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Il Piano strategico nazionale della portualità e della logistica

1. LE AUTORITÀ PORTUALI

1.2 Il Piano strategico nazionale della portualità e della logistica

Il decreto legislativo (D.Lgs) n. 133 del 12/9/2014, cosiddetto “Sblocca Italia”, contiene la norma cosiddetta “Sblocca Porti”, inizialmente inserita con l’obiettivo di un rilancio della portualità italiana e alternativamente mantenuta o eliminata nelle successive elaborazioni della proposta governativa, che è stata infine confermata all’art. 29 (pianificazione strategica della portualità e della logistica) del provvedimento. Tale articolo contiene due commi di seguito riportati:

1. Al fine di migliorare la competitività del sistema portuale e logistico, di agevolare la crescita dei traffici e la promozione dell’intermodalità nel traffico merci, anche in relazione alla razionalizzazione, al riassetto e all’accorpamento delle Autorità portuali esistenti, da effettuare ai sensi della legge n. 84 del 1994, è adottato, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, entro 90 giorni dall’entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto-legge, previa deliberazione del Consiglio dei Ministri, il piano strategico nazionale della portualità e della logistica.

16 2. Allo scopo di accelerare la realizzazione dei progetti inerenti alla logistica portuale, entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, le Autorità portuali presentano alla Presidenza del Consiglio dei Ministri un resoconto degli interventi correlati a progetti in corso di realizzazione o da intraprendere, corredato dai relativi cronoprogrammi e piani finanziari. La Presidenza del Consiglio dei Ministri, d’intesa con il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, seleziona, entro i successivi sessanta giorni, gli interventi ritenuti più urgenti sulla base delle proposte contenute nei documenti presentati dalle Autorità portuali, anche al fine di valutarne l’inserimento nel piano strategico di cui al comma 1, ovvero di valutare interventi sostitutivi. Resta fermo quanto disposto dall’articolo 13, commi 4, 5, 6 e 7 del decreto legge 23 dicembre 2013, n. 145 convertito con modificazioni, dalla legge 21 febbraio 2014, n. 9 per i progetti volti al miglioramento della competitività dei porti italiani per il recupero dei traffici anche tra l’Europa e l’Oriente.

Il Piano strategico nazionale della portualità e della logistica (PSNPL) ha l’obiettivo di portare alla nascita di un sistema logistico strategico per il Paese per soddisfare un’esigenza che nel settore portuale e marittimo ha assunto le dimensioni di una vera e propria urgenza. Il nostro sistema portuale e logistico ha bisogno di una riforma che consenta al Paese di cogliere appieno la vasta gamma di opportunità di crescita e sviluppo ad esso strettamente correlati, contrastando la perdita di competitività che l’Italia sta subendo, come dimostrato dal differenziale di crescita tra i porti del Mediterraneo a fronte di un aumento generalizzato dei traffici nell’area.

L’esigenza di una riforma è confermata anche dagli esiti del Global Competitiveness Index[2]: dagli ultimi dati disponibili1 l’Italia risulta al 43º posto nella classifica mondiale e al 28° per qualità ed efficienza delle infrastrutture, superata da tutti i paesi dell’area mediterranea membri dell’Unione europea (Francia al 7° posto, Spagna al 6°, Portogallo al 20°), ad eccezione della Grecia (49° posto).

In generale, il paese sconta un ritardo diffuso su tutti i pilastri della competitività analizzati, ma ancora più eclatante è il dato di dettaglio relativo alla qualità dell’infrastruttura portuale, rispetto a cui l’Italia si posiziona al 56º posto, dopo Spagna (12), Irlanda (24), Portogallo (25), Francia (26), Marocco (41), Grecia (48), Croazia (49).

Alla luce di tali considerazioni e tenuta in considerazione la situazione attuale della portualità e della logistica marittima, nonché le analisi prospettiche di evoluzione della domanda, il Piano si pone il raggiungimento di obiettivi strategici tramite altrettante azioni, la cui attuazione avverrà attraverso attività normative e/o amministrative coerenti con le linee guida fornite dal PSNPL. L’obiettivo che il Piano si propone è quello di massimizzare il valore aggiunto della risorsa mare, non solo per il cluster marittimo, portuale e logistico stesso, ma per l’intero sistema Paese. In un’ottica di riforma profonda del sistema mare, il Piano fornisce anche linee guida di governance rispetto alle quali dovrà essere, sotto il profilo legislativo e organizzativo, rivisto l’assetto formale del settore, a valle dell’approvazione del Piano stesso [3].

