CAPITOLO SECONDO La valorizzazione digitale
CAPITOLO TERZO
3.1 Politiche italiane di valorizzazione digitale del patrimonio culturale
La definizione di protocolli comuni e di standard univoci da seguire ha facilitato l’archivia- zione digitalizzata dei dati e reso meno difficile il conseguimento di obiettivi come accessibilità e fruizione; con la progressiva diffusione di Internet e con tutte le potenzialità offerte dalle tecnologie telematiche, il processo di conversione ha subìto un’accelerazione. Solo da qualche anno si sta pro- cedendo, ad esempio, a sottoscrivere standard internazionali per la mappatura nazionale dei beni archeologici1. In Italia, però, non esiste ancora una rete completa di risorse a livello nazionale, anche se si sta lavorando alacremente (e soprattutto su stimolo dei vari progetti finanziati dall’Unione Europea)2.
Proprio l’Italia si è trovata in prima linea nell’analisi dell’importanza del web per un’ammini- strazione pubblica e, nello specifico, dell’importanza che un sito web ha per un’istituzione culturale, poiché la comunicazione intermediale è considerata uno strumento estremamente proficuo ed effi- ciente, sia a livello di esposizione e comunicazione dell’offerta culturale che a livello di fruizione ed apprendimento da parte dell’utente.
Nell’ambito delle politiche europee di digitalizzazione del patrimonio culturale, nel 2002 l’Ita- lia, con il coordinamento del MiBAC, è divenuta capofila del progetto MINERVA (v. Paragrafo 2.1) che, dicevamo, è contemporaneamente un progetto e un network di ricerca transnazionale tra i Mi- nisteri europei della cultura.
All’interno del progetto europeo MINERVA sono state condotte una serie di ricerche, volte all’individuazione dei bisogni degli utenti e dei criteri di qualità e di accessibilità per i siti web del- le istituzioni culturali. Già nel novembre del 2003, in occasione della Conferenza di Parma, venne presentato un open document in inglese sulla qualità dei siti web, poi stampato in due differenti edizioni nel 2004 e nel 20053.
1 “An initiative involving several national archaeological services to design a system to map national archaeologi-
cal documentation to a common standard has just started. […] The goal of the initiative is to produce guidelines and map- ping tools to a common standard” (Niccolucci 2007, p. 12).
2 Monaci 2005, pp. 88-90. La digitalizzazione del patrimonio culturale è certamente ad uno stadio molto avanzato
nel caso del patrimonio bibliotecario ed archivistico. L’Istituto Centrale per il Catalogo Unico delle Biblioteche Italiane e per le Informazioni Bibliografiche (nato nel 1951 col nome di Centro nazionale per il catalogo unico), sta portando avanti l’OPAC SBN (cioè l’on line public access catalogue del Sistema Bibliotecario Nazionale), un catalogo unificato delle bibliote-
che italiane (vi aderiscono quasi 4000 biblioteche, statali, di enti locali, universitarie, di istituzioni pubbliche e private),
accessibile in rete ed aggiornato settimanalmente. Per un quadro degli OPAC e siti bibliotecari e dei progetti di digitaliz- zazione bibliotecaria nel mondo v. Calvo et alii 2003, pp. 274-277 e pp. 282-291. Sulla digitalizzazione dei beni culturali nei progetti europei v. Niccolucci 2007; sulle biblioteche digitali v. Candela et alii 2009. Una novità, in questo settore, è
MediaLibraryOnLine (MLOL), un servizio bibliotecario digitale gratuito attivo dal 2009, grazie al quale sono resi accessibili
e-books (al momento quasi 30.000, per lo più classici della letteratura o edizioni non coperte dal copyright), audiolibri, banche dati, immagini, presentazioni, quotidiani e periodici, video ed album musicali, messi in condivisione, per una consultazione in streaming o tramite download, da parte di un migliaio di archivi pubblici delle regioni di Lombardia, Emilia Romagna, Toscana ed Umbria (www.ilfattoquotidiano.it/2010/12/30/la-biblioteca-arriva-a-casa-libri-consultabili- sul-pc-grazie-a-una-piattaforma-online/83915/; http://archiviostorico.corriere.it/2011/gennaio/29/Biblioteche_alla_rivolu- zione_digitale_co_9_110129091.shtml).
