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per la comunicazione culturale mobile

CAPITOLO QUARTO

4.4 Soluzioni di visita multimediali su PDA e visitatori wireless

Il concetto di guida come integrazione alla visita, in grado di condensare in un unico supporto grandi quantità d’informazioni, è profondamente mutato nel giro di pochi anni, soprattutto rispetto al modello tradizionale di audioguide analogiche cui eravamo abituati poco più di un decennio fa.

L’audioguida con cuffie, del tutto simile a un walkman, in cui si selezionava di volta in volta una traccia audio da ascoltare, è apparsa nel lontano 1952104 e, sostanzialmente, non è stata granché modificata nei decenni successivi105.

Come abbiamo avuto già modo di discutere, l’ampio spettro di tecnologie multimediali di supporto alla personalizzazione delle informazioni e alla loro localizzazione, dai sistemi georeferen- ziati con GPS alle tag, hanno impresso un’accelerazione improvvisa e radicale al concetto stesso di audioguida e hanno costituito forse il più valido strumento per concretizzare la ricerca di un’offerta di visita liberamente personalizzata106, sempre più “[…] in grado di mettere in relazione ciascun in- dividuo con gli oggetti che lo circondano” ovvero con quella forma di interazione fra web, oggetti e individui che viene definito Internet of things107.

Come abbiamo accennato nel Paragrafo 1.3, il sistema informativo top-down e il suo modello trasmissivo one-to-many (tipico proprio delle audioguide ma anche di supporti informativi tradizio- nali come i pannelli) sono diventati obsoleti, non solo “[…] a favore di un modello in cui il fruitore può scegliere, tra molte, solamente le informazioni di interesse, grazie a liste di favoriti, podcasts e motori di ricerca semantici”108 ma, soprattutto di recente, attraverso quell’apertura ai contributi e ai

contenuti forniti e/o generati dagli utenti, tipica del sistema bottom-up di tipo many-to-many.

Non è un caso, infatti, che nella recente indagine su Il museo in ascolto (v. Paragrafo 1.6), proprio le tradizionali audioguide registrano il tasso più alto di insoddisfazione (52,2%) nel grado di custo- mer satisfaction, con un incremento di ben 20 punti rispetto al 1999109.

La comunicazione culturale multimediale, oggi, non prescinde da due imperativi: personaliz-

zazione delle modalità di fruizione (già ampiamente richiesta dall’utenza media dei musei, come evi-

denziato da una indagine sul pubblico condotta dallo GNAM di Roma nel 2006-2007110) e localizzazione geografica111.

Una classificazione delle guide multimediali è stata re- centemente proposta da M. Kenteris, D. Gavalas e D. Econo- mou112. I tre studiosi, infatti, classificano i progetti di guide mul-

timediali in quattro gruppi, come evidenziato in Figura 80:

• Applicazioni per guide mobili: “Mobile guide applica-

tions are projects that use mobile devices as the key user platform offering tourist information and the use of services in various forms”113;

• Assistenti navigazionali per telefonia mobile: “[…] pedes-

trian navigation system, which helped the user to find information by generating a graphical route description”114;

• Applicazioni del tipo web-to-mobile: “The web-to-mobile

projects are projects that use the web to offer tour- 104Othman - Petrie - Power 2010, p. 30.

105Deshayes 2004; Gruber - Glahn 2009, p. 6.

106Granelli - Traclò 2006, p. 164; Wakkary - Hatala 2007. 107Solima 2008-2009.

108Spallazzo - Spagnoli - Trocchianesi 2009, p. 2. 109Solima 2012, pp. 65-66, tabella 13 e grafico 11. 110Mastrandrea 2008, pp. 77-78.

111Othman - Petrie - Power 2010, pp. 30-31. 112Kenteris - Gavalas - Economou 2011, pp. 99-108. 113Kenteris - Gavalas - Economou 2011, p. 99. 114Kenteris - Gavalas - Economou 2011, p. 99.

