pressione per scacciarci dal locale della vecchia caserma dei R. Carabinieri dove da poco più di un mese la Virtus ha preso stanza, adducendo scuse di necessità assoluta e più pressante, perché da par-te di enti pubblici come l’Istituto Tecnico e la Scuola Tecnica. Questo si fa per il solo scopo di abbattere noi …” (La Democrazia 24 novembre 1908).

Da sottolineare che in un articolo apparso su L’Unione il 7 aprile 1910 il Prof. D’Er-rico dichiara di non essere mai stato squalificato dalla Federazione Ginnastica Italiana, mentre nel 1908 lo si dà per certo. Sono anni questi in cui il movimento ginnastico lai-co liberale della FGNI e quello cattolilai-co della FASCI (Federazione Associazioni Sportive Cattoliche Italiane), da poco costituita, sono ai ferri corti, divisi come sono da conflitti ideologici molto profondi. Ma è a loro che dobbiamo lo sviluppo della ginnastica e l’in-troduzione dell’atletica a Macerata.

1909 – La polemica continua: ad inizio anno la Virtus se la prende con il R. Com-missario per aver trasferito il Prof. Ferri su pressione clericale, mettendo in difficoltà la società, essendone egli il preparatore.

Ad aprile allo Steristerio “ha luogo una corsa internazionale fra biciclette, motociclette, cavalli e… cani, contro due formidabili corridori stranieri, signori Ortegue e Weiss”. Così la Virtus scrive in un articolo, in cui condanna questo tipo di spettacolo tenuto da “girova-ghi sconosciuti e mesterianti”, che si svolge alla presenza di un folto pubblico con un in-casso di oltre 600 lire, lamentando che il pubblico invece scarseggia quando si esibiscono i giovani ginnasti locali; e la società ha bisogno di queste entrate per poter svolgere la sua attività, non essendo sufficienti le donazioni dei soci. Definire Firmin Weiss un girovago sconosciuto non è esatto, perché, dopo aver battuto il Bargossi, da più di quindici anni questo corridore professionista francese, chiamato ‘uomo scintilla’, gira l’Italia a sfida-re quanti vogliono competesfida-re con lui nella corsa, ai quali concede anche del vantaggio.

Non è da meno l’altro francese Louis Ortègue, detto ‘uomo vapore’, all’inizio noto per aver percorso a piedi lunghe distanze quali Amsterdam-Milano in 28 giorni o Marsiglia-Parigi in 7 giorni, ora famoso in tutta Italia per le sue sfide con i ciclisti, che devono percorrere il doppio dei giri rispetto a lui podista. Ormai avanti negli anni si sono messi insieme, non potendo ognuno sostenere come una volta più prove nella stessa giornata.

L’articolo conclude: “La Virtus non ha mandato i suoi soci a correre e la giuria non era composta dei membri della nostra società ginnastica; ma questi furono sostituiti da persone

più serie e più degne. Fungeva da presidente del seggio della giuria il professore dei salesia-ni sig. Elviro D’Errico, e mercé la sua presenza… lo spettacolo si svolse senza il menomo in-cidente” (La Provincia Maceratese 16 aprile 1909). Ovvero la lingua batte dove il dente duole.

Il clima si surriscalda, è un crescendo di invettive, risponde stizzito il Cittadino, il giornale clericale che da pochi mesi ha iniziato le sue pubblicazioni: “… si tenta gettar fango, or su questo, or su quel galantuomo; va da sé che quel fango non fa che lordare colui che lo maneggia … Per parte nostra, d’ora innanzi, denunceremo senza pietà e senza guar-dare in faccia a nessuno, come è nostro costume, al tribunale inappellabile della pubblica opinione ogni consimile forma d’aggressione, così aliena alle buone usanze del vivere educa-to, civile e libero” (Il Cittadino 24 aprile 1909). Siamo ormai prossimi all’incidente.