3 Minerva 2004; Minerva 2005. Cataldo - Paraventi 2007, pp. 73-74. Il nostro paese, in linea con i princìpi europei,
si è dotato a livello legislativo di alcuni importanti strumenti riguardanti l’accessibilità, anche per i soggetti disabili, agli strumenti informatici: si tratta, in particolare, della L. 4/2004 (www.pubbliaccesso.it/normative/legge_20040109_n4.html) e del D.M. 8 luglio 2005 (ww.pubbliaccesso.it/normative/DM080705.html). Attualmente, gli standard cui fare riferimento nel settore dei siti web per la Pubblica Amministrazione (e, quindi, da tenere in considerazione anche nel caso dei siti web dei musei di proprietà pubblica, che dovranno essere impostati secondo queste direttive o adeguati ad esse) sono le Linee guida
per i siti Web della PA, pubblicate nel luglio 2010, secondo la direttiva 8/2009 del Ministero per la pubblica amministrazione
Nel 2005 fu la volta di un prototipo di sito web di qualità per musei medio-piccoli, il kit di pro- gettazione Museo & Web - presentato dapprima in italiano a dicembre del 2004 e in seguito tradotto in inglese e francese - ideato quale traccia infrastrutturale (vero e proprio tutorial tecnico on-line4) da predisporre in soccorso delle istituzioni culturali, caratterizzate dalle notorie carenze economiche ed umane5.
Questo progetto - perfettamente integrato con gli altri due kit di progettazione Archivio & Web e Biblioteca & Web realizzati a seguire - venne creato alla luce della fondamentale importanza che, per qualsiasi istituzione culturale, hanno oggi la visibilità e la possibilità di comunicazione anche remota con un bacino di utenza potenziale6.
All’interno del progetto MINERVA, inoltre, si è anche proceduto - in linea con il proposito dello scambio e della condivisione in materia - alla diffusione degli strumenti per la qualità del web culturale nell’area mediterranea, attraverso il programma MEDCULT e due specifiche linee d’azione, individuate nella traduzione in arabo del Manuale per la qualità dei siti Web pubblici culturali e nell’or- ganizzazione di workshop e seminari a tema in alcuni paesi (Marocco, Egitto, Giordania)7.
Il lavoro del gruppo MINERVA si è rivelato fondamentale soprattutto per la definizione di standards e criteri comuni nella creazione di contenuti digitali. Esso, infatti,
“[…] proponendo di affrontare la gestione delle risorse digitali in maniera integrata e promuovendo l’uso degli standard, costituisce il presupposto per il coordinamento di progetti nazionali e per l’armo- nizzazione tra i programmi italiani e quelli degli altri paesi europei e per una reale interoperabilità dei contenuti digitali culturali su scala nazionale e internazionale su cui basare la costruzione, in un’ottica di sistema distribuito, della Biblioteca digitale europea”8.
Partendo proprio dai risultati ottenuti dai progetti europei (e basandosi anche sul modello di riferimento del manuale sulla qualità realizzato all’interno del progetto MINERVA), il MiBAC negli ultimi anni ha iniziato ad investire moltissimo nel campo della digitalizzazione dei suoi beni per favorirne la valorizzazione9, cercando di recuperare un ritardo tecnologico generale piuttosto inficiante10.