In particolare, sulla scorta di analisi in termini di offerta e domanda, fattori di forza ed elementi di debolezza, nel Piano sono stati individuati dieci obiettivi strategici per il sistema mare, articolati al loro interno poi in specifiche azioni, e le attività operative da mettere in campo con atti normativi, regolamentari e organizzativi da adottare successivamente, con tempistiche diverse, durante il processo di implementazione e di aggiornamento del Piano.

I dieci obiettivi strategici, riportati anche nello schema seguente, sono: semplificazione e snellimento;

concorrenza, trasparenza e upgrading dei servizi; miglioramento dell’accessibilità dei collegamenti marittimi; integrazione del sistema logistico; miglioramento delle prestazioni infrastrutturali;

innovazione; sostenibilità; certezza e programmabilità delle risorse finanziarie; coordinamento nazionale e confronto partenariale; attualizzazione della governance del sistema.

1 Consultazione del 28/1/2015.

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Obiettivo Azioni

1 Semplificazione e snellimento Misure per la semplificazione e la velocizzazione delle procedure, dei controlli e degli interventi sui porti di interesse nazionale

2 Concorrenza, trasparenza ed upgrading dei servizi Misure per l’efficientamento dei servizi portuali e l’aumento della competitività degli operatori 3 Miglioramento accessibilità e collegamenti marittimi e terrestri Misure per migliorare i servizi di trasporto ed aumentare l’accessibilità ai porti via mare e via terra 4 Integrazione del sistema logistico Misure per incentivare l’integrazione delle catene logistiche e delle attività manifatturiere e logistiche 5 Miglioramento delle prestazioni infrastrutturali Misure per il potenziamento infrastrutturale dei porti e dei loro collegamenti terrestri

6 Innovazione Misure per incentivare la ricerca, lo sviluppo e l’innovazione tecnologica della portualità italiana 7 Sostenibilità Misure per l’efficientamento energetico e la sostenibilità ambientale dei porti

8 Certezza e programmabilità delle risorse finanziarie Misure per il finanziamento della gestione e degli investimenti dei sistemi portuali 9 Coordinamento nazionale, condivisione e confronto partenariale Coordinamento, programmazione e promozione nazionale del sistema mare 10 Attualizzazione della governance del sistema mare Misure per adeguare la governance dei porti alla missione della portualità italiana Le azioni, legate agli obiettivi strategici, sono successivamente declinate per attività:

Azione Attività

1 Misure per la semplificazione e la velocizzazione delle procedure, dei controlli e degli interventi sui porti di interesse nazionale

Completamento dello sportello unico dei controlli

Semplificazione delle procedure di approvazione dei progetti infrastrutturali Semplificazione delle procedure per il dragaggio dei fondali

Recepimento delle direttive di integrazione e semplificazione delle procedure da accordi internazionali

2 Misure per l’efficientamento dei servizi portuali e l’aumento della competitività degli operatori

Definizione di indirizzi nazionali e modalità di assegnazione dei servizi tecnico-nautici

Regolamentazione delle concessioni demaniali e promozione della concorrenza e degli investimenti Incremento della competitività del lavoro portuale

Potenziamento dei controlli fitosanitari sui prodotti vegetali nei punti di ingresso alle frontiere dei porti Promozione del settore turistico attraverso l’efficientamento e il potenziamento del segmento crocieristico

3 Misure per migliorare i servizi di trasporto ed aumentare l’accessibilità ai porti via mare e via terra

Semplificazione delle manovre ferroviarie nei porti

Estensione dei corridoi ferroviari merci (RFC) europei, attivati e in corso di attivazione, sino all’interno dei porti gateway internazionali

Introduzione del fast corridor ferroviario in scali merci con dotazione e volumi di traffico adeguati Misure per la promozione dei collegamenti via mare con accesso ai terminali nazionali strategici per i traffici da e verso i porti del Mediterraneo

Misure per la promozione dello sviluppo dei traffici Ro/Ro e delle Autostrade del Mare attraverso l’aggregazione e l’incentivazione della domanda di trasporto merci.