(Figura 80: da Kenteris - Gavalas - Economou 2011, p. 99, fig. 2)

ist information and services to tourists by deploying a mobile application to the user’s device”115;

• Applicazioni di tipo mobile web-based: “The mobile web-based applications refer to mobile

tourist […] portals which offer tourist information to mobile device browsers through a client–server HTTP interaction […]. Practically, these applications do not differentiate from traditional ‘desktop’ web applications, as they treat mobile devices like thin (web) clients”116.

Gli assistenti navigazionali e le applicazioni di tipo web-to-mobile (fra cui rientra ad esempio Google Maps) utilizzano, come interfaccia di base, mappe su cui sono semplicemente collocati punti di interesse e possono sia sfruttare tecnologie di localizzazione come il GPS sia funzionare in moda- lità off-line. Le applicazioni per guida mobile possono basarsi sia su GPS in modalità open air che su tecnologie di posizionamento differente (come gli infrarossi, il Wi-Fi, le tag RFId o il Bluetooth) in caso di funzionamento in un ambiente più ristretto o possono variamente associare queste tecnologie fra loro117. Le quattro categorie, così distinte, non sono da considerarsi compartimenti stagni: molti

progetti di fruizione e comunicazione culturale e turistica in mobilità, infatti, possono essere consi- derati dei veri e propri ibridi, dal momento che fondono più tecnologie e più piattaforme in un unico dispositivo (ch’esso sia un Personal Digital Assistent, un iPod, uno smartphone o un tablet) andando, ormai, ben oltre la semplice intermodalità visivo-acustica delle tradizionali audioguide; consentono, piuttosto, attraverso approfondimenti informativi in grado di far ‘trascendere’ la pura osservazione aumentandola digitalmente, una totale integrazione fra mondo reale e contesto virtuale118.

Tra le prime sperimentazioni di PDA in funzione di guida elettronica multimediale119 vi sono

quelle utilizzate, tra la fine degli anni ’90 e l’inizio del 2000, all’Exploratorium120 e al San Francisco Museum of Modern Art (SFMOMA) che sono state nel tempo maggiormente implementate dal pun- to di vista software. All’Exploratorium si è progettata una guida di tipo wireless con informazioni localizzate tramite infrarossi e tag RFId, che incorporava anche un’apposita pagina web personaliz- zabile denominata My Exploratorium Scrapbook, cui il visitatore poteva accedere non solo durante ma anche dopo la visita (con una attenzione, dunque, anche all’aspetto della comunicazione museale post-fruizione)121.

AL SFMOMA si è attivata in fase sperimentale la guida mobile iPAQ Gallery Explorers, nella quale si erano installati dei videoclip; attraverso la guida era possibile anche rispondere ad un que- stionario sulla sua usabilità: l’83% di coloro che l’avevano utilizzata come supporto alla visita aveva- no riconosciuto di averne tratto informazioni aggiuntive122.

MUSEpad (Figura 81) è la guida elettronica, inizialmente progettata per visitatori con disabilità

115Kenteris - Gavalas - Economou 2011, p. 99. 116Kenteris - Gavalas - Economou 2011, p. 101.

117“As of positioning in outdoor situations, GPS represents a reliable technology, while for indoor positioning, IrDA

and RFID tags are better suited” (Kenteris - Gavalas - Economou 2011, p. 109).

118Asensio 2010, p. 139.

119“Providing contextualised information on a PDA combines the embedded contents of multi-media terminals

with the personalisation of audio-guides [32, 33]. These systems use the multi-media and communication capabilities of small portable computer devices in the size of a palm of a human hand. These devices can present multi-media content related to objects on display in the exhibition hall and provide visitors with instant access to additional information via a wireless connection to a larger content repository or the institution’s website” (Gruber - Glahn 2009 p. 7).