Sferisterio di Macerata, una sfida tra ciclisti e podisti di inizio secolo (dal libro ‘La città sul palcosce-nico’ di Franco Torresi)

In seno alla Robur si è costituita da pochi mesi la sezione ‘Sibillini’ per favorire la mar-cia e le escursioni; in primavera sono organizzate numerose marce con la partecipazione di tanti giovani: una a Urbisaglia e Tolentino e da qui ritorno in treno, un’altra a Pas-so di Treia, Pitino, San Severino e ritorno in treno, e ancora all’abbazia di San Claudio.

A maggio, forse di ritorno da una di queste uscite, in Corso Cavour si verifica un al-terco con alcuni simpatizzanti della Virtus che inveiscono contro i giovani roburini con fanfara e vessillo; dai lazzi si passa ai pugni. Un fatto che viene riportato con varie

in-terpretazioni dai giornali locali maceratesi, con precisazioni e puntualizzazioni dei diri-genti delle due società coinvolte; ognuno si prende le sue ragioni e dà la sua interpreta-zione dei fatti: c’è chi parla di “deplorevole incidente” (La Provincia Maceratese 20 maggio 1909), chi di “aggressioni a penna… avvelenata” (Il Cittadino 22 maggio 1909), chi di

“eroico assalto” (La Democrazia 23 maggio 1909), chi di “sgonfiatura: episodio biasimevole ma di proporzioni così modeste, che solo la rabbia settaria del partito clericale poteva elevarlo agli onori d’un grandioso e terrificante avvenimento” (La Provincia Maceratese 26 maggio 1909), e così via per più di un mese. È la logica conseguenza di una rivalità iniziata con l’abbandono della direzione tecnica della Virtus da parte del Prof. D’Errico, rivalità che le due squadre negano, ma che di fatto esiste ed è ben radicata nei protagonisti, essen-do la Virtus espressione di ideali laici, progressisti e popolari e la Robur di ispirazione cattolica; un antagonismo che si esacerba sempre di più con articoli e contro articoli su tutti i giornali locali, con stilettate a profusione, senza esclusione di colpi, tutti contro tutti per un banale episodio pseudo sportivo, il che ci fa capire qual è il clima di inizio secolo. Dalla parte della Virtus si schiera La Provincia Maceratese, periodico socialista, e La Democrazia, radicale progressista, entrambi anticlericali; in mezzo c’è L’Unione, fi-lo governativo liberale monarchico; a difesa della Robur si pone Il Cittadino, periodico della Curia maceratese.

Sono questi gli anni di Papa Pio X, che pur non revocando il ‘non expedit’, che ha tenuto i cattolici fuori dalla politica, non lo applica permettendo che anche i cattolici vadano alle urne. Così alle elezioni del 1909 entrano alla Camera ben 16 cattolici depu-tati, come tengono a definirsi. Poi quando l’ala massimalista socialista rompe con Giolit-ti, nel 1913 fa seguito il Patto Gentiloni tra Giolitti e mondo cattolico, in base al quale i cattolici si impegnano a votare candidati liberali moderati che diano garanzie per una politica a loro favorevole. È in questo clima di scontro tra cattolici e socialisti, tra una grande forza popolare rimasta fino ad ora ai margini della vita dello Stato liberale e una, altrettanto forte, rappresentanza popolare anticlericale, che va inquadrata la vicenda. Ri-valità che verrà meno solo con l’affermarsi del fascismo, quando tutte le società dovran-no chiudere i battenti e sarandovran-no incorporate nelle organizzazioni del regime.

Il 1909 è da ricordare per le gare di salto con l’asta: una si svolge il 17 maggio, quan-do la Virtus organizza allo Sferisterio un convegno ginnastico con la partecipazione del-la società ginnica Vigor di Ascoli Piceno; un’altra si disputa il 6 giugno, quando del-la Ro-bur per festeggiare il quinto anno di vita della società organizza nel cortile dell’Istituto Salesiano sotto la direzione del Prof. D’Errico delle prove ginniche con una gara di salto con l’asta; il vincitore Parazzoli raggiunge m. 2,70. Poi anche al Convitto Nazionale si tiene un saggio di ginnastica eseguito dai collegiali; tra i tanti esercizi è previsto pure un salto con l’asta.

