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Le ONG sotto attacco

Le accuse più diffuse contro le organizzazioni non governative impegnate nei soccorsi sono quattro45:

1. le navi delle ONG si spingono troppo vicino alle coste libiche e rappresentano un fattore di attrazione per i migranti;

2. le missioni di ricerca e soccorso nel Mediterraneo hanno determinato un aumento delle morti e dei naufragi;

3. le ONG si finanziano in maniera opaca e potrebbero essere in collegamento con i trafficanti; 4. le ONG portano i migranti in Italia perché vogliono alimentare il business dell’accoglienza. Le dichiarazioni del direttore di Frontex, Fabrice Leggeri, che hanno fatto seguito all’articolo del Financial Times di cui si è parlato nell’introduzione (cfr. 3), hanno concorso a sollevare un forte clima di sospetto nei confronti delle organizzazioni non governative. Queste, infatti, sono state tacciate di essere un fattore di attrazione (pull factor) per i migranti in fuga dalla Libia.

L’indagine conoscitiva della procura di Catania, che ha fatto seguito a tali dichiarazioni, ha tentato di fare luce sull’origine dei finanziamenti che permettono alle ONG di sostenere le loro attività di

43 Proactiva Open Arm, “Chi siamo”, in https://www.openarms.es/it/chi-siamo 44 Mediterranea, “FAQ”, in https://mediterranearescue.org/faq/

45 CAMILLI A. (2017a), “Perché le ong che salvano vite nel Mediterraneo sono sotto attacco”, Internazionale, in https://www.internazionale.it/notizie/annalisa-camilli/2017/04/22/ong-criminalizzazione-mediterraneo , consultato nel maggio 2020

ricerca e soccorso in mare. La portata mediatica della vicenda è stata tale che alcuni senatori hanno chiesto alla commissione difesa del Senato di aprire un’indagine conoscitiva sull’operato delle organizzazioni umanitarie nel Mediterraneo centrale. In tale circostanza, la commissione di palazzo Madama ha ascoltato il procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro, l’ammiraglio dell’operazione Sophia, Enrico Credendino, ed il coordinatore dell’ONG spagnola Proactiva Open Arms, Riccardo Gatti.

Il procuratore generale di Catania ha, poi, dato seguito alla vicenda rilasciando numerose interviste ai mezzi d’informazione italiani e stranieri, in cui dichiarava di ritenere sospetto il “proliferare così intenso di queste unità navali”. 46 Altra anomalia rilevata era la circostanza per cui le navi non

approdassero nel porto più vicino, bensì nei porti italiani. Sostenendo il nesso tra la presenza delle navi umanitarie e l’aumento del numero dei morti, Zuccaro sollevava, inoltre, la necessità della presenza a bordo delle navi di poliziotti e autorità giudiziarie al fine di raccogliere elementi utili alle procure per condurre indagini contro i trafficanti. Le accuse del procuratore sono, infine, sfociate nell’accusa che l’obiettivo delle navi umanitarie fosse quello di destabilizzare l’economia.47 A fronte

delle accuse prospettate, il governo, tramite i ministri dell’interno Marco Minniti e quello della giustizia Andrea Orlando, ha chiesto che venissero fornite delle prove. Per la prima volta, nel 2017, il procuratore ha addotto di avere la “certezza” dei contatti tra le ONG e i trafficanti, anche se le prove di cui sarebbe stato in possesso non sarebbero state ammissibili in un dibattimento.48 Dopo due anni

46 CAMILLI A. (2019a), “Il teorema Zuccaro sulle ong è fallito”, Internazionale, in https://www.internazionale.it/bloc- notes/annalisa-camilli/2019/05/15/open-arms-zuccaro-ong , consultato nel maggio 2020

47 Zuccaro formula quest’accusa durante la trasmissione Agorà su Rai 3, asserendo: “A mio avviso alcune ong potrebbero

essere finanziate dai trafficanti, sono a conoscenza di contatti. Forse la cosa potrebbe essere ancora più inquietante. Si perseguono da parte di alcune ong finalità diverse: destabilizzare l’economia italiana per trarne dei vantaggi”.