120All’Exploratorium di San Francisco già nel 2000 aveva avuto inizio il progetto The Electronic Guidebook, ricerca

realizzata in collaborazione con il Concord Consortium e Hewlett-Packard Research Labs con i fondi della National Sci- ence Foundation, “[…] a research project investigating the use of handheld computing devices and wireless networks to support a richer learning experience for science museum visitors. […] the Exploratorium is testing a network of mobile devices, wireless systems, and Web-based content that supplements the museum’s interactive science exhibits. The goal of the project is to develop a knowledge base on how this network will allow individuals and groups to engage in a con- tinuum of activities before, during, and after a museum visit to support a deeper engagement with the exhibits” (Explor-

atorium Electronic Guidebook Forum 2001, p. I-3). V. anche Economou 2007, pp. 357-358.

121http://www.exploratorium.edu/guidebook/; Exploratorium Electronic Guidebook Forum 2001, p. I-1-5 e pp. III-

14-18; Economou 2007, pp. 357-358.

(alla vista, all’udito e al mo- vimento), testata nel 2000 al Mathers Museum of World Cultures dell’Indiana Univer- sity; dal dispositivo portatile era possibile accedere ad una piattaforma web (WorldBoard) di tipo wireless con informa- zioni localizzate tramite GPS, infrarossi e tag RFId e ottenere informazioni testuali ed audio, narrazioni e videoclip123.

Queste prime sperimen- tazioni lasciavano ancora poco spazio alla scelta del visitatore, avevano spesso schermi trop- po piccoli oppure erano anco- ra troppo pesanti da tenere in mano per lungo tempo. Nel giro di qualche anno le soluzio- ni tecnologiche si sono molti- plicate e ulteriormente affinate,

proponendo delle soluzioni di guida sempre più all’avanguardia.

Una delle prime sperimentazioni europee di PDA utilizzati come audioguida interattiva si è re- alizzata nel 2004 al Museo de la Cuchillería di Albacete (Spagna). Il PDA, connesso wireless alla rete museale, permetteva (attraverso un software user-friendly fornito all’ingresso a chi fosse dotato del dispositivo portatile che prevedeva un sistema di autoposizionamento tramite sensori di posizione), l’accesso alle informazioni (in una prima fase della sperimentazione si utilizzarono infrarossi, tag RFId, Wi-Fi; recentemente QR code), anche in versione audio multilingue (per favorire l’accessibilità della visita anche ai non-vedenti), sugli oggetti esposti, organizzati in un database in grado di sincro- nizzarsi automaticamente con il database web-based del museo. Il sistema si è da subito rivelato utile per la libertà di movimento e di selezione consentita al visitatore e vantaggioso per il museo, poiché permetteva di conoscere meglio le preferenze dei visitatori sui pezzi della collezione124.

Per quanto riguarda l’Italia, una tecnologia simile era stata sperimentata dalla società CEFRI- EL nell’ambito del progetto MAIS (Multi-Channel Adaptive Information Systems) realizzato a partire dal novembre 2002 e fino al novembre 2005 con la collaborazione di numerose università italiane e su iniziativa del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MiUR), con la creazione di un prototipo di guida su dispositivo palmare predisposto con un RFId reader e un sistema di loca- lizzazione GPS125. In seguito, una semplice guided tour su PDA è stata implementata anche al Museo della Certosa di Bologna già dal 2004: grazie ad essa era possibile accedere al database delle schede delle tombe (essendo ogni monumento funebre contrassegnato da un numero) già predisposto per la versione virtuale del museo (Figura 82)126.