Macerata 1909-1910, i ragazzi del Convitto Nazionale con il Prof. D’Errico, seduto e secondo da si-nistra con il farfallino (Fototeca Biblioteca Statale di Macerata)

L’Unione del 1° luglio riporta il programma del Concorso ginnastico di Rieti aperto alle società dell’Umbria, del Lazio, delle Marche e dell’Abruzzo, interessante per capire quali gare atletiche si effettuano in questo periodo; - 25 settembre: oltre a gare di lotta, sollevamento pesi e ginnastica, sono in programma una corsa podistica cross country a staffetta con squadre di 4 concorrenti, una corsa podistica di 10 km., una marcia di re-sistenza di 10 km., una corsa di 110 ostacoli, una corsa piana di m. 100; - 26 settembre:

salto in alto, salto in lungo, salto con l’asta, lancio del disco, palla vibrata, Maratona Sa-bina di km. 25. Il giornale scrive che vi parteciperà la Virtus, ma non pubblicherà mai i risultati e non si sa se la Virtus vi sia andata.

Il 5-8 settembre la Robur partecipa al Concorso Ginnastico Internazionale di Mila-no; vi si svolgono anche gare di corsa, ma non si danno ulteriori precisazioni. Al ritorno i ragazzi della Robur sono accolti in stazione e salutati dalla folla, quindi portati alla sala Verde dove vengono festeggiati. Dopo un mese si esibiscono in beneficenza ripetendo il saggio dato a Milano con l’aggiunta dell’immancabile salto con l’asta.

1910 – La società Virtus, divisa in due squadre, allievi ed anziani, il 14 marzo si reca in gita sportiva a Villa Potenza, compiendo a passo di corsa più della metà del percorso di andata; il 30 aprile al Politeama Marchetti la Virtus presenta la squadra femminile, composta da 40 ginnaste, ma per vedere le ragazze impegnate in una gara di atletica c’è da attendere il 1920.

Il 15 maggio Amleto Cappelli dell’Istituto Tecnico, iscritto alla Scuola Popolare di ginnastica Giuseppe Garibaldi, partecipa ad una gara podistica a Matelica, organizzata dal locale Club Sportivo; giunge terzo precedendo altri dodici concorrenti. È la prima volta che si dà il risultato di una corsa podistica nelle cronache dei nostri giornali locali.

Segue il 5 giugno la festa della Robur, dove è prevista una gara di salto con l’asta, ma non si conosce il risultato.

Il 1910 è l’anno delle gare di marcia su lunghe distanze; non è dato sapere se è richie-sto uno stile di marcia, si sa solo che si deve marciare collettivamente, non sotto forma di competizione, ma tra un tempo minimo e uno massimo e con soste obbligate di riposo.