L’intervento integrale è visionabile su http://www.rainews.it/dl/rainews/media/Migranti-ad-Agora-Rai3-il-procuratore- di-Catania-Carmelo-Zuccaro-Alcune-Ong-finanziate-dai-trafficanti-e44f464e-fb75-4124-acfc-61851f6152cd.html 48 ZINITI A. (2017), “Carmelo Zuccaro: «Denuncio, non ho prove, sta ai politici fermare il fenomeno»", Repubblica, in https://www.repubblica.it/politica/2017/04/28/news/carmelo_zuccaro_denuncio_non_ho_prove_sta_ai_politici_fermare _il_fenomeno_-164101452/, consultato nel maggio 2020. Questa la dichiarazione del procuratore: "Spero di chiarire una

volta per tutte. Quando io parlo di prove intendo prove giudiziarie, da poter portare in un dibattimento. Queste prove non le ho ma la certezza, che mi viene da fonti di conoscenza reale ma non utilizzabile processualmente, che alcune delle navi operano all'interno delle acque territoriali, che vi siano state delle conversazioni dirette, in lingua araba, tra soggetti che stanno sulla terraferma in Libia ed esponenti delle Ong che dichiarano di essere lì pronti a recuperare i migranti, che le navi spengono i trasponder perché non venga individuata la loro posizione, che prendano a bordo migliaia di persone ben prima che si verifichi una situazione di pericolo. E dunque fuori dalle norme di legge"

d’indagini, l’inchiesta di Zuccaro è stata avviata all’archiviazione, con forte ironia dei mezzi di stampa, che hanno annunciato la dissoluzione del “teorema Zuccaro”. 49 Nonostante ciò, la campagna

di discredito ai danni delle ONG ha fatto il suo corso e l’opinione pubblica italiana è stata influenzata in maniera irreversibile nel considerare “accertati” i contatti tra ONG e scafisti.

Altra accusa, spesso mossa, è che le navi delle ONG si spingano troppo vicino alle coste libiche e ciò possa rappresentare un fattore di attrazione per i migranti. Il rapporto Risk Analysis for 2017 di Frontex, pubblicato il 15 febbraio 2017, che riprende i contenuti del rapporto interno rivelati dal Finacial Times, imputa a ciò la circostanza che i trafficanti siano indotti ad usare mezzi di trasporto sempre più economici e pericolosi, anziché i pescherecci usati in passato per la traversata.50 Secondo

Riccardo Gatti, di Proactiva Open Arms, invece, tale tendenza sarebbe ascrivibile alla campagna per distruggere le imbarcazioni di ferro e legno connessa all’operazione Sophia di EunavforMed. Marco Bertotto, di Medici senza frontiere, afferma che la “retorica del fattore di attrazione (…) serve per giustificare in generale un abbassamento degli standard di accoglienza”, ma non si basa su alcuna evidenza scientifica.51 Pare, dunque, che più che pull factor, il fattore determinante sarebbe il push

factor52, ovvero la combinazione di fattori economici, politici e sociali che inducono la migrazione

verso un determinato Paese.

Uno studio53 realizzato da due ricercatori italiani ha dimostrato, per la prima volta, come

l’attività delle ONG attive nel Mediterraneo dal 2014 al 2019 non abbia influito sulle partenze irregolari di migranti dalla Libia. Lo studio ha confrontato i dati forniti dall’Organizzazione internazionale per le migrazioni, dall’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati e quelli

49 GAMBARDELLA L. (2019), “Sulle ong «taxi del mare» Zuccaro smonta il «teorema Zuccaro»", Il Foglio, in https://www.ilfoglio.it/cronache/2019/05/15/news/sulle-ong-taxi-del-mare-zuccaro-smonta-il-teorema-zuccaro-254801/, consultato nel maggio 2020

50 SERGI N. (2017a), “Colpire le Ong per attaccare i salvataggi in mare”, la Repubblica, in

https://www.repubblica.it/solidarieta/immigrazione/2017/04/15/news/ong-163098594/, consultato nel maggio 2020 51 CAMILLI A. (2019b), “La legge del mare. Cronache dei soccorsi nel Mediterraneo”, Rizzoli

52 Definizione tratta dal Sito del Dipartimento per le Politiche Europee, in

http://www.politicheeuropee.gov.it/it/comunicazione/europarole/pull-factor/, consultato nel maggio 2020

53 Lo studio, realizzato da Matteo Villa (ricercatore dell’ISPI, Istituto per gli studi di politica internazionale) ed Eugenio Cusumano (assistant professor in International relations and European Union studies all’Università di Leida, nei Paesi Bassi) e pubblicato dallo European University Institute, intitolato “Sea rescue NGOs : a pull factor of irregular

delle guardie costiere italiana e libica, con i dati delle ONG.54 Dalla fine di Mare Nostrum al 2019, le

ONG hanno soccorso in mare 115mila migranti. I numeri, tuttavia, smentiscono qualunque tipo di correlazione tra i salvataggi e le partenze dalla Libia alla volta delle coste europee (si veda la figura alla pagina). Ad esempio, nel 2015, quando i salvataggi delle ONG passarono dallo 0,8 % del totale dell’anno precedente al 13%, fu registrata una diminuzione delle partenze irregolari dalla Libia. Nel 2017, quando le navi delle ONG divennero le principali responsabili dei salvataggi nel Mediterraneo, il numero di migranti partiti dalla Libia diminuì drasticamente. L’opinione dei due ricercatori, in merito a quest’ultimo dato, è che l’accordo del 2017 tra il governo italiano e quello libico abbia avuto un impatto maggiore rispetto ai tentativi di limitare l’operato delle ONG.