4 Minerva 2009, p. 13. Sul progetto Minerva e sul kit di progettazione Museo & Web, v. anche Bonacasa 2011, p. 59. 5 Di Giorgio et alii 2005; Caffo 2008b, pp. 56-57. Il prototipo è stato subito adottato dall’Archivio di documenta-
zione archeologica della Soprintendenza Archeologica di Roma, dal Museo Archeologico di Palazzo Altemps e dall’IC- CROM (Centro Internazionale di Studi per la Conservazione e il Restauro dei Beni Culturali) di Roma. Questo prototipo, cui possono essere applicate modifiche nel colore delle pagine e nella grandezza e tipologia del carattere, è organizzato in quattro parti esemplificate in modo testuale (struttura e contenuti, tutorial, verifica della qualità, modelli) e prevede la possibilità di inserimento di animazioni e ricostruzioni virtuali tridimensionali (anche se si suggerisce di limitare la spet- tacolarizzazione del sito web), di un database e, persino, la possibilità di inserire documentazioni in .pdf, adeguatamente trattate per essere stampate in Braille con sistema di stampa a rilievo. Il prototipo è open source, previa comunicazione dei dati dell’istituzione di riferimento (www.minervaeurope.org/structure/workinggroups/userneeds/prototipo/index.html). Sulla scorta della sua ottima accoglienza, il MiBAC e il MIUR hanno da subito attivato un protocollo d’intesa per la crea- zione di un ulteriore prototipo simile al precedente da adottare per gli istituti scolastici italiani. Dal 2006 in poi sono state rilasciate numerose versioni dell’applicativo, che è stato utilizzato, oltre che dai musei, da soprintendenze, biblioteche, orti botanici, sistemi monumentali, etc. (Feliciati - Natale 2008, p. 96, nota 4).
6 Per visibilità sul web si deve intendere: “[…] the key to the popularity of a resource is the fact that it appear in one
of the top positions in search engines, a concept that has been defined as visibility” (Carreras 2005, pp. 31-32). Al riguar- do, in un’altra sede (Bonacini 2011c) è stata evidenziata l’importanza del criterio della Link Popularity per una adeguata indicizzazione e visualizzazione della homepage di un sito web museale. “[…] il funzionamento centrale dell’algoritmo di Google si attiva proprio calcolando il numero di link e di menzioni che un testo si è guadagnato. Un simile meccanismo finisce per rendere i leader sempre più leader, e l’espressione di pensieri autonomi dalla corrente di pensiero centrale delle singole comunità sempre più isolati e irrintracciabili” (Bottazzini 2011, p. 2).
7 Feliciati 2006, slide 26. 8 Caffo 2008b, p. 47.
9 “Italy’s action in the heritage field is presently more and more focused on the use and experimentation of new
technologies for the conservation and promotion of its historical and artistic assets - satellite archaeological prospects, digi- tal cataloguing systems, information services for visitors, etc. - often in partnership with other countries in the framework of EU projects” (Bodo - Bodo 2010, p. I-20).
10 “With the exception of special financing in the 80s, (so-called law for ‘cultural mines’), no systematic and rational
Nel nostro paese si è registrata una notevole accelerazione nella realizzazione di siti museali sul web, che era ancora piuttosto scarsa nel 2004 quando si denunciava come fosse ancora molto ri- stretto il numero dei musei che si fossero attrezzati di un proprio sito Internet. Nella maggior parte dei casi, infatti, le istituzioni museali preferivano lasciare ad altri canali (come quelli degli uffici o delle agenzie turistiche) la pubblicità della loro attività; nel caso dell’apertura di un sito on-line, ci si limitava a fornire informazioni sulle collezioni, sugli orari e sul costo dei biglietti; risultava ancora quasi inesistente la prenotazione on-line, men che mai era prevista la possibilità dell’e-commerce11.
Ben inquadrava questo ritardo P. Feliciati:
“Questa tipologia di soggetto culturale [le istituzioni museali], diversamente da altri istituti votati al servizio di per sé indipendentemente dalle sue modalità di erogazione e per ovvi motivi dovuti soprat- tutto dalla necessità di presenza fisica dei propri utenti (perlopiù paganti), ha tendenzialmente ritardato il suo confronto con il network digitale globale, intendendolo per parecchi anni solo come eventuale, ulteriore occasione attrattiva, promozionale, di vetrina pubblicitaria, peraltro non necessariamente co- ordinata con gli altri canali di comunicazione e promozione. Si è rinviata insomma la sfida a superare la tradizionale promozione broadcasting sperimentando nuove forme di affiancamento, sostegno, inte- grazione o sostituzione dell’esperienza di fruizione on site con servizi on line”12.
Negli ultimi anni il panorama sta lentamente mutando: “La presenza sul web di un numero crescente di soggetti è, per altro, questione che investe tutta la società, nessuna meraviglia quindi che il fatto coinvolga anche il nostro piccolo mondo antico che, sul fronte delle tecnologie, non ha brillato per spirito pionieristico”13.