Il 19 giugno quattro podisti maceratesi, Nino Nanni, Amleto Cappelli, Angelo Gio-vannoni e Adolfo Mengoni percorrono marciando 30 km. in tre ore, in preparazione alla gara di 50 km. della domenica successiva, 26 giugno, organizzata dalla sezione di Macerata del Fortior Podistico Italiano, lungo il percorso Macerata, Recanati, Montefa-no, MontecassiaMontefa-no, Macerata. A quest’ultima marcia prendono parte 11 podisti baldi e vigorosi: Nino Nanni e Giuseppe Cannara, studenti; Amedeo Trovatelli, Fernando Ma-riani, Cesare Morresi, Amleto Cappelli, Adolfo Mengoni, Angelo Giovannoni e Alfre-do Vissani della Virtus; Filippo Palmieri e GuiAlfre-do Palmieri della Robur. Partiti alle 3 di notte, arrivano (tranne due) alle 10.30, impiegando sette ore e mezza, compresa un’ora di regolamentare fermata nelle varie cittadine di passaggio, ad una media di nove chi-lometri l’ora. “Al loro passaggio tanto a Recanati che a Montefano e a Montecassiano sono stati fatti segno a gentili accoglienze da parte dei rispettivi Sindaci, che hanno loro offerto abbondanti e scelti rinfreschi, e da parte della numerosa folla accorsa per ammirare la vigo-ria e la forza di questi arditi giovani che si cimentano ora in queste prove onde acquistare al-lenamento per le altre gare che si svolgeranno in seguito, non esclusa quella del Giro podisti-co delle Marche, da effettuarsi a settembre, promotrice una nota società sportiva di Anpodisti-cona”

(L’Unione 23 giugno 1910).

Ancora il Fortior Podistico Italiano organizza per domenica 7 agosto una marcia di 50 km. sul percorso Macerata, Morrovalle, Potenza Picena, Montecosaro, Morrovalle, Macerata con partenza alle 22 ed arrivo previsto per le 7, ma nei giornali d’epoca di que-sta gara si ha solo l’annuncio e non il resoconto.

Nel 1910 numerosi sono i concorsi ginnici; quello che ha una grande eco sulla stam-pa locale è il convegno ginnastico regionale del 22 maggio, tenutosi allo Sferisterio di Macerata e organizzato dalla Virtus per l’inaugurazione del monumento al Maestro Lau-ro Rossi. Ma è veramente difficile individuare le manifestazioni con gare atletiche. È

molto probabile che queste si svolgano il 28 agosto al Concorso ginnastico interregiona-le di Pesaro, che si tiene all’Ippodromo Adriatico, in occasione dell’inaugurazione del-la palestra Carducci, in cui del-la Virtus vince una medaglia d’oro con Mariani. Lo stesso discorso vale per il Concorso Nazionale di Padova, dove ben si comporta la Robur vin-cendo il primo premio, e il saggio ginnico del Convitto a maggio. Non conosvin-cendo i ri-sultati delle singole gare e non avendo certezza dello svolgimento di gare atletiche, trala-sciamo di approfondire queste manifestazioni ginniche.

Il 28 settembre si tiene il Concorso intersezionale ginnastico di Ancona, organizzato dalla Stamura per commemorare il cinquantesimo della liberazione della città dal do-minio del Papa. La Virtus vi partecipa insieme a squadre di Roma, Bologna, Modena, Ascoli, Ferrara, Teramo, Fano, ecc., guadagnando molti premi. Nell’occasione debutta la squadra delle allieve, accompagnate da alcune patronesse incaricate della sorveglianza sulle fanciulle. L’Unione scrive che Amedeo Trovatelli, Fernando Mariani, Bruno Maria-ni e Raffaele Pigliapochi conseguono un premio nella gara atletica, senza ulteriori spie-gazioni. Al ritorno in stazione i giovani sono accolti da un folto pubblico e dalla fanfara del Circolo Oberdan, poi si forma il corteo che attraverso le principali vie della città si reca alla sede sociale dove sono offerti vermouth e paste. Seguono i discorsi e i ringra-ziamenti; il Presidente Prof. Giuseppe Lauri raccomanda ai ginnasti di restare sempre affratellati e concordi.

La Robur in una figura ginnica (dal libro ‘La città sul palcoscenico’ di Franco Torresi) – a destra Sfe-risterio 1911, il virtussino Fernando Mariani alla sbarra (collezione Giacomo Cioci)

L’8 dicembre la Virtus festeggia i primi cinque anni di vita con lo svolgimento di al-cune gare sociali, nelle quali risultano vincitori Eva Bertarelli tra le ragazze, Giacomo Cioci tra gli allievi e Fernando De Angelis tra gli anziani.