In figura: partenze irregolari di migranti dalla Libia a confronto con le operazioni SAR delle ONG (2014-2018)

54 Il Post (2019), “Le ONG non attirano i migranti in Europa”, in https://www.ilpost.it/2019/11/18/ong-pull-factor- migranti-studio/, consultato nel maggio 2020

I dati relativi al 2019, anno durante il quale i salvataggi in zona SAR sono stati effettuati esclusivamente dalle ONG, sono ancora più emblematici. Nel 2019 ci sono stati 85 giorni in cui una o due ONG hanno effettuato operazioni di salvataggio nella zona SAR libica, e 225 giorni in cui a farlo sono state le autorità libiche. Nei giorni in cui erano operative le ONG non c’è stato nessun aumento delle partenze irregolari, correlato piuttosto alle migliori condizioni meteorologiche. Lo studio conclude che, smentita la veridicità del pull factor, sarebbe opportuno ripristinare le operazioni di salvataggio per salvare vite in mare e prevenire arrivi irregolari.

In figura: partenze giornaliere dalla Libia e operazioni SAR delle ONG (2019)

Un’altra accusa rivolta alle navi delle organizzazioni umanitarie è quella di aver contribuito all’aumento delle morti e dei naufragi nel Mediterraneo. Un dato che certamente non depone a favore del lavoro delle organizzazioni umanitarie è il numero record (4.733) di morti in mare registrato nel 2016, coincidente con l’anno di maggiore esplosione del fenomeno delle ONG.55 Le ragioni di ciò

55 GIANGRANDE A. (2016, p. 356), “Profugopoli vittime e carnefici: quello che non si osa dire”, Independently published

sono molteplici.56 In primo luogo “sempre meno migranti hanno in dotazione un telefono satellitare”

e quindi si trovano “senza alcuna possibilità di mandare segnali di SOS”. Questo rende notevolmente difficoltosa non solo l’individuazione delle navi da soccorrere, ma anche la comunicazione tra migranti, navi che prestano soccorso e centrale operativa della guardia costiera di Roma. In secondo luogo, “non tutti i natanti che intervengono sono adatti a operazioni di salvataggio: soprattutto quando intervengono le navi mercantili, un’operazione che già di suo è molto difficile ha ancora meno possibilità di successo”, come è accaduto ad un peschereccio57 capovoltosi a nord della costa libica

mentre un mercantile si avvicinava per i soccorsi. I ricercatori Lorenzo Pezzani e Charles Heller, del Goldsmiths college dell’università di Londra, fondatori del progetto Forensic Oceanography, hanno risposto scientificamente alle accuse sui soccorsi in mare58 attraverso due rapporti: “Death by

rescue”59 nel 2016 e “Blaming the rescuers”60 nel 2017. Attraverso una rigorosa analisi dei dati

ufficiali, dei tracciati di navigazione e delle mappe oceanografiche del team di ricerca specializzato di Forensic Oceanography, ma anche da estese interviste con rappresentanti istituzionali e migranti,61

il rapporto sfata il luogo comune che vede le ONG responsabili della sempre maggiore mortalità sulla rotta migratoria. Al contrario, i dati dimostrano che, quando nell’area di soccorso sono presenti le navi umanitarie, i morti sono di meno.

56 BAGNOLI L. (2016), “Morti in mare nel Mediterraneo: perché così tanti nel 2016?”, Open Migration, in https://openmigration.org/analisi/i-morti-in-mare-nel-2016-mai-cosi-tanti-nel-mediterraneo/, consultato nel maggio 2020 57 MARCECA R., VIVIANO F., ZINITI A. (2015), “Strage al largo della Libia: morti in mare tra 700 e 900 migranti,

solo 28 superstiti. È la tragedia più grande di sempre”, la Repubblica, in

https://palermo.repubblica.it/cronaca/2015/04/19/news/almeni_700_migranti_morti_in_un_naufragio_a_nord_della_libi a_solo_28_superstiti-112315076/ consultato nel maggio 2020

58 LIBERTI S. (2016), “Uno studio dimostra che con la fine di Mare nostrum muoiono più migranti”, Internazionale, in https://www.internazionale.it/opinione/stefano-liberti/2016/04/18/mare-nostrum-migranti-europa, consultato nel maggio 2020

59 Consultabile integralmente su https://deathbyrescue.org/ 60 Consultabile integralmente su https://blamingtherescuers.org/

61 LOPEZ CURZI C. (2017), “Il rapporto «Blaming the rescuers» risponde scientificamente alle accuse sui soccorsi in

mare”, Open Migration, in https://openmigration.org/analisi/il-rapporto-blaming-the-rescuers-risponde-

In figura: tassi di mortalità e presenza di navi ONG

L’ultima accusa che si vuole analizzare, in questa sede, è quella attribuisce alle ONG l’intento di alimentare il business dell’accoglienza. In particolare, le organizzazioni non governative sono state accusate di essere dei “taxi per i migranti”: in maniera più o meno inconsapevole, queste organizzazioni benefiche aiuterebbero scafisti e trafficanti di esseri umani a trasportare migliaia di migranti in Italia.62 L’accusa, dapprima formulata da un blogger63, è divenuta subito virale in rete. Il

blogger, Luca Donadel, monitorava l’attività delle navi attraverso l’applicazione Marinetraffic64 e

insinuava che le ONG fornissero un vero e proprio “servizio taxi” per i trafficanti. Asseriva, inoltre, che le persone salvate in acque internazionali dovessero essere condotte nel porto sicuro più vicino, nel caso specifico quello di Zarzis in Tunisia, distante 90 miglia nautiche dalla zona in cui avviene la

62 Il Post (2017), “La storia dei «taxi per migranti»”, in https://www.ilpost.it/2017/04/27/taxi-migranti-ong/, consultato nel maggio 2020

63 BIANCHI L. (2017), “La verità sul video «La verità sui migranti»”, Vice, in

https://www.vice.com/it/article/4xp45q/analisi-video-verita-sui-migranti-luca-donadel, consultato nel maggio 2020 64 Applicazione in grado di mostrare in tempo reale le posizioni delle navi e degli yachts in tutto il mondo, riportando le posizioni tramite il Traffico Marittimo AIS (Automatic Identification System)

quasi totalità dei salvataggi. In realtà, il porto dove far sbarcare i migranti deve essere scelto in base alla possibilità di richiedere asilo e di ottenere un’accoglienza dignitosa65, escludendo pertanto la

Tunisia, che non può essere ritenuta un Paese sicuro. Gli operatori delle navi umanitarie assicurano di essere coordinati dalla centrale operativa della guardia costiera di Roma e di ricevere indicazioni precise sul porto di sbarco direttamente dal ministero dell’interno.66 Peraltro, accuse rivolte alle ONG

di intralciare l’operato delle autorità italiane sono state prontamente smentite da Roberta Pinotti67 e

dall’ammiraglio Enrico Credendino68.

Numerose sono state le voci che si sono opposte alle “maldicenze” sul ruolo svolto dalle Organizzazioni Non Governative in prima linea nel soccorso dei migranti. Ruben Neugebauer, di Sea Watch, ha dichiarato: “Non ci vogliono in mare perché sanno che non solo salviamo vite umane, ma siamo anche un occhio libero e indipendente che monitora quanto sta succedendo in Libia”.69 Nella

stessa ottica70 si muove Daniela Padoan, dell’Associazione diritti e frontiere: “È forte l’impressione

che si voglia evitare di avere testimoni scomodi, soprattutto da quando le guardie costiere libiche, formate a bordo delle navi europee dell’operazione Sophia, in particolare dell’italiana San Giorgio, hanno cominciato a intercettare i gommoni dei migranti, ad affondarli e a riportare le persone ‘soccorse’ in centri dove sono sottoposte a detenzione arbitraria e violazioni dei diritti, come inequivocabilmente denunciato dal rapporto Onu e da numerosi reportage”.

65 Sul punto si vedano i contributi dell’avvocato Fulvio Vassallo Paleologo sul sito ADIF (Associazione Diritti e Frontiere), in https://www.a-dif.org/author/fulvio/, consultati nel maggio 2020

66 I Nuovi Vespri (2017), “Migranti, Zuccaro: «Contatti tra Ong e trafficanti di uomini»”, in

https://www.inuovivespri.it/2017/04/23/migranti-zuccaro-contatti-tra-ong-e-trafficanti-di-uomini-2/, consultato nel maggio 2020

67 op. cit. CAMILLI A. (2019a) 68 op. cit. SERGI N. (2017a)

69 BAGNOLI L. (2016), “Migranti, si infiamma lo scontro tra Frontex e Ong”, Lettera43, in

https://www.lettera43.it/migranti-si-infiamma-lo-scontro-tra-frontex-e-ong/, consultato nel maggio 2020

70 PADOAN D. (2017), “Perché danno fastidio le Ong che salvano i migranti in mare?”, ADIF, in https://www.a- dif.org/2017/03/09/perche-danno-fastidio-le-ong-che-salvano-i-migranti-in-mare/, consultato nel maggio 2020