Nel tentativo di fornire il più ampio spettro d’informazioni possibile sul patrimonio museale italiano, attraverso un unico canale, si è predisposto già nel 2006 il portale Museionline14, creato col patrocinio del MiBAC in collaborazione con Microsoft e Federculture. Si tratta di una vera e propria guida on-line ai musei italiani, basata su un database consultabile per ambiti tematici e per regioni e città (con l’utilizzo di una mappa dell‘Italia di tipo sensibile) ed in grado di fornire indirizzi, orari, prezzi, informazioni e descrizioni relativi a tutti i musei italiani. Il sito presenta, inoltre, tutte le no- tizie riguardanti mostre ed eventi culturali nel nostro territorio nazionale15.
Dal gennaio 2007 è attivo il profilo MiBAC su Youtube, pagina ufficiale realizzata per promuo- vere il patrimonio culturale italiano attraverso spot culturali appositamente realizzati, anche mul- tilingue16; dal novembre 2009 sono attive le pagine del MiBAC su Facebook17 e Twitter18, attraverso cui sono pubblicizzati tutti gli eventi culturali sostenuti dal Ministero. Dal dicembre 2009 il MiBAC fornisce il servizio feed Rss per gli utenti che richiedano aggiornamenti e news in tempo reale.
In rete già dall’aprile del 2008 in versione sperimentale, ma presentato ufficialmente solo un anno dopo a seguito di un protocollo d’intesa fra il MiBAC ed il Ministero per la Pubblica Ammini- strazione e l’Innovazione19, CulturaItalia20 costituisce il prodotto finale italiano dei risultati raggiunti dal MiBAC all’interno dei progetti europei MINERVA, MINERVAPlus, MICHAEL e MICHAELPlus management of CH and the opportunity to guarantee the exchange and the inter-operability of information” (D’andria 2006, pp. 110-111). 11 Lamberti 2004, pp. 15-16. 12 Feliciati 2010, p. 92. 13 Grassi 2010, p. 7. 14 www.museionline.it. 15 Calvo et alii 2003, p. 327. 16 www.youtube.com/beniculturali.
17 www.facebook.com/MiBAC. Ad ottobre 2010 risultavano registrati al profilo circa 20.000 utenti, la maggior parte
dei quali (19.749) attivi almeno una volta al mese; il 77% di essi risulta avere un’età compresa fra i 25 ed i 34 anni ed il 65% del totale è costituito da donne (vedi dati in Ettorre 2010). Ad una verifica effettuata a ottobre del 2013, il numero degli utenti è di 63.083.
18 www.twitter.com/Mi_BAC (non più attiva), divenuta https://twitter.com/MiBAC_Culture, con 2.584 followers. 19 www.pubblicaamministrazione.net/governance/news/1776/culturaitaliait-il-patrimonio-culturale-sul-web.html.
Il progetto è stato realizzato con finanziamento del Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica del 2003, delibera CIPE 17/2003 (Hamida Et Alii 2009, p. 83).
e sulla base della applicazione di standard internazionalmente condivisi21, nato in seno all’Osserva- torio tecnologico per i beni e le attività culturali (OTEBAC)22 del MiBAC. L’OTEBAC è stato istituito
nel 2005 dal Ministero, proprio nella prospettiva di sviluppare i risultati ottenuti con i grandi pro- getti europei, ed è stato successivamente stabilizzato con lo scopo di “[…] monitorare e sostenere gli istituti culturali nella realizzazione dei siti web e per una corretta digitalizzazione dei contenuti”, anche alla luce dell’interoperabilità di quei dati proprio con MICHAEL e con CulturaItalia23.