ScienceAlive, invece, è una delle soluzioni di guida multimediale PDA fra le più innovative che

siano state realizzate in quegli anni (Figura 83). Dotata di tecnologia Wi-Fi e localizzazione con tag RFId, ScienceAlive è stata lanciata a marzo del 2005 al Singapore Science Centre. Il dispositivo è già profondamente innovativo nella sua attenzione verso l’utente, ovvero è di tipo user-focused e user- friendly. L’utente è, infatti, lasciato libero di scegliere il proprio percorso sulla base di tre opzioni: tempo a disposizione, preferenze, percorso consigliato (essendo organizzato in poche sezioni da cui accedere a vari contenuti anche di tipo multimediale). ScienceAlive prevede anche alcuni servizi ag-

123V. Kirk 2001 e Exploratorium Electronic Guidebook Forum 2001, p. III-10-13. 124Gallud et alii 2007.

125http://www.mais-project.it/index.php; Canina Et Alii 2008, p. 11. 126Borgatti et alii 2005, p. 7.

(Figura 81: da Exploratorium Electronic

giuntivi: un veloce questionario da sottoporrre prima della visi- ta al visitatore per conoscerne il profilo (interessi, età, indirizzo e-mail per comunicazioni col museo - in modo da trarne utili indicazioni sui target di utenza e sulle preferenze dimostrate), un servizio di instant messa- ging, grazie al quale comunica- re in tempo reale con altri visi- tatori dotati del medesimo di- spositivo (particolarmente utile se magari, giunti in gruppo, si preferisca dividersi per segui- re percorsi differenti), uno per lasciare un feedback alla fine della visita (utile al museo per trarne suggerimenti) e, infine, il servizio What’s on, una sorta di lista di eventi che il visitatore può selezionare e visionare (ri- chiedendo, ad esempio, che gli venga ricordato quando l’even- to stia per iniziare), seguendo una linea indicatagli nella map- pa (su cui la sua posizione è georeferenziata)127.

Sul vision recognition engi-

ne è stato progettato il prototipo

di guida su PDA per una fruizione dettagliata del ciclo di affreschi sui mesi che decora la Torre dell’Aquila nel castello del Buoncon- siglio a Trento. Il PDA, predisposto di webcam e in connessione Wi-Fi, consente al visitatore di acquisire specifiche informazioni su alcuni dettagli dei dipinti, semplicemente puntando la webcam: il sistema interattivo di vision recognition, riconoscendo l’inqua- dratura automaticamente sulla base delle immagini sintetizzate sul proprio server, restituisce all’utente come feedback contenuti informativi di tipo testuale e multimediale posizionati sul server (Figura 84)128.

Un software apposito per tours virtuali in presenza, simile nell’architettura a ScienceAlive è, il Cicerone hi-tech, computer pal- mare messo a punto dall’Istituto di Scienza e Tecnologia dell’Infor-

127Exploratorium Electronic Guidebook Forum 2005, pp. 10-14.

128Albertini et alii 2005. “The visual recognition engine is the core technology that permits identifying the environ-

ment in front of the user. […]. The visual recognition engine matches a query image with a set of reference images stored in a database of geo-located images. By identifying the reference images and their spatial relation with respect to the image captured by the mobile device, the […] platform can recognise the location of the user” (Marimon et alii 2010, p. 4).

(Figura 82: da Gallud et alii 2007, p. 9, fig. 2)

(Figura 83: rielaborato da Exploratorium Electronic

Guidebook Forum 2005, pp. 12-13)

(Figura 84: da Albertini

mazione (ISTI) del CNR, il cui progetto è stato presentato a Firenze nel marzo 2007. Attraverso la localizzazione e identificazione (da parte del software che rileva la presenza, tramite apposito letto- re, dei piccoli circuiti integrati RFId) del sito o del manufatto presso cui si trova l’utente, il software lascia la possibilità di scegliere se richiedere notizie aggiuntive. L’utente può, trovandosi dinanzi all’oggetto o al monumento, leggere sullo screen del suo dispositivo le informazioni che lo riguar- dano e ascoltare contemporaneamente le spiegazioni in formato audio, sposando in questa manie- ra le due tecnologie della descrizione audio (tipica delle guide esclusivamente sonore) e scritta. Il software è predisposto anche per un collegamento su schermo, in modo da poter condividere le sue informazioni (tecnologia applicabile, ad esempio, a gruppi di turisti). Attraverso giochi di tipo interattivo, Cicerone hi-tech testa l’apprendimento dell’utente a visita avvenuta129. Utilizzato inizial- mente presso il Museo del Marmo di Carrara e il Museo di Storia Naturale e del Territorio di Calci, e adottato anche all’Orto Botanico di Catania (v. Paragrafo 5.1.3), in occasione della Settimana della Cul-

