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Parte I – Quadro teorico di riferimento 8

CAPITOLO 2 – Responsabilità sociale e Stakeholder Theory nell’era del Web

2.2 La Teoria degli Stakeholder: una visione d’insieme 57

2.2.2   Origini e classificazione degli Stakeholder 61

Il termine stakeholdernasce nell’ambito degli studi sulle strategie aziendali e comincia ad essere utilizzato in maniera non ancora consapevole già dagli anni ’30 dello scorso secolo (Berle and Means, 1932), quando, cioè, l’impresa capitalista moderna si configura come un’istituzione caratterizzata dalla separazione tra proprietà e controllo. Questo termine, il cui significato è ancora lontano dall’accezione moderna, è utilizzato anche nel corso della cosiddetta “Grande Depressione”, quando la General Electric individuò quattro gruppi di stakeholder principali: azionisti, dipendenti, clienti e pubblico generico. I soggetti appartenenti a queste categorie, col tempo, sono cambiati, infatti, nel 1947 il presidente della Johnson&Johnson fece rientrare tra gli stakeholder “strettamente legati agli affari” della propria impresa: i clienti, i dipendenti, i manager e gli azionisti. Non molto tempo più tardi e, cioè, nel 1950 il generale Robert Wood Johnson, che indirizzò la rapida crescita post bellica della Sears, elencò i “quattro elementi (che interagiscono) con qualsiasi impresa in ordine d’importanza: clienti, dipendenti, comunità e azionisti” (Preston, 1990). Una definizione più approfondita del termine “stakeholder” appare per la prima volta nel 1963 in un memorandum dello

Stanford Research Istitute a indicare i gruppi senza il cui appoggio un’impresa non può

sopravvivere (Freeman, 1984). Tale termine è stato, in seguito, oggetto di numerosi studi e ricerche, per essere, definitivamente, esplicitato con l’introduzione in ambito manageriale del cosiddetto stakeholder management (Freeman, 1984). Gli stakeholder, quindi, possono essere definiti in via generale come “i gruppi e gli individui che possono influenzare o sono influenzati dal raggiungimento da parte di un’organizzazione della propria mission” (Freeman, 1984, p. 54) o ancora come “quei gruppi che dimostrano un interesse o vantano un credito nei confronti dell’azienda” (Freeman and Evan, 1988, p. 97). In ambito accademico, sono stati sviluppati numerosi modelli e strutture attraverso cui giungere a una concreta ed esaustiva definizione del concetto di “stakeholder”, tra le più accreditate vale citare quella che si basa sulla distinzione tra (Freeman and Reed, 1983):

1. Stakeholder Primari – gruppi senza la cui partecipazione l’impresa non potrebbe sopravvivere (es. azionisti e investitori, dipendenti, clienti, fornitori e ovviamente gli stakeholder pubblici, cioè governi, istituzioni e comunità).

2. Stakeholder secondari – gruppi che influenzano o sono influenzati dalle attività e dalle decisioni aziendali, pur non essendo coinvolti nelle sue transazioni e non concorrendo alla sua sopravvivenza (es. i media nelle più varie e diverse accezioni).

Freeman, dunque, stabilisce che “Gli stakeholder primari, ovvero gli stakeholder in senso stretto, sono tutti quegli individui e gruppi ben identificabili da cui l’impresa dipende per la sua sopravvivenza: azionisti, dipendenti, clienti, fornitori e agenzie governative. In senso più ampio, tuttavia, stakeholder è ogni individuo ben identificabile che può influenzare o essere influenzato dall’attività dell’organizzazione in termini di prodotti, politiche e processi lavorativi” (Freeman, 1984, p. 46). In seguito, Clarkson tornando sulla questione stakeholder ha affermato che “Gli stakeholder sono persone o gruppi che hanno pretese, titoli di proprietà, diritti o interessi, relativa a un’impresa e alle sue attività, passate e presenti. […] Gli stakeholder

primari sono quelli senza la cui continua partecipazione l’impresa non può sopravvivere come complesso funzionante, tipicamente gli azionisti, gli investitori, i dipendenti, i clienti e i fornitori, insieme a quello che può essere definito il gruppo degli stakeholder pubblici e cioè governi e comunità che forniscono le infrastrutture, i mercati, le leggi e i regolamenti. Gli stakeholder secondari sono tutti coloro che esercitano un’influenza sull’impresa, ma che non sono impegnati in transazioni con essa e che non sono essenziali per la sua sopravvivenza” (Clarkson, 1995, p. 103). Nel definire gli stakeholder, alcuni studiosi hanno distinto nettamente il concetto di portatori d’interesse (stakeholder) che fa capo alla Stakeholder Theory dal tradizionale modello input-output d’impresa (Freeman, 1984; Donaldson and Preston, 1995), secondo cui gli investitori, i lavoratori e i fornitori sono considerati input, trasformati, poi, dall’impresa in output al fine di creare benefici diretti ai consumatori.

Figura 11 - Modello Input- Output.  

Fonte: adattata da Donaldson and Preston, 1995.

Freeman considera, invece, l’impresa come il fulcro di una ruota e gli stakeholder come la parte più esterna dei raggi della stessa, così come stabilito dall’Hub and Spoke Model (Frooman, 1999), che fornisce una rappresentazione “spaziale” degli stakeholder, organizzati in sette categorie, che recenti elaborazioni hanno fatto arrivare a undici. Lo

Stakeholder Model rappresentato nella figura a seguire (Fig.12), invece, si pone in netto

contrasto con il precedente Input- output model, poiché basato sul principio che tutti i soggetti terzi che interagiscono con l’azienda sono titolari d’interessi legittimi, per cui non esistono gruppi privilegiati e/o da privilegiare, essendo ugualmente meritevoli di partecipare alle attività aziendali (Donaldson and Preston, 1995).