Misure per la promozione e lo sviluppo dei collegamenti fluvio-marittimi per l’inoltro terrestre delle merci rinfuse e unitizzate in arrivo e in partenza dai porti adriatici.

18 4 Misure per incentivare l’integrazione delle catene logistiche e

delle attività manifatturiere e logistiche

Istituzione delle aree logistiche integrate nelle Regioni in ritardo di sviluppo Promozione di accordi di partenariato di filiera fra sistemi portuali

Misure per l’incentivazione della localizzazione di attività manifatturiere e logistiche nelle aree portuali nazionali e nelle aree logistiche integrate del Mezzogiorno. Incentivazione della ri-utilizzazione delle aree industriali dismesse e di aree disponibili all’interno delle circoscrizioni portuali per la localizzazione di attività manifatturiere e logistico-manifatturiere

5 Misure per il potenziamento infrastrutturale dei porti e dei loro collegamenti terrestri

Definizione dei criteri di selezione e priorità delle proposte di finanziamento pubblico per gli investimenti proposti dall’AdSP

Definizione di progetti sulle reti stradali, ferroviarie e idroviarie nazionali per aumentare l’accessibilità nazionale ed internazionale dei porti italiani

Costituzione di un osservatorio per lanalisi dei costi e dei tempi di realizzazione degli investimenti Recupero di servitù militari e aree militari demaniali abbandonate, dismesse o sottoutilizzate

6 Misure per incentivare la ricerca, lo sviluppo e l’innovazione tecnologico della portualità italiana

Digitalizzazione della catena logistica

Promozione di collaborazioni strutturate di ricerca fra le AdSP ed università e centri di ricerca Promozione e finanziamento di programmi di alta formazione a livello nazionale

Misure legislative atte a consolidare la diffusione della piattaforma logistica nazionale

7 Misure per l’efficientamento energetico e la sostenibilità ambientale dei porti

Ipotesi di D.Lgs che introduca l’obbligo di redazione dei Piani energetici e ambientali (PEA) da parte delle AdSP

Istituzione di un fondo nazionale Greenports di cofinanziamento iniziative coerenti con i PEA dei porti da assegnare sulla base di criteri di priorità e premialità.

Di concerto con il MISE, introduzione di misure incentivanti per il rinnovo delle flotte nell’ottica di inserire natanti con caratteristiche di green energy efficiency, in rispetto della normativa comunitaria sugli aiuti di stato

8 Misure per il finanziamento della gestione e degli investimenti dei sistemi portuali

Creazione di un sistema programmabile e bilanciato nell’allocazione delle risorse economiche generate all’interno dei porti del sistema

9 Coordinamento, programmazione e promozione nazionale del sistema mare

Riorganizzazione della Direzione Generale della portualità e della logistica del MIT con funzioni di monitoraggio e di programmazione del sistema nazionale

Implementazione di un sistema per il monitoraggio e la pianificazione del sistema nazionale delle portualità, della logistica e del trasporto marittimo

Istituzionalizzazione di un forum del partenariato logistico e portuale

Revisione ed armonizzazione delle norme sulla programmazione dei porti e delle perimetrazioni dell’AdSP

Promozione del marketing strategico del sistema portuale e logistico italiano Definizione delle norme quadro per la predisposizione dei PRP e dei POT 10 Misure per adeguare la governance dei porti alla missione

della portualità italiana

Proposta di un nuovo modello di governance

È quindi proposto un nuovo modello di governance, da realizzarsi attraverso atti legislativi successivi, in ossequio al disposto dell’art. 29 del D.Lgs n. 133 del 12/9/2014 “Sblocca Italia”, che pone tra gli strumenti serventi alla realizzazione degli obiettivi del Piano la razionalizzazione, il riassetto e l’accorpamento delle Autorità Portuali esistenti. In particolare, il Piano definisce una strategia di intervento ipotizzando l’istituzione di Autorità di Sistema Portuale (AdSP). Sono quindi evidenziati gli aspetti legati alla semplificazione dei procedimenti e concentrazione delle competenze. Al riguardo, il Piano ipotizza:

l’individuazione di un centro amministrativo unico, identificato nella nuova AdSP. Tale ente potrebbe avere funzioni di raccordo nei confronti di tutte le amministrazioni pubbliche aventi competenza su attività da realizzarsi nell’ambito portuale;

la realizzazione di uno sportello unico per i controlli, competente per tutti gli adempimenti connessi all’entrata/uscita delle merci nel/dal territorio nazionale, da identificarsi nell’Agenzia delle Dogane.