CulturaItalia si presenta come il portale unico del patrimonio italiano, con un proprio profilo anche su Facebook e Youtube, strutturato come un catalogo unico per la sua fruizione on-line, for- nendo tutte le possibili informazioni utili su numerose tematiche culturali24 con il rimando ai rispet- tivi link. Per far questo sono coinvolti non solo archivi, biblioteche, musei e istituzioni di formazione e ricerca nazionali, pubbliche o private che siano, ma anche singoli utenti, con lo scopo di “[…] tra- sformare ogni utente da consumatore a partecipe, da utilizzatore passivo ad autore attivo di conte- nuti, spostando il focus da piattaforma/sito web a network”25. Il portale, ricollocato sul web dopo un
restyling a febbraio 2012, è in quotidiano aggiornamento, grazie anche al più ampio coinvolgimento istituzionale possibile, reso possibile da forme di partnerariato strategico fra il MiBAC, le Regioni, le istituzioni culturali centrali e decentrate e le Università (attraverso la campagna promozionale Ade-
risci a CulturaItalia e la formalizzazione successiva degli accordi26, nonostante tuttavia vi siano ancora
notevoli sacche di resistenza istituzionali che contribuiscono a danneggiare la visibilità del patrimo- nio culturale italiano sul web27). Si tratta del più impegnativo progetto di presentazione di un unico
grande database dei beni del patrimonio nazionale, basato sul principio dell’interoperabilità delle banche dati esistenti28, costituendo il primo aggregatore nazionale di dati per il portale Europeana. A giugno 2013 risultano accessibili, fra le altre, 1.861.052 schede relative alla categoria Beni culturali, 481.251 dei quali riferiti all’Italia come ambito geografico. Cliccando sulla voce Musei, sono presenti le schede di 10.430 musei, divise anche per regione29. CulturaItalia, quindi, è
“[…] un’infrastruttura tecnologica immateriale, strumentale alla più estesa e qualificata messa in di- sponibilità dei dati e delle informazioni concernenti il patrimonio e alla loro accessibilità per il tramite delle nuove tecnologie per l’informazione e la comunicazione, in una logica di integrazione tra settori, discipline e attori”30.
Dai numeri appena presentati, sembra che la sfida lanciata da CulturaItalia (“[…] strutturare attorno al portale una metacommunity sottintende una vocazione fortemente collaborativa: senza fornitori di contenuti, siano essi istituzioni culturali o semplici cittadini, il progetto si atrofizza e muore”31) sia stata vinta. Il portale, in linea con la filosofia del Web 2.0 della partecipazione condivisa
21 Per la presentazione del portale v. Caffo 2008a e Caffo 2008b, pp. 62-65; per i suoi dettagli tecnici v. Hamida Et
Alii 2009.
22 www.otebac.it/; Spallazzo - Spagnoli - Trocchianesi 2009, p. 6. 23 Caffo 2008b, p. 48.
24 Tra le voci indicate: archeologia, architettura, arti visive, ambiente e paesaggio, cinema e media, musica, spettacolo, tradi-
zioni popolari, letteratura, scienze umane, cultura scientifica, formazione ricerca e sviluppo, archivi, biblioteche, musei e mostre.
25 Spallazzo - Spagnoli - Trocchianesi 2009, p. 7. 26 Caffo 2008b, p. 64.
27 Sui rischi dovuti a cieche opposizioni istituzionali alla comunicazione sul web v. Guerzoni - Mininno 2008, pp.
158-159.
28 Caffo 2008a, p. 72.
29 Il portale offre un servizio informativo organizzato su differenti livelli di approfondimento in grado, dunque, di
rivolgersi ad un’utenza differenziata per interessi, età, cultura, nazionalità e ad un target trasversale e ampio che coinvolge anche i vari operatori del sistema (dai conservatori agli operatori didattici e turistici, ai cultori dell’arte; Caffo 2008a, p. 73). La ricerca sul portale, inizialmente, poteva essere filtrata sulla base di quattro criteri: proprietà (Chi), tipologia (Cosa), collocazione geografica (Dove) e cronologia del bene (Quando). Nell’ultima versione, la ricerca è raffinata per una serie di categorie: Fonte Dati, Categoria del bene, Tipologia, Ambito geografico, Ambito cronologico, Lingua e per ambiti geografici regio- nali attraverso una mappa sensibile.