tura 2010 è stato adottato dalla Soprintendenza archeologica di Roma per il complesso archeologico

monumentale dell’Aventino130.

Già nel 2007 il Museo delle Origini dell’Università la Sapienza di Roma ha adottato in modo sperimentale nel 2007 Wi-Art, progetto implementato dal Laboratorio di Usabilità e Accessibilità (LUA) della stessa Università. Si tratta di un’applicazione che fornisce all’utente descrizioni sto- rico-artistiche sulle opere esposte, in grado di orientare il visitatore all’interno del museo, grazie all’utilizzo di un’interfaccia user-friendly e di tecnologie Wi-Fi e RFId. Mediante l’uso della RFId il dispositivo mobile su cui caricare l’applicazione Wi-Art (PDA ma anche smartphone) riconosce e identifica l’oggetto consentendo al visitatore di personalizzare il contenuto (audio, video, testo) e di interagire con esso attraverso una sorta di questionario automaticamente generato sulla base del percorso compiuto e delle opere visionate. Questo approccio, rivolto

“[…] a valutare la qualità del processo di apprendimento innescato durante la permanenza all’interno del museo […] basato sul principio dell’edutainment, cioè della coniugazione di contenuti educationa- li in un contesto ludico (entertainment), consente non solo di enfatizzare il senso di ‘scoperta’ che un museo può evocare, contribuendo quindi a migliorare l’immagine complessiva di quel museo (e, più in generale, dei musei), ma anche di testare l’efficacia del dispositivo mobile e quindi dei processi di comunicazione posti in essere dal museo e, dunque, in ultima analisi, della sua capacità di adempiere concretamente alle finalità educative che gli sono proprie”131.

Grazie alla tecnologia Text-to-Speech (TTS) il software è impostato anche in modalità multi- lingue. Wi-Art, oltre alla possibilità di personalizzare il proprio percorso secondo specifici temi, fornisce anche altri servizi interattivi quali l’accesso a un database con ulteriori informazioni det- tagliate sull’opera e la possibilità di acquistare stampe o altro materiale da un catalogo elettronico. L’impiego di un’interfaccia di back-office su una piattaforma client-server132 permette un continuo aggiornamento dei contenuti133.

Sempre nel 2007 in via sperimentale si è implementata un’altra videoguida su palmare, chia- mata i-Muse (interactive museum), all’interno del Museo Didattico della Seta di Como, per la crea- zione di un percorso di visita multimediale lungo l’intera filiera serica (Figura 85). Il progetto, vero e proprio start-up realizzato da ricercatori del Politecnico di Milano, è stato presentato nel 2007

129http://www.torinoscienza.it/notizie/un_cicerone_palmare_aggancia_l_opera_d_arte_17852. .

130http://www.06blog.it/tag/cicerone+hi-tech+sul+sito+della+soprintendenza+o+direttamente+sul+proprio+telefonino. 131Solima 2008-2009.