il rafforzamento della valenza del Piano regolatore di sistema portuale, adottato dall’AdSP, previa acquisizione del parere della Regione e del Comune, ed approvato dalla nuova Direzione Generale per la portualità e la logistica del MIT;

la semplificazione della struttura organizzativa e decisionale dell’AdSP;

l’ipotesi di dotazione di autonomia finanziaria per le AdSP;

la disciplina, all’interno degli strumenti legislativi mediante i quali sarà data attuazione ai principi contenuti nel PSNPL ed i successivi regolamenti di esecuzione, della riorganizzazione del personale delle attuali Autorità Portuali.

A gennaio 2016 è stato approvato in Consiglio dei Ministri il decreto di riorganizzazione dei porti italiani in attuazione della cosiddetta “legge Madia”[4]. Le 24 Autorità Portuali sono state accorpate in 15 AdSP che, gestite da un presidente manager e un board, coordineranno 54 porti nazionali al fine di renderli più competitivi. Le Regioni potranno chiedere l’inserimento nelle AdSP di ulteriori porti di rilevanza regionale. I porti sono stati così riorganizzati:

1) Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale:

- Genova, sede dell’Autorità di Sistema Portuale;

- Savona;

- Vado Ligure;

2) Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Orientale:

- La Spezia, sede di Autorità di Sistema Portuale;

- Marina di Carrara;

3) Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Settentrionale - Livorno, sede di Autorità di Sistema Portuale;

- Piombino;

- Portoferraio;

- Rio Marina;

4) Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centro-Settentrionale:

- Civitavecchia, sede di Autorità di Sistema Portuale;

- Fiumicino;

- Gaeta;

5) Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centrale:

- Napoli, sede di Autorità di Sistema Portuale;

- Salerno;

- Castellamare di Stabia;

6) Autorità di Sistema Portuale dello Stretto:

- Gioia Tauro, sede di Autorità di Sistema Portuale;

- Crotone (porto vecchio e nuovo);

20 7) Autorità di Sistema Portuale del Mare Di Sardegna:

- Cagliari, sede di Autorità di Sistema Portuale;

- Olbia;

- Porto Torres;

- Golfo Aranci;

- Oristano;

- Portoscuso-Portovesme;

- Santa Teresa di Gallura (solo banchina commerciale);

8) Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sicilia Occidentale:

- Palermo, sede di Autorità di Sistema Portuale;

- Termini Imerese;

- Porto Empedocle;

- Trapani;

9) Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sicilia Orientale:

- Augusta, sede di Autorità di Sistema Portuale;

- Catania;

10) Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Meridionale:

- Bari, sede di Autorità di Sistema Portuale;

- Brindisi;

- Manfredonia;

- Barletta;

- Monopoli

11) Autorità di Sistema Portuale del Mar Ionio:

- Taranto, sede di Autorità di Sistema Portuale;

12) Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Centrale:

- Ancona, sede di Autorità di Sistema Portuale;

- Falconara;

- Pescara;

- Pesaro;

- San Benedetto del Tronto (esclusa la darsena turistica);

- Ortona;

13) Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Centro-Settentrionale:

- Ravenna, sede di Autorità di Sistema Portuale;

14) Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale:

- Venezia, sede di Autorità di Sistema Portuale;

- Chioggia;

15) Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale - Trieste, sede di Autorità di Sistema Portuale.

In figura 1.1 viene riportata la distribuzione geografica delle 15 nuove AdSP.

Figura 1.1 – Localizzazione geografica delle 15 AdSP; fonte: Ministero delle Infrastrutture e Trasporti (2016)