30 Caffo 2008b, p. 48.
al sapere e in occasione delle celebrazioni per il 150° anno dell’Unità d’Italia, nel gennaio 2011 ha promosso un’iniziativa multimediale per la ricostruzione, attraverso testimonianze, testi, immagini e video (in alcuni casi inviati dai lettori alla redazione del portale), del contributo fornito dalla comu- nità ebraica italiana alle lotte risorgimentali e alla fondazione dello Stato unitario32. Il progetto è co- ordinato dall’Istituto Centrale per il Catalogo Unico delle Biblioteche (ICCU)33, partner del progetto
europeo Europeana Judaica34 finanziato dal programma quadro europeo eContentplus35.
Nel 2009, intanto, veniva pubblicato un ulteriore manuale da parte del gruppo di ricerca ita- liano del progetto MINERVA36, per la necessità di aggiornare ulteriormente le indicazioni per un rapporto qualitativamente alto fra il web culturale e l’utente, anzi, mettendo a fuoco l’attenzione proprio su quest’ultimo, affinché questo manuale “[…] servisse inoltre da guida nella scelta delle applicazioni, nella progettazione, nella verifica di soddisfazione da parte degli utenti”37. Il manuale, dopo aver accompagnato l’utente nel suo contatto con il mondo del web culturale, è completato da un Questionario di autovalutazione per pianificare un’applicazione web centrata sull’utente e da un Questio-
nario sul gradimento di siti e portali, da utilizzare come modelli di riferimento38.
Nel 2009, la Direzione Generale per il paesaggio, le belle arti, l’architettura e l’arte contempora- nee del MiBAC39 ha presentato il progetto Il Museo e i Monumenti si raccontano che propone, regione per regione e mediante una voce narrante, una scelta di luoghi comprendente musei e monumen- ti storici, artistici ed etno-antropologici (sia gestiti direttamente dal ministero che, pur demaniali, concessi in uso a soggetti religiosi, pubblici o privati), percorribile al di fuori delle tradizionali mete turistiche e organizzato anche per itinerari tematici. Il progetto, che ha visto l’edizione di una sorta di guida tascabile in versione cartacea e on-line40 del portale Il Museo si racconta (ancora in parte un work in progress, accessibile dal link sul sito ufficiale del MiBAC), è stato ideato “[…] per illustrare la ricchezza e la varietà del Patrimonio culturale dei nostri musei, disseminati su tutto il territorio nazionale, vero valore aggiunto del sistema Italia” e coinvolge la quasi totalità delle regioni (ad esclusione delle regioni a statuto speciale Valle d’Aosta, Trentino Alto Adige e Sicilia)41.
A partire dalla fine del 2009 il MiBAC ha avviato le prime procedure per una collaborazione con il motore di ricerca Google. A dicembre di quell’anno, infatti, grazie ad un accordo fra la Dire- zione Generale per la valorizzazione del patrimonio culturale e Google Italy, Pompei è diventato il primo sito archeologico al mondo ad essere navigabile on-line sul servizio di Google Maps chiamato Street View42.
Nel 2010, la Direzione Generale per l’organizzazione, gli affari generali, l’innovazione, il bilan- cio ed il personale del MiBAC ha poi ulteriormente predisposto un apposito motore di ricerca dei musei italiani, e.Mouseion, rivolto al grande pubblico ma con una specifica attenzione nei confronti
32 www.culturaitalia.it/pico/modules/focus/it/focus_0922.html. 33 www.iccu.sbn.it/opencms/opencms/it/.
34 www.judaica-europeana.eu/.
35 Il programma pluriennale eContentplus (2005-2008) è stato varato dalla Commissione Europea (Decisione n.
456/2005/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 9 marzo 2005) in prosieguo del precedente programma eContent (2001-2004) per rendere i contenuti digitali Europei più accessibili e per facilitare la creazione e la diffusione di informazio- ni e conoscenze a livello comunitario (www.opib.librari.beniculturali.it/italiano/programmi/e-contentplus/index.htm).
36 Minerva 2009. Questo continuo aggiornamento è essenzialmente dovuto al successo del Web 2.0 e del Web 3.0: “è
soprattutto la nozione di utenza a essere cambiata […]. L’offerta di contenuti e applicazioni sul Web, insomma, è sempre più articolata, configurandosi allo stesso tempo come veicolo di informazioni e di comunicazione, come archivio enciclo- pedico e strumento di formazione culturale, come area di entertainment e interazione con la comunità, come piattaforma