132La piattaforma client-server è una piattaforma tecnologica costituta da tre strati hardware, definita anche architet-

tura three-tier (R/3), ad indicare una specifica architettura software nella quale vi sono tre diversi moduli (interfaccia utente, logica funzionale o business logic e gestione dei dati persistenti). Questi moduli interagiscono fra loro secondo il paradigma

client-server (una specifica applicazione di rete nella quale un server permette, attraverso una server application, a più com- puters client di interfacciarsi con lui e di condividerne le risorse), ma sono modificabili o sostituibili indipendentemente

l’uno dall’altro. Nell’architettura three-tier è previsto un PC come interfaccia utente grafica, una workstation o una server application per la business logic e un database server o un mainframe per la gestione dei dati (http://it.wikipedia.org/wiki/ Architettura_three-tier; http://it.wikipedia.org/wiki/Client-server).

133http://www.i-dome.com/articolo/11723-Wi-Art-la-tecnologia-RFID-per-la-fruizione-del-patrimonio-artistico.html;

a Toronto, alla conferenza internazionale sulle tecnologie informatiche ICHIM 07134. È stato predisposto un software per dispo- sitivo palmare (smartphone o PDA) che sfrutta la tecnologia delle tag RFId, collo- cate sui porta-didascalie accanto ad una selezione di oggetti presenti nell’esposi- zione. Sul palmare del visitatore si offrono video, foto, musiche d’epoca, ricostruzioni tridimensionali dei macchinari esposti, cor- redati di sottotitoli e disponibili in tre lin- gue (italiano, inglese, francese). Una voce virtuale presenta il museo al visitatore e lo aiuta nell’utilizzo e personalizzazione del palmare, dotato di touch screen. Alla voce

Preferiti l’utente durante la visita può ap-

porre un segnalibro per un particolare oggetto o argomento che lo ha colpito; il segnalibro conserva le informazioni, testuali e visive, relative a quell’argomento in una pagina apposita, che potrà essere in qualsiasi momento consultata e che conterrà il contenuto che l’utente ha più apprezzato. Alla fine della visita è proposta la compilazione di un questionario per cogliere pregi e criticità del servizio e renderlo ancora più funzionale135. Questo progetto, quindi,

“[…] ha investito molto in termini di usabilità, curando quindi non solo gli aspetti tecnologici che ren- dono il prodotto funzionante, ma anche gli aspetti legati all’interfaccia utente, alla facilità di utilizzo e al corretto bilanciamento dei tempi di eyes up/eyes down, dedicati cioè all’osservazione dell’oggetto vero e proprio e dei contributi a corredo”136.

Un interessante prototipo di guida GPS su PDA per turismo urbano è stato implementato per la città romana di Emona, i cui resti sono solo parzialmente visibili nel centro della moderna città di Ljubljana in Slovenia (Figura

86)137. La guida, che si basa sul siste-

ma di riconoscimento automatico di immagini (in questo caso una vision

recognition delle foto scattate tramite

il PDA e riconosciute dal server del sistema), non solo consente al visita- tore di giocare un ruolo attivo nella scoperta del patrimonio archeologi- co di Emona, ma anche di condivi- dere e interpretare quel patrimonio

attraverso il geotagging o persino di apporre un proprio segno con quelli che vengono definiti e-

graffiti, ovvero scritte graffitate digitalmente da apporre virtualmente sui muri dei monumenti e da

condividere con altri visitatori138.

Di recente introduzione fra i servizi museali di questa tipologia bisogna menzionare il software

SmartMuseum, dedicato alla navigazione turistica in loco (è una guida turistica elettronica), adattabile

a cellulari e agli altri dispositivi di ultima generazione. SmartMuseum è frutto di un progetto mul- tinazionale finanziato dalla Comunità Europea (7° Programma Quadro per la Ricerca e lo Sviluppo

134Orlando Et Alii 2007.

135http://www.i-muse.it/ita/casestudies_details.aspx?id=21. 136Spallazzo - Spagnoli - Trocchianesi 2009, p. 3.

137Županek - Mlekuž 2008. 138Županek - Mlekuž 2008.

(Figura 85: da Orlando et alii 2007, figg. 4-5)

Tecnologico) e varato nel gennaio del 2008139. Fra gli sviluppatori del progetto, insieme all’Institute

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