Figura 12 - Stakeholder Model.  

Fonte: adattato da Donaldson and Preston, 1995.

La teoria degli stakeholder è considerata un valido supporto su cui basare l’analisi e la descrizione delle relazioni interne ed esterne alla base del cosiddetto “sistema impresa”, cui partecipano stakeholder diversi. Segue una breve raccolta delle più importanti definizioni di stakeholder presenti in letteratura (Tab.10).

Tabella 10 - Elenco delle principali definizioni di Stakeholder presenti in letteratura.

Fonte Definizione

Stanford, 1963. “Gruppi senza il cui supporto l’organizzazione smetterebbe di esistere”.

Rhenman, 1964. Soggetti che “dipendono dall’azienda per raggiungere i propri obiettivi personali e l’azienda dipende da loro per la sua esistenza”.

Ahlstedt and

Jahnukainen, 1971. Gli stakeholder sono “guidati dai loro obiettivi e interessi personali partecipano a un’azienda, e così dipendono da essa, e da loro dipende la salute dell’azienda”. Freeman and Reed,

1983. In senso ampio, sono coloro che “possono influire sul raggiungimento degli obiettivi di un’organizzazione oppure coloro che sono influenzati dal raggiungimento degli obiettivi di un’organizzazione”. In senso ristretto, invece, sono “coloro da cui l’organizzazione dipende per la sua sopravvivenza”.

Freeman, 1984. “lo stakeholder può influire o essere influenzato dal raggiungimento degli obiettivi di un’organizzazione”. Freeman and Gilbert,

1987. “lo stakeholder può influire o essere influenzato da un’impresa”. Cornell and Shapiro,

1987. Gli stakeholder sono “coloro che hanno aspettative” che hanno “contratti”. Freeman and Evan,

1988. “lo stakeholder ha una posta in gioco o un’aspettativa nei confronti dell’azienda” , è “colui che ha un vantaggio o un danno, e i cui diritti sono violati o rispettati, dalle azioni dell’impresa”. Bowie, 1988. Gli stakeholder sono quegli individui “senza il sostegno dei quali l’organizzazione cesserebbe di esistere”. Alkhafji, 1989. Sono “gruppi verso i quali l’impresa è responsabile”.

Carroll, 1989. Uno stakeholder “asserisce di avere uno o più tipi di posta in gioco, […] vanno da un interesse per un diritto (legale o morale), alla proprietà o al titolo legale nei confronti della proprietà o degli asset dell’impresa”.

Freeman and Evan,

1990. Gli Stakeholder sono i “detentori di un contratto”.

Thompson et al., 1991. Gli Stakeholder si presentano come “Chi è in ‘relazione’ con un’organizzazione”.

Savage et al., 1991. Questi soggetti “hanno un interesse nelle azioni di un’organizzazione e […] la capacità di influenzarla”. Hill and Jones, 1992 Gli Stakeholder sono i “costituenti che hanno un’aspettativa legittima nei confronti dell’azienda […]

definita dall’esistenza di una relazione di scambio”. Coloro che forniscono “all’azienda le risorse critiche e in cambio ognuno si aspetta che i propri interessi siano soddisfatti (per persuasione)”.

Brenner, 1993. Sono “coloro i quali hanno una relazione legittima, non banale, con un’organizzazione, (ad esempio) transazioni di scambio, impatti delle azioni e responsabilità morali”.

Le riflessioni in merito agli stakeholder e al loro rapporto con le aziende hanno assunto forme e caratteristiche differenti. In letteratura, infatti, si distinguono due differenti categorie di stakeholder, ovvero (Sacconi, 1997, p. 6):

1 Stakeholder in senso stretto – individui o gruppi d’individui interessati alle attività aziendali in ragione degli “investimenti specifici” fatti (es. capitale umano, finanziario, sociale o di fiducia, capitale fisico o ambientale, sviluppo di tecnologie dedicate ecc.) e attraverso cui è possibile accrescere il valore aziendale globale. Questi soggetti sono reciprocamente dipendenti dall’impresa, poiché ne influenzano il valore, ma dipendono da essa per la soddisfazione delle loro aspettative.

2 Stakeholder in senso ampio - individui o gruppi d’individui il cui interesse per le attività aziendali è dovuto al fatto che essi subiscono gli “effetti esterni” positivi o negativi delle transazioni aziendali, pur non influenzando direttamente il processo di creazione del valore.

La definizione ristretta di stakeholder evidenzia la legittimità degli interessi e delle richieste degli stakeholder, mentre la definizione ampia aiuta a comprendere meglio l’influenza crescente che essi esercitano sulle attività e sulle politiche aziendali, indipendentemente dal fatto che essi posseggano o meno diritti legittimi.

Quanto esposto finora consente di comprendere meglio le difficoltà con cui il management deve misurarsi all’atto d’individuare tutte le tipologie di stakeholder possibili e rispondere alle loro istanze in modo efficace, nonché come il concetto di “stakeholder” tenda a includere tutte le entità che manifestano un punto di vista critico sulle performance e gli attori aziendali (Bomann-Larsen and Wiggen, 2004), fungendo, così, ponte tra gli obiettivi e le ambizioni aziendali e quelle sociali (Whetten et al